Antologia del Premio letterario Il Club dei Poeti 2018
Tancredi Agrò
Lo scrigno dell’anima
Fra i ghiacci riposa antico un soldato
morto sull’Alpi ch’aveva vent’anni.
Stringe sul grembo una cassa di legno.
Perso è il suo nome, son perse le armi.
Resta muffito nel legno bagnato
solo un taccuino con cinque sonetti,
cuore pulsante d’un uomo caduto,
baluardo dell’uomo innanzi alla morte.
È polvere nuda il mio sangue caldo
eppure io piango, tremo e sospiro.
L’istante concesso è eterno, perfetto.
Che batta il mio cuor nel cuore dei figli.
Che sia questa carta scrigno dell’anima,
del tutto che fu e che mai più sarà.
Flaminia Colella
Non parlarmi mai di cose
che non hanno anima
Non parlarmi mai
di cose che non hanno anima,
non fanno per me,
né per te.
Lasciale a chi
ha istanti da sprecare,
a chi si concede
il lusso di indugiare.
Noi, come vedi,
siamo nati disperati,
abbiamo spiriti dilaniati,
corpi devastati.
A noi
altro non resta che
bruciare,
strapparci di dosso
la paura di morire,
accenderci l’un l’altro
e divampare,
lampeggiare e
incendiare.
Maria Colombo LGE
Veneranda terra
Mi sarà dolce, veneranda terra,
la memoria del mondo,
l’estate ricca di sole,
la fiorita primavera,
il cupo fragore del mare,
le chiome degli oleandri.
Mi sarà dolce, lo sguardo del tempo,
la luce che illumina il tuo viso e le tue mani,
e lontano, le spiagge orlate di dune.
A tratti, si respira così intensamente
un’aria di letizia,
guizzi, nel verde del fluire.
Abitiamo la terra
e sfioriamo l’infinito,
mendicando un sorso d’acqua.
Gabriella De Nardo
Il mondo è rimasto a guardare
È davvero un uomo
quello che uccide
esseri inermi,
violenta i loro corpi,
tortura le loro anime?
O piuttosto un dèmone,
il dèmone della follia,
della furia omicida
si è impadronito
della mente, del cuore,
della coscienza di questi esseri
trasformandoli
in macchine assassine?
La loro umanità è scomparsa
dietro volti di marmo,
è stata uccisa
dalle divise nere
dell’esercito omicida,
persecutore di innocenti.
E il resto del mondo?
Sordo alle grida,
cieco dinanzi
l’inimmaginabile violenza
senza fine,
il mondo è rimasto a guardare.
Antonio Fiorito
Settembre
Pioggia battente
sui tetti
Fiume d’acqua
dilava le strade
Orizzonte di lampi
frequenti
nel tuono
profondo
si spegne
Settembre
abbandona
la torrida estate
Tempesta d’autunno
precoce
disseta
l’arsura
di giorni di fuoco
Il diluvio
di una nuova Stagione
mi sorprende
e travolge
Salvatore Maria Mattia Giraldi
Opera 1^ classificata
Il livore detrattore
L’immorale coscienza di questo universo tradito
muta il mio cammino,
l’astratto incorporeo profana la mia essenza,
corrode il mio sentiero,
dilania i miei colori.
Come luce al buio inganna il mio destino.
Sono io l’arcano,
il tormento in questo infinito,
sono io la pietra angolare mira del disprezzo,
sono io l’artefice artefatto e l’immorale penitente.
L’intolleranza esorta,
istiga la furia,
fatalmente oppresso dall’aberrante,
indugio,
pozzo arso nel deserto
ma l’alma rifiata ancora.
Fra le macerie del mio incanto,
prendo quel che resta.
Sospeso nell’era dell’avverso cavalco la follia,
e strisciando sui muri dell’ipocrisia domo la mia angoscia.
L’abito è logoro ma in me dimora la ragione,
indegno è possederne un altro,
ometto con forza l’infranto grado e l’ infamia del perfido celato.
L’ignoto vorrei fosse la mia vita
al riparo dalla bile di chiunque.
Mesto, in silenzio, ricompongo il mio decoro
ed ombra nel giusto riprendo a dipingere i miei sogni.
Antonella Iannantuoni
Naufrago
Cammino sul filo del tempo
sospeso su un mare di pianto.
È tondo, sì il mondo è tondo.
Gira per chi vuol girare
e per chi resta non è un bel mare.
Sputo sull’anima nera
che ha perso ogni sogno, ogni chimera.
Sovrasto silenzioso e guardo giù
ma il mare impetuoso non mi lascia più.
Credevo in un forte richiamo
testimonianza di giorni che oramai non sono.
L’orizzonte sovrastante lontano
è sentore di un brivido inumano.
Morte dell’anima e non solo
deprivata da ogni pensiero di vita
che adesso non c’è più
e persa lontano
vaga verso il blu.
Elio Lunghi
Cercami
Cercami sul sole, cercami sulla luna,
cercami sulle viole profumate.
Cercami sulle farfalle dalle ali dorate
che si posano sui corpi di fanciulle
innamorate.
Cercami dove sai che mi puoi trovare,
cercami nel grembo della terra, nello
spazio infinito e nelle immense
profondità marine
Cerca le mie impronte sulle spiagge
di un mare incantato, cercami nelle
rose che nascondono i nostri segreti.
Cercami nella magia del bosco,
cercami dove il mio cuore ti aspetta
nell’oscura notte.
Non fuggire, non ti affannare
cercami se mi vuoi salvare.
Roberto Mularoni
Poesia mio sole
Un raggio di sole oggi tra i tuoi capelli
Che fa compagnia a due splendide lune
Che sono i tuoi occhi
Che cullano le tue dolci labbra mielose
Piene di tenerezza
Che rimbalzano sulle mie e s’incontrano…
Si incantano al colore dei tuoi occhi
Cedono e compagnia si fanno
Passeggiano tra i tuoi dolci pensieri
E un flebile respiro le accompagna
Di innocenti parole d’amor
D’amore…
Coppelia Ortiz
È l’ora
È l’ora degli addii,
del dirsi: «ti amo»?
Un alito di etere, dissolto,
la spoglia luce in divenire.
L’ombra della notte aleggia,
verso l’impavido fluire.
Nulla è più: il canto dell’alba, un risveglio,
le vuote anime assorte.
Bisbiglia l’aria, già fruscìo taciturno,
del ricordo di domani.
Le mani disciolte,
nello spazio di uno sguardo.
Tace l’eco, lontana,
dei colori del passato.
È l’ora! L’ora del rimpianto,
il non averlo detto.
Federica Tombari
Risveglio
Con il loro mantello bianco
le montagne sovrastano,
guardano e proteggono.
Accarezza la vita il loro respiro.
Albeggia.
Le case innevate dormono.
Il cielo, coperto, grigio e pieno
esplode nella sua melodia.
Canta, dolce, la neve.
La sua voce calma anime agitate
e rallenta i battiti dei cuori.
Quando le sue note toccano il suolo,
il volto si distende,
il respiro si placa.
La natura sbadiglia e si prepara a colorare la vita.
Regala immagini di pace.
Lontano, sorridente, si intravvede il sole
pronto ad abbracciare il mondo.
L’orizzonte lo incornicia con calore,
orgoglioso di una eterna amicizia.
Il nuovo giorno prende inizio.
Enrico Trivoli
a Neruda
Assai più belle
Assai più belle
assai più buone di te
ne vedo a iosa
bionde rosse more
di grazie ricche
a iosa
ma
nessuna come te
mi guarda come una regina
uscivi ieri
festa dell’Immacolata
dalla Cattedrale
e mi hai fatto dono
da regina
di uno sguardo e di un saluto
e i tuoi doni viaggiavano per l’aria
e prendevano la via del mare
come bandiere strappate dal vento
e io con loro vedevo i paesi del mondo
e impazziva il signore del tempo
giocava Nausicaa e filava Penelope il telo senza fine
ed Elena
strappata alla patria volava col carro
e ascoltavo il soavissimo canto delle Ninfe
tu camminavi su tappeti di muschio
e col pensiero cospargevo di rose
e dal tuo bavero di pelliccia molte aquile
s’inabissavano per l’aria del cielo
e tante ancelle
assai più belle
assai più buone di te
ti reggevano i veli
e il tuo passo
il tuo passo amor mio
il tuo passo
era di regina.
NOTA. Da: Assuntiane. (Autobiografica). E.W.T.].