Antologia delle più belle poesie del Premio letterario Città di Melegnano 2020
In copertina: Tramonto in Lombardia – pHoto Pietro Scorletti – info@photoscorletti.it
Indice
Prefazione di Massimo Barile – Omaggio a Benedetto Di Pietro – Albo d’Oro del Concorso – Loredana Andreazza – Sergio Baldeschi – Giulia Maria Barbarulo – Alessio Baroffio – Maria Bartolomeo Catella – Aurelia Bogo – Mariagina Bonciani – Alexia Ioana Branzea – Anna Maria Brughitta – Epifania Grazia Campagna – Angelo Cicatelli – Riccardo Colombari – Maria Colombo LGE – Bruno Coveli – Riccardo Del Sole – Umberto Di Giacomo – Vittorio Di Ruocco – Arianna Donola – Nunzio Galvagno – Giuseppe Galdino – Giuseppe Gaudino – Lucia Ingegneri – Giuseppe La Rosa – Elisabetta Liberatore – Dario Marelli – Aurora Nocentini – Monica Elisabetta Pacquola – Maria Teresa Piccardo – Andrea Polini – Carlo Ricci – Cecilia Rossini – Maria Grazia Savonelli – Claudio Soave – Franco Tagliati – Angelo Taioli – Ofelia Usai – Alessandro Vonella – Marian Ciprian Zisu
Prefazione
La presente antologia comprende le poesie degli Autori che hanno partecipato al Premio «Città di Melegnano 2020» nella sezione poesia.
Desidero rivolgere il mio apprezzamento a tutti gli Autori che hanno offerto le loro liriche dimostrando di voler alimentare ed illuminare la Poesia.
La galleria delle composizioni liriche mette in evidenza la passione degli Autori e la loro capacità di spaziare tra varie tematiche pur mantenendo sempre, a caposaldo della visione poetica, la sostanza autentica delle profonde intenzioni liriche.
Tali processi creano visioni originali che fissano le emozioni e gli stati d’animo in una miscela alchemica che si plasma e trasforma in continuo.
La concezione dell’amore si esplica nelle molteplici manifestazioni del vivere, diventa percorso di conoscenza e risulta capace di esaltare la magia stessa dell’amore, superando le antinomie del vivere ed il travaglio del percorso terreno.
Le evidenze liriche si miscelano con le vicende esistenziali generando una simbolica testimonianza, tra amara consapevolezza che nasce dall’osservazione della realtà odierna e dolce recupero memoriale, tra metamorfosi dei personali microcosmi e prese d’atto di condizioni esistenziali.
Nella presente antologia, come si poteva prevedere, si ravvisano alcuni riferimenti all’attuale emergenza sanitaria collegata al Covid 19, accompagnati da considerazioni e riflessioni sulle problematiche della sofferta condizione causata dalla pandemia.
L’universo emozionale che scaturisce da questa raccolta antologica viene rappresentato attraverso lo sguardo, attento e penetrante, degli Autori e, allo stesso modo, anche gli stati d’animo vengono scrutati nel profondo.
La Parola nasce sincera dal cuore e si espande nelle liriche, sempre protese ad illuminare le più labili percezioni dell’animo umano.
Il mio augurio che il Premio «Città di Melegnano» possa essere l’inizio di una lunga serie di soddisfazioni.
Il mio sincero ringraziamento a tutti gli Autori.
Massimo Barile
Presidente della Sezione Poesia del Premio «Città di Melegnano»
Omaggio a Benedetto Di Pietro
Queste mie poche parole vogliono rendere omaggio all’amico Benedetto Di Pietro con un semplice ricordo che diventa testimonianza d’una condivisione che è stata importante, prima a livello umano e, poi, nell’ambito culturale e letterario.
Benedetto, per molti anni, ha presieduto il concorso di poesia Città di Melegnano, con grande passione e con orgoglio, sempre cercando di offrire agli Autori approfondite motivazioni relative alle loro poesie ed elargendo consigli che ben indicavano la giusta via da seguire.
Ricordo ancora le lunghe, lunghissime chiacchierate con Benedetto, durante la cena che si svolgeva, ogni anno, dopo la premiazione per i concorsi letterari, indetta da Il Club degli Autori.
Era un vortice continuo di rimembranze d’esperienze esistenziali e aneddoti di vita vissuta che si miscelavano con puntuali citazioni dotte e meno dotte, aforismi e battute spiritose, sempre permeate di una sottile ironia da ambo le parti, soprattutto quando calcavo la mano su qualche mia citazione latina classica: era come un gioco, basato sul rispetto reciproco e sulla condivisione di un mondo culturale che si nutriva dei “classici”, nel quale però si potevano ritrovare frecciate sarcastiche ed allusioni non certo ripetibili in questa sede.
Rimpiango quelle occasioni perché, solo ora, mi rendo conto che è capitato rarissime volte di riviverle con altri.
Sono sicuro che Benedetto avrebbe apprezzato queste mie parole perché, anche a lui, piacevano le parole sincere e che nascevano dal cuore.
Caro Benedetto, che sia lieve il tuo volo libero nel cielo infinito.
Massimo Barile
Albo d’oro della venticinquesima Edizione del Premio Città di Melegnano 2020
La giuria della XXV Edizione del Premio Città Di Melegnano 2020 presieduta nella Sezione Poesia da Massimo Barile ha così decretato:
Opera 1^ classificata: «Tu sei nella pioggia» di Elisabetta Liberatore, Pratola Peligna (Aquila).
Questa la motivazione della Giuria: «Elisabetta Liberatore propone una lirica che riconduce alla evidente condizione di sospensione nel tempo, un percorso lirico “senza più stagioni”, pervaso di atmosfere evanescenti, tra “echi sottili” e parvenze, catapultando in una vertigine nel cuore.
La figura lirica “vive” nella pioggia, si plasma alle evidenze liriche che si susseguono, tra silenzio e sorriso lieve, mentre lo sguardo rimane imprigionato nel ritmo graffiante d’un universo emozionale.
La visione poetica diventa “richiamo che trafigge”, che penetra con forza nell’anima, tra ombre e lacrime del passato, ed il sigillo lirico, che si tramuta in substantia esistenziale, conduce ad una nuova dimensione dove il “rito si consuma” nel sonno, avvolto dalle tenebre notturne». Massimo Barile
Opera 2^ classificata: «In una pioggia di luce» di Dario Marelli, Seregno (Monza e Brianza).
Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Dario Marelli rappresenta un autentico canto d’amore, ed i versi “ho scritto per te le parole più belle” ne sono un esempio, rappresentando i bagliori d’una visione poetica, costantemente alimentata dall’ardore e dalle magiche emozioni, quando il poeta ammira la luna in un cielo stellato, e si avverte un senso d’abbandono che comunque implicherà una rinascita.
L’invenzione lirica s’incarna in un abbraccio d’amore, come a voler creare “una pioggia di luce” che illumini il sogno e continui a renderlo “vivo”». Massimo Barile
Opera 3^ classificata: «Interpreti di un nuovo tempo» di Sergio Baldeschi, Montecerboli (Pisa).
Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Sergio Baldeschi riconduce ad una dimensione esistenziale dove dominano gli “interpreti di un nuovo tempo” che si trovano a fare i conti con un periodo contrassegnato da una pandemia.
“Sulla soglia dell’inferno” come a separare i “contagiati” dagli “assolti”, emergono le simboliche figure di agnelli sacrificali, vittime di un nefasto sortilegio.
In questo teatro dell’assurdo, l’ultimo grido nella “nemesi cognitiva” si accompagna all’illusione e al sogno di inaspettati “custodi del nulla”, come ad immaginare di “essere altrove”, “credendo di vivere” l’inevitabile destino: il poeta, ormai dissolto nel suo mondo lirico, conduce a scegliere tra la ricerca di un approdo salvifico o la custodia di un messaggio di speranza». Massimo Barile
Opera 4^ classificata: «L’attesa» di Alessio Baroffio, Rescaldina (Milano).
Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Alessio Baroffio proietta “negli istanti infiniti dell’attesa”, quasi a diluire le emozioni, a voler espandere una dimensione lirica nella quale la paura catapulta dentro “intricati pensieri”, complesse rivisitazioni emozionali e labirinti d’incertezze.
Il cuore e la Parola del poeta pulsano all’unisono scandendo il tempo lirico che trascina in un “silente limbo”, oltre la battaglia quotidiana, tra speranze e brividi, con il coraggio di “cambiare il futuro”». Massimo Barile
Opera 5^ classificata: «4 Agosto 2020» di Vittorio Di Ruocco, Pontecagnano (Salerno).
Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Vittorio Di Ruocco si modula sullo spirare del “vento maledetto della sorte”, che avvolge il travaglio dell’Uomo ed il pianto dell’umanità, mentre la morte invade le banchine dei porti e tinge di rosso il mare violentemente scosso da tempeste notturne e, allo stesso modo, “il fuoco del deserto” che si accende per le strade devastate di Beirut.
La notte silenziosa soffoca le grida, il tormento e la pietà: non resta che guardare il cielo come atto di salvazione, ultimo appiglio prima di inabissarsi nell’orrido, prima di svanire nel terrore, nel “ventre della disumanità”». Massimo Barile
Opera 6^ classificata: «Iride» di Marian Ciprian Zisu, Roma.
Questa la motivazione della Giuria: «La visione lirica di Marian Ciprian Zisu penetra nel profondo di una dimensione che si genera nell’iride” della persona amata, dove il poeta intravede l’infinito, come a voler custodire i ricordi che hanno attraversato l’anima.
La Parola risulta vanificata dagli eventi, dalle evidenze liriche e dal riflesso nella simbolica iride, che ormai non “balugina” più.
Durante il processo si avverte la metamorfosi lirico esistenziale e il poeta pone, infine, il suo sigillo: “In quella tua iride/la mia esistenza si annulla”, che diventa decretazione d’un senso di dissolvimento e, al contempo, atto salvifico». Massimo Barile
Opera 7^ classificata: «Nell’odoroso silenzio» di Lucia Ingegneri, Monza (Monza e Brianza).
Questa la motivazione della Giuria: «Nel “silenzio dell’infinito” la poetessa afferra la “luce misteriosa della vita”, capace di eliminare i pensieri oscuri ed “accendere” la fiamma dell’anima in una costante esplorazione dell’universo emozionale.
La Parola di Lucia Ingegneri nasce dal cuore puro, sincera e limpida, sempre protesa a fissare la sostanza autentica del vivere.
L’evoluzione lirica conduce ad una “riserva d’amore”, ad un abbraccio alla stessa esistenza, come a rincorrere le gocce d’amore, meraviglioso e prezioso dono: la coscienza trasparente illumina il percorso e la rivelazione lambisce luoghi misteriosi dell’anima, che viene “cullata” nel “giardino dei pensieri” della poetessa». Massimo Barile
Opera 8^ classificata: «Canzone d’amore finito» di Cecilia Rossini, Parma.
Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Cecilia Rossini riconduce alla percezione del sentimento dell’amore perduto, proponendo una miscela di espressioni poetiche che alimentano tale processo: le emozioni non espresse, gli incanti svaniti, i sogni dissolti, tra il profumo di “rose e ciclamini”, quando, della persona amata, non resta che un “cuore inaridito”, un “libro abbandonato”, e la consapevolezza che anche le “impronte sul divano rosso” svaniranno presto.
Durante il processo lirico la figura della poetessa, come “navigatrice ardita”, come “Regina” indiscussa della sua nuova vita, emerge prepotente nella rivisitazione delle intenzioni e delle evidenze liriche, veleggiando con “ali di libertà”». Massimo Barile
Opera 9^ classificata: «Grazie Madre» di Maria Colombo Lge, Bovisio Masciago (Monza e Brianza).
Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Maria Colombo si ammanta meravigliosamente d’una atmosfera che riconduce ad un intenso e profondo canto d’amore dedicato all’amata madre.
Nel silenzio che avvolge, sotto la “coperta splendente del cielo”, il ricordo non muore, e la poetessa eleva una preghiera, ricordando il “lieve e dolcissimo sguardo” della madre.
Nel suo cuore la pena è forte, in attesa di un abbraccio come allora, tra le attese ed il silenzio: ogni sera il cuore “narra” la sua presenza, percezione sottile di un’ombra leggera, e la poetessa recita un “grazie” a sua madre per le “infinite ore d’amore” vissute con lei». Massimo Barile
Opera 10^ classificata: «La Piciangola» di Alessandro Vonella, Monza (Monza e Brianza).
Questa la motivazione della Giuria: «La giostra della vita oscilla come il tempo nel vivere quotidiano mentre il poeta offre uno stato d’animo che si erge a simbolo portante della lirica: “nuotiamo come cannucce/nel frizzio d’una granita” che diventa metafora del travaglio dell’esistenza.
Alessandro Vonella immerge la sua Parola nel “cuore tremante”, nei “pensieri bloccati” e nelle speranze che “affogano”, mentre sibila la simbolica “altalena”, la sua “piciangola”, come ad avvisare che “ciò da cui scappi/ti riprende”, e sempre nuovamente ti cattura». Massimo Barile
Opere Segnalate dalla Giuria con Attestato di merito:
«Mi siedo accanto» di Angelo Taioli, Voghera (Pavia).
Questa la motivazione della Giuria: «La dimensione lirica introduce ad un lento scorrere del tempo che diventa rivisitazione esistenziale, come a voler gustare ogni attimo ed assaporare ogni emozione.
La visione lirica di Angelo Taioli modula le cadenze interiori e conduce a spiragli di luce che aprono verso una nuova dimensione.
La parola del poeta tende ad una purificazione e, come sigillo poetico, giunge la confessione, che diventa presa d’atto esistenziale: “imparo la vita dalle stelle” e “imparo la speranza dalle lucciole”». Massimo Barile
«Inferno» di Franco Tagliati, Guastalla (Reggio Emilia).
Questa la motivazione della Giuria: «Nella poesia di Franco Tagliati la visione lirica d’un “inferno dell’ignoranza” fagocita i sogni ed invia messaggi di morte perché saranno vittime degli innocenti.
La “coltre scura” penetra la percezione lirica e pare “sbranare” le speranze, mentre il poeta “cerca disperatamente/di salvare i giorni”, ed offre la decretazione di tale intenzione con un simbolico sigillo lirico: “assaporerò l’invisibile/toccherò l’intangibile/per immergermi nell’impossibile”». Massimo Barile