Emilia Bacanu
	
		Novembre
	
	Sfogliami tu, vento
di pensieri 
e di dolori
e di ieri, 
sii complice
di quest’autunno
che mi partorì
con cura,
con ritardo
e 
con gioia.
	
	Stefano Baldi
	
		Stella remota ed incompleta
	
	Mare, come sarebbe possibile
vivere lontano da te,
non sognarti almeno ogni notte,
non poter ammirare ogni tuo divino movimento,
sei come lei,
una calamita alla quale non riesco a resistere.
	Lacrima di sale
che scende sul tuo viso,
pensieri irrequieti vagano nel tuo profondo,
sogni lontani separati da muri intangibili,
ma che la luna oltrepassa indomita,
e ti scalda, lambendo il tuo cuore.
Stella remota ed incompleta,
cogli il mio cuore e uniscilo al tuo,
anima che oltrepassa i miei sogni,
e si getta nel fiume delle mie emozioni,
divine notti che calano,
e che nascondono nuove albe;
la notte ed il giorno
sembrano così differenti,
eppure sono anime gemelle,
come il sole e la luna,
e tu, mia unica anima gemella,
mia unica ragione di poesia,
dove sei?
	
	Giusi Belluomo
	
		Amare il Pensiero
	
	Brilla la mia stella senza tempo
impaurita dalle luci del mondo
	Non andar via pensiero
rimani ancora
fai compagnia a questo cuore
rendi fluido quel sangue
che senza di te indurisce queste vene
	Vorrei fuggire da te
lontano
per vagare tra l’alito del mondo
	Vorrei bruciarti
e spandere le tue ceneri al vento
	Vorrei bagnarti
per diluire la tua essenza
e annaffiare l’erba
	Vorrei ridurti in poltiglia
e poi frantumarti
per ritornare terra
	Tutto questo vorrei 
per te mio dolce pensiero
ma quello che più anelo 
è Amarti
	
	Carlo Antonio Bertolo
	
		Grigiore
	
	Grigiore, grigiore; sempre grigiore
là fuori, dietro la chioma del fico,
oltre il profilo del monte. La pioggia
sfila carezze sghimbesce sui vetri;
io che boccheggio nell’afa serale.
So che là fuori mi aspettano al varco
il genio del bene e quello del male.
Terrore di viver tempi a venire,
contorti, distorti: dì che non so,
neanche sapere oppure vedere
vorrei, e invano imploro gli dei.
Ieri! Sì, ieri ha un volto vissuto,
un dritto e un rovescio ch’è conosciuto,
ma non il domani. Guardo le mani
vuote di sogni, di fate morgane
d’iperboli strane, nudi bisogni,
pei quali non sai se poi ti vergogni
del nulla che tieni o’l niente che dai.
Domani, che ti solleva un vento
d’attesa angosciosa, fulmini, tuoni,
vuoti silenzi o cupi frastuoni…
Guardo, mi specchio: scomparso il virgulto,
del tempo mi resta solo l’insulto
di terra violata e seme sprecato,
disperso, inumato in aridi solchi.
Affondo le mani, cosa mi resta?
Due spiccioli in tasca e ‘l tarlo ch’ho in testa
	
	Enrico Bonfiglio
	Castello
	Mura altissime mi circondano di bianco avorio,
lisce, immense, maestose, 
assorbono le mie paure e ansie come una spugna intrisa di veleno.
Dal cielo acquerugiola non mi bagna, 
ma appesantisce il mio cuore stanco e mi fa inginocchiare 
su questa terra nuda, 
che raccolgo in pugni stretti e mostro al cielo 
chiedendo se un posto al sole per me ci sia, 
e con la testa china piango miseramente.
Inveendo contro il Padre che si è dimenticato di un suo figlio. 
	
	Fabio Bossi
	
		Sensazioni
	
	Sulle cime innevate spunta un raggio di sole…
Le riscalda…
La sensazione di freddo che avvolge il mio cuore è immensa…
In lontananza si odono i suoni meravigliosi delle cascate…
È notte… si sente nell’eco una melodia di suoni…
Alzando gli occhi al cielo ho la sensazione che…
	
	Lucia Copparoni
	
		L’Italia
	
	È come esultare
quando si è centrato
un bersaglio.
	È dire di sì
ad un amico.
	È ricordarsi che
è la nostra terra
e non la lasceremo mai.
	È come vedere
un treno in movimento.
	È come sventolare
la nostra bandiera
verde bianco e rossa.
	Un giorno
forse
ricorderemo
che siamo uniti,
che siamo unici,
che abbiamo una bandiera.
	
	Fabrizio De Gregorio
	Opera 2^ classificata sez. Giovani
	
		Quando amiamo senza rimedio
	
	Mi duole un poco vivere
quando son esule
dal corpo bianco e scarno
del tuo amore.
Mi duole un poco vivere
quando non m’ami
quando incontro un uomo e non oso guardarlo
quando una donna piange
mi duole un poco vivere
all’ombra di giugno
fra i fiori del caldo
quando il vecchio cielo m’affida
nudo e solo all’immenso.
	Ma quando t’amo e tu m’ami 
son sazio
mordo il pane dell’esistenza
abbraccio ogni uomo,
l’anima si crogiola gioiosa
nel gorgo umano,
il cielo muore nel mio dolore
Quando t’amo e tu m’ami 
sono infinito
la mia carne è l’eterno
della vita e della morte,
fra le mie crude membra
camminano gli uomini si perdono
delirano ridono cantano,
nel mio crudele sogno
silenti muoiono sorridenti 
all’alba con le ombre 
del fuoco notturno.
Sono 
quando amiamo senza rimedio 
ogni vita e ogni morte
degli uomini tutti.
	
	Maria Chiara Firinu
	Opera 7^ classificata sez. Adulti
	
		Alla miniera
	
	Si sale, si scende, laggiù…
	È notte di giorno,
è notte di notte.
Aggredisci la pietra
ma pensi alla casa, più su…
	Il tuo bimbo ora dorme, riposa.
Vorresti un abbraccio:
non c’è l tua sposa
che adesso è in silenzio
e già prega per te.
	Tua nonna, tua madre,
han dormito identici
sonni leggeri aspettando
il ritorno del sole nel cielo,
aspettando il tuo passo sullo scalino di casa.
	Sei lì per il pane:
ti accarezza il sudore,
ti abbraccia la terra
che sa di polvere e fatica,
che sa di passato e paura.
Sei dentro il suo grembo
che al buio ti dice:
	«Fai in fretta, scava,
lavora più forte, respira…
quell’aria un po’ strana,
che sa di carburo e di nebbia,
che ha brama di luce.
	Domani, là fuori, c’è il pane,
fra poco, là fuori, c’è il sole».
	
	Nunzio Galvagno
	
		Sei rimasta là
	
	Sei rimasta là
Mamma
Sei ancora là
Nella tua casa
Nelle stanze
Nella scala
Nei balconi
Che affiancano
Finestre
Che ti cercano
Nel piccolo giardino
Sotto il Nespolo
La piccola cappella
Ricavata
Dentro il muro
Da te voluta
Nell’intonaco
Scritto c’è ancora
«Sant’Antonio
proteggi la nostra casa»
Di Luglio torrido
Il caldo è devastante
Sui fiori
Ormai soli
L’acqua piovana
li disseta appena
Manca la tua vita
Sento a me intorno
La tua presenza
Nella tua casa
Resta
In tutte le tue cose
Mamma.
	
	Emma Garzaroli
	
		Con tristezza e nostalgia
	
	Eri esile e gentile:
entravi in farmacia
togliendo il berrettino
dai biondi capelli,
salutando con un sorriso;
che tenerezza le lentiggini sul viso!
La prima volta che hai chiesto le siringhe:
quelle per l’insulina,
ho pensato ad un parente
che si iniettava la medicina,
non eri certo tu il tipo
da usarle per l’eroina!
Una notte una donna invocava
urlando e piangendo nella via:
«cosa avete fatto a mio figlio,
ora non c’è più e non è colpa mia!»
Non ti ho visto più,
eri esile e gentile,
era tua madre che urlava nella via.
	
	Rita Iacomino
	
		Ali
	
	La luna è silenzio
che accarezza la mente
mentre il dolore
costruisce una gabbia
senza tempo
dove l’amore
non vive,
non muore.
	Scappo dagli inganni
della memoria
e danzo sull’orlo
delle onde,
ma i sogni
diventano nebbia.
	Allargo le sbarre.
	Volo.
	
	Angelo Lombardini
	
		Le ultime lucciole
	
	Di prima estate quando il grano infiora
e sopra i campi la sera scende come una carezza,
come d’incanto appaiono le lucciole.
	Palpiti di luce fioca nell’aria che s’imbuia,
sembrano comporre liriche spezzate
con note luminose pulsanti nel silenzio.
	Poi d’improvviso, con il barlume dell’ultimo diamante che si spegne,
le lucciole spariscono nel buio della notte. 
Nessuno fa gran caso al cambio che c’è stato.
là dove prende spunto, là dove cessa il gioco.
	Anche le cose mie più belle se ne vanno.
Lucciole che sfumano repentinamente,
verso un destino che non era mai, 
dato per consumarsi tanto presto.
	Le liriche più belle però non se ne vanno.
Prima che l’igiene cancelli le memorie,
qualcuno le raccoglie
e se le stringe al petto.
	Lucciole che restano per affabulare.
	Scritta su una poltrona di chemioterapia (Oncologia B Umberto I, Roma) e dedicata alla donna della mia vita in un momento in cui  valori e sentimenti hanno tutto il loro senso
	
	Mariachiara Millimaggi
	Irregolare percussione, 
Snervante successione
Di colpi, picchiettii, martellamenti
Falsavano il corso degli eventi
	Ora esitante e incerta,
Ora vigorosa ripresa,
Impertinente offesa,
Pioggia d’acciaio
Presagio di guai.
	Il silenzio!! 
Poi uno stridio,
Un lontano crepitio,
Irritante prurito risaliva la parete.
L’oblio…
Smarrimento dell’io
Sbeffeggiato da un animo tronfio
Rigonfio di gas!!
	
	Gennaro Moretti
	
		Inverno
	
	Tempo di nostalgia
per le tue calde mani
che sfiorano 
i miei pensieri
tra nudi alberi
fatti di neve
e bianchi ricami
di gelo. 
Nel piccolo giardino
di candida coltre
riposa la rosa 
col gelsomino
e il fragile pettirosso
circospetto si muove
sotto un plumbeo cielo
a cercar l’incerto miglio.
Quieta è l’aria
e già il giorno
muore. 
Ravvivo nel camino
la fiamma,
ti penso
e riscaldo i silenzi
e la vita.
	
	Andrea Motta
	
		Nella voliera
	
	Libere e leggere macchie di ruggine
sulla carrozzeria del cielo appena
comprato da pagarsi in trentasei
rate a tasso zero
i puntini numerati di un gioco
della rotonda azzurra verde e bianca
Settimana enigmistica di Dio
palla di Natale
sull’abete dell’Universo
con stelle a nastri tutt’intorno
saltano come le bimbe per strada
che sui marciapiedi giocano al Mondo
volano come il tempo che s’affretta
più si va esaurendo
guardan giù sorridendo spodestati
nella piazza stracolma di bandiere
si beccano per poche dure briciole
candidati e preti
di passanti pietosi e stanchi
lì solo a riposare i piedi.
	
	Ivana Pani
	
		Crisalide
	
	Una corolla,
in mezzo al firmamento
di un prato variegato,
schiude soave i suoi petali
nella tarda aurora
mentre si accinge ad accogliere
la bruna dei muri.
	La crisalide si lascia avvolgere
dal calore del sole
già levato nello sconfinato azzurro
mentre la voce sibilante del vento,
le racconterà di stelle cadenti perdute fra raggi di luna cosmici.
	Poi un bagliore fallace,
complice di un rombo assordante,
irrompe con disincanto
in questa magica metamorfosi
dove cominciava a delinearsi,
nella creazione fantastica,
un essere che ancora tarda ad approdare
in questo tumultuoso mondo.
	E rimane ancorata nel suo involucro,
malinconica ed esterrefatta,
ad aspettare,
tra gli incessanti tuoni,
che un giorno le sue pene
e i suoi tormenti
muoiano
soffocati dalla gioia
che nascosta giace
tra la speranza impavida
e l’amore
ora incastonati
tra un tripudio di suoni e di colori.
	
	Ilaria Parlanti
	
		Il desiderio di sognare
	
	Arriverà il giorno in cui sorriderò,
arriverà il momento più felice, atteso,
liberatorio della mia vita.
E io sarò felice,
e condividerò la mia gioia con il mondo.
E il mondo sorriderà, griderà, mi abbraccerà,
gioirà con me.
E tutti sorrideranno,
dimenticheranno chi sono, dove sono,
i mali che li affliggono scompariranno come per magia.
E ci prenderemo per mano
come se fossimo fratelli
uniti da un legame indissolubile,
e ci guarderemo come se ci conoscessimo da sempre.
Poi all’unisono grideremo al cielo, 
alle stelle e all’universo
la nostra felicità per l’eternità.
Ma poi sopraggiunge la realtà che ci ricorda chi siamo,
ci ricorda che il mondo non è solo un luogo di pace.
Ma l’unica cosa che non ci può portar via,
nel nostro angolo segreto del cuore,
che non ce lo può portar via neanche la morte
è il desiderio di sognare.
	
	Elisa Pasquarelli
	
		Alla smarrita Poesia
	
	La fitta pioviggine 
intride la mezzanotte – 
lungo strade senza nome
rivivo nella plenaria 
assenza dell’Uomo
	E qui – dove sento
di essere già stata
(dove sono nata
dov’è la mia casa)
i monti svettano
d’intorno brumosi
distanti e informi.
	I tutti annottati 
presagi – divelti
anagrammi di una speranza 
infinita d’umanità – 
rivanno a soli i brandelli 
dei davanzali sporti 
dalle finestre vive 
	Ma vive ai pascoli
della vita,
non più brucano
le vere Parole 
	
	Claudio Luigi Perego
	
		La bella addormentata
	
	La tua mano tesa verso il cielo
Subito rapita dalla schiera celeste.
Come potevi resistere 
ai velenosi dardi
di boriosi sapienti dell’anima.
Ora la pace regna in te
là dove nasce il vento,
dove il sole
è di tutti e per tutti.
Ho ascoltato a lungo
il tuo silenzio
mentre altri dirigevano
orchestre stonate.
I nostri cuori
Sempre più complici
incompresi e forti.
L’agognato principe
non ha risvegliato
i tuoi occhi…
così l’indegno boia
non ha spento
il tuo respiro.
Anaule
rimani la testimone
del mistero inviolabile
della vita e della morte.
Spero per sempre. 
	
	Vincenzo Pirola
	
		All’amore perduto
	
	Come il giorno
ti amo,
come il bianco giorno
che agili dita
carezzano
nel vento di speranze.
Come il sogno
ti amo,
come il sogno
che mi pone attorno,
nel dolce di caldi pianti
adolescenti, pallidi incanti.
Come la morte
io ti amo
che come morte afferri
mentre incerto torno
a credere a fole
di attese
mai più sole.
	
	Roberto Puliti
	
		Lavoro minorile
	
	Dove la povertà 
più povera
annulla l’apparenza,
resta l’uomo
nelle sembianze di
un bambino
avvicina 
la terra al cielo
e l’orizzonte 
sparisce 
dietro
la polvere del suo lavoro.
Non ha bisogno di molto
nella notte più buia 
solo
un angolo per dormire 
al riparo dal vento,
un aquilone 
che allontana
in cielo 
la fantasia.
	
	Gabriella Rosato
	
		Il Concerto
	
	Da bambina 
cinta al tuo ventre
	mi cullavi, 
mentre il salice piangente 
da lontano ci spiava.
	Nella stanza
in leggera penombra, 
sipario sul cosmo,
con i piedi in punta
ruotavi.
	Dita affusolate, 
vibravano 
su lunghe corde,
note 
misteriose 
che si
accordavano 
con le nuvole.
	Pian piano
senza fare rumore,
soffio leggiadro,
rugiada sottile,
bellezza incantata,
scampanellio 
di fate,
ti adagiavi
sul cuore
come, 
meteora filante
in un cielo 
d’estate.
	
	Gianni Sardi
	
		Ricordi
	
	C’è una sensazione di vuoto
Che sta dentro la mia anima
Vuole dare risposta a domande
Che si perdono nelle notti
Passate ad ascoltare
Il tempo che non c’è più
In quei silenzi
Che ti strappano il cuore
Diventano rimpianto di chi
Non ha saputo ascoltare,
capire..
mi distruggo a spiare dalla porta socchiusa
la tua immagine
a cui non do riposo
ti cerco come in un sogno
per regalarti un po’ del mio respiro
per cancellare la tristezza
persa nella luce dei tuoi sorrisi
dall’alto della mia impotenza
piango..senza far rumore,
per te,che sei volata via
nei profili dei ricordi accennati
in frammenti di vita
dove non posso più fare ritorno.
	
	Giulio Schilirò
	
		La sera salvata dai profumi:
	
	La casa dirimpetto
È maculata
E la pioggia
Immacolata 
Non scende più.
Regna sovrano
l’acre odore
del cielo
sciolto, poc’anzi.
Le molli rose
Sfiorate appena 
Dalle cristalline gocce 
Paiono velate
Come la notte. 
La pioggia cede 
Il passo 
Al docile profumo 
Del gelsomino
Chiaro nella sera crepuscolare.
È bella così
Ogni fatica
E pare amica
Di quest’immensa
Creatura.
	
	Laila Tromboni
	
		A Marco
	
	Una luce s’intravede all’orizzonte
Caldo e dolce è il suo nido… ove tutto si ferma
Soave è il suo richiamo
	La dolce melodia della tua voce
Risuona nella mente e riempie il cuore di gioia…
Mentre nella stanza…
Echeggia beffardo il suono del mio singhiozzare
Solo lacrime solcano un viso… straziato di dolore
Per un domani ormai segnato senza di te
E tutto sembra non aver senso.
	Perché mai più si udiranno le tue risate
Perché mai più si vedranno i tuoi folli occhi
Perché mai più s’incontreranno i nostri giorni
	Hai indossato le ali più veloci, per volare lontano da qui
Da quei giorni tristi e un po’ malinconici
Dalla vita, che provandoti della tua fragilità,
ti aveva reso più forte.
E ora, il rumore assordante del tuo silenzio,
Devasta tutto ciò che nel suo cammino incontra,
Trascinandoci con sé in un vortice senza fine
Ma la fine non esiste dove sei ora,
Perché tu esisti al di là di noi.
	I sorrisi interminabili sul tuo viso
La speranza per chi ti ha amato
Le carezze per chi non ti ha capito
E la forza di gridare per chi non ti ha ascoltato!
	Rimpianti, rimorsi
Nulla più esiste
se non il desiderio etereo di un tuo abbraccio
e la certezza che di piena luce esso sarà
Perché di luce pura… Tu ora risplendi!
	
	Laila Tromboni
	
		La diversità
	
	La diversità veste me…
Ogni mio movimento 
è segno di ciò che sono e di ciò che vivo.
	La diversità veste me,
quando il controllo prevale sull’abbandono…
quando i pensieri sono estranei alla massa.
	La diversità veste me nei quotidiani gesti,
senza mai smettere di amarmi..
A chi giudica per bocca di altri
senza porsi alcun perché,
non è dato sapere… che la diversità veste anch’egli!
	L’unicità non è voler prevalere
Poiché essa è intrinseca dentro ad ogni individuo
Che sa ascoltarsi… che sa ascoltare…
Non la mente, non il cuore… ma il respiro…
	Perché la diversità non è segno di esilio
Ma di puro essere!
	
	Laila Tromboni
	
		Non credere
	
	Non credere ch’io non sappia
La materia di cui sei fatta
Non credere ch’io non senta
Il grido d’aiuto che mi stai inviando
Non credere ch’io non veda
Nel tuo profondo io ove tu ti nascondi…
La tua anima si ribella alla tua stessa esistenza
E i tuoi occhi sono colmi della tua sofferenza
	Poiché un gemito rubato alla tua bocca
altro non fu che un fugace nascondiglio della tua rabbia
Per la tua fragilità e incoscienza
smisi di parlare…
ma mai di ascoltare
	e qui, 
ora… adesso
rifugiata tra le mie braccia
Non una parola, non un lamento…
Solo il battito assordante del tuo cuore…
	Piangi amica mia, liberati dalla tua angoscia,
fallo senza remore.
	L’acqua che scorre da un piccolo ruscello
Alla fine della corsa abbevera intere vallate
Così le tue lacrime lasciate cadere
Possono colmarti di un sollievo eterno.
	
	Eleonora Zani
	
		Il ricordo di un’ amico
	
	L’amicizia mi abbandonò…
Ora mi nutro solo di malincuore,
mentre il vento mi scuote i capelli,
mentre l’acqua triste del fiume scroscia,
mentre io mi chiedo dove si può sciogliere,
il ricordo di un’ amico…