Un tuffo dove il mare è più blu

di

Alberico Lombardi


Alberico Lombardi - Un tuffo dove il mare è più blu

14x20,5 - pp. 104 - Euro 20,00
ISBN 978-88-6587-9740

Libro esaurito

Vai alla pagina degli eventi relativi a questo Autore


In copertina e all’interno fotografie dell’autore


Silloge finalista nel concorso letterario «Ebook in… versi» 2018


La visione lirica di Alberico Lombardi è decisamente da apprezzarsi: la sua Parola è profonda e penetrante.

Il presente volume chiude la trilogia poetica dedicata al mare. Il poeta, come in un lento abbandono “oltre il profondo del mare”, sente lo scorrere inesorabile del tempo, ma il suo “cuore non si arrende”. Ecco allora che l’Amore, nella sua concezione più autentica, pura ed assoluta, porta in dono la forza rigenerante, l’energia vitale per dissolvere le “ombre” della vita. “Oltre il fragore del mare” s’innalza la visione lirica della “dolce sposa”, d’intramontabile amore” e deflagrano immagini suggestive ed estatiche.
“I giorni si disperdono come foglie al vento” e, tra le “ombre sfumate” d’un sogno d’amore, s’illuminano i “segreti più fecondi della fantasia”, in un costante alternarsi di assenze e presenze, evanescenze e sostanza stessa dell’umano vivere. La lirica che chiude la silloge, dal titolo “Un tuffo dove il mare è più blu”, oltre a regalare il titolo alla raccolta, rappresenta il simbolo fedele ed autentico della concezione e visione lirica di Alberico Lombardi.


Massimo Barile


PREFAZIONE

Preludio / una premessa

Un tratto d’inchiostro blu ed è subito mare, una sottile linea d’acqua a disegnare l’orizzonte quale confine tra sogno e realtà, punto focale di partenza e d’arrivo di un viaggio intrapreso molto tempo fa, nei solchi tracciati dall’onde.
Ed eccolo il mare, metafora del desiderio di andare incontro al destino attraverso cadenze che dall’oscurità mutano verso il crepuscolo, dal rosso del tramonto fino al nero della notte e oltre, poi di nuovo dall’aurora al pieno giorno di luce.

Questo è per me il mare, contenitore profondo di flussi impetuosi e d’irruenti passioni mai paghe; di deflussi ardui come passaggi gravosi e sollevazioni possenti di onde, come rigurgiti di sale e di spume come abbrevi di vita.
Ma anche di calme addomesticate alla riva, fragorose d’orchestrazioni come forme ridenti d’un amore che non conosce fine; come nascere e morire e poi rinascere in soluzione di continuità sulla linea sottile dell’acqua, in momenti d’albe sempre ritrovate.

Come assomigliano a stralci di poesie quegli squarci di cielo azzurro che al diradarsi del buio sembrano spalancare il giorno; e quelle nuvole astanti, allineate sulla scena di fondo, sospese come volute di panna e caramello che pure tengono alla luce che s’indora nell’ora del mattino.
Allorché gabbiani lunghi al volo s’inseguono nei cieli tersi prima del levar del sole, quando già s’apre al risveglio la palpebra mia stanca, nel sogno avverato d’esser tornato alla vita.

E quelle vele bianche rigonfie di vento all’orizzonte, come assomigliano alla rinnovata speranza del domani, quasi che l’acqua specchiata del mare s’intorbidi a sprazzi, e in altri lasci spiare il buio delle sue profondità.
Ove acquattate sul fondo giacciono ancora dormienti le deità marine che gli occhi splendenti hanno di sale, riverbero di lacrime vive, amorose, nel prosieguo della frenetica corsa dell’onde alla battigia.

Giunte ormai a confondere le proprie impronte con le mie sulla sabbia, tracce d’una stagione della vita giunta al suo finire che s’allontanano e s’avvicinano come l’onde alla riva, quale lascito di pensosi richiami, di voci indistinte accalappiate dal vento.
Qui una formella ad asciugare al sole, là un setaccio e una paletta abbandonati; più oltre, una scritta sulla sabbia e un cuore cancellato invano che ripete ‘ti amo’; una cittadella di sabbia diroccata, rovine di giochi di un tempo, d’una fantasia smarrita in un mare di sale.

Sì, ho veduto ali bianche di gabbiani attraversare l’immensità del mare, ridisegnare il filo dell’orizzonte, dare continuità a un mondo d’acqua da me conosciuto fin dall’infanzia, e che solo adesso ammiro nella mia ingenuità di poeta, allorché immagino di volare al limite del cielo, nell’incertezza d’una sospesa armonia che ho creduto eterna.
Sì, posso dire di aver sentito lo spostarsi silenzioso dell’aria al loro passare, come di un soffio che mi sfiorava la nuca, di una mano che m’accarezzava il viso, mentre gli anni scorrevano nel silenzio smisurato dei giorni.
Ed anche, d’aver immaginato un possibile prolungamento dell’arco del giorno fin dentro la notte, dove all’oscurità s’andava sostituendo una vivida speranza di luce. Ed ora, che in lontananza vedo arrivare le brume dell’età, penso che no, che l’essenza della vita non sia soltanto nel soffio del vento, nel gesto di una mano.
Bensì sostanza dell’ineluttabile presenza della fede, quella stessa che nella profondità del mio canto al mare, è infine custode del mio scrigno ricolmo d’amore.


Epilogo / un saluto

Cosciente dell’inarrestabile procedere del tempo, mi soffermo la notte a tracciare poche linee d’inchiostro blu sul mio taccuino, nell’attesa del nuovo giorno a venire.
Se fosse sera sarei qui con voi a sorprendermi ancora, mentre le ombre di memorie indistinte già velano i ricordi.
Sì, adesso lo so, siamo condannati a restare sospesi ai margini dell’eternità, senza poter conoscere le profondità degli abissi, né la fuga attraverso i cieli dello spazio infinito …

Ma ecco che l’alba è appena spuntata, e il mare – almeno per oggi – rivela per me tutto il suo incanto.

Alberico Nicola


Un tuffo dove il mare è più blu



1962

a Carmelina mia devota sposa tenace
a Egizia e Eleonora mie adorate figlie
a Luca, Gaia e Damien miei nipoti… ultimi testimoni
a Matteo e Mariantonietta miei cari fratello e sorella
agli amici e parenti con i quali ho condiviso ironia e speranze.


2018



A te mia gabbianella leggiadra

Iperbole radiosa della mente
dovunque il tuo cuore voli
avverto l’eco dei pensier suadenti
le note come parole che salgono alla mente
quale onda a battigia rilasciar fragore.

Sì che l’ali tue battenti
al vento inneggiano passione
lascia che inventi per te una dolce canzone
un inno di gioia e di speranza
che inneggi alla parola ‘amore’.

A Maria
cara amica di sempre e mia ispiratrice



Al trasalir dell’onda

Al trasalir dell’onda cerco il tuo cuore
abbandonato sole
nell’eco del mio costante amore
e i sogni miei di passione erranti.

Quale forza del mare impetuoso
che in cuor mio, giorno dopo giorno
d’una vita assieme, ancor grida t’amo
di carezze e baci mai invano.

Stagioni oltre gli affanni
ad allertare il cuore
del nostro amor vincente
seppure d’anni alla memoria,
cediamo ognor sognanti.



Amarezza

C’è un muro
che oltrepassare non puoi

e il profumo di un fiore
che odorar più non sai

eppur ti turba il gesto di quel fiore
che qualcuno ti porge

una lacrima che si confonde
all’amaro che nutri in bocca

e il triste ricordo
di un giorno ormai lontano.



Amore Mio

So che un giorno prossimo a venire
oltre il profondo mare
il sole mi vedrà partire
anche se il cuore tutt’ora non si arrende.

Mentre la luna, quella rossa dei sogni
‘illuminerà d’immenso’
il cielo col tuo nome
dell’unico nostro grande amore.

E la marea al crepuscolo conserverà nei flutti
memoria di languide carezze
del nostro amore eterni innamorati
ora dei sogni men che mordaci.

Sì che le stelle tal come lucciole danzanti
nel cielo a trapuntar fanno ricami
laddove albeggia un velo bianco di sposa
di bianca aurora si velerà all’amore.

Di baci e carezze a profusione
teneri sguardi d’amore
di tante primavere a rimembrare
il nostro viale si coprirà dei nostri fiori
. . .
delle stesse follie degli anni lontani.



Angelo e Gabbiano

Del tuo sorriso in cuor mio
forte è il ricordo.

Infuso di dolcezze qual eri
miste a passione emanavi.

Messaggi di vita
dal baratro hai donato.

Con le tue note d’arpa
il cuore sempre hai risollevato.

Ora che lassù voli beata
da angelo che sei torna gabbiano.

Dispiega le tue ali di mistero
sulle mie, pian piano.

Ciao Maria


POSTFAZIONE

Alberico Lombardi… o l’iperbole infinita della poesia d’amore.
C’è un mare di onde piane dalla parvenza tranquille che avanzano sulle distese di sabbia fine, accarezzando lo sguardo del poeta che memore degli anni passati a rimirarlo, si chiede se sia giunto il momento di trascrivere sulla carta le frasi che il mare stesso, amico di sempre, gli ha suggerito. Copiose le parole del suo dire gentile, talvolta appassionato, per un amore che sorge dalle maree della vita e che mai declina, assecondando l’onda che ritorna e si rinnova, nel suo costante erodere la battigia, così come nell’infrangersi sui flutti che dirimpetto formano la scogliera…
“…l’eco disperde le nostre grida / e il dolore si scioglie nella speranza.”
Frasi come onde che si rivelano affetti, emozioni e passioni conservate per anni al chiuso di un segreto amare che talvolta lo sovrasta, frutto di un sentimento tenace e caparbio, esternato solo nell’ intimità, quale palpito fremente in costante attesa di un qualcosa che non c’è o che forse è andato smarrito. Né può esserci, perché il mare, generoso quanto risoluto, come risacca si riprende quanto dà, in un susseguirsi di suggestioni e turbamenti che il poeta non riesce a contenere, liberando in versi la rabbia o forse, la consunta illusione che trattiene da gesti incontrollabili d’affetto, straripanti d’amore…
“…Vento, sospingi oltre le onde impetuose / la voce fioca del mio spirito inerte. Tergi i miei occhi umidi di rugiada salmastra, / trascinami al di là delle fosche nubi, / verso l’infinito, / ch’io possa liberar l’affanno…”
Questa la forza intrinseca di un fare poesia che prendendo avvio da rimembranze del passato, si fa canto nell’attualità del tempo della percorrenza, come di preghiera nell’interpretare il futuro che l’aspetta, in cui l’ego si ravvisa e richiama l’amore a sé d’appresso, come pasto di frutti di mare da assaporare con palato sottile. Una sottigliezza poetica giocata sul filo dell’onda, la cui chiave melodico-sentimentale trascritta sul pentagramma della vita, non lascia spazio a dubbi sull’autenticità delle emozioni. Per quanto, in sottofondo, s’ode l’eco di uno sconcerto commosso per qualcosa che dev’essere andato perduto…
“…Un peso insopportabile (…) Un dolore innominabile, perfido e senza appello, / contro un futuro imprevedibilmente anonimo, fugace, triste, senza speranza alcuna.”

Quasi che la linea sottile dell’orizzonte s’interrompa, al passaggio improvviso di un gabbiano che nella luce infuocata del tramonto, attrae a sé, lì dove il mare è più blu, per un ritorno alla genesi narrativa da cui il poeta è partito alla ricerca della propria felicità…
“…Tra sole e mare noi soli, / inebriati da salsedine marina, / in cerca dell’onda peregrina, / a tentar improbabili voli.”
Quali effrazioni e variazioni sul tema nell’andamento di quella melodia che il mare sussurra all’anima che pur fugace, s’acquieta sull’onda, come barca timorosa alla deriva che il marinaio affanna, con il petto tronfio dell’ardore che la giovinezza inganna…
“…Là, dove il mare luccica (…) e sprofonda negli abissi, l’alto nascente sole, / aurora dopo albeggiar m’allieta, di un argentato mare, / la sabbia di Sentina, sembra dar forza all’onda che ribatte, / tal che dorata musica che s’apre, sei lì a passeggiar silente, / quale gabbiano a veleggiar, padrona contro l’onda ruggente.”
Siamo gabbiani in mezzo alla tempesta dei ricordi, nel mare pur quieto di banali correnti sommerse, delle gioie e delle speranze in cui errante il poeta s’inginocchia, davanti allo spettacolo della natura, le cui albe e tramonti si susseguono in un baluginare d’accordi di luce, per una clemenza che sa non essergli concessa…
“…Mentre le onde battono la spiaggia / tumida e mai doma a frantumar carcasse / vomitate da una terra umiliata e affranta, / rifuggo in te o mare, senza ritegno alcuno, / tra le tue braccia a soffocar d’amore / e rilasciar rimpianti e sogni andati”…
Ma anche i sentimenti così come i sogni, cui talvolta il poeta si affida, vacillano e finiscono tra i flutti di un amore liquido che tutto sommerge, per finire egli stesso travolto dall’onda anomala del proprio sentimento, subissato da un eccesso d’amore che non ha eguali…
“…L’amore, quale pulsare celestiale della terra, / fa parte del disegno primordiale, / l’Uomo, la Donna e il soffio (creatore) di Dio, / d’irreversibili tessere d’Amore.”
Chi, come me, lo conosce un poco, ha potuto apprezzare l’indomita esuberanza che lo conduce al mare, quella spinta interiore che lo fa ora marinaio, ora pescatore e subacqueo di ben più profondi anfratti. Quegli stessi che come uomo egli scruta nel segreto dei suoi imperscrutabili silenzi, nei luoghi più nascosti dell’animo umano, così come nelle sue attenzioni di padre e di nonno, nell’essenzialità vincolante della sua presenza…
“…Si come il mar che ad ogni sera inghiotta / il sole all’orizzonte, / speranza ancor mai doma sopravvive, / quale respiro oppresso da apnea silente. / Tu dolce chimera lasciati andare al tuo poeta, / che da natura trae vigore, di eterno sognatore.”

Giorgio Mancinelli


Nota: I corsivi sono tratti da “Là dove il mare luccica” di Alberico Lombardi, sua prima raccolta poetica, edita da Montedit Collana I Gigli, 2016.

www.albericolombardi.it


Giorgio Mancinelli, giornalista free lance & cultural, già radioprogrammatore RAI-2 e RAI-3, RSI – Radio della Svizzera Italiana, “Studio A” – Radiovaticana, svolge la propria attività nel campo antropologico ed etnomusicologico come curatore della Collana EMI-Atlas per l’UNESCO. Studioso d’Arte e Viaggiatore instancabile, ha pubblicato numerosi ‘reportage di viaggio’ apparsi su quotidiani e riviste specializzate, siti web ‘Terra Incognita’, ‘La Recherche’, ‘TripAdvisor’, inoltre a raccolte di poesia, sceneggiature per il teatro e il cinema, romanzi, racconti e fiabe ecologiche.
Libri: “Anno Domini: usanze e costumi di una tradizione” – Arte & Grafica Bergamo – vincitore del Premio Rai per il miglior libro illustrato 1989.
“Musica Zingara: testimonianze etniche della cultura europea” – Atheneum – Firenze – 2006, vincitore del premio “L’Autore” per la saggistica.
“Arpaderba”, fiaba ecologica per i più piccini – 2° Premio Baia delle Favole C. Andersen, ed altri.
“Per ora non ancora, tuttavia in qualsiasi altro momento” (racconti in nero, giallo e rosa shoking) – edit. ilmiolibro.it / laFeltrinelli
“Miti di sabbia” (Racconti perduti del Sahara) – edit. il miolibro.it / laFeltrinelli.
www.larecherche.it.

[continua]


Se sei interessato a leggere l'intera Opera e desideri acquistarla clicca qui

Torna alla homepage dell'Autore

Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Avvenimenti
Novità & Dintorni
i Concorsi
Letterari
Le Antologie
dei Concorsi
Tutti i nostri
Autori
La tua
Homepage
su Club.it