Antologia del Premio Letterario Città di Monza 2017

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del Premio Letterario Città di Monza 2017
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 92 - Euro 18,00
ISBN 978-88-6587-9030

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Antologia delle più belle poesie del Premio Città di Monza 2017


Concorso organizzato con il patrocinio del Comune di Monza Assessorato alla Cultura


In copertina «Bellezza italiana: Villa Reale di Monza»(particolare della facciata sud est innevata), tecnica mista su tavola, 90X115, di Annamaria Gagliardi.


Antologia del Premio Letterario Città di Monza 2017


Maria Anzani


Spolverata di neve

Stamane m’accoglie
una spolverata di neve,
ghiacciata dal freddo,
su tetti, prati, viali e alberi
del giardino.

Più tardi
due raggi di sole
ed ecco l’incanto:
una pioggia di cristalli luminosi
scende da alberi e siepi,
sul prato
un tappeto d’argento.


Renato Arosio


Il vicolo

Il ritmo vertiginoso della moderna vita
non mi permette di andare al passato
e rivalutare un angolo del centro storico,
un vecchissimo particolare architettonico,
un vicolo ricco di immagini che ho amato,
di fascino, di suoni, di ricordi infiniti,

soffermarsi è un volere improvvisato
per rivivere i luoghi dove
hanno vissuto mio padre
i miei nonni, mia madre
tutto questo mi commuove
e rimango fortemente abbagliato.

La sera sono illuminati da luci a iosa
calde, avvolgenti che fanno rinascere
le ombre del passato, i suoni, i volti
sembra di viaggiare a ritroso e ascolti
come un bambino vorrei rincorrere
la mia ritornata felicità or gioiosa.

Ma il tempo fugge…
devo forzatamente andare
non ho più tempo per amare,
il moderno vivere… stringe!

(ABCCBA- ABBA) sonetto rinterzato


Joan Josep Barcelò i Bauçà


un mare cartilaginoso

oggi lo sbaglio ha invaso il mio cuore,
tormento della sofferenza sensuale
che s’affronta a me,
soggiorna
bugie avvelenate,
scorre
attraverso il corpo
che dorme tra le ossa di un mare rosso.

forse sono la furia di dio,
un potente vento del mare,
una spinta della vita,
forse qualcuno che muore in un corpo dinamico
che già non respira più.

io non voglio che nessuno mi parli del lampo.

l’insolito rumore del vetro,
in qualsiasi punto del tempo,
indossa tanta vanità
che brucia tutte le stelle del firmamento.

le frontiere del tempo
non hanno nome,
sono immagini snebbiate,
la faccia
della paura.


Mariagina Bonciani


All’ultima ombra

All’ultima ombra fermatevi
ad aspettare
e riposare…

Lungo è stato il cammino
e la giornata
fu soleggiata e calda
e densa di avvenimenti.

All’ultima ombra fermatevi
a riposare
prima di riprendere il cammino…

Ancora vi saran calore e sole
ed anche nuove ombre
di ristoro… e a volte
incontrerete pure ombre
di dolore.

All’ultima ombra fermatevi
a riposare.

7 luglio 2017


Paolo Cardillo


Ad un amore

La mia vita è stata un crescendo d’amore,
ho amato con l’innocenza
dei primi albori,
ho amato con la dolcezza
dei primi amori,
ho amato con la passione
della prima volta,
ho amato con sofferto dolore
per non aver, tante volte,
saputo amare,
ho amato con ragionato amore,
ho a volte amato,
credendo di amare,
ma non era amore.
Oggi che il mio tempo
si sta, velocemente, diradando,
è in quell’amor che non ho saputo amare,
che rivivo e amo
ancora senza tempo,
e mi rattrista il pensar che quell’amor
non sa,
che io lo sto facendo.
Ma, se nella solitudine dei miei pensieri,
potessi urlarlo forte,
e con tenerezza,
son certo, che se quell’amor
per me ha provato amore,
adesso è li, anche lui
ad assaggiar la mia stessa ebbrezza.
E allor che oggi io non so più amare,
inseguo in quel fantasma del passato,
quel grande amore che non ho saputo amare,
che forse, è lì che aspetta
nel suo cuore, ancora, accovacciato.


Santina Folisi


Come acqua di mare

I Ricordi, cosa se non vita,
come acqua di mare
che attraversa il tuo corpo,
purifica la tua calda pelle,
ti diverte nel gioco al sole
e poi ancora nell’acqua salata
per riempirti di
meravigliose sensazioni
e piacevoli carezze!

I Ricordi, cosa se non
turbamento d’animo,
come acqua di mare,
quando mosso, agitato,
agitatissimo, in burrasca,
con onde, cavalloni ,
in tempesta,
impaurisce, intristisce
abbruttisce la tua anima!

I Ricordi cosa se non
riflesso perseverante,
come acqua di mare
che sembianze tue prende,
ti guarda, ti invita
a specchiarti , ti sorride,
il meglio di te cerca,
per ridarti bellezza.

I Ricordi come acqua di mare,
oceano grande dove tutto
è da valicare.


Barbara Musto


Orgoglio

Ho visto pezzi di vita trasformati in maceria,
senza per questo trasmetter miseria.

Tra le sponde dei letti, quadri e cassetti,
si confondevano le tegole dei tetti.

Tutto si è fermato in quella notte maledetta,
come ricordi tenuti fermi da una molletta.

Ogni singola persona,
ha negli occhi ben stampata quella data,
simbolo di un dolore che occupa tutte le loro ore.

Il tempo passa in fretta,
e nello sguardo della gente,
conosci la sofferenza di chi ormai vive senza,
senza casa, senza un riparo, senza respiro, senza un motivo, ma sei vivo!

Appuntamenti disdetti da un perfido destino,
che ha annullato l’alba di ogni mattino,
e trasformato le semplici abitudini in effimere inquietudini.

Ma nessun presente per quanto assente
può spegnere l’orgoglio di questa gente.

Con una lacrima appesa al cuore,
è viva in loro la speranza di un futuro migliore.


Giuseppe Nanfitò


A Stefano

Mi appenderei con te ad una parola
leggera
che ci sollevi in dolci giravolte,
mentre legati ai polsi dei più cari
affetti
guardiamo giù le strade farsi piccole.

Lasciamo tra le ombre quella folla
di morti:
chiamiamo amore non voltarsi ai gridi
che intona l’altro tre gradini in basso,
e uscire
per ritornare ove la terra è lieve

(poi lì, deposti fra nidi migranti,
scoppi di labbra per un firmamento
di nei
carezzeranno due sguardi di nascita).

E mi sorprende un ridere celeste
quando m’accorgo che il filo irrequieto
che avvolgo
s’impiglia sempre ai tuoi denti spezzati.



Il figlio

Sembra che tu voglia esser trovato
eroe, se tendi il filo.
Mi domando se agogni la mia testa
o vuoi fare l’amore.
Io so il sospiro esangue di donna
io so la furia di toro.
Ma vieni qui, stammi accanto una notte
ché del Sole non mi fido:
a volte temo non sorgerà più.

Pensieri miei belli, vi ho dato
l’unica casa che ho mai conosciuto:
il labirinto.


Monica Elisabetta Pacquola


Soldati senza generale

Non conosco i tuoi sogni ma conosco i miei,
e so il male che fanno nell’accompagnarti al mattino.
So anche come sei solo alla sera,
quando travestiti da amici ti ricordano che un giorno è scivolato via.
Eppure, sarà da loro che dovrai ripartire per trovare quel te stesso,
che ora sei tanto sfumatamente, quasi tu non riuscissi più a scorgerti allo specchio.
Io sono stata come te, sola coi miei sogni… sola coi miei sogni da essere sepolta da loro,
mentre il tempo era uno spazio così vasto, che mi era impossibile attraversarlo.
Ed annegavo dentro.
Io e i miei sogni un giorno però ci siamo alzati, uno di fronte all’altro,
e ci siamo parlati… ore ore interminabili… annaspavamo nel tempo.
Ma eravamo sopra. Non più sotto ad annegare.
Io e i miei sogni ci siamo accordati,
siamo diventati amici, alleati, soldati insieme, volevano quello che volevo io…
solo che mai ci eravamo confidati fino ad allora.
Fu in un giorno nuovo, un giorno insperato,
un giorno che non veniva, seppure mi sembrava di essere a chiamarlo,
che io e i miei sogni ci siamo conosciuti per davvero!
Da allora abbiamo fatto battaglia insieme… Non so se vinceremo mai la guerra.
Noi siamo soldati senza generale, ma siamo uniti adesso.
Quanta gioia ora che ci siamo trovati,
pensando che il tempo è un battito che all’improvviso pulsa e ti dà vita… vita!
Amico mio, non aspettare quel battito, vallo tu a stanare,
perché così noi abbiamo fatto, abbiamo voluto.
Abbiamo voluto fare la guerra insieme per sentirci più forti,
perché i soldati hanno da stare in squadra, non dispersi in battaglia.
Sì, in battaglia qualche soldato cade e chi rimane si conta,
ma nel contarsi ci si ama ancora di più, perchè siamo uniti e non siamo arresi.
Io e i miei sogni siamo quell’uno che incontri e che tante volte hai definito forte…
io e i miei sogni siamo sempre stati ostinati a cercarci, ad odiarci, ad amarci…
io e i miei sogni siamo.


Antonella Pederiva


La giusta prospettiva

Sono stata tante volte
girovaga di questa pianura
e troppe volte ho poggiato
l’orecchio sulla terra
per udirne i movimenti,
lo scalpiccio dei nomadi
che cercavano come me
una terra promessa.
Ho affondato troppe volte
le mie radici al terreno
aspettando fiduciosa
che arrivasse l’acqua,
me ne distaccavo sempre
secca e arida e
più povera di sostanza.
Cercavo in basso
suolo fertile;
arenaria, creta, argilla,
febbrile frenesia, ansietà,
non capivo dove,
quale, fosse il luogo propizio
e viaggiavo come un cieco
in cerchio, elisse impazzita
e ineluttabile.
Ho alzato le mie braccia
al cielo,
forse sono queste le membra,
la giusta prospettiva.
Rami, non radici,
che le nuvole accolgono
colme della loro pioggia.


Claudio Luigi Perego


Milano-Sanremo

Il via è una grande festa
Ma non puoi capire.
La dolce culla del gruppo
Ti porta già lontano
Verso il mare.
Volano leggeri i tuoi sogni
Sul lungomare
Schiacciato dalla folla.
Chi si aspetta un allungo,
Chi un’azione a sorpresa,
ma il destino guiderà
le tue scelte
sia in salita che in discesa.
Arriverai all’ultimo poggio
Con un certo vantaggio,
sui ripidi tornanti
regalerai tutto il tuo coraggio.
Un perfido inseguitore
Uscito dal plotone
Ti raggiungerà sulla linea dell’arrivo,
così prevede il copione.
Pedalo sempre
senza assilli di vittoria
Con la volontà di scoprire
I confini della mia anima.
Posso contare sul tuo esempio.
Un glorioso abbraccio
Dopo il traguardo
Compenserà la lunga fatica.


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