Antologia delle più belle poesie del Premio letterario Città di Melegnano 2010 Sommario Prefazione di Benedetto Di Pietro – Albo d’Oro dell’edizione 2010 del Premio – Valentina Alfarano – Carmelino Amata – Sergio Baldeschi – Francesco Belfiglio – Liliana Bellia – Clara Bianchi – Alberto Mendes Biondo – Enrico Bonfiglio – Giulia Borroni Cagelli – Franca Canapini – Rosetta Capputi – Maria Cristina Casa – Erminio Cioffi – Silvia Cipollina – Cristiano Comelli – Lina Cornia – Laura Cuboni – Maria Antonella D’Agostino – Pietro De Giambattista – Laura Di Marco – Vincenzo Di Martino – Giulio Enzo Dicati – Luca Falchi – Riccardo Fedeli – Anna Maria Ferrari – Federico Furlan – Ornella Gatti – Gianfranco Grasso – Roberta Iacobucci – Pellegrino Iannaccone – Patrizia La Rocca – Andrea Luise – Gabriella Maddalena Macidi – Chris Mao – Gilda Mele – Vanni Negro – Giuseppe Palma – Antonio Paoletti – Maria Teresa Piccardo – Chiara Pinton – Rossella Priolo – Maria Chiara Quartu – Michele Sacchetti – Barbara Santoni – Antonella Senese – Maria Soccavo – Santolo Taglialatela Scafati – Silvia Taras – Federica Tombari – Werther Zabberoni – Gino Zanette – Nota biografica di Mario Passarini Prefazione Caratteristica di molte poesie di questa edizione del concorso è un certo pessimismo che si manifesta nel ricorso al passato e in una mancanza di fiducia nel futuro. C’è uno scoramento indefinito, il che è peggiore di quello finalizzato, in quanto non viene individuato il perché della sua esistenza. Il poeta s’interroga e cerca spiegazioni che non trova e questo lo rende confuso e lo obbliga a rifugiarsi nel suo mondo virtuale. La mancanza di sicurezza e di fiducia nel futuro ingenera disagio che si manifesta con il “nostos” dei luoghi dell’infanzia e l’amara constatazione della perdita di quei luoghi per il duplice comportamento del tempo che da una parte si dilata e dall’altra si contrae facendo sparire persone e cose. Benedetto di Pietro Albo d’oro della quindicesima edizione del Premio Letterario Città di Melegnano 2010 La giuria della quindicesima edizione del Premio Letterario Città di Melegnano 2010 indetto con il patrocinio della Città d Melegnano Assessorato alla Cultura e Identità, presieduta da Benedetto Di Pietro per la Poesia, dopo aver esaminato e valutato i testi pervenuti, ha decretato come segue: Opera 1^ classificata: «Mani che si stringono» di Lina Cornia, Vignola (MO). Questa la motivazione della Giuria: «Con la bella preterizione “non so niente di poesia” l’autrice si inoltra attraverso gli elementi che in genere si trovano nella poesia di ispirazione naturalistica, come i profumi del bosco, il vento, i silenzi. La poetessa Cornia si sofferma davanti ad elementi concreti come le case, le strade dove ormai prospera l’indifferenza, la piazza del mercato, sede di ritrovo della gente che racconta i propri guai. Tutto è corollario ad una favola appresa dal padre (il valore dell’educazione familiare) nella quale due amici (Ieri e Domani, i loro nomi), uno seminava e l’altro raccoglieva il frutto del lavoro del primo. La poesia esplicita il messaggio in due versi: “arte poesia e cultura non è soltanto ieri / ma soprattutto oggi per costruire domani.» Benedetto Di Pietro Opera 2^ classificata: «Spoglia d’ogni grazia» di Roberta Iacobucci, Bolognano (PE). Questa la motivazione della Giuria: «Il dubbio fa parte della vita e non sempre essere definiti cattivi significa essere cattivi per davvero. Non tutti i cerchi sono perfetti e la bellezza può essere crudele (le sirene dell’Odissea insegnano) così come per converso nella debolezza si può nascondere l’eroismo; “perfino un diamante non ha valore per chi ha solo fame”. Queste le considerazioni della poetessa Roberta Iacobucci e la conclusione che la fermezza dei sentimenti e la fede sono categorie necessarie per un vissuto moralmente giustificato. Alla base di tutto c’è l’amore che ha il potere di far volare anche chi non ha le ali, in tutte le espressioni della vita umana, sia essa terrena che ultraterrena.» Benedetto Di Pietro Opera 3^ classificata: «Notte d’agosto» di Gianfranco Grasso, Caltanissetta. Questa la motivazione della Giuria: «Partendo dallo spunto dei fuochi che nella notte bruciano sterpaglie, il poeta suggerisce di alzare gli occhi al cielo stellato per constatarne l’immensità. Il messaggio poetico passa dalla considerazione temporale del fuoco, col quale vorrebbe bruciare le sofferenze umane e “tutto ciò che è male / in questo mondo”, e il volere diventare una stella per unirsi alle altre del cielo. Ma l’annegare nell’universo porta a dimenticarsi di sé ed a trovare la pace. Una conclusione in cui il naufragare “in questo mar” è dolce per Leopardi, mentre per l’Autore di questa poesia l’azione si espande nel cosmo. In comune c’è il volo del pensiero e l’appartenenza ad un mondo virtuale di entrambi: il mondo poetico.» Benedetto Di Pietro Opera 4^ classificata: «Giardino d’autunno» di Anna Maria Ferrari, Sale (AL). Questa la motivazione della Giuria: «La poetessa Anna Maria Ferrari definisce “giardino d’autunno” la sua anima. E come in autunno, stagione durante la quale cadono le foglie e ogni cosa si prepara ad affrontare l’inverno, anche i problemi e le angosce del vivere quotidiano assillano l’uomo “quando l’anima è attanagliata / nel suo rigido inverno”. Ma la primavera arriverà e potrà guardare con più ottimismo il futuro. Una poesia ottimistica dunque che invita a superare le difficoltà, guardando con fiducia al futuro.» Benedetto Di Pietro Opera 5^ classificata: «Un cuore vuoto» di Giulia Borroni Cagelli, Castellanza (VA). Questa la motivazione della Giuria: «È inquietante un cuore vuoto; è come una stanza in cui non è mai avvenuto un atto d’amore, dove non è stata mai detta una parola con la tenerezza che usa la madre verso il proprio bambino appena nato. È come l’ora del crepuscolo quando non c’è una persona amica con la quale condividere quel momento straordinario, come la rete del pescatore dopo una tempesta. Eppure “Dentro un cuore c’è tanto spazio / che vi potrebbe danzare la luce” e invece vi alberga l’indifferenza. Il vuoto del cuore non ha dimensione ed è come il fischio di un treno carico di paure che si perde nella notte.» Benedetto Di Pietro Opera 6^ classificata: «Amica mia» di Franca Canapini, Arezzo. Questa la motivazione della Giuria: «Con un meccanismo di sdoppiamento, la poetessa Franca Canapini immagina di ritornare dall’aldilà nei luoghi in cui ha vissuto la propria vita terrena. Non ritroverà le persone e le situazioni di operosità e di gioco lasciate in età puerile: il vecchio noce e la vite di aleatico sono scomparsi, così come è scomparsa “la grotta magica / delle conchiglie fossili”. Un mondo legato all’infanzia, ma anche ad una civiltà, quella contadina, ormai perduta. Ora le rive dei fossi sono coperte da campanule che danno un tocco di gentilezza alla campagna, ma che stanno a denunciare uno stato di abbandono dell’ambiente. Poi l’autrice si rivolge all’ipotetica amica dicendole che non tornerà più in quei luoghi, perché ormai non c’è più nulla che le appartenga. La prega di non chiedere spiegazioni perché la risposta fa parte delle cose lasciate, ossia del fluire della vita stessa, e le chiede invece di accompagnarla al mare. Questo infatti è l’elemento liberatorio, ipnotizzante con il suo movimento di risacca e determinante per la funzione dell’oblio.» Benedetto Di Pietro Opera 7^ classificata: «Galleggiare» di Vanni Negro, Torino. Questa la motivazione della Giuria: «Il segreto della vita consiste nel tuffarsi tutti i giorni con fiducia e lavorare; così come ci si tuffa nell’acqua che mantiene i corpi a galla, a condizione che si muovano e che nuotino. Un corpo fermo viene mandato a fondo. l’Autore poi passa a considerazioni filosofiche: “Avrai risposta a molti tuoi quesiti”, come ad esempio al fatto che il Nulla non esiste, che tutto è predestinato e che l’esistenza dell’Universo fa parte di uno scopo preciso che è quello di dimostrare l’esistenza di Dio. Il disprezzo e l’amicizia ti faranno capire il senso del dolore e della colpa. Una poesia didattica di ispirazione agostiniana.» Benedetto Di Pietro Opera 8^ classificata: «Prima che arrivi il vento» di Gino Zanette, Godega (Tv). Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta si interroga sul senso della vita. Cerca risposte, come fanno i bambini, ma quasi a voler giustificare il fatto di non saper rispondere si accorge che non esistono risposte su argomenti che non si conoscono. Vorrebbe buttare tutto per aria, ma si tratta di cose importanti: se vivere “o morire in quei pochi secondi / prima che arrivi il vento” dei ricordi. Il poeta si sofferma sul tempo di “lucida follia / degli anni perduti”; ma la campanella suona la sveglia e riporta alla realtà quotidiana, con i giorni della vecchiaia. È “la campanella della lezione finale” che ci accoglie impreparati ad affrontare “l’ignoto rifluire / a ritroso del tempo”. È il tempo che ha steso un tappeto per ogni essere vivente, su cui questi passerà la sua vita, e che viene ritirato appena giunto il momento terminale.» Benedetto Di Pietro Opera 9^ classificata: «Memoria» di Patrizia La Rocca, Milano. Questa la motivazione della Giuria: «La memoria dell’uomo è nulla rispetto a ciò che può ricordare un muro, una pietra, una foglia. Non esistono parole per dire ciò che un petalo o una formica riescono a dire. Ma nulla è sufficiente “per decifrare la ragione primigenia, l’urlo dei primi giorni” di vita di un uomo, il rincorrere continuamente occasioni “perché la vita si muti in desiderio”, faccia pulsare il cuore d’amore e provochi il ballo purificatore sotto la luna che splende nella notte. Il richiamo alla meditazione rende intimista la poesia della poetessa Patrizia La Rocca.» Benedetto Di Pietro Opera 10^ classificata: «Pienezza dell’essere» di Rosetta Capputi, Terni. Questa la motivazione della Giuria: «L’autrice vede la sua compagna di sempre: la solitudine. La ritrova “Nel sentiero che si inerpica sul monte”, “nell’incanto iridescente di acque orlate di verde” e nella notte, quando la sua casa sul lago è addormentata. È un’amica che permette di ascoltare l’anima. Nella solitudine e nel silenzio l’anima emerge e ritrova se stessa, come un bianco gabbiano che vola sul mare. Una poesia ricca di spiritualità, un necessario catalizzatore per accettare l’ordinarietà estraniante di tutti i giorni.» Benedetto Di Pietro
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