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Autori Vari


Antologia delle più belle poesie del Premio letterario Città di Melegnano 2012


Concorso organizzato con il patrocinio del Comune di Melegnano Assessorato alla Cultura e Identità


Sommario

Prefazione a cura di Benedetto Di PietroAlbo d’Oro del Concorso – Il Pittore Giuseppe Beccarini – Fotografie della Premiazione – Giuseppe Atti – Paolo Avanzi – Elisa Bassi – Anna Dusca Bassignani – Liliana Bellia – Mariateresa Biasion Martinelli – Rita Bonifazi – Matteo Calvigioni – Antonio Capriotti – Sasha Catalini – Edoardo Comiotto – Sebastiana D’Avola – Luigi Di Legge – Marcello Guaiana – Filippo Inferrera – Lucia Ingegneri – Biagia La Foresta – Alessandro Lugli – Maria Grazia Lupetti – Gilda Mele – Federica Minozzi – Claudia Nicchio – Danila Olivieri – Federico Paolella – Antonio Paoletti – Elisa Pasquarelli – Maria Teresa Piccardo – Rossella Priolo – Maria Chiara Quartu – Elfo Artico – Gabriella Rienzi – Domenico Ruggiero – Gabriella Salerno – Gianni Sardi – Maria Soccavo – Jolanda Anna Tirotta – Federica Tombari – Valter Urbini – Silvia Verdoliva – Gino Zanette – Mariantonietta Zingarelli


Prefazione

Il trasporto interiore causato dalla pulsione poetica porta al di là dell’attaccamento ai beni materiali e per quanto possa sembrare aleatorio, il poeta si lega alla parola, un appiglio labile, ma tale da permettergli la consolazione nel suo intimo. Le poesie che hanno partecipato all’edizione del 2012 del Concorso «Città di Melegnano» ci presentano una buona serie di proposte sia di contenuti che di stile. In molte si riscontra l’invito al rispetto dei dettami morali che, sebbene considerati vecchi da alcuni modernisti, si rivelano ancora validi. In altre è presente un momento di introspezione da cui si evince un risultato fallimentare del proprio passato.
Gli spunti filosofici sono presenti in più liriche e la constatazione del limite umano viene fuori con figure che pongono a confronto la scienza, che tutto spiega, e l’irrazionale che a volte sembra farsi gioco dell’uomo. Non manca chi mette in guardia coloro che si dedicano esclusivamente al lavoro con lo scopo della carriera tralasciando tutto il resto, sovvertendo così la scala dei valori, perché alla fine si accorgeranno di avere perduto qualche buona occasione che gli avrebbe permesso soddisfazioni più durevoli.
C’è chi sente la necessità di dichiarare che la poesia deve essere anche strumento di denuncia sociale e non soltanto un mezzo per dichiarare il proprio amore alla persona amata. Non mancano esempi di poesia surrealista nei quali è presente un sovvertimento spazio-temporale e di causa-effetto. In molte poesie viene fuori l’incertezza causata dal vivere alla giornata ed emerge la noia e lo sconforto collettivo del nostro tempo.
C’è chi trova rifugio nel sogno e nella fantasia e scopre che per fare questo si rende necessario affidarsi non alle funzioni sensoriali dell’uomo, ma al proprio cuore recuperando la parte affettiva. In tutti emerge la consapevolezza che la poesia è una necessità dell’uomo che gli permette di recuperare la propria interiorità, ma è anche un mezzo potente per esorcizzare le tensioni e la paranoia della nostra epoca.

Benedetto Di Pietro
Presidente della Giuria Sezione Poesia del Premio «Città di Melegnano»


Albo d’oro della diciassettesima edizione del Premio Città di Melegnano 2012

La Giuria della XVII Edizione del Premio di Poesia Città di Melegnano 2012, patrocinato dal Comune di Melegnano Assessorato alla Cultura e Identità, e presieduta da Benedetto di Pietro, per la poesia e Alessandra Crabbia, per la narrativa, rende noti i risultati:

Sezione Poesia:

Autore 1° classificato con l’opera «Tornano i primi soli», Filippo Inferrera, Ravenna. Questa la motivazione della Giuria: «L’ambientamento è l’inizio della Primavera e verosimilmente in una pineta, “d’incenso è la memoria che giace nella foglia”. C’è l’odore della menta, i cani danzano e i fiori si risvegliano dal sonno. Un raggio di sole visto attraverso i rami di una siepe traluce e sembra esplodere. Col poeta c’è un vecchio che parla della sua vita vissuta in Occidente, dove questo termine assume opposizione con l’Oriente che simboleggia l’aldilà. È musica e la transumanza della vita porta con sé la morte. Anche il pensiero diventa ciclico e alla fine della preghiera il poeta ritorna bambino. La vita è fatta non soltanto del proprio presente, ma anche del passato dei nostri avi, che ci portiamo a livello cromosomico, con le loro gioie e le loro sofferenze, e diventa determinante la nostra capacità di assimilarle». Benedetto Di Pietro

Autrice 2^ classificata con l’opera « Identità negate», Federica Minozzi, Modena. Questa la motivazione della Giuria: «Questa breve lirica di carattere morale ci mette davanti al significato di “uomo”. La tecnologia delle moderne trasmissioni non ci dà scampo a causa dell’incessante attività pubblicitaria. L’abitudine verso le cose già praticate ci impedisce di trovare nuove soluzioni che potrebbero rendere più sopportabile la vita di tutti i giorni. Tutto ciò porta alla negazione dell’uomo stesso che lo rende un mero essere che si agita in acque superficiali evitando di trovare la ricchezza che si trova più sotto, nel suo interiore. Il risultato è la contraddizione della stessa identità di uomo che sappiamo essere creato “per seguir virtute a canoscenza”». Benedetto Di Pietro

Autrice 3^ classificata con l’opera «Cinque Terre», Danila Olivieri, Riva Trigoso (GE). Questa la motivazione della Giuria: «L’autrice dedica questa lirica a Montale e ripercorre l’ambiente delle Cinque terre con i tipici terrazzamenti, gli uliveti, i vigneti, la macchia mediterranea di cui il lentisco è cespuglio sovrano nello spandere aromi resinosi. Le case abbarbicate sui pendii, le chiese e il presepe di Manarola, realizzato dall’artista come ex-voto per la sua guarigione da una malattia che l’affliggeva. L’andamento lirico del testo e la proprietà dello stile e della struttura, fanno di questa poesia uno splendido quadro pittorico». Benedetto Di Pietro

Autore 4° classificato con l’opera «Manager», Luigi Di Legge, Rozzano (MI). Questa la motivazione della Giuria: «Il lavoro è l’elemento qualificante della vita e comporta anche delle ambizioni. Ma quando ci si lascia prendere dall’ansia del successo può essere pericoloso per i risvolti legati alla socializzazione. Il poeta si accorge che il suo atteggiamento di superiorità non serve a nessuno, né a se stesso perché ci si riduce a trascurare ogni contatto umano al di fuori del lavoro né agli altri perché nell’epoca in cui viviamo c’è molto disinteresse verso i rapporti sociali. Quindi essere manager significa vivere in solitudine “prigioniero della risacca” con l’unico fine di centrare gli obbiettivi aziendali a qualsiasi costo, spesso ricorrendo anche ad azioni moralmente discutibili. Il poeta chiede perdono al Signore e lo prega di volerlo giudicare per ciò che non è, ossia per l’uomo e non per la sua funzione di manager». Benedetto Di Pietro

Autrice 5^ classificata con l’opera «Sete d’infinito», Mariateresa Biasion Martinelli, Orbassano (TO). Questa la motivazione della Giuria: «Durante un’escursione la poetessa sale la montagna e ricorda quando bambino quel percorso lo faceva insieme al padre. Ora ha la sensazione di avere il genitore accanto. È come se il tempo fosse tornato indietro. Capisce che quelle scampagnate erano liberatorie per il padre perché nelle difficoltà causate dalla variabilità del tempo atmosferico “…si scioglievano / grumi di rabbia e nodi di sofferenza / e l’arcobaleno tornava a risplendere…” Qui il vento dei ricordi si placa ed è salutare perché impedisce che l’oblio cancelli la memoria e il poeta ritorna a respirare l’infinito su per le vette». Benedetto Di Pietro

Autore 6° classificato con l’opera «Estate», Elisa Bassi, Collecchio (PR). Questa la motivazione della Giuria: «L’autrice ci propone un quadretto estivo: il frinire delle cicale, l’afa, la monotonia, la noia. Il caldo che tutto secca e le foglie che ingiallite si staccano dai rami degli alberi. Al tramonto il paesaggio cambia, scende il buio e la notte che sopraggiunge porta solitudine. Negli ultimi versi il tempo, prima dilatato, si contrae e si ripropone veloce, come i versi brevi che compongono la lirica, risolvendosi nelle opposizioni luce-ombra, giovinezza-vecchiaia. È la metafora della vita». Benedetto Di Pietro

Autrice 7^ classificata con l’opera «Se fossi un poeta», Gabriella Salerno, Roma. Questa la motivazione della Giuria: «L’andamento della lirica è sorretto dall’uso dell’anafora, ravvisabile nel primo verso di ogni strofa “Se fossi poeta”, anche se non espresso. L’opzione scelta dall’autrice la porta a dissociarsi dalla massa dei falsi poeti dichiarando per converso che la poesia non può occuparsi solo di liriche d’amore, di gioco di parole e di rappresentazione dei sogni, ma deve occuparsi anche dei fatti della vita di tutti i giorni. Scioglie quindi “le vele e gli ormeggi” per lasciarsi trasportare dal mare magnum dei sentimenti, per poi riuscire a sublimare qualche particolare situazione che l’ha coinvolto». Benedetto Di Pietro

Autrice 8^ classificata con l’opera «Oltre i confini», Maria Chiara Quartu, Garbagnate Milanese (MI). Questa la motivazione della Giuria: «L’ambientamento della poesia è siderale. Nella profondità del cielo avvengono fenomeni che la scienza ci spiega, ma che l’occhio umano non vede perché “lo sguardo non filtra l’orizzonte”. Però il pensiero riesce ad andare oltre la scienza e arriva là dove questa si blocca. E cosa ci sarà nell’oltre? La poetessa s’interroga se per caso il Creato non si faccia gioco delle illusioni umane». Benedetto Di Pietro

Autrice 9^ classificata con l’opera «La morte annichilente», Elisa Pasquarelli, Gubbio (PG). Questa la motivazione della Giuria: «Bene si associa la surreale immagine del fiume–pensiero che tracima. L’io pensante a volte non trova le parole per descrivere ciò che si presenta nella mente e lo vede come “deboli anagrammi” chiusi nel loro mutismo. La reazione dell’individuo è quella di parlare a mezze parole, inconcludente, senza poter essere compreso dagli altri. Una poesia sospesa tra moto di pensiero e reazione, tipica considerazione della poca comunicabilità del nostro tempo». Benedetto Di Pietro

Autore 10° classificato con l’opera «Vendemmio parole», Edoardo Comiotto, Mel (BL). Questa la motivazione della Giuria: «Una vendemmia insolita, descritta dal poeta in questa lirica, fatta di giorni tagliati “dai tralci della vita”. Il prodotto è un vino che al bere diventa veicolo dei ricordi del passato. Il risultato è “una fitta al cuore / che s’è usurato come un cardine” di una porta che è stata aperta molte volte all’amore non vero. Ora stanco di girare il mondo, il poeta fa l’esame di coscienza su ciò che ha perduto e la conclusione è che non troverà accovacciato sullo zerbino davanti l’uscio di casa un cane Argo che attende Ulisse, ma troverà la signora di nero vestita che sta ad attenderlo per portarlo via. I problemi vanno risolti da giovani in previsione della vecchiaia che si presenterà chiedendo il conto». Benedetto Di Pietro

Segnalato dalla Giuria con Attestato di merito con «Non ho tempo» Valter Urbini, Rimini.
Questa la motivazione della Giuria: «La frenesia della vita moderna porta all’alienazione. Il poeta dichiara di non avere tempo per emozionarsi e di rimanere assopito nel ripercorrere i suoi trascorsi. Scopre così che nella mente tutto si presenta come “un frullato di parole inedite mai dette” che volano come farfalle che non sanno dove posarsi. In tale trambusto scopre cose nuove: la voce di un fiore, la musica di un albero che risuona sotto il tremolio delle foglie. Queste cose riconducono al nostro modo di ascoltare legato all’uso dei sensi e solo se faremo uso del cuore saremo in grado di entrare nel sogno». Benedetto Di Pietro


La premiazione si è tenuta sabato 2 febbraio 2013 presso l’Auditorium «Recagni» della Scuola Sociale Accademia delle Arti in via Marconi 21 a Melegnano con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale Assessorato alla Cultura.
Presente anche l’Assessore alla Cultura Raffaela Caputo.


Antologia del Premio letterario Città di Melegnano 2012


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