Luca Dionigi Caristo
Primo Amore
Amor tra le mie dita
com’ alito di vento,
da ora la tua vita
è luce del mio tempo.
Oh Tu fulgente stella,
nel buio più profondo,
fra tutte la più bella,
illumini il mio mondo.
Col nero dei tuoi occhi
come d’improvviso,
ridoni alle mie labbra
un candido sorriso.
Ogni tua parola
nasconde una carezza,
ed anche quella sola
è colma di dolcezza
Adesso quel che provo
come ciò che taccio,
con Te io lo ritrovo
tutto in un abbraccio.
Guido De Marco
Mamma
Gli occhi non vider mai donna più bella,
anche se vecchia è lei la giovinezza:
mi diè la vita, il latte, la favella…
mi sento buono quando m’accarezza.
Brilla sul mio cammin come una stella,
è nell’arsura un sorso di freschezza:
fido porto alla mia navicella
quando attraversa giorni d’amarezza.
Vive nell’ombra mia lampada mite,
pur mentre dormo ella m’ascolta il core,
ha un farmaco per tutte le ferite.
Parla di me… se parla col Signore!
E se con una spada il cor le aprite
Non darà sangue, ma soltanto amore.
Elio Lunghi
Uomini e aquiloni
Sospinti dai venti siamo
giunti dove gli uomini
volano come aquiloni.
Il filo che ci lega alla
terra è un arcobaleno
retto da bambini di
diverso colore.
La pace universale
Cerco un amico dal viso nero,
cerco un amico che mi stia accanto
quando salgo sul tram o cammino
sognando.
Quello che sogno è il desiderio
di dialogare sia con il nero, che
con il giallo, sia con il rosso
che con l’arancio.
Tra tutti i colori, le lingue, i costumi
e le religioni si deve creare un’armonia
se vogliamo anelare a una pace che sia
veramente universale.
Luca Palazzo
Buio
Scrutano gli occhi
le invisibili geometrie.
Tese le aure a palpare
i suoni del silenzio.
Le mani si allungano a
riconoscere usati gli oggetti.
Tanto simile è l’animo
di ciascuno nel mondo.
Gabriella Scomparin
Opera 7^ classificata
Troppo spesso
Troppo spesso si leggono
vite senza storia,
si guardano altri
spalmarsi avventure
e si invidia quel fare.
Troppo spesso vorremmo
districare matasse
senza bandolo,
spiegare il nulla
col tanto dire.
Troppo spesso,
come il tramonto
in attesa della sera,
l’uomo ricade
nei fantasmi impossibili.
Troppo spesso si va
tra abbagli mascherati
da sapienti improvvisati
e lì, si ripone
l’angusto stare.
Troppo spesso anche l’infinito
ci sembra stretto e ci perdiamo
nella morsa dell’incoscienza.
Ci pervade il bisogno d’immortale,
un sapere che sta nell’anima,
che si stempera nel nostro
vero sentire.
Enrico Trivoli
a San Bonaventura
Bellezza di Dio
Sei bello o Signore come il Sole che sorge
e la rugiada è sui fiori e sulle erbe
come il Sole che splende al mezzodì
e scende lento tra mille colori
e dà luce all’invisibile Occidente.
Sei bello o Signore
come il mare calmo delle azzurre distese
e nella tempesta sono minacciosi i lamenti dei passeri del cielo
come l’acqua chiara e luccicante che scende silente dal monte
come la musica mormorata dei pianeti
e l’amore intenerisce i cuori
e la gioia arrossa il viso dei bambini
e ne fa splendere gli occhi.
Sei bello o Signore
come il vagito del bimbo che nasce
e il primo suo sorriso all’amplesso tenero della mamma.