Mabi Barton
Per poterci vedere
Dipingerò d’azzurro
questa casa deserta
per poterti vedere
al di là della nebbia e dell’oblio,
mordendo i segreti della notte.
Eternamente libero
vaghi tra prati sterminati
colmi di papaveri,
grigie rocce incantate,
fiumi e mari
di tutti i continenti.
Sei nei prati di bimbi,
in case di povera gente
nel cuore di chi soffre,
nei baci degli amanti.
Dai la mano al vento,
ti ricopri di stelle
ed illumini la mia strada
per potermi vedere.
Ilaria Cipriani
Opera 6^ classificata
La viaggiatrice
È salita sul treno
più di tre anni fa:
più di tre metri di tempo,
più di tre chili di ore
fa.
Alla mia stazione è arrivata
con un biglietto di sola andata.
È scesa molle dal vagone
dentro l’odore del silenzio:
lungo la pelle del vento
arrivando a piedi nudi
qua.
Si è sistemata in casa mia
senza intenzione d’andar via.
Ha sfatto la valigia
sulla tovaglia del letto:
apparecchiando col non sogno
non ha toccato cibo
mai.
Non sapevo chi fosse, all’inizio,
poi l’ho capito senza indizio.
Subdola…
Sapiente…
Solitudine…
Mario Corbetta
Opera 4^ classificata
Spagna fratello assassino
13.10.1975
Ancora un sole
Fermo e caldo
Nel cielo
Ancora il mare
Ad agitare
Bianche conchiglie
Ancora morte
Per chi grida
Pace
Allora
Mio sole
Spegniti
Mio mare
Tutto
Prosciugati
E tu fratello mio
Assassino
Non nascere più.
Elena Crenca
Indifferenza
Come è lento il mondo,
questi volti sfigurati da se stessi che camminano marciando lentamente
verso la morte.
Teste senza volto sfilano in corteo spogliati di se stessi con gesti svogliati,
passi incessanti e lenti.
Camminano su i corpi inerti distesi a terra, ormai resi parte del terreno,
diventati asfalto grigio sul quale camminare spensieratamente.
Alessandro De Giorgi
Percorsi…
Percorsi…
istantanee di vita
proiettare sul bianco d’una tela.
Luci sfumate, ombre, lampi,
susseguendosi vanno,
alternanti o concomitanti.
Arricchiscono, deturpano,
eppur definiscono
l’immagine che
or vien nitida, or va disgregandosi.
Segni ritraenti lievi
o imbrattanti schizzi nevrotici,
dipingono ineludibili caratterizzazioni.
Sicché il panno s’affranca
del basale candor
connotando univoci tratti distintivi.
Si svincola dall’anonimo biancor la tela,
s’emancipa dalla natia autenticità l’anima
che adulta va divenendo!
Silvia Di Pasquale Paparozzi
Opera Segnalata dalla Giuria
I Diversi
Quello non era un luogo
quello era un posto dove il tempo subiva un cambiamento.
Il suo scorrere era denso
rimaneva impigliato nelle maniglie
e faticava nel suo avanzare
una condanna lenta era la sua fortuna.
Il pavimento era fatto di lacrime
i soffitti di freddo
le mura di gente
capire il corso al di fuori era impossibile.
Non ci sarà altro posto
non ci sarà altro luogo
In cui la mia anima subirà quel cambiamento.
Ha ripreso a scorrere il mare di numeri
e ha ripreso a girare l’universo
quello di infinite vie sbagliate
quello di infinite vie giuste.
Quel posto dove io sono immortale
e tu non ci sei più.
Merville Ferrari
La coltre grigia
La coltre grigia s’è dissolta in neve
ieri a sera.
Dalla notte,
a scendere nella luminescenza
bigia,
presagio di luce tra poco
dirompente,
giorno imminente
si affaccia nelle acque
nero cupo.
Così nasce questo giorno;
prendendosi, bianche a nord ovest,
le cime. Oppure, al piano, divorando
le campagne caste, cinte da fiumi;
feconde a primavera e mature
d’estate; penitenti in autunno
si spogliano d’ogni bene per vincere
con gemme proprie,
ora, da dentro,
il gelo, giorno dopo giorno:
io pure vivo.
Marise Gallo
Nella nebbia
La nebbia
che mi avvolge,
non c’è orizzonte,
sola, in mezzo a case
alberi muri
appena percepiti
e immaginati.
Non c’è paura
ma un soffice abbraccio.
Uno scialle
cade sul viso
e il calore del respiro
mi riscalda,
mentre l’affascinante paesaggio
mi protegge.
Sussulto, nel sentire
un fiato che ritma leggero
e affannoso dal freddo,
mentre mi passa accanto,
nella solitudine
unico segno
della presenza di un uomo.
Lungo, il suo manto scuro,
lucido, il suo pelo al collo,
folti i suoi baffi,
chino il suo corpo
che nel cammino
dondola i suoi passi.
L’indifferenza l’accompagna
e complici dello stesso andare
ci dissolviamo.
Enrico Hasson
Il tempo che passa
Apro gli occhi osservo, attraverso il vetro della finestra,
i rami degli alberi mossi dal vento,
le foglie svolazzare verso l’alto nel cielo grigio,
io non posso muovermi,
seduto sulla mia sedia posso solo ammirare
ciò che la natura mi concede di vedere.
Il volto smunto, l’immagine del sorriso spento,
lo sguardo cupo, il corpo ricurvo,
le cicatrici del tempo in bella evidenza e il freddo gelido dell’inverno
hanno messo a dura prova le mie povere membra,
il destino mi ha lasciato come eredità solo i dolori della vita.
La memoria va a ritroso ai tempi ormai antichi,
dove tutto era chiaro e limpido senza ombre oscure,
ora tutto ciò è solo un bel ricordo.
Gli anni volano, i mesi passano,
i giorni si vivono sempre allo stesso modo,
la finestra è sempre la stessa,
il sole alto nel cielo colora le pareti della stanza,
levando la tristezza dai muri.
Un sorriso appena accennato prelude all’inizio di una vita migliore.
Il vento ha spazzato le nuvole ombrose
riportando un cielo azzurro chiaro.
Con il sopraggiungere della sera
le stelle fanno da contorno ad una grande luna piena,
illuminando la via per il nuovo cammino verso la libertà e la felicità.
Valentina Mariucci
La luce del buio
Era un giorno come gli altri, per gli altri.
Un gemito, un sussulto, luci blu lampeggianti e una sirena.
Paura.
Occhi cerulei celavano terrore.
Quel color ghiaccio espressivo come mai.
Attesa.
Frustrante vortice di immagini e sospiri.
Un incubo di sguardi impietriti che impietrivano.
Dubbio.
Un susseguirsi di vili domande urlavano incertezza.
Grida affogate in un mare oscuro e sconosciuto.
Speranza.
Un effimero relitto illuminò il cobalto oceanico.
Risposte soffocate in un tumulto di vano coraggio.
Disinganno.
Bagliore squarciato da voci lontane che offrono aiuto.
Un vuoto tanto invasivo da far esplodere.
Pianto.
Lacrime amare, lacrime di spine.
Epilogo di un’illusione infranta.
Nudo, scioglie ogni nodo e scopre ogni debolezza il ghiaccio al sole.
Finchè una lama epica non spezzò l’eroico filo.
E un buio improvviso venne ad eclissare il giorno, la luce, la vita.
Luca Marulli
Lontano
Sono com pensieri
pungoli tra le lacrime
E piango ricordi di attimi
di sereno spirto
m’abbandono a questa buia luce
di pungente scorza che desta e l’uomo rimanda
Ma risollevo il capo
all’astro volto
e il guardo fugge oltre aeree visioni
e il cuore lo segue, e l’animo, e lo spirto
e la vita rincorre
in fulgenti giostre ove i fanciulli s’abbracciano
con un riso si destano
E tutto corre…
e il mio occhio oltre le carni arse da questo deserto
e spero e bramo e nel disio essere là
con le lune e le nuvole
e guardare da lontano quell’opaco, aggrovigliato
deserto di vite
ove amar si perde sotto l’illusione delle sabbie
dall’uomo siffatte arse e verse
Là, lontano
ove egli non giunge
ove egli non vive e non muore
la solo vorrei essere, lontano
lontano
e sentire le fibre d’un mondo
che non m’appartiene
d’un mondo che grava sotto pesanti sospiri d’una beltà
presa, al cuor più a fondo trafitta
e da noi sì morta
fatta…
Giancarla Melecci
La figlia che non fu…
Mi nutrii nel tuo corpo, madre,
mi dissetai nel tuo grembo, madre,
mi amasti madre?
Forse …
Quel forse sottile e lontano che taglia come una lamina il mio cuore,
nel cuore di una figlia, tua figlia che non fu.
Neppure una cornice a ricordare quel tuo volto col mio, amorevole,
Forse …
Vivo nella speranza che quel forse … diventi una certezza,
ma il ricordo vago di quel volto scarno e pieno di torture che non parlano,
mi sussurrano che il tuo debole corpo mi ha sì dato la vita,
ma forse … forse … non voleva la figlia che non fu.
Eppur mi aggrappo a te, ancora, a quell’emozione che mi esalta e mi appaga pensandoti,
forse …
quel filo evanescente che tira le corda del nostro destino mi unisce a te, madre.
Mi amasti madre?
Forse…
Michele Monzani Vecchi
Nuvole in cielo
Tra il vento maestrale
e le bianche creste all’orizzonte
osservo
l’abbracciarsi di nuvole in cielo
In questo chiaroscuro
di riflessi e immaginazione,
come per gioco,
nasce la mia fantasia
Ecco una culla, come la mia infanzia
ecco un giullare, come il mio sorriso
ecco un fiore, come il mio pensiero
Evado
E nell’insieme di queste nuvole in cielo,
nel più alto delle mie certezze,
osservo
la tua timida presenza
sei la più bella,
…davvero!
Jaqueline Nieder
Absentem
Raccolgo i verbi al presente
e li lego in un rosario
che dico ogni sera per te,
così che ora sia tu presenza
per me.
Angela Oliva
La vita è
La vita
è gioco sogno di bimbi,
è aquilone camaleonte
che vira nelle ore sublimi,
che si acquatta nelle ore pesanti;
è marea di cuori felici e affaccendati,
di cuori tristi, di cuori prostrati;
è onda che poi si distende,
e ogni cosa ne possiede il canto;
e risuona l’eco di cristallo,
e dentro e fuori, nella via;
è voci che passano
ferendo l’anima
nel carosello di colori,
nelle macchie e nelle stelle;
è segno fluente, cinereo
che solca il viaggiare
dov’è forte e dolce il remare.
Yasmina Pani
Secondo nome Rimpianto
Il primo è Rimorso
Dal seme dell’Inerzia mi generò la Colpa
Figlia di Verità violentata da Mendacia
Nel letto di Promessa.
Partorisco il Pianto
Artificiale progenie di Vergogna
Mi è sorella la Nostalgia,
Figlia della Notte,
Orribile giaciglio di roventi lame.
Me divora il Ricordo
Necrofago predatore
Tra le sue fauci di Brama
Suo complice il Sogno
Fallace illusionista.
Me tiene in vita Egoismo
Spregevole specchio d’Inganno.
Giancarlo Parini
Attesa
Attesa
È vivere in un soffio
Nascere, Crescere, Amare, Soffrire
Aspettando pazienti l’aurora
Poi il giorno
L’oblio del tramonto
La notte
Le tenebre diluiscono i ricordi
Lasciando la consapevolezza
Di ciò che si è sognato, sperato
Atteso
Rocco Pedatella
Opera Segnalata dalla Giuria
Gli anni
Gli anni corrono veloci
come leopardi sulla preda.
Azzannano il collo ed i pensieri
e lasciano aperte le ferite.
Gli anni scorrono eleganti
come ghepardi dentro la savana.
Inebriano la mente di canzoni,
carezze dolci e calici di vino.
Gli anni passano feroci
come coguari di montagna.
Si cibano voraci di ricordi,
di fremiti sottili e di rimpianti.
Gli anni sfilano confusi
come puma della prateria.
Confondono amori con dolori,
tristezza e gioia con la nostalgia.
Gli anni avanzano in silenzio
come pantere nere del deserto.
Cercano risposte nella sabbia
ruggendo tristi e sole nella nebbia.
Gli anni si accumulano pigri
come tigri finte di Salgàri.
Trovano nelle pagine già lette
il vero senso delle tue sconfitte.
Gli anni li aspetto tutti al varco
come un leone ferito nell’orgoglio.
Li annuso ad uno ad uno con il muso.
Profumano tutti, nessuno escluso.
Giorgio Sabattini
Opera Segnalata dalla Giuria
Persistenze. Attese
(16 I 2012)
Immagini scorrono
Sorrisi sinceri sfioriscono
Colpi a bruciapelo
Persistono.
Nella tua giovinezza
Con te mi lusingo,
Presago del tempo e
della sua precarietà.
Il segnavento, precipitevole,
Stride.
L’acacia si agita
Nell’intreccio di rami
Cresciuti malfermi,
Inconsapevole geme
Ubriaca d’ottusità.
Gioia del mattino
Tu ancora non sai
che tutto è men che perfetto.
Trepido nell’attesa
Per null’altro
che stare sospeso
Al filo
Della tua libertà.
Salvatore Scialò
Deriva
Immagini vendute
dignità svendute,
corpi svolazzanti
per amori prezzolati.
Scorre la vita
spendendo il suo dramma,
mercanteggiando l’apparire
e bruciando il divenire.
Maschere invitanti
offrono ammiccamenti,
gira il pianeta dell’involuzione
nella sua rivoluzione.
Martina Staderoli
Non tutto si spegne
A volte,
smetto di respirare
per sentire
nel buio,
il mio cuore battere,
solo per rendermi conto
che mentre rallenta
e mi abituo
al suo pulsare
piano,
la mia mente
corre più veloce
di quanto
i miei sentimenti
dovrebbero fare.
Poi
lascio che la vita
torni a coprire
il mio battito
nella sua
straziante monotonia.
Enzo Tommasone
Opera Segnalata dalla Giuria
L’eterna crisalide
Da quando ti porto con me, da solo
riscaldo le stanze fredde
illumino i paesi più bui
vinco l’incertezza del domani
confesso al mondo di vivere
non piango più la miseria di giorni aridi
lo so, esisteremo lontani
tu opterai per neologismi umani
ma tu sei in me
ed io resto in te
non voglio che scavi ancora sotto la tua ombra
lotterò solo per donarti la felicità
per me il resto è inutile
anche più della vita
che sarà intessuta di giorni immersi
in uno specchio d’acqua limpida,
come il tuo sorriso,
dove annegare come un sasso…