Enrico Bonfiglio
Bella più che mai
Ti inoltri in un campo di grano scalza
perché vuoi sentire la terra battere al ritmo del tuo cuore,
sei avvolta in un vestito di seta viola
e ti stringi a te… non perché senti freddo…
ma per tenere stretti i tuoi pensieri più intimi.
Bella più che mai,
anche il sole ha invidia di te
e non vuole regalarti i suoi raggi
che brillano nei tuoi occhi tristi e malinconici.
Dopo aver sfiorato i tuoi desideri,
raccogli una spiga e con un soffio di fiato
la regali al vento sperando che possa raggiungere
chi ti ha abbandonato.
E nel silenzio… sorridi e te ne vai.
Marco Borruto Caracciolo
Parole d’amore
Luce di sole oscurata
sorgi a me cantando,
all’alba viva
di infinite gioie;
Fascinosa anima,
lucida e fiera
risplendi di luce
donata dal cielo;
Per sempre gioendo,
innalzando l’ardore
vola infinita
parola d’amore.
Isidoro Calò
Sto oltre
Ho avuto la pienezza della vita,
tanti sogni, speranze, aspettative …
Belle discesce, e pur tanta salita,
strade obbligate o con alternative.
Ho visto cattedrali e minareti,
nel corso della mia lunga esistenza,
stagni,paludi e umili canneti:
tutti han lasciato un segno di presenza.
Qualcuno dice che son fortunato,
pensando alle cose che ho avuto,
a quel poco che ho realizzato,
o magari per come son vissuto.
Ma io conosco l’ansia delle attese,
i dubbi, le incertezze, i fallimenti,
i pesanti giudizi, le pretese,
ch’imbrigliavano come finimenti.
Ora sto oltre, libero da pesi,
finalmente cammino senza fretta,
ora non conto piu’ i giorni spesi,
curioso di veder quel che mi aspetta.
Luca Cenacchi
Laocoonte – ovvero di se stesso
Forse perchè quale ilìaca prole
troppo ardendo impugno flutti infesti,
onde la speme stranïera sole
stemprar ‘l patrio lauro, e la Diva,
cui soavemente Delïo di lumi
‘l capo suo precinse. Meco sfumi,
sfumi l’imperio, e vane promesse,
a me ‘l gorgo stigio a voi la storia
oh Numi, chè ‘l fato si espresse,
me per le atre trame ratto traendo
estinse e la salma empio afflisse.
Afflisse chi ostò, e lo proscrisse.
Forse perchè in lusinghiere pompe
non danzeràn’meco glorie future
che lo spirto mio già mai si corrompe,
e anelando l’assoluto discendo
e quello verso sordo si spaùra
mentre è dell’acque gelosa cura.
e infine alle maree si sperde
anche questo mio ultimo sospiro.
Mario Corbetta
Non è l’inverno
Il freddo che gelava
I nostri respiri
Che rompeva i cocci dell’acqua piovana
È passato
Ora i nostri respiri sono di ghiaccio
E a nulla vale il sole dell’estate
È troppo il freddo nei nostri cuori
Il temporale ha spalancato una finestra
Il temporale ha spalancato una finestra
Nel tepore del letto i nostri corpi hanno
Avuto un fremito
E l’uccello dorato dei nostri sogni
È volato via
Mirta De Riz
Opera 3a classificata
Come stormo di rondini
Passi incerti, che non ricordo,
su di un morbido prato fiorito.
Sgambettio spensierato di bimba
in un amato cortile.
Incedere sicuro di giovane donna
che tende le braccia al domani;
E la vita, di dolci promesse vestita,
coronata dai sogni più belli,
cinta da mille e più giorni,
mi abbracciò
indicandomi il cammino.
Mi inebriai allora,
di aria, sole, dolci parole,
del profumo di fiori.
Poi, a lungo mi persi nella nebbia,
e luna e stelle
non illuminarono le
notti più nere.
E i giorni non amati,
come stormo di rondini in autunno,
volarono lontano
e non tornarono a primavera.
La vita, disadorna ormai,
mi scioglie lentamente dal suo abbraccio
ed io con voce querula le sussurro:
«Ti vorrei riscrivere».
Elio Lunghi
Natura strappata
Sul margine della sera, con chioma
antica d’ametista nera, corre
il cavallo tra steccati corrosi,
sepolti in scampoli di brughiera.
Lo sciacallo negli arditi spazi
rosicchia lenzuola abbandonate,
metropoli calcinate brillano
sui dorsi di colline senza fiori.
Lumache desolate, con oscene
cravatte di titanio, rimpiangono
l’infanzia trascorsa a spigolare
tra lattughe e ariste di grano.
Rane ingravidate da liquidi
esotici, gracidano in fossi
putridi, schizzati da dispotici
pittori in cantieri sequestrati.
Colombe tetre, su carri di piume
asfaltate, navigano in mari
fiammeggianti, celate da ventagli
deformati da venti infuocati.
Rottami di cemento, dispersi in
arene solitarie, invocano,
con volti enigmatici, il sole
per velare di luce perle e viole.
Mariuccia Milazzo
Infrangere un sogno
A scaglie è ridotto il mio sogno
come vetro cristallino in frantumi
nella nebbia totale sono nuda
senza sogni si muore.
Come l’aria
sono ancora necessaria
il cuore sofferente si desta
non t’inaridire
apri il tuo cuore all’amore
è la strada e ti salverai.
Marinella Pagano
Rondine estera
Lungi dagli angoli delle mie labbra screpolate,
ritrovai sogni raccontati a pavimenti gelidi.
Io che mi taglio con le tue doppie punte,
spediscimi telegrammi per la mia pelle morta.
Le delusioni chiuse al caldo delle borse scure dei nostri tristi occhi.
Corpo contro corpo,
i tuoi fianchi fragili reduci di guerra,
i nostri cuori che giocavano a freccette,
rischiavo infarti per ogni tuo singolo colpo mirato.
I traslochi dei nostri sporchi ricordi abbandonati in scatoloni di cartone
costeggiano il marciapiede della terza strada,
quando pioverà,
l’acqua li laverà e guiderà via ad altri vicoli desolati.
Quelli siamo noi.
Una rondine estera sui campi inesplorati del tuo corpo,
sarò clandestina in terre conosciute sulla cartina geografica della mia anima viola.
Stamperemo sulle nostre fronti baci in bianco e nero,
sembreranno non invecchiare mai.
Ciclamini, papaveri, girasoli, iris, ciliegi in fiore.
Le pozzanghere nel viale di cipressi ad ottobre
riflettono gli occhi scuri di una soldatessa senz’armatura,
ha mani sporche di rosso porpora,
omicida di affetti bruciati al rogo del mio inferno dantesco.
È mia madre.
Onore alla macabra dea.
La libertà è depressa, l’amore ha l’ergastolo,
la guerra lotta sul mio sterno piatto,
non c’è traccia di resa e d’affanno.
Il mio cuore è affetto da palpitazioni improvvise,
scandisce la marcia dell’afflitta e forzata resistenza.
Le sentinelle sulle palpebre dei miei occhi son cadute addormentate.
Se piangi sempre sola verranno a dirti che non piangi mai.
Pietro Rava
Opera Segnalata dalla Giuria
Un sorriso, il suo ricordo
Il sorriso dura un solo istante
ma nel ricordo può essere eterno.
È un bene che non si può comprare,
né prestare, né rubare poiché
solo vale nell’istante in cui esiste
e nel ricordo di chi l’ha ricevuto.
Nessuno è così povero da non meritarlo
e nessuno così ricco
da poterne fare a meno.
Il suo ricordo è segno dell’amicizia profonda
dà riposo alla stanchezza,
nella tristezza è consolazione.
È antidoto delle nostre pene
può creare felicità in famiglia,
non costa nulla e produce molto.
Quindi se incontrerete chi a voi
un sorriso non elargisce
siate generosi, offrite il vostro,
pèrchè nessuno ne ha tanto bisogno
come chi non sa donarlo.
Luca Rezzani
Opera Segnalata dalla Giuria
Ogni mattina
Il giorno nasce con un sole tenue.
Vedersi riflesso in una tazza,
ascoltare le notizie del mattino,
l’ardua decisione su come vestirsi.
Sedie consunte, foto ingiallite,
annoiate, le rivedo ogni mattina.
Devo fare presto, il treno non aspetta.
Assonnati compagni di viaggio,
parlano di un film appena visto.
Annuisco, sorrido, scherzo,
ma la mia mente corre lontano.
Mi chiedo se oggi ancora ti rivedrò.
Non so come ti chiami,
se ti piace il rumore della pioggia,
se sorridi timida e orgogliosa,
quando ricevi un complimento,
se sogni di correre libera
su di un prato, una mattina d’estate.
Ma ora non mi importa.
Incontrare il tuo sguardo,
mi dà la forza di affrontare il mondo.
Perché tu sei l’unica
che dà senso alla mia giornata,
che rende lieve ogni mio affanno.
Non sarai la più bella,
la più dolce, la più divertente.
Ma nessuna è speciale come te.
Ti vedo e sogno di condividere
istanti, tramonti e continente lontani.
Vorrei vedere il colore dei tuoi pensieri,
scendere dai tuoi occhi lacrime di gioia
e sentire accanto a me il tuo respiro.
Forse non conoscerò mai il tuo nome,
non stringerò mai le tue mani,
ma nulla potrà mai cancellare,
il soffice brivido della tua presenza.