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Autori Vari



Antologia delle più belle poesie del Premio letterario Città di Melegnano 2011


Concorso organizzato con il patrocinio del Comune di Melegnano Assessorato alla Cultura e Identità


Sommario

Prefazione di Benedetto Di Pietro – Albo d’oro del Concorso – Paolo Marchetti da Livorno – Svilen Angelov – Giuseppina Barzaghi – Anna Dusca Bassignani – Renzo Bellissimo – Caterina Caldora – Franco Calzolari – Giuseppe Cantoni – Antonio Capriotti – Paolo Casavecchia – Antonio Ciervo- Pasquale Ciravolo – Stefano Colli – Claudio Colombi – Mario Corbetta – Mariangela D’Albenzio – Silvia De Angelis – Miriam De Michele – Vincenzo Di Martino – Luisa Foddai – Daniela Gregorini – Biagia La Foresta – Silvana Licari – Onorina Lorenzetti – Mario Mancini – Chris Mao – Luigi Mariani – Vanni Negro – Claudia Nicchio – Antonio Paoletti – Maria Teresa Piccardo – Andrea Polini – Rossella Priolo – Maria Provenzano – Maria Chiara Quartu – Michele SacchettiPaola Salvatori – Cristiana Sarritzu – Elena Segato – Piero Signorini – Federica Tombari – Giorgio Valdes – Adelina Voltolina – Werther Zabberoni – Gino Zanette – Elisa Zucchini


Prefazione

La poesia è specchio dei tempi e si evolve in funzione degli eventi che assillano gli esseri viventi: cataclismi e altri comportamenti della natura, nei riguardi dei quali l’uomo poco o nulla può e non gli resta che rifugiarsi nelle sue credenze religiose. Ma c’è un aspetto che viene messo dal poeta in primissimo piano ed è lo scarto delle attribuzioni assegnate a certi progetti illusori e il recupero dei valori della famiglia e dell’amicizia.
Tra tutte le poesie presentate al Premio di Poesia «Città di Melegnano» di quest’anno, ben quattro sono dedicate alla figura paterna.
Anche in questa edizione non mancano le poesie celebrative e di argomento filosofico e cosmico. Un buon numero esalta le bellezze della natura nelle sue manifestazioni del mondo animale e vegetale, ma anche atmosferico.
Vengono toccati temi sulla brevità della vita e sull’accettazione senza rimpianti della vecchiaia.
Il richiamo a conformarsi alle esigenze della natura porta ad una constatazione: l’ostinatezza dei contadini nel ripetere i gesti della seminagione; si tratta di gesti antichi legati al lavoro dell’uomo e che le annate magre ne giustificherebbero l’abbandono della terra, eppure l’uomo continua a seminare tutti gli anni con la speranza che arrivi l’annata buona.
Questo comportamento è possibile perché la vita è una simbiosi continua e, a patto che ognuno non desista dall’apportare il suo contributo, continuerà a dare beneficio a tutti gli esseri viventi.
In quasi tutte le liriche traspira una vena di ottimismo e, se il poeta è visto come precursore dei tempi, ci lascia ben sperare per il futuro.

Benedetto Di Pietro
Presidente della Sezione Poesia del Premio «Città di Melegnano»


Albo d’oro

La Giuria della XVI Edizione del Premio di Poesia Città di Melegnano 2011, patrocinato dal Comune di Melegnano Assessorato alla Cultura e Identità, e presieduta da Benedetto di Pietro, per la poesia e Alessandra Crabbia, per la narrativa, rende noti i risultati:

Sezione Poesia:

Autrice 1^ classificata con l’opera «I tuoi passi», Silvia De Angelis, Roma. Questa la motivazione della Giuria: «Lo spunto della poesia è tratto dal rumore di passi. Questi, se appartengono alla persona amata, danno sicurezza e hanno la capacità di far superare momenti di abbattimento. Il ricordo di quei passi porta la poetessa a dare più valore ai suoi pensieri che nascono da “solinghe sfumature d’inconscio” e riescono a svelargli la realtà della vita nei suoi dettagli.
L’età avanza e la riflessione sul tempo che passa è inevitabile; i momenti di sintonia e di attrito si sciolgono “nel solco di una ruga / capace di incatenare l’anima del tempo”. Poesia intimista scritta con uno stile personale e ricercato». Benedetto Di Pietro


Autore 2° classificato con l’opera «All’amata», Andrea Polini, Livorno. Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta si dichiara disponibile, se fosse possibile, a regalare all’amata il tempo che ha vissuto, la felicità delle partenze, ma anche i giorni “dei naufragi”. Tutto questo affinché il senso della vita non venga dimenticato. L’amata scoprirebbe così i momenti felici, ma anche il fatto che la felicità è la contropartita degli “uragani”. Una simbiosi di dolore e felicità, quasi leopardiana. L’uomo in sostanza è il risultato di un immenso desiderio d’amore che oscura la vita e la morte. È “cielo e nuvole e sole”, ma purtroppo è nato “da un amore senza amore”, e la conseguenza è che vive senza amare il prossimo e la natura, e questo suo isolamento porta guerre e distruzione». Benedetto Di Pietro


Autore 3° classificato con l’opera «I mesi brevi di luna», Gino Zanette, Godega di S. Urbano (TV). Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta prende spunto dalla vita contadina. Le illusioni dei coltivatori, a causa delle annate magre, e l’ostinazione a continuare a coltivare sperando che l’annata successiva sia migliore. Anche le viti rigogliose all’arrivo dell’inverno “saranno sfogliati sarmenti / che non sapranno nulla di prima”, ma come le stoppie sotterrate diverranno spighe di grano l’anno successivo, così quei sarmenti saranno bruciati e diverranno fertilizzante, permettendo alle viti di crescere più rigogliose.
È la metafora della vita dell’uomo che nella vecchiaia cederà il suo sapere e la sua stessa vita per fare largo alla prole che così crescerà più colta e consapevole delle proprie origini». Benedetto Di Pietro


Autore 4° classificato con l’opera «Migrazioni», Antonio Capriotti, San Benedetto del Tronto (AP). Questa la motivazione della Giuria: «Il tema della migrazione è una realtà attuale. Il poeta prende spunto dagli uccelli migratori che incrociano nei loro movimenti altri migranti, disperati che viaggiano verso Nord, su vecchie carrette del mare, senza alcuna destinazione precisa. Per una sorta di destini incrociati sia i volatili che gli uomini seguono mete opposte, ma tutte dettate dalla stessa esigenza: la sopravvivenza. Cambia l’atteggiamento, che per gli umani è un continuo interrogare la sorte su cosa riserverà loro, mentre per i volatili è un movimento naturale che il poeta evidenzia come “imperturbabili silenzi d’ali”. Cambiano anche le dimore: quelle riservate ai volatili saranno di gran lunga migliori di quelle “forse impossibili” che attenderanno quei disperati del mare». Benedetto Di Pietro


Autore 5° classificato con l’opera «Il bancomat del cuore», Claudio Colombi, Castelnuovo Magra (SP). Questa la motivazione della Giuria: «Il poeta si avvale del riferimento ad un moderno mezzo tecnologico per lanciare un messaggio inquietante: una visione disillusa e pessimistica del futuro. Davanti al Bancomat, alcuni avventori litigano sul diritto di precedenza. Nell’attesa del suo turno, il poeta fa un veloce ritorno agli anni passati. Il bilancio non è positivo, ma ancora cerca di raccogliere con “la cazzuola delle mie finte certezze / i calcinacci del muro del desiderio e riscatto…”. L’analisi porta alla conclusione che il cuore e la speranza debbono essere svincolati dalle preoccupazioni lasciate dagli anni della giovinezza, poiché si corre il rischio di vedersi esibire dal Bancomat un responso inesorabile: “Credito esaurito”. Domani tenterà presso un’altra banca, “pigiato fra le sudate fantasie di uomini mai nati, / tutti nomadi accattoni di speranze esaurite”. È una visione disarmante, quasi una sentenza senza appello». Benedetto Di Pietro


Autore 6° classificato con l’opera «Saltimbanchi nel nulla», Stefano Colli, Grosseto. Questa la motivazione della Giuria: «Da una constatazione spazio temporale in cui nell’ora del tramonto l’orizzonte separa il sole dal mare, il poeta s’interroga se il confine tra l’attimo che fugge e l’eterno è così arduo da superare oppure non lo è affatto; se si tratta cioè di una prerogativa della coscienza umana oppure “siamo eterni senza saperlo”. Basterebbe una semplice carezza fattaci dalla “luce” per farci capire che la morte è sconfitta. Proprio questo dubbio, su quando giungerà quell’ora, continua ad assillarci e ci rende “saltimbanchi del nulla / gelosi custodi delle nostre domande / in attesa di tornare all’origine […] in nome di ciò che non ha nome”. Una poesia imbevuta di filosofia e religione». Benedetto Di Pietro


Autrice 7^ classificata con l’opera «Pietre», Luisa Foddai, Guspini (VS). Questa la motivazione della Giuria: «La poetessa si avvale del termine “pietre” e rivolgendosi al “tu” interlocutorio ci propone una bella serie di significanze. Le tue parole sono pietre incastonate come diamanti nel petto del mio tempo. I miei pensieri sono pietre come perle infilate su “sogni senza aurore”; anche i miei sospiri sono pietre. Però le mie pietre sono fatte di carta e sopra ho disegnato graffiti scarlatti nel silenzio della notte. Le mie pietre sono folli e “corrono incaute / su cocci taglienti di stelle” grondando sangue. Sono pietre che rotolano e sporcano inconsce il “cielo bianco / di Poesia”. Una lirica in cui la metonimia porta ad una poesia surreale». Benedetto Di Pietro


Autrice 8^ classificata con l’opera «Sei tu felice?», Elena Segato, Padova. Questa la motivazione della Giuria: «La poetessa ha una visione piuttosto ottimistica della vita e alla domanda se sia felice o triste, risponde di essere costituita da un’altalena di emozioni e di aspirare soltanto “alla serenità completa” che le dia fiducia per affrontare la vita. Aspira a vivere in pace e godere le bellezze della natura. Ha il rimpianto del suo uomo che la “rese felice per un istante”. La fugacità dei giorni si associa a questa poesia e la felicità è individuata come piccola cosa, come “una scheggia trepida lungo la via”. Ma anche la tristezza è vista in chiave ottimistica in quanto è come un tunnel in fondo al quale “c’è sempre un raggio luminoso”». Benedetto Di Pietro


Autrice 9^ classificata con l’opera «Vorrei», Maria Chiara Quartu, Garbagnate Milanese (MI). Questa la motivazione della Giuria: «Gli eventi naturali dei nostri giorni fanno sì che la poetessa interroghi Gea (la Terra) chiedendole che cosa le stia succedendo, se i dissesti idrogeologici degli ultimi tempi siano una vendetta per la poca attenzione prestata dall’uomo nei suoi confronti. Però, di fronte allo scempio compiuto, in cui sono morti bambini e povera gente, la poetessa non esita a chiedere a Gea affinché faccia sì che “la voce di chi sperando implora / di tramutarla in armonioso canto”. Una poesia pervasa di inesorabile naturalismo». Benedetto Di Pietro


Autrice 10^ classificata con l’opera «Sgradevoli verità (pensando alla Merini)», Giuseppina Barzaghi, Inverigo (CO). Questa la motivazione della Giuria: «La poetessa vede la calma presente negli uomini come una “monotonia infruttuosa”. Invece il mondo ha bisogno di folli, “Non servono finti eroi assopiti / ma folli!”. Questi “non hanno paura di vivere” e quando vengono abbattuti dalle difficoltà, hanno la capacità di rialzarsi e continuare a combattere. L’allusione riporta ad alcune poesie autobiografiche della Merini e a certe vicende che l’hanno coinvolta. La lirica chiude con la considerazione che non c’è bisogno di riportare agli onori della cronaca quelle voci che si è voluto continuamente reprimere, perché continuano a vivere nelle loro opere ». Benedetto Di Pietro

Antologia del Premio letterario Città di Melegnano 2011


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