Antonio Natale Maria Canazzo
La Cattedrale
Nel tempio deserto e buio
tra le pietre antiche
passato è il tempo e l’aere
si colma degli uomini la speme
di nuova vita e canto.
Muri rocce sacre
poesia d’arte umana
domus del Dio onnipotente.
Sorge dal grigiore
un color di luce
vitrea danza
al sole del tramonto.
Vola sempre un angelo
lassù sui leggiadri archi
dita puntate al cielo
a noi mortali fisso lo sguardo.
Nel lumino tremulo
all’adorato santo
le speranze sublimano lente
la ragione violando eterne.
Dell’organo le canne vibrano
nel cuore e nei tendini
tremano le menti
pensando all’Altissimo.
Lucia Carobbio
Notte lunare
Che cime superbe
punteggiate di fronde…
E che rupe stesura
si forte di passo.
Che acqua rilente
in tal rio possente,
e com’è serpeggiante
in si greto sgargiante.
Che dolce gracchiare
nella notte lunare,
e che mesto brusio
su la sponda del rio.
Che notte incantata
nella sembianza di fata!
E guadando nel cielo
una stella cadente,
mi balena nel cuore una gioia struggente.
E mi vien da pensare
a una dolce preghiera
che lenisce gli affranti, della grande brughiera.
Giovanni Cherubini
Mi manchi
Una volta era facile
scrivere il tuo sorriso.
Dopo, solo un lungo silenzio.
Poi la voglia di parlare di te.
Ma piano,
non sciupare nel chiasso
la festa in tuo onore.
Perciò non potevo dire parole banali.
Ma ora ti dico semplicemente:
mi manchi.
Sarà il sole d’inverno
un senso, infine, di pace.
Man mano mi pare di udirti.
So bene che tu vuoi parlarmi.
Ma non dirmi che vivo
sono ancora qualcosa.
Almeno tu salvami
dal banale baratto
dell’esistenza.
Fammi vivere con te,
in questo dolce poetico inganno.
Anna Da Dalto
Soffio dei soffi
Vento fugace nella nebbia sorto.
Perdura, breve, come sua natura
sorge, finisce. Lieve ininfluente
soffio dei soffi di senso foriero?
Un alito nascosto: provenienza.
Prima recondito, svelato dopo,
significante, identità modella.
Il respiro gioconda luce scorge
presto, colore vitale riceve
salubre, segno di nata speranza
gemma vezzosa. -Arcano consiglio
insondabile prossimo parente
genera giusto con libertà santa.-
Poi, subitaneo pianto sgorga, sale
ed acqua: sono lacrime spezzate
inconsapevoli d’ombre future:
acciacchi mali. Ma pure letizie
chiare, librantesi solo di poco
grigio venate. Terra: sostenere
non si può che sia madre, non esiste
ancestrale spiritale legame.
Alterità palese, l’animato
al simile congiunge la sventura,
se consapevole, della coscienza
del fine, scopo ricercato scelto.
Pregnante termine non visto, forse,
stempera tardi, per sempre, sciagure
desiderate da nessuno, nere
funeste, da ciascuno conosciute.
Osa labile flebile formare
il soffio una scomposta trama sciolta
mirabile fastosa. Preconizza
impresa venerata premio parco
ambito. Vana inope attesa giace
se congetture frivole, triviali,
non corrisposta meta vedranno.
Riccardo Luca Delfino
La speranza
Son come le luci di uno spettacolo teatrale
Son come le pagine di un giornale
Son come le onde schiumate del mare
che stanno sole sole
che aspettano in ansia il verdetto finale
di una vita che sembra ormai andata a male
Son come le pagine tristi di un libro
che lentamente tu puoi sfogliare
e dentro scopri tante cose
che dentro un’anima stanno a dormire
nascoste e coperte come il capire che
…tutto finisce e che poi si muore
Son come le orme di un uomo infelice
che dentro di sé lentamente si dice
si chiede perché quel sole è lontano
quella speranza che va via invano
senza che io possa arrivare
solo col tatto a provare… a sentire
un ciclo di vita destinato a finire
Son come l’aquila che vola nel cielo
che piano piano si fa tutto nero
…E la Speranza è destinata a sparire
Come la vita di un mondo vile
Vincenzo Filannino
La luna e il rospo
La luna,illumina lo stagno
ascolta il gracidio del rospo
che sulle foglie di Nenufaro
l’osserva, sperando s’innamori.
La luna compiaciuta da tanta attenzione
luccica di vanità
riflettendo nello stagno come specchio.
Il rospo non sa più chi amare
amore impossibile
lei piange,lui soffre
lei splende
lui intona più forte il suo canto d’amore
sperando oda lo strazio
del suo cuore.
Stefania Fiorin
Gocce di silenzio
Il silenzio è un attimo
una goccia
una lacrima che sta perfetta nel tuo ombelico.
E su quel morbido ventre
adagerò i miei pensieri
in attesa di una dolce carezza.
Del tuo corpo mi sazierò
assaporando il caldo sentore di rose
con labbra avide ne esplorerò la levigata superficie.
Come pioggia d’estate scivoleranno le mie lacrime
per rinascere in quell’ istante
con l’anima pura di un bambino.
Lia Lafronte
Luce di oggi
Di tenerezza m’incendio
se ripesco il ricordo
nel suo covo segreto
dentro il segreto di me.
Non c’è più fine nel pozzo bianco
e argento e oro delle memorie
raccolte in silenzio, passo dopo passo,
come foglie cadute o spezzate
dai rami di tenero amore
del mio vivere.
Mi sorprendono gli occhi gialli
e fluorescenti della rimembranza
che a volte paiono illuminati da magia
se svelano piccoli diamanti del passato
non ancora donati a nuova vita.
È appunto un rivivere,
questo gioco dell’antico ieri
che si fa luce di oggi.
Benedetta, tu, memoria dell’anima mia!
Innamorata di ogni istante, di ogni sospiro
piovuto dal cielo nel tuo paniere di vita,
aperto come grembiule sotto gli ulivi
a cogliere frutti chiari o scuri,
sacri e dolci come grazie divine
non negate, non risparmiate.
Concetta Seila Mammoccio
Addio
Sotto un empireo sfrecciante zampilli di lampi,
corone di rose rosse si frantumano in pugni aperti d’avide mani;
e mentre s’ode la pioggia picchiare su un asfalto rovente,
petali cullati dal vento danzano, si rincorrono, si corrodono,
abbandonandosi stremati a polle d’acqua sorgiva.
In sordina, alle spalle, l’organo in galleria echeggia
note dolenti di un patetico Requiem;
mentre all’oméga del pianto chino al suolo e avvolto dal gelo
un cieco, sotto la volta del battistero,
si volge a lesinare passi sciolti di tacchi a spillo sfrontati.
In questo tempio sconsacrato, ove fulmini squarciano l’altare profanato,
noi vedove di guerra con l’amaro in bocca e cianuro nel cuore
sentiamo le mani intingersi di sangue, sangue di Martiri;
e mentre agghiaccianti acuti pervadono stanze vuote di cuori sterili,
il fetore ferale diviene palpabile.
Ora che anche il tuo cuore ha terminato di battere
sibila il vento dall’abisso dell’averno,
sussurrandoci con una morsa al petto
di non dimenticare; per ricordare vittime di una guerra
che di nome ha: Bandiera.
Ma nel giardino dei giusti, incurante dell’insania struggente,
la biro séguita a scivolare colma d’inchiostro
tingendo i solchi degli epitaffi,
sfumando fiumi di parole in lagrime,
scalfendo l’addio in lirica.
Stefano Mauri
2 novembre
In questo beatificato giorno commemoro con piacére
la fine delle ostilità che fino a oggi ho dovuto sottacére.
Volere agghiacciante e stroncante
mi ha imposto l’inseparabile regnante.
Ora sono in umile attesa, del giorno della resurrezione,
tanto caro alle anime in dissoluzione.
La mia speranza in sicure mani spiritiche è riposta,
perché sol da loro avrò certa la risposta.
Or più che mai mi condurranno a Lei fedelmente,
in questo giorno che è e rimarrà scritto indelebilmente.
Giorno questo che al mio vivere è decisivo
e, son certo, del mio felice arrivo;
così al 2 novembre guardo
e, ansioso, tendo al mio traguardo.
Liliana Murru
A mia figlia
Quando,
alla sera,
sola
vagherai
coi tuoi pensieri
vedrai
come ombre
uscir dalla foschia
quelli
della vita tua
più amari
e il loro suono
a te tornerà
aspro e pesante.
Allora
solo il rimpianto
delle parole mute
resterà
e forse capirai
cos’è il dolore.
Giovanni Rossi
Profonda…mente amore
Attraverso i sentieri del cuore,
incontro le foglie d’autunno,
le schiaccio con delicatezza;
non c’è stagione morta
nel mio universo d’amore.
Sento musica lontana,
melodia di antichi fiati;
vedo terre colorate,
da pastelli troppo densi;
ascolto e guardo dentro al sogno,
cerco amore, trovo te.
Le foglie di mille colori,
la montagna attende,
presto la neve arriverà.
Anche le trecce di erbe dormienti
verranno ricoperte di bianco,
per rinascere a primavera.
Un grido,
più grida di estasi,
interrompono il silenzio.
Ora
anche gli animali di antica sapienza
riposano.
Non è autunno,
non esistono le stagioni,
è la stagione perpetua…
…del mio amore per te!
Ester Travaini
Malinconico Agosto
(Dedicato al nonno dei miei figli)
Della tua gioventù raccontava di Mello la Valle.
Era a Ferragosto autentico ancora
l’armonioso tepore dell’abbraccio di un padre.
Si respirava lassù la frescura del vento,
sul viso era il dolce sentire, la tenerezza di un’ultima carezza.
Nel giardino danzavano le fronde dei due alberi solitari
e aspettando vendemmia i passati lontani sereno narravi.
Ma nel lento calare del sole
la cascata, che la roccia incessante solcava,
corale annunciava il finir della bella stagione.
Era l’ultima estate, ripiegato rimane
il vermiglio velluto dove amavi riposare.
Del tuo discreto passaggio,
un sincero ricordo hai voluto lasciare
…e intenso rivive quel dolce profumo
del niveo fiore notturno.
Agosto! Malinconico Agosto!
Morbegno, 24 agosto 2013
Enrico Trivoli
alla mia mamma.
Follia
Mentre avvampa di rosso il ponente il mio cuore si gela.
Vedo fra gli strati delle nuvole
abissi di perla pieni di paura
nel giorno senza fine.
E da lassù vorrei sentire sulla pelle
le carezze umide delle nuvole che impallidiscono
e vedere i mari e le terre dell’ovest
e le donne occidentali che ti salutano festose
agitando fazzoletti d’aria colorata
e ti sorridono con volti di medusa
come nuvole innamorate.
Annamaria Valsecchi
Il tempo fugge
Brillano i miei occhi verdi
velati da languide lacrime.
Amiamoci nel piovoso autunno
senza rimpianti.
Il tempo fugge.
Mio algido russo
illumina il mio viso
e fai esplodere la mia anima
in tante luci e colori.
Fammi sognare ancora.