Anna Dusca Bassignani
Follia…
Follia,
dolce, tenera,
meravigliosa Follia.
Generosa compagna di vita,
fonte salvifica di ispirazione.
Giogo mortale per la bieca normalità,
privilegio di poeti e cuori impavidi.
Inafferrabile amica,
onnipresente,
fragile,
incoerente.
Luce per le mie zone d’ombra,
ombra d’ogni lucido pensiero.
Amante e amata,
odioso vizio a detta dei perdenti,
fonte di vita eterna per i sognatori.
Fiamma che arde nella mente,
culla dei pensieri,
gemma lucente
che inebria l’anima di luce viva…
Follia,
che guidi la mia penna sopra questo foglio…
Follia,
come fiammella tremolante
in questa buia stanza…
Follia,
sopisciti ora e torna a dormire nei meandri dell’anima mia,
giacché nessuno, trovandoti qui,
capirebbe mai quanto io t’ami.
Alberto Becca
Opera 7^ classificata
Storie del delta
Può apparire anomalo ma in fondo
Il delta è un piccolo universo, un mondo
Dove un fitto intreccio di canali
E una massa d’acqua, di sedimenti fluviali
Giunge a destinazione, fra ginepri e tamerici
Disilluse e fragili come le meretrici
E il paesaggio millenario e strano
È una fedele immagine dell’animo umano
Delle nostre menti, dei cuori, dell’esistenza
Del viaggio della vita, e Piacenza
Ostiglia, Cremona o Brescello
Sono tappe, stazioni che a volo d’uccello
Ciascuno raggiunge e supera d’un balzo
Sono come i canneti che vedi in rialzo
Fra gli argini e i casonetti di valle
Rifugi silenziosi di garzette e di farfalle.
Stefano Biasuzzi
Il parco dietro casa
Occhi lucidi.
La madre guarda in cielo;
crede sia colpa sua,
pensa di aver disturbato Dio,
troppe le suppliche e preghiere
per quel figlio,
che non arrivava.
(Poco distante piccole rondini)
Il bambino cammina solitario,
parla alle sue mani
e col fiore
che hanno colto.
Non pensa alla colpa
e nemmeno a Dio,
ma conosce i baci della madre,
gli sguardi della gente,
le spighe e il sambuco,
sulla strada di casa.
Alice Cislaghi
Sete di parole
Sazietà, pienezza di spirito,
sublime ubriachezza
indefinità del tempo.
Versi, parole, sonetti,
introspezione distaccata,
sconvolgimento sensoriale.
Ti ritrovi padrona del tempo,
vivente di ogni epoca,
ognuna ti appartiene.
È il passato che ritorna,
da antenate sensazioni
di lame, spade, merletti e calamai.
Affanno.
Sete.
Dipendenza.
Parole prendetemi e incatenatemi,
l’esistenza migliore
sarà esservi serva.
Voi eterna brezza nell’aria
ed io vostro anteposto,
viva grazie al mio respirarvi,
d’ingordigia mancherò
nella più sublime delle morti.
Renzo Comello
La neve di qui
La neve di qui
è particolarmente nel suo cader lento perché…
dapprima come dolce mamma
mette il berretto alle cime… delle nostre colline
poi lentamente infila la camicia bianca…
ai pendii che conducon alla pianura
per poi giunta in basso
coprir come una calda coperta i tetti e i prati
ecco perché la neve di qui…
è particolare
lei non solo si fa amare per il suo candore
ma coprendo così bene tutto il paesaggio…
allo spuntar della primavera
più allegra che mai…
la natura si risveglia.
Calogero Curabba
Si stende in parole
Sulle parole si stendono
i solchi di
altare e trono
potenti lutti
tracciati sentieri irrisolti
come spugne dal vuoto al pieno
di eretiche sfide
si condensano, di pagina in pagina
le note, preparata storia
sconfitta prece
di esoterico inganno
rinsecchito eden di mutate divinità.
Di tutto, amore desiderio
si congiunge
a germinar la veglia
estrema ambizione di rivolta
sul finire dei giorni.
Giovanna Lugari
Brilla la luna
Brilla la luna sui nostri cuori uniti nell’amore abbagliandoci di candida
luce.
Brilla la luna nelle sere d’estate sui nostri corpi nudi facendoci sentire ancora più vicini.
Nella mia anima brilla la luna mentre ti sfioro il viso mentre le tue labbra fremono ai miei baci.
Come fosse un sole notturno brilla la luna e tutto ci appare più
chiaro, sicuri come siamo della nostra stella fortunata.
Brilla la luna nei tuoi occhi amore mentre ti guardo sorridere e
schiuderti alla vita.
Antonella Padalino
Neve
Neve, candida neve
Che dal cielo, scendi in silenzio, lieve.
Neve sui viali, neve sui tetti,
neve che di silenzio, avvolgi ogni cosa,
più bianca, più pura.
La tua luce rischiara, illumina e purifica
ogni vita che nasce, che cresce e che muore.
Neve, candida neve che da tenebre fuggi,
rincuora ogni cuore che al tuo candor,
si inchina.
O suoni ovattati, coccolati da candidi fiocchi,
non dite più nulla, e parole di piume
si liberino lievi nel cielo infinito.
Si posa la neve sull’umida terra,
e sotto di essa già il seme
prepara il germoglio,
baccello silente.
Ma sull’uomo sdraiato, il cartone bagnato
ha gelato e l’incolta barba bianca
ha brinato…
Solo una lacrima,
mentre ancora solcava quel viso,
perla di ghiaccio,
ha incontrato quei fiocchi.
E così, fra lo stupore infinito, di
chi assapora al caldo di un bel camino acceso,
lo spettacolo bianco,
una sagoma di neve
congeda per sempre
i suoi anni e i suoi affanni.
Vanda Pirone
Il mare d’autunno
Avvolta
dal tepore
degli ultimi
raggi
di un meriggio
d’autunno,
cammino
sulla battigia
ove onde
blu e bianche
lambiscono
i miei passi.
Cerco
riparo,
dall’ansia
mia compagna,
nella sabbia,
ove affiorano
conchiglie e sassi
bagnati di luce,
lasciati lì,
dall’onde
che vanno
e vengono…
sempre diverse
come
i pensieri miei…
Gabriella Rienzi
Amori estivi
È sera, l’aria sottile profuma di fiori.
Il sole da un po’, lentamente è sparito,
tuffandosi in mare.
L’azzurro del cielo, striato di rosso,
pian piano perde la luce del giorno.
Il mare zittisce, si ferma, trattiene il respiro.
La luna fa capolino e guarda curiosa
che l’Artista, con mano veloce,
intinge il pennello nel solo colore rimasto;
e così una striscia d’argento, dall’orizzonte
si allarga fino alla riva.
Solo ora la luna regale mostra il suo volto
e sulla sabbia ormai fredda, due cuori in attesa,
abbracciati, esplodono insieme in mille colori.
Stefano Servello
La bellezza
E se non avessi occhi
per guardare il mondo
allora sarei cieco
d’una luce sconfinata,
e non potrei accarezzare
la bellezza
d’ogni goccia di rugiada,
che, su un gracile filo d’erba
o su un petalo d’argento
d’una corolla d’un fiore ch’è appena sbocciato,
si ghiaccia e brilla di notte
e si scioglie e muore al mattino.
Federico Spitaleri
La danza degli sciocchi
Si tengono per mano
sagome di pongo primordiale,
si privano del senno per danzare
loquaci muti moti senza fine.
– Vivi per vivere –
vi pare questo un fine?!
Attendono la morte,
accettano la morte come imposto.
Le manciate di secondi,
di cui il saggio fa tesoro,
nelle mani loro
son brandelli
e ceneri alla sera.
Poi sorge ancora il sole:
è un altro giorno identico,
più prossimo al decubito.
Nel moto senza fine
non c’è virtù che batte il fato
(se la norma è dare per scontato…).
Rogo al moto
ch’avvampi di valori,
come in altri moti arde
perenne il focolare.
Donare ardore e fiamma
per cui danzare in tondo
e alterno più profondo
verso.
Io danzo già all’ inverso.
Angelo Tecchi
Nel sole
Steso sulla battigia
nel chiaro accecante
del meriggio panico,
alzo entrambe le braccia
verso il sole
che bagna le mie mani,
le assorbe
nella sua luce,
le dissolve
in un alone
che si dilata,
invade le braccia,
poi il torace
e il ventre
e le gambe.
Tutto il mio corpo
si disfa
lentamente
ed inesorabilmente
evapora
in un delirante
frinire di cicale.
Soltanto il mio pensiero
rimane ancora,
esitando
fra il dissolvimento
cosmico
e l’inesausto concerto
che le cicale suonano
per congedare
i miei ricordi
effimeri.
Finché
ogni suono cessa
nel silenzio radioso
della luce.
Federica Tombari
Storie di parole
La luna se le porta via
le storie della vita mia
complice la notte ladra
che ne rapisce le parole