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Antologia del Premio letterario Il Club dei Poeti 2020


Indice

Prefazione di Massimo Barile – Albo d’Oro del Concorso – Francesco Adragna – Chiara Armillis – Sergio Baldeschi – Alessio Baroffio – Mariateresa Biasion Martinelli – Emilena Cardi Cigoli – Gianluca Conighi – Gemma Conti – Marisa Cossu – Giuseppe D’Agrusa – Gabriella De Nardo – Patrizia De Ponti – Mario De Rosa – Vittorio Di RuoccoAntonia Doronzo – Marco Ferrando – Stefano Fissi – Filippo Gallocchio – Alessandro Gelmi – Giampiero Gerichievich – Paolo Ghidini – Grazia Giuliani – Patrizia Gori – Lucia Ingegneri – Elisabetta Liberatore – Lucia Lo Bianco – Gianluca Melis – Roberto Mularoni – Tiziana Pari – Catalina Petrosanu – Maria Teresa Piccardo – Michele Pochiero – Andrea Polini – Annalisa Potenza – Gracijela Putina – Donatella Quintavalla – Silvia Serradori – Paolo Sonzogni – Maria Grazia Spano – Aldo Terminiello – Gaia Maria Uncini


Prefazione

La presente antologia comprende le poesie degli Autori che hanno partecipato al concorso letterario «Il Club dei Poeti» 2020.
Desidero rivolgere il mio apprezzamento a tutti gli Autori che hanno offerto le loro liriche con la volontà di alimentare la sostanza poetica che illumina il percorso esistenziale.
La galleria di composizioni poetiche che viene offerta mette in evidenza la passione degli Autori, proponendo liriche che spaziano tra varie tematiche, ma mettendo sempre a caposaldo la sostanza autentica delle loro intenzioni, fortemente percepite ed estremamente sincere.
I processi lirici sono illuminati da visioni originali e protesi a fissare le emozioni che hanno generato le poesie.
La concezione dell’amore che si esplica nelle molteplici manifestazioni del vivere diventa percorso di conoscenza e strumento per avvicinarsi al senso della vita, esaltando la magia dell’amore che si fa unico e assoluto, che oltrepassa il travaglio del sofferto percorso terreno.
Tali evidenze liriche si miscelano con le vicende esistenziali e diventano simbolo dell’umano vivere, testimonianze di percorsi tra realtà e sogno, tra amara consapevolezza e dolce recupero memoriale, tra metamorfosi dei personali microcosmi e invitabili prese d’atto d’una condizione, sempre intensamente sentiti e umanamente coinvolgenti, e capaci di suscitare l’animo.
L’universo emozionale viene rappresentato attraverso lo sguardo attento e gli stati d’animo sono scrutati nel profondo dal poeta, offrendo sempre uno spiraglio salvifico.
La Parola nasce dal cuore e si espande nelle liriche come ad avvolgerle protesa ad illuminare anche le più labili percezioni dell’animo umano.
Il mio augurio che questo Concorso possa essere d’auspicio per nuove soddisfazioni.
Il mio sincero ringraziamento a tutti gli Autori.

Massimo Barile
Presidente della Sezione Poesia del Premio «Il Club dei Poeti»


Albo d’oro della ventiquattresima edizione del Premio Il Club dei Poeti 2020

La Giuria presieduta da Massimo Barile per la sezione Poesia, ha così decretato:

  • Opera 1^ classificata: «Tornerò a cercarti tra le foglie» di Vittorio Di Ruocco, Pontecagnano (SA).
    Questa la motivazione della Giuria: «Vittorio Di Ruocco offre un canto lirico che emerge dall’oblio di una dimensione “impietrita”, quasi a chiedersi se un simbolico “vento notturno” possa distogliere dallo smarrimento della Parola e, persino, se egli stesso possa finire nelle “latebre” del tempo o “sopravvissuto” alla sua sorte.
    Il cuore del poeta non trova risposte e vive nel tormento, “scarnito dal dolore e dal rimpianto”, e non restano che “pallidi ricordi” dispersi nella nebbia silenziosa dell’umano percorso.
    Solo l’anima del poeta riuscirà a ridonare la luce lirica, che svela la verità primigenia dell’amore, l’estremo atto di salvazione che potrà preservare dalla caduta nelle tenebre e dal lento dissolvimento nella zona d’ombra dell’Essere, in balia del “vano destino”.
    La Parola di Vittorio Di Ruocco penetra nella carne viva dell’esistenza in una totale fusione nella dimensione lirica, “s’infuoca”, si pietrifica, si rigenera e, infine, illumina l’intero canto lirico, dolce e doloroso al contempo». Massimo Barile
  • Opera 2^ classificata: «A ruota libera» di Sergio Baldeschi, Montecerboli (PI).
    Questa la motivazione della Giuria: «La raffinata visione lirica di Sergio Baldeschi si muove in una dimensione liquida nella quale le parole ed i pensieri vengono come “fagocitati” dall’anima, “assorbiti” dall’ansia e inglobati in una sorta di confessione lirica.
    Il poeta lascia ai numi tutelari la custodia della vita, come ad affidarsi a divinità protettrici, quasi ad allontanarsi da una dimensione terrena, limitante e condizionante, per addentrarsi in un mondo dove il desiderio è promuovere la “nemesi del verbo”.
    Nel processo di liquefazione mentale emergono gli svelamenti e le illuminazioni che conducono alla “dolcezza del divenire”: la totale immersione nel canto lirico fa innalzare la Parola al cielo ed il poeta “alfiere dei versi” pone sull’altare il suo cuore e si plasma nella substantia, profonda e autentica, della Poesia». Massimo Barile
  • Opera 3^ classificata: «Terra d’autunno» di Elisabetta Liberatore, Pratola Peligna (AQ).
    Questa la motivazione della Giuria: «Nella profonda e primordiale dimensione autunnale dell’umano vivere, generata dalla visione lirica di Elisabetta Liberatore, viene percepita “l’armonia senza nome/che palpita dentro un ricordo”, affondata nell’oblio e nel silenzio della “terra umida”, in un mondo naturale dove tutto si attutisce nella “filigrana” dell’esistenza dell’Uomo e dell’Universo stesso.
    Tra le fenditure della “terra” e gli orizzonti dell’esistenza umana, gli “sguardi” e la “litania muta” incatenano la poetessa a tale dimensione lirica che pare sospesa nel tempo: trama vitale da perseguire e silente condizione di cui tutto si nutre, palpitante e lacerante al contempo, lambita appena dalla “pallida vampa del giorno”». Massimo Barile
  • Opera 4^ classificata: «Quei giorni di Auschwitz» di Lucia Lo Bianco, Palermo (PA).
    Questa la motivazione della Giuria: «La Parola di Lucia Lo Bianco, forte e vibrante, diventa intenso ricordo di coloro che hanno sofferto e perso la vita nei lager nazisti.
    La memoria del campo di concentramento di Auschwitz emerge dalle oscurità del pensiero, avvolto dal gelo dell’inverno e dall’orrore del cuore, ammantato di una dimensione disumana, nella quale l’Uomo è contro l’Uomo, carnefice del suo stesso sangue, tremenda ingiuria al senso di umanità.
    Nella visione lirica lo sguardo che circonda è “crudele”, la “lama del destino” inesorabile, e la vita stessa, come scrive la poetessa, diventa solo un “attimo”, sempre in bilico sul filo del destino.
    Lucia Lo Bianco rende in modo tremendamente autentico il senso di angoscia vissuto da coloro che hanno “camminato nudi” nei campi di concentramento, trafitti nel corpo, sofferenti e umiliati, ma “liberi nell’anima” in eterno». Massimo Barile
  • Opera 5^ classificata: «Il mio silenzio» di Mariateresa Biasion Martinelli, Luserna San Giovanni (TO).
    Questa la motivazione della Giuria:«Nella lirica di Mariateresa Biasion il ricordo del vissuto esistenziale, “adornato di liriche immagini” e illuminato da versi generati nel “malinconico abbraccio di Erato”, s’incarna nella trama d’una poesia amorosa, tra rimpianto rimasto nel cuore e silente attesa dell’impulso lirico.
    Le ferite che hanno segnato l’animo sono ormai cicatrizzate e la poetessa desidera solo generare e far risplendere la sua Parola lirica, sempre intensa e penetrante, come un creatore che “anela ad alitare poesia”». Massimo Barile
  • Opera 6^ classificata: «Incontri» di Alessio Baroffio, Rescaldina (MI).
    Questa la motivazione della Giuria: «Nella lirica di Alessio Baroffio emerge chiaramente la consapevolezza che gli incontri e le esperienze “insegnano la vita” ed ogni gesto, come ogni quotidiano passo che compiamo, sovente cambiano la trama dell’esistere.
    Durante tale processo lirico in divenire si presentano inevitabilmente le molteplici metamorfosi, i diversi mutamenti dell’esistere, dal sorriso al disagio, per giungere fino al sogno e, tra emozioni e ricordi, tutto conduce a raccogliere i frammenti esistenziali.
    Nelle “notti insonni” il cuore si è saziato con l’universo emozionale ed il poeta rende fedelmente il suo stato d’animo e la sua profonda intenzione lirica». Massimo Barile
  • Opera 7^ classificata: «Ridi» di Marco Ferrando, Buttigliera Alta (TO).
    Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Marco Ferrando vive di una dimensione che pare sospesa nel tempo, decretando la condizione di decadimento e sgretolamento, come a constatare l’inevitabile lento dissolvimento: il mondo naturale circostante appare seccato e pietrificato, un mondo morente e disgregato, dove tutto pare inghiottito e svanito, come vaporizzato in un mondo immobile e silente.
    Il poeta rende fedelmente, e in modo magistrale, la condizione di dissoluzione ed evanescenza che dominano l’intera lirica con una presa d’atto finale che diventa decretazione e sigillo: rimarrà solo il mortale riso del filosofo Crisippo che “rimbomberà/nell’infinito silenzio”». Massimo Barile
  • Opera 8^ classificata: «Debolezze» di Patrizia De Ponti, Londra (UK).
    Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Patrizia De Ponti s’incarna nella consapevolezza lirica d’una sofferta condizione dell’animo che si muove tra dolore e solitudine.
    L’anima smarrita si disperde in un vortice di parole, nella “vita che continua senza sosta”, come a decretare il vano dibattersi nell’esistenza e l’inutilità nel voler cercare risposte.
    La visione poetica di Patrizia De Ponti riconduce ad una comunione d’anima fortemente ricercata, e le figure simboliche dei “tristi naviganti” che solcano le acque incerte dell’avventura umana sono lo specchio fedele della condizione dell’uomo “confuso tra la gente”». Massimo Barile
  • Opera 9^ classificata: «Il vento spinge il mio aquilone» di Lucia Ingegneri, Monza (MB).
    Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Lucia Ingegneri riconduce ad una condizione dell’esistenza, intimamente percepita e profondamente sentita, che diventa “prova di resistenza”, tra sentimenti autentici e gesti quotidiani.
    Il cuore della poetessa cerca la sua “poesia”, meravigliosa forza che illumina la vita, capace di condurre oltre le oscurità, dissolvendo il velo che ricopre l’esistenza, fino a quando l’anima ritroverà il suo equilibrio.
    Il simbolico vento del cambiamento “spinge l’aquilone” verso nuove “aperture”, nuovi orizzonti che trasportano in molteplici dimensioni e, nella percezione lirica della poetessa, il suo “Essere profondo” diventa respiro universale». Massimo Barile
  • Opera 10^ classificata: «Dissolutio» di Stefano Fissi, Firenze (FI)..
    Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Stefano Fissi si genera sulla linea di confine tra “bagliori” ed “attese”, ardore e brama, apparenza ed evanescenza, dove dantescamente il volto “muta sembiante”, fino all’estrema “dissolutio”.
    La lirica diventa decretazione della conclusione di un percorso, tra prove da superare e sofferenze da metabolizzare, dopo aver abbracciato le visioni notturne, dopo lo stupore dello “splendore del suo sguardo”, fino alla presa d’atto finale del poeta quando si ritrova “nudo”, e confessa “mi annullerò nella fonte di vita”». Massimo Barile


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