Antologia del Premio Letterario Città di Monza 2018

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del Premio Letterario Città di Monza 2018
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 112 - Euro 18,00
ISBN 978-88-6587-9894

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Antologia del Premio Letterario Città di Monza 2018



Mara Bachiorri


Pietra di diamante

Errabonde stelle
celesti astri
sfere fluttuanti
fuochi volteggianti
fari itineranti,
fra meditabondi pensieri.
Ti sento dentro,
fruscii nel vento
vibrazioni musicanti
tra canneti ondeggianti,
sospiri sommessi, pacati, impalpabili, quieti,
respiri mutanti, rarefatti
come d’alta quota.
Sussurri di estasi interiori
ristò, rapita, ad aspettare
ove la notte smarrisce il buio
e il dì, è tenue albore
là, ti vegg’io
infinito amore mio.
Cascate di luce dalle tue ali lambite,
scie fiammate in opali intarsiate
archi madreperlacei d’argenti lunari intessuti,
onde sinuose di cangianti fluorescenze
vele flessuose di smalti iridescenti,
in oceani d’aurore boreali
luminescenti.
Un istante, ai mortali
è dato di mirare
il volto del loro perduto amore.
Trasmuta il desio
in sì breve attimo di pace.
Tu amore
posi la tua mano a carezzarmi il cuore.
Tu, pietra di diamante
tagliata da luce d’eternità,
sei accecante.



Benedetto Maria Bonomo

Non fu il più dolce tra gli amori,
ma la vile prudenza a separarci…
barattasti i miei più folli sogni
per la tua ordinaria e rassicurante certezza.
Ho il malsano vizio di incidere le mie emozioni sulla nuda carta
e la stolta abitudine di rileggerle ogni giorno
negandogli il necessario oblio… melanconica mania la mia,
che piega le labbra in un sorriso amaro
e tortura incessantemente l’anima con i ricordi…
Tra le tue labbra socchiuse ho vinto il mio pudore…
Ed incurante del mondo e del mio confuso sentire
ho capito che è lì, sulla tua bocca,
che tutti i miei sogni vanno a finire…



Tobia Cardaci


Pan

Questo mare di stelle
Di cui siamo marinai
Nuotiamo senza acque
L’ultimo vento tacque
Un respiro per la vita scambiò
Le vele spiegate, navigai
Raggiungendo le vette più belle.


Mani

E in questo immenso buio noi
Luce che guida
L’ orizzonte non tocchiamo mai
Fuga infida
Abbandonati a queste onde
Inconsistenti fra le fronde
Un nuovo sogno rincorriamo e poi
Ebbri di vita


Battito

Aliti di vento
Sostengono queste ali
Come l’ondeggiar leggiadro d’una farfalla,
Vivo.



Nunzio Galvagno


Opera vincitrice del Premio Augusto Robiati

Testuale

…però io credo che esista,
uno spirito Divino e Onnipotente,
sopra tutto,
e sopra noi resi umani medesimi,
perché ogni cosa che esiste,
e che esisterà,
nella sacralità dell’evoluzione,
non può essere stato,
un fortuito caso.

L’amore, ne è la testimonianza,
verso la bontà dell’uomo nobile,
cosciente di questa vita,
che non sarà l’unica,
affinché,
al cessar di guerre e violenze,
appaia sulla Terra: «L’uomo nuovo,
La nuova mente, la nuova vita,
la nuova specie umana».



Silvia Matilde Lipschitz


Io sono famosa

Io sono famosa
perché ho fame
di tutto il tempo
che mi ha attraversato
come un levriero in corsa
e di quello
perduto
nella laguna
distratta
del mai



Marisa Malvasi


Addio al mio appartamento

Fra le tue mura ho condiviso oltre i due terzi della mia vita,
giorni felici, ma anche momenti tristi, eppure indimenticabili.

Ti conoscevo così bene da orientarmi persino al buio
e infondevi in me la sicurezza di un luogo familiare.

Tu custodisci ricordi che appartengono soltanto a me
e non avrei mai voluto che altri si appropriassero
di ciò che è stato intimamente mio.

Modificheranno le tue stanze che ho tanto amato, abbatteranno pareti
e ti trasformeranno al punto che diventerai irriconoscibile.

Svanirà il mio respiro, il profumo al mughetto di mia mamma,
l’odore del cibo che proveniva dalla cucina, lo zampettio del mio cagnolino.

Ogni volta che passerò vicino a te, sarò istintivamente tentata
di inforcare, come Charlie, il passaggio privato che conduce al cancelletto di ingresso.

Ma sarà impossibile, perché persone estranee avranno rubato il mio posto.
E, dunque, non mi resterà che allontanarmi in fretta da te

per non lasciarmi sopraffare dall’angoscia di averti persa definitivamente,
di non poter più ritornare in quegli spazi che sono stati a lungo miei.

Addio, casetta mia!
Ti ho adorata e avrei fatto di tutto per non abbandonarti.

Nessuno ti vorrà bene come me
ed anche quando me ne sarò andata altrove
tu continuerai a rimanere nel profondo del mio cuore,
come fossimo due entità indissolubili.

Apparirai ogni notte nei miei sogni, tra le lacrime sparse sul cuscino.
E al risveglio dovrò rendermi conto che i miei occhi non fisseranno più il tuo soffitto
e che il destino ci ha distaccate per sempre.



Elena Mora


Farfalle

Farfalle leggere,
calme notti d’estate,
svolazzi, colori, gioia, incanto,
ma mi basta
un tripudio di amore.
Farfalle, leggere si posano
senza rumore
tanti le cercano, pochi le trovano
ancor meno le prendono
nella lunga via della vita
che nasce da bruco
e culmina da farfalla
anche se questo splendore
dura un solo giorno
per inequivocabilmente
dissolversi nella nebbia.


Stelle

Stelle.
Luminose, risplendono nel buio.
Ogni stella,
quietamente dal suo universo lontano,
ma non troppo, ha una storia da raccontare.
Nessuna esclusa.
Sono i volti sorridenti
dei bambini che non sono più su questa Terra.
In ogni stella riecheggia la risata fragorosa
del bambino ancora vivo nell’anima di essa.
Nessuno mai sparirà, nemmeno dopo mille anni.
La propria stella sarà sempre a illuminare
le notti buie di questo nostro mondo,
vegliando sui sonni tranquilli
di chi dorme.



Lisantonia Mottin


L’onda

Abbraccio il mondo
l’uovo amniotico e il suo stesso guscio.
La forza di gravità,
il volo degli uccelli,
la voragine di stelle.

Conosco prigioni
di ragnatele urticanti,
ponti che bagnano di rugiada,
voci di seta bisbigliata
nell’alone muschiato
dell’arcobaleno.

Sfioro disegni profili del cielo
passi
a passo di danza.
Incroci intermittenti
lamenti di siccità
sorgenti che traboccano…

Colgo il lucente spiraglio
nell’aritmia del sentimento
che stagliandosi
nel piatto mare
ne partorisce l’onda.



Filippo Nardozza

Antares io, la rossa,
Tu d’arancio Aldebaràn.
Da un polo all’altro
opposte e distanti,
cielo australe e boreale
estivo ed invernale.
Luminescenza acuta
di Pleiadi e di via Lattea.

Acqua e Terra,
Marte e Venere
maschio e femmina
Scorpius e Taurus.
Diverse, irriducibili,
pochi sguardi in
lontananza,
intime ed estranee,
presenti nell’assenza.

**************

Gocce. Poi lo scroscio
forte, via via più insistente.
Sembra calare, ma rincalza.
Sul retro una finestra sbatte,
di quelle dalle imposte in legno
che fanno tanto casa.
Il fresco – questo sconosciuto
negli ultimi giorni – sorprende,
come una carezza
non più sperata nell’intimità.
Il brivido sale lungo la schiena
mentre il fragore incalza.
Ti fermi. Ascolti.
Il tuono si abbatte.
Sei esposto, ma protetto
e compreso.
Per un attimo tutto è sospeso.
C’è il temporale.



Mariano Orrù


Al-Filastiniyya… نوينيط”لفلا

Fronde fluttuanti nella fresca brezza
filtravano del sole amico i raggi,
Cristo si ristorò a riparo lungo la meta.

Mitiga e colora la piana il giordano,
altro il liquido che riga il viso,
in un silenzio funesto atavico e arcano.

Dove i figli di Davide ammoniscono,
tramandata natura spoglia di rilevanza,
germoglia il seme del male intrinseco.

Della pace l’albero stronchi con arroganza,
di viltà cruenta nelle viscere pervaso…
fosse secolari rimetti ai raggi senza fragranza.

«Un ringraziamento speciale al mio
Amico – professore Giovanni Rallo per avermi
educato con armonia e amabilmente
alla mia passione poetica».



Monica Elisabetta Pacquola


A mio papà

Mi manchi
perché sono ancora egoista di te,
perché non so alcune risposte alle domande della vita
e tu me le avresti insegnate,
perché sento che c’era da conoscerci un po’ di più,
perché ti avrei regalato tutto il dopo.
Ho il dubbio che ti sarebbe piaciuto diventare nonno,
anche se non ti è uscito dalle labbra,
lo penso perché in conto dal destino avevi la libertà
di farti assaporare per quello che eri.
Chissà se ti sei trasformato in un angelo custode,
provo a crederci ogni giorno, è una lotta però!
Intanto cerco su di me una tua traccia,
in una espressione come in un’abitudine,
e l’orgoglio, che m’arriva, mi dona un pizzico di tua compagnia.
Se da angelo custode mi osservi, saprai
che avevamo ragione entrambi.
Gli obiettivi vanno puntellati con gambe ferme,
i tentennamenti servono ad oscillare,
ma i bambini corrono quasi sempre senza direzione,
i ragazzi inseguono gli aquiloni coi sospiri
e si comincia da adulti ad assestare il passo.
Solo una cosa per me non cambierà,
è che mi manchi, interamente!
Infilo di nuovo la mano nella tua, più rarefatta che mai,
perché vorrei tanto alzare gli occhi e scoprirti accanto,
esattamente lì.



Ileana Pisani


Notte, compagna fedele

Fischia martellante il solito suono
di quel che ho mai detto
è inutile
tuono.

Rimbomban ricordi nascosti nell’io
risuonano come tamburi tribali
che invocano
Dio.

Trema la mano che rabbia racchiude
in pugno che percuote desiderio
che anima
illude.

Trascorron minuti, ore, giorni e mesi
alternano gioie e lacrime di passioni
e desideri
incompresi.

Finalmente mi avvolge la notte, compagna fedele,
di intimi versi che spegnensi
al fiato come
candele.



Enrico Trivoli


alla mia Mamma


Una lucciola

Sono una lucciola
Ogni tanto dò un po’ di luce
e un ciuffetto d’erba spesso
mi nasconde geloso
chi sono? che voglio?
sono felice se dò un po’ di gioia
a un bambino o a una coppia d’innamorati
sono un miracolo della natura?
mi piace
essere vista
sono
una lucciola romantica
piccola
e così grande il mondo
nel mondo ci sono le stelle
e io piccola stella dell’erba
le stelle
sono grandi e lontane
io
piccola
vicina.


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