Com’è profondo il mare

di

Alberico Lombardi


Alberico Lombardi - Com’è profondo il mare
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14x20,5 - pp. 48 - Euro 11,50
ISBN 978-88-6587-8941

eBook: pp. 48 - Euro 3,99 -  ISBN 978-88-6587-9061

Libro esaurito

Vai alla pagina degli eventi relativi a questo Autore


In copertina e all’interno fotografie dell’autore


Silloge 2^ classificata nel concorso letterario Ebook in… versi 2017


Prefazione

La visione lirica di Alberico Lombardi si alimenta della sostanza vitale generatrice che percepisce il mare come simbolo della matrice universale, luogo originale esistente prima di tutte le cose, con il suo eterno flusso che crea una simbiosi con il mistero stesso della vita.
Non a caso, in numerose tradizioni e leggende cosmogoniche, il mare rappresenta l’elemento preesistente, principio già presente nel caos primordiale, ma il mare è anche luogo della nascita e della rinascita, come sa bene Alberico Lombardi, sempre attento a compenetrare tale concezione con il suo sguardo lirico, capace di osservare le metamorfosi; di scrutare le profondità dell’umano vivere; di indagare la stessa forza creatrice: ed il mare diventa substantia dell’esistenza dell’Uomo, intimamente collegato e plasmato con esso, in una fusione totale.
Nel processo lirico di Alberico Lombardi il mare è dunque la manifestazione della vita ed espressione delle emozioni dell’Uomo: ecco allora che può rappresentare il suo travagliato percorso, il periglioso viaggio, le speranze ed i sogni infranti, le inesorabili cadute e le meravigliose rinascite.
La vita, a volte, scorre calma, altre volte viene sconvolta da tempeste e, allo stesso modo, anche il mare esprime tutto il travaglio ed il rimescolamento; si tinge di sfumature; muta il suo colore; cambia il ritmo nelle variazioni infinite: in sintesi, riveste un valore spirituale, evoca il passaggio dal profano al sacro, l’ancestrale percorso dall’ombra verso la Luce.
Il mare costituisce la personificazione della serenità, ma anche quella dell’abisso dell’animo, ed è questa la sua duplice proprietà: il suo flusso è fonte di vita e il riflusso melanconico, che rappresenta la finitudine, sono il segno del movimento perpetuo del ciclo infinito della vita e della morte.
Il poeta sente, nel profondo del suo animo, la forza “inesauribile” dell’energia del mare, eterna sorgente, fonte di felicità e di asprezza, con le sue onde impetuose e con le rotte impervie: si mette in ascolto della sua voce, gli occhi sono “umidi di rugiada salmastra” e, come a solcare il mare, insegue il tramontare del sole, il fascino della luce splendente, i riverberi dei “sogni riflessi da illusioni”, fino a toccar “l’umana essenza”, come a lasciarsi trascinare verso l’infinito per liberarsi da ogni affanno terreno.
Nel vortice di tali sensazioni vi sono, poi, alcune liriche che si alimentano del sentimento, puro ed autentico, della sostanza dell’amore, come nella poesia “Le corde del mio cuore”, miscela di appassionati ricordi legati alla donna amata e al tempo dell’amore, ed il poeta sente ancora “pulsar il cuore”, pervaso del profumo di “quel tempo” che ancor inebria.
Alberico Lombardi offre un canto d’amore per la vita, per la donna amata, per il mare: tra sommesse memorie, vibranti tuffi nel cuore, intensi sguardi e sorrisi, consapevolezza di un “intimo destino”, mentre la clessidra del tempo scorre inesorabile.
La sua Parola è pervasa di “eterno amore”, porta con sé il profumo della vita, scandisce il tempo, riporta alla luce “nostalgiche visioni”, insinua ricordi, sconquassa i pensieri come fossero una barca sul mare in tempesta mentre lampi ed illuminazioni emergono dal tempo.
Alberico Lombardi offre una fiamma lirica che arde tra terra e cielo, allo stesso modo, nel mare avverte “sentieri misteriosi” e scie memoriali: tutto diventa metafora dell’esistenza umana che, infine, come “onda morente” giungerà alla riva, ultimo respiro per il viaggio verso “l’infinito ignoto”.
La sua Poesia emette luce, penetra nella mente, disegna “voli pindarici”, esalta l’amore che nasce puro dal cuore, promana il profumo dei sentimenti autentici, e la sua passione riesce ancora ad accendere i “sogni silenti” nel cuore.
Alberico Lombardi, come attratto da un “vortice marino”, si proietta nelle profondità dell’animo, negli abissi dell’umano vivere, fino a “sciogliere l’ansante sospiro” e la percezione lirica s’incarna in un “cantico antico”, miscela di armonia primordiale, in un continuo processo che scruta i turbamenti, le passioni ardenti e il disincanto: da quegli abissi risale il canto d’amore, il desiderio di cercar un approdo sicuro al “cuore stremato”, che sia dolce visione, simbolico “porto dei sogni”, dove rimembrar le dolcezze del passato, i sogni che declinano e, finalmente, “sciogliere” l’ansia che sovente assale la sua anima.
Emerge il desiderio lirico di fuggire dal pensiero, oltre l’orizzonte del mare, ed affogare in ogni passione della vita, tra le “segrete vie” del cuore, tra le “onde riottose” del mare, per lasciarsi cullare nel dolce rifugio dei sentimenti, lasciarsi invadere dal profumo che si sparge nelle stagioni dell’esistenza ed apre uno spiraglio nell’anima come “sol palpiti segnati da parole”.
Alberico Lombardi è ben consapevole che la trama della vita può allontanare dal luogo amato, sconvolgere il cammino con le sue vicende, concedere sogni del cuore, alimentare passioni e silenzi, eppure, la sua passione per la poesia non si è mai spenta ed il poeta è ancora pronto a partire “oltre il confine del più profondo mare”, “or dolce ora audace”, dove tutto diventa mistero, fatale chimera, “memoria alla deriva”.
La sua anima sa di salmastro e la sua Parola avvolge, tra ispirazione e oasi mentale, verso l’ultima rinascita, quando dolce memoria e amarezza, “rotolano onda su onda”, ed il poeta, ormai “anima silente”, può finalmente decretare “mi perdo sognante nel mare”.

Massimo Barile


Com’è profondo il mare


Dediche

A memoria dei miei genitori Egizia e Domenico, dedico questo mio libro di poesie alla mia fedele moglie Carmelina, le nostre figlie Egizia ed Eleonora ed ai miei nipoti Luca, Gaia e Damien.
Con grande affetto alle famiglie di mio fratello Matteo e di mia sorella Mariantonietta. Quale ricordo più diretto a tutti miei amici più vicini, ed in particolare quelli del Bar Marzini.
A questi audaci lettori chiedo che possano farcela a leggermi senza più stupirsi per questa mia strana passione. La più feconda citazione va ai miei amici lontani di Termoli, in particolare a Bruno Petti, Enzo Botteri e Franchino Viotti, amici di una spensierata infanzia da me ritrovati dopo oltre 50 anni. La nostra più fresca età vissuta sulla strada, lo sport, il mare e la stessa scuola, rimarranno indelebili tracce nella nostra più recondita memoria.
L’immagine posta in calce alle presenti dediche è riferita a Termoli (io lo chiamo transatlantico) mutuata dall’opera pittorica realizzata dal mio amico Enzo Botteri, dal titolo “Termoli vita da oriente”, olio su tavola anno 2015, il quale mi ha cortesemente autorizzato ad utilizzarla quale immagine in questo mio secondo libro di poesie titolato “Com’è profondo il mare”.
Non posso altresì dimenticare i miei amici di Gioia Tauro e San Ferdinando in Calabria (il mio amico Mommo, scomparso, e sua moglie Immacolata con le figlie Immacolata e Mary). Vent’anni e forse più di vacanze indimenticabili. In questa mia lista vorrei lasciare un messaggio d’amore anche ai miei tanti amici del mare in San Benedetto del Tronto, con particolare menzione ad Enrica con suo marito Bruno, Luciano e sua moglie Franca.
E lancio un messaggio d’amore a tutti i miei parenti in Putignano, mio paese natio, con particolare riguardo a Tonella una sagace cugina ma soprattutto mia grande amica, ed alle tante meravigliose ombre di parenti ed amici che non ci sono più.
E per finire cito una cara amica e Musa mia ispiratrice, Maria Cortinovis, da circa un anno scomparsa, a cui ho dedicate due mie poesie inserite nel presente libro, e a sua sorella Silvana, donna verace.

Alberico (Nicola)


COM’È PROFONDO IL MARE

Cos’altro il cuore mio può provare
dopo la delusione per il lento tornare,
le spiagge spoglie grigie e abbandonate,
sogno d’amore lento sì a sfuocare.

Persino il mare è teso, sembra esitare,
triste attende la riva a palpitare,
un bimbo che piange, un cuore deluso,
soli noi tre, il sole ed io con l’onda ad aspettare.

Ecco che il sole d’incanto, dopo dolce chinare,
sfiorando l’orizzonte coi raggi fonde nel sale,
laggiù tra lustro celeste d’infuocato cielo
e l’immensa profondità mare.

Tu musa e dea migrante d’estate,
quale gabbiano sospinto dal vento verso il nido
al chiaro di pallida luna attesa al volo,
torni fluida nella mia mente ad albergare.


MARE D’INVERNO

Forza inesauribile di energia solare
riportami là dove sorge l’alba della vita,
montando l’asprezza marina d’argentea salsedine,
i miei occhi seppur velati leggono il tuo pianto.

Invoco la tua fulgida luce o mare impietoso,
che da millenni solca le tue rotte impervie,
senza speranza alcuna
di un’improbabile e folle primavera d’amore.

Vento, sospingi oltre le onde impetuose
la voce fioca del mio spirito inerte,
tergi i miei occhi umidi di rugiada salmastra,
trascinami al di là delle fosche nubi, verso l’infinito,
ch’io possa liberar l’affanno.


TORMENTO

Il segno del destino infrange i sogni
e i colori della vita appassiscono.
Il solitario incedere del torrente in piena
sparge musiche ancestrali
destando nostalgiche visioni.
Il fronte del mare in tempesta
frusta le tempia della mente
e la salsedine ci assale.
La luna piena cavalca splendente
sull’onde frustanti,
segnali d’amore avvolgenti.
L’amor di gioventù guerriero
insinua ricordi più remoti
e come il vento battente taglia le fronde inerti.
L’inverno respira d’alito pungente
su sterpi perlati da nebbia assonnante.
Stridono membra e cuori, sballottano i pensieri
come gabbiani alla mercé dei venti.
Lampi fendenti d’un sole gelido
spiano tra foglie morte
spogliandoci d’ogni visione avvenente.
Spazio e tempo ingabbiati da sogni
men che mendaci,
mentre nuvole bianche gonfie di pianto
sciolgono il cappio
che dell’amore stringe giogo silente.


PIANO PIANO

Ci stiamo allontanando piano piano,
col sole al suo orizzonte rosso di fuoco,
e alle spalle dolce la luna pronta a salire.

Che strano, queste son cose che ormai
ben conosciamo,
il sorgere del sole oppure il suo tramontare,
non ci facciamo più caso, così ci trasciniamo.

Certo tant’anni ormai passati ché paion tutti uguali,
facendo come gli astri sempre le stesse ellissi,
gioie ed affanni ad ogni sua stagione, fuggono gli anni.

Mi viene in mente così, la verità celeste,
quella che ci fa figli tutti d’unico Dio,
incerto baluardo di noi, piccoli ceri.

Ci stiamo avvicinando, piano piano,
col sole bianco albeggiante, la luna rossa a scemare,
e l’infinito nulla lì sparso pei cieli,
sol piccolo pertugio per entrare.


SEMMAI

Semmai dovessi andar ov’è il sentor del mare,
tra flutti onde e correnti a rimembrar passato,
di riva in riva rivolterei le parti più recondite del cuore,
per ritornar da te che ormai tutto hai obliato.
Solo il mio mare col sole all’orizzonte o con la luna,
al trasalir dei miei pensieri, or dolce ora audace,
amore e ispirazione son state unica mia ventura,
dei tanti giorni a viver che di ricordi or giace.
Tu fronda del mio passato sol resti quale memoria,
insieme all’amarezza, a rotolar onda su onda,
in cerca di tue silenti orme come di vana gloria,
mentre aggioghi il sole al suo tramonto
che d’infinito oltre la mente esonda.


Se sei interessato a leggere l'intera Opera e desideri acquistarla clicca qui

Torna alla homepage dell'Autore

Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Avvenimenti
Novità & Dintorni
i Concorsi
Letterari
Le Antologie
dei Concorsi
Tutti i nostri
Autori
La tua
Homepage
su Club.it