Antologia del premio letterario Olympia Città di Montegrotto Terme 2004

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del premio letterario Olympia Città di Montegrotto Terme 2004
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
14x20,5 - pp. 160 - Euro 18,00
ISBN 88-8356-826-5

Clicca qui per acquistare questo libro

Vai alla pagina degli eventi relativi a questo Autore

Antologia del premio letterario Olympia Città di Montegrotto Terme 2004


GIUSEPPINA BARZAGHI

Oceano cielo

Rosea, tra uno sciame lucente in volo
Si avvicina timida l’ALBA
Elegante, nobilmente saluta
E composta da inizio alla danza, – nell’oceano cielo – di un SOLE vivace
che gioisce,
premuroso,
impavido,
maestoso,
rispettoso…
Finché:
scintille di fuoco e oro ramato
in riflessi marini – di tinte fredde scaldate – affievoliscono in un TRAMONTO annuvolato,
che si stempera e si annacqua…
Ora, Tu LUNA senza tempo
tra grappoli di stelle
aspetti lì pensosa,
col tuo latteo pallore – dal profumo inodore – il momento per far sognare.


GLORIA BOSSI

Maggiolo

Ambiti e spazi
Ciò che è di Cesare
Ciò che è di Dio
Ciò che è.

Resistenze e priorità
Lotta e abbandono
Supremazia e accettazione
Comunione.

L’Essere che si posa
Languidamente adagiato
Come immenso velo
Steso sulla superficie dell’oceano

Sotto turbolenza salata
Che pullula di vita ondeggiante,
Sopra spazio di leggerezza
Punteggiato da scie vibranti.

Il velo conosce
La rotondità di ogni goccia
E l’impalpabile carezza del vento
Che mai si posa

Continuamente dell’una si bagna
E dell’altra si asciuga;
Ad entrambe aderisce
Con fremito incessante.

E pur conoscendo
Resta velo che sfiora
Passaggio che trasforma
Distinzione che comprende.


CELESTINO CASALINI

Voglia d’innocenza

È ormai scomparso il senso discreto
della tua innocenza: o forse
mai apparve
Puoi dirmelo ormai che indifferente
te ne stai in disparte
Ai giochi delle effimere simmetrie
ci hanno abituati i continui assalti
degli espedienti e degli inganni

Quel che più non soffriamo…
è il sintomo più evidente dell’assottigliarsi
il nostro senso d’innocenza

Un giorno: un solo giorno dammi…

E che sia di sofferenza:

per una ingenua voglia d’innocenza.

Altra luce…

Oggi

quel che dicono
di ieri
è un superato
anello

Altra luce
non v‘è
che all’inizio
e alla fine
del viaggio

Altro…

è cercare
al buio
un debole
spiraglio


ELISA CIAMBELLI

Descrizione

Ombre filiformi in angoli bui
piano si modellano alla luce delle candele…
si smarrisce l’ultimo timore
in un turbinio violento di agili emozioni…
d’amore non ho mai scritto, non con il sorriso,
mai l’avrei pensato, ora che la poesia si mischia alla vita
e il cielo è carico di nubi di tempesta;
guardarlo più non mi stupisce,
pensarlo mi commuove;
lo spazio condiviso,
la libertà immediata di contare stelle
nei tuoi occhi fragili, come fragile è la vita
in preda alla sensazione.

La mia realtà

Brandire la spada contro un fantasma
e imprecare a squarciagola fino a trafiggere il silenzio,
con un grido acuto vincere l’inganno,
di quell’infida lama spezzare il malinteso.

Tagliare un crine con la medesima arma
che dilania le carni di un corpo senza forma
e minacciare il vuoto di un nulla più grande,
con lo sguardo spento in un pozzo senza luce.

Non più giochi che usavo da bambina
ma labirinti artificiali eretti per la mente
e io, cavia dell’umano, studiata e costretta
in tunnel di cristallo.

Quale destino!
Una luna che tace alle mie domande
ma canta e ride dei miei oziosi pensieri.


ANTONINO CICERO

Le confidenze del tempo

Mi è parso,
per un attimo,
di ascoltare la voce di un ricordo,
chiuso tra la polvere
degli anni dimenticati
e delle invidie sorrise
dietro le vetrine degli anniversari;

seduto su una
poltrona di cielo e vento,
credevo di ascoltarla
quella voce, assente da
ogni forma di emozione.

Chiuso tra il gioco del
niente e la fantasia colorata
di una penna e un foglio,
sentivo quella voce
bisbigliare agli occhi stanchi
una data e un nome.

La voce di un ricordo che
ti è appartenuto
non ama gridare,
vende delle confidenze
appena mormorate ad
un orecchio dipinto di buio;
cerca lo scandalo del
proprio presente, per
costringere ad odiare quel
presente senza il sorriso
della malizia e la
dignità di dimenticare.

Un ricordo galleggia senza tempo
e ruba del tempo a chi ama
i ricordi, tanto da morirne.

Sarebbe dolce non sentire
quella voce,
che ti porta parole già vissute.


SABRINA CIMò

Rughe

Che ne sarà di me quando le rughe della vita
cambieranno il mio volto
la mia pelle sarà
ispessita dal tempo
che ha percorso
il mio corpo.
Che ne sarà di me
se le rughe ispessiranno
anche l’animo mio
e si creerà
un abisso pronto a separarmi
dal presente
dal futuro.
Se mai saprò piegarmi
come quel fuscello
trasportato dal vento!...
Che ne sarà di me
dell’animo mio?


FABIANA DANTINELLI

Senza risposte

Strano sentimento la malinconia,
cela in sé l’amarezza di un inaspettato ricordo
e insieme la misteriosa attesa di un ambito evento…
Una profonda cicatrice sul cuore,
lenita o lacerata da lacrime infedeli,
pioggia incessante dell’anima…
Forse è questo l’amore,
restare in perenne equilibrio sul sottile filo della speranza,
sperare che il tempo cancelli la memoria,
o che non muoia mai la passione…
Forse l’eternità si cela dietro questo segreto,
che la vita sia fatta d’incessante e disperata ricerca
della vita stessa,
o che la costante attesa di felicità
nel limbo di una malinconica speranza
sia solo frutto di una meravigliosa
quanto crudele illusione…


GRAZIA DE VITA

Opera Segnalata dalla Giuria

Io Donna

Cresciuta coi capricci della luna
volo intorno al tuo cuore
ogni volta che tintinno d’amore.
La mente, crisalide stupita
rivive i tuoi sapori,
cammino sul tuo corpo
deferente, appropriatosi del sole
e della voglia di sentire
la mia bocca sulla pelle.
Con l’impeto del vento ti confronto
quando fende la montagna,
mentre a valle spumeggia
incontenibile, il desiderio secolare
di fondersi col mare.
La vita geme,
come un dolore minuscolo
in mezzo al campo di grano
convulsa febbre dell’uomo
e della tua misurata irruenza.
Gocce di pioggia si intrecciano
esaltati dai provocanti sussulti,
schiume di mare che si rinnovano
lascivi e instancabili testimoni
di estremi riflussi.
Danzano i sogni nell’aria pulita
dissolvendo speranze residue
da fiabe rastrellate da terra.
Desideri logori dall’usura
si rinnovano nella tua ombra
sublime equivoco di donna
nell’insaziabile impeto d’amore.


MARTINA DOMINESE

Ed era il sussurro del bosco,
Ed era la rugiada,
Ed erano le ardenti lacrime sul tuo volto.

Suonava celesti note la pioggia,
a noi parlavano tra le fronde le selve
e dolcezza versavano le stelle
negli azzurri rintocchi dell’aurora.

***

Nel sonante campanellio del vento,
ho visto tramontare anime nel fuoco della sera,
e risvegliarsi dalla brina nell’alba
tinte dalle variegate sfumature dell’aurora.
Nella notte,
sotto una pioggia di rugiada
ho visto schiudersi gelsomini dal dolore.
Nella luminosità di bagliori intermittenti,
si stende inconscio un fanciullo
struggendosi nell’impenetrabilità del suo dolore.
E sopra di lui una nube e’l temporale.

***

Perché torturate un uomo morto, il frutto di una vita lesa?
Il giglio puro cresciuto tra i pruni, trafitto dagli spini,
fu soppresso da un villano.
Povero, candido giglio…
esistenza sprecata!
A te le lodi dei fiori che sussurrano al vento,
delle campanule a festa, dei rossi papaveri.
A te le dolci lacrime della pioggia ed il profumo dei crisantemi
quando si piegan stremate le fronde del salice.
Riposa,
lontano,
l’odio,
l’amore.


MARIALBA FASOLO

Candore

Sincerità bambina,
cammini sul filo dell’innocenza.
Quando scoprirai il gomitolo,
piangerai un’assenza.

Verba manent

Parole tintinnanti,
si allargano in cerchi concentrici
nell’acqua della vita.
Si avvolgono come nastri alle caviglie
e danzano il
balletto delle ore.
Parole gonfie di vento,
si rincorrono giocando
e lasciano il freddo addosso.
Parole come suoni indistinti,
corrodo i nervi, avvelenando
silenziose la mente.
Macigni di parole o appena un
sussurro si beffeggiano della
solitudine cucendoci addosso
le nostre vite.

La noia

Noia rossa di rabbia
ha sete di sangue.
Ha la voce di denti che stridono,
la forza di un treno
che investe e non si ferma.
Il livore di un viso pallido,
la speranza di un corpo che muore.
Il fare le dà ancora più vigore,
cresce all’interno e corrode ogni organo,
cancro dell’anima.
Stringe dita affusolate sulla mia gola.
Non soffoco, la fagocito voluttuosa.


GRAZIELLA GAGGIOLI

Rinascere

Tempo amico – nemico,
mi riconsegni alla Madre.
E quando la mia voce
sarà quella del mare
o il respiro del vento
o lo stormire di foglie
nel suo grembo sarò.
Madre,
tra le tue fredde braccia
vivrò succhiando il latte
delle tue radici
per rinascere nuvola,
albero o luce di una stella.
Frutto buono o mediocre
qual ero capirò.
Sarò. Mi rivedrò.


MARIA LUCIA GHITTI

Critica d’arte

Hai chiesto a me
Di scrivere parole
Dei tuoi lavori
Dove il sole
Tramonta
e racconta…
Di baci sfiorati
negli umidi fiori
di raggi penetrati
in folti sentieri
di rosso di papaveri
con forma e colore
di ali d’amore.
Di natura piena
trasuda l’arte della tua vena.

Sensazioni

Sei
come l’amore immaginato,
ciò che di un uomo avrei voluto.
Madre e fratello
sorella e padre
amico e compagna
d’emozioni bambine
e giochi adolescenti.
Anima riflessa
Senza paura sulla pelle
fuoco acqua
terra aria.
Complice amante
figlio.
Equilibrio di forze.
Siamo alberi le cui radici
nascono e si nutrono
nella stessa terra.
Intrecciandosi.


FRANCO GOLLINI

Opera 4a classificata

I dimenticati

Amo i dimenticati del mondo:
il tempo che è nemico comune
in fretta cancella il dolore di ieri.
Oneste persone vivere di lavoro
come animali abituati alla soma
ho conosciuto e subito morire
stelle filanti nell’oblio del mondo.
Non applausi, né lettere di bronzo,
non statue d’arte, né foglie d’alloro,
non spazio di storia, ma indifferenza
farsi macchia sul volto dei potenti.
Qui chiamo i dimenticati per nome
in un brivido musicale d’organo.


ANNAMARIA IMMESI SMORTO

Fantasia

Faccio viaggiare la fantasia, lenti i pensieri fluiscono,
si mescolano, srotolano in sentieri nascosti della mente,
sinuosi s’addentrano nei meandri dei ricordi,
affiorano a tratti, netti…, figure di bimba, parole, dolci canzoni, carezze, giochi,
lentamente si snoda il gomitolo della vita, e…
in un arcobaleno colorato vedrai tutto ciò che è stato importante,
conservalo come un tesoro,
perché è tuo,
non te lo toglierà mai nessuno.
Poi, lascia pure che la brina prenda il posto della rugiada,
ma tu non ti addormentare,
perché con l’arcobaleno finisce la pioggia,
torna il sereno e comincia la primavera.

Attimo

Ti ho incontrata e non ti ho riconosciuta,
ti ho cercata e mi sei sfuggita,
ti ho stretto finalmente tra le mani,
e ti sei dissolta,
felicità.

Momenti di solitudine

Un gabbiano vola verso l’orizzonte infinito,
la linea dei monti accarezza il cielo
e le onde del mare sembrano corteggiare
la spiaggia nel loro ritmato messaggio.
Solitudine.
Preziosa, triste, amata, odiata,
non sempre benvenuta, mi accorgo che,
a volte, ti assaporo come un frutto proibito.


BIAGIA LA FORESTA

Una foto d’altri tempi

Della tua folta chioma
ne andavi orgogliosa e si vedeva,
gentil fanciulla.
Bella, folta, scendeva morbidamente
sulle spalle: li copriva.
Leggiadra come una campanula,
col capo chino te ne andavi
cercando d’ignorare l’attenzione
che al tuo passar destavi nella
gente.
Andavi a capo chino: altri tempi.
Allora l’occhio godeva nell’ammirare
tante cose belle,
nella loro semplicità, senza artefatti.
Sognando il grande amore te ne
andavi,
non osando alzar lo sguardo
quasi vergognosa della tua bellezza.
O bella giovanetta!
Ormai più non c‘è la fanciullezza.
il grande amore non aspetti più.
Qua e là qualche capello bianco
ci dice del tempo ch‘è passato.
Sul tuo bel volto
un velo di malinconia,
tutto il resto è volato via.
Solo nel cuore restano i ricordi
di quel tempo della tua bella età
che non esiste più.
Di quella foto, meravigliosa chioma,
resta soltanto:
una splendida foto in nero e bianco.


PAOLO LA TORRE

Amicizia

Stringersi la mano
quando ci si ritrova:
confessare un’angoscia
ad un volto sorridente.
Camminare con le mani strette
In piazza del Duomo a Milano;
osservare il cielo azzurro
e sognare insieme.
Parlare dei genitori,
piangere, sorridere,
chiamarsi per nome.
Darsi un bacio.

Il mio amore

Il mio amore
sospinto da tuo candore
è colmo d’ardore.
Oso, come un sognatore,
dirti parole da cantore,
che aprano il tuo cuore.
Lentamente osserva il cielo
unisci le tue mani e
chiama una stella che
incantando il volto del tuo sogno
ami te con una carezza.


TERESA MAGLIANO

Alta marea

Il mare è in tempesta.
Le onde spumose
giungono fino a me rabbiose,
quasi voglian dire:

«corri, va via,
qui non c‘è posto per te,
le tue lagrime e i tuoi lamenti.
Vedi,
son tutti felici e sereni
questi amanti».

«Oh, no, mare,
ascolta, non mi scacciare via:
anch’io venni qui una volta,
felice,
col cuore gonfio di gioia.
Sì era con me
il mio amore
che mi riscaldava
stringendomi forte a sé.
Ora son sola e non vorrei
andar via.
Oh, mare, vieni più dolcemente
a me vicino,
accarezzami,
sii come rugiada
per le mie labbra inaridite;
lasciami illudere
e sognare
un caldo bacio d’amore».


ALESSANDRA MALTONI

Semplice

Semplice è la lettura
che scorre veloce,
Semplice è un sorriso o un
saluto spontaneo,
Semplice è il silenzio della notte
che accompagna il sonno.
Semplice fu il primo bacio
che ti donai.

(settembre 2000)

A mio babbo, Ivo

Ti ricordo con dolcezza.
Lontano nel tempo si perde il mio pensiero
di quei giorni,
oggi assenti.
Allora, io non sapevo di essere felice
perché c’eri tu.
Ieri la sorte ha inaridito il mio cuore
portandoti via.
Oggi vivo nel sogno del ricordo,
nell’illusione di poter sentire i tuoi passi,
di udire la tua voce, nella
speranza vana
di abbracciarti ancora…
Adesso custodisco con amore le tue rose:
vivono e crescono sul mio balcone.
Ogni mattina osservo con tenerezza
i tuoi fiori:
è tutto ciò che mi rimane di te.
Fra l’azzurro del mare e il verde
della pineta, tu riposi,
io vago spesso in questi luoghi
a te cari
per incontrare i tuoi vivaci
occhi verdi
che non trovo più.

(13/05/1994)


CONCETTA MASSARO

Il vento gelido della sera

Il viso rigato dagli anni è un film di una vita d’affanni,
arricchita d’esperienza, d’umana pazienza.
Il tempo è una piccola frazione
svanisce in un momento ed è subito tormento.
Sospiri vecchia dalle fragili fronde imbiancate,
di foglie mosse solo dal vento,
vorresti correre per tornare indietro nei fitti viali della ragione,
verso il sentiero che ti porti all’amore vero
ed abbracciare infine il coraggio per combattere quell’oltraggio,
verso l’autostrada della vita,
attraverso luoghi ahimè sconosciuti,
rimpiangendo attimi ormai perduti.
Fu quel tenace amore la radice del dolore,
un sogno svanito nel nulla, giorni belli d’ingenua fanciulla,
triste e sola è andata viva la primavera lasciando il vento gelido della sera.
Ti rivedi madre sconsolata e donna non appagata,
memorie d’infelice donna, di una vita perduta e mai vissuta.
Piccola… fragile donna ti senti sciocca
perché non sai tenere a freno la bocca,
ormai restano a fati compagnia fulgidi pensieri
nati da passati desideri.
Non ti rimane allora che pazientemente aspettare
perché il viaggio sta per cominciare.


ADRIANA MORETTO

Inversioni

Restituiti
carezze e baci,
a cullar sogni sospesi.
Adulta
ho curato te
ginocchia sbucciate
per instabili cadute.
Ti rendo
in questo letto d’ospedale
che ti accoglie
solo ed indifeso,
padre mio,
quel che tu facesti
in culla a me,
figlia tua,
con lo stesso amore
in direzioni opposte.
Inversioni di ruoli
nella ruota della vita:
il viaggio prosegua
per entrambi, senza confini,
fino al prossimo incontro.


SERENA PANARO

Sogni e fiabe

Ti racconterò una storia
passeggiando
sotto a rami giunti
in primavera.
Ti parlerò di fate
e castelli incantati
quando,
seduta sulle mia ginocchia,
sognerai un mondo
fatto di sorrisi
e parole.
Esisteranno leggende
e magie
solo per noi,
che cercheremo
nelle notti d’estate
oltre una finestra.
Ti addormenterai
al sussurro di una fiaba,
adagiata sul mio letto
e prenderai la mia mano
come cuscino
con il sorriso sulle labbra.


CRISTIANO PARAFIORITI

Opera Segnalata dalla Giuria

Il rivo mio

Scorse le mie memorie
fan come un ruscello d’acqua limpida
che scende giù
p’un sentiero vivace, bisbigliando parole
che tu odi stupita
ma che mai più, come me,
risaliranno il letto che l’accoglie, che ci avvolge.
Così il rivo mio scende a valle
e precipitevole zizzaga tra boschi
che non rivedrà quando,
men allegro, borghese,
segnerà il passo
tra le larghe sponde d’una pianura eguale
e la morirà tra i mari men chiari.

Ma questo divenire
anche me trascina al piano
lontano dal mio ego
che si distacca e si dirada
e come il naufrago tende la mano alla nave annegata
e la vede scomparire tra l’onde voraci,
parimenti s’affosca
il pargoletto sognare
ch’era presente,
ch’ora è ricordo.
Ma se non può quell’acqua
risalire ‘l monte,
né io e né tu,
giovinezza,
torneremo alla sorgente.


EMANUELA PAVONE

Donna come sei

È sera inoltrata,
è silenzio intorno e buio…
buio… tra zone di campagna…
accanto a me tu… di fronte ai miei occhi il tuo viso,
viso di donna, nella penombra…
le labbra, gli occhi… gli zigomi,
il volto della mia donna…
dentro me un esplodere d’emozioni
non può essere bloccato,
dentro me il desiderio di te, donna,
sempre più forte, lo sento…
lo sento come la cosa più folle, sensuale, animale…
intellettuale… e ti bacio… ti ribacio…
mentre freme il mio essere donna che si riscontra nel tuo…
sento dal più profondo di poter amare te,
solo te, donna come sei.


EVA POLLI

Energico
Spumeggiante come l’acqua,
l’uomo moderno
infranto il muro del mille e non più mille,
si trascina senz’anima nel massimo frastuono cromatico e tonale della sue epopea.
Come l’acqua, segue dapprima l’argine avito,
asseconda letti e briglie ma non dura a lungo.
Adattarsi a seguire un filone incerto che mette in moto incontenibili emozioni?
“Acqua docet”
è meglio lasciarsi andare all’irruzione cieca
entro cui sfracellare la propria identità.
I “cavalloni” un tempo eran onde di acqua tumultuose
con cui ingaggiare la sfida di un bel gioco.
Oggi, nel vortice, viene annullato il tempo
per far sì che l’emozione decolori
come una traccia, un’ombra da inghiottire.
Grazie
“dolci chiare e fresche acque”,
per aver suggerito il dubbio di voler cercare l’ancora di un’anima.
Ora però
tolte le briglie
l’uomo, l’acqua…
È di nuovo il caos
tutti soli
alla ricerca dell’identità perduta.


ALESSANDRA PRETE

Il battello ebbro

Resiste sbattuto tra le rupi,
nessun’onda lo sommerge, e se si piega si rialza,
ma corre senza meta, veleggia senza scopo,
e affronta la tempesta per inerzia.
Come il battello, veleggio nella vita.
Quando tutto è sbagliato, e niente ha un vero senso.
Quando soffro e quando piango, e sono triste e non so perché.
Quando fa buio oltre la finestra,
e la vita è fuori la finestra, e io la guardo dietro un velo.
Quando la notte è lunga come il giorno, e il giorno è senza luce,
e il cuore batte solo perché deve…
Come un battello ebbro
Lascio che sia la strada a portarmi dove vuole.
Dove le strade non hanno nome,
e si sente forte il profumo del vento.
Dove sono chi sono davvero,
e dove i buoni stanno con i buoni,
e la vita ha con sé la dolcezza, e insieme la malinconia,
dei fiori di ciliegio in un campo a primavera.
Dove la musica mi accarezza lo sguardo, perché pervade l’aria,
e ogni momento porta con sé la sua canzone.
Dove non esistono perché, perché tutto è già spiegato,
e dove non si cresce mai, perché il passato torna sempre.
Dove non esiste il male, perché la forza grande è quella del perdono,
e dove puoi dare un nome ad ogni stella,
e puoi afferrarla con la mano perché ti faccia luce
e quando hai perso la tua strada, e la luna la coprono le nubi.
Dove le cascate sono fatte di pioggia, e la nebbia è di zucchero filato.
Dove puoi essere un bimbo, se lo vuoi,
se chiudi gli occhi vedi qualcuno che non c‘è.
Ma il battello ebbro
Non può vivere in eterno, è infelice e ha vita breve,
però è capace di sognare.
Ma se la vita è un sonno, e l’amore ne è il sogno…
Chi può dire quale sia la vita vera?


MARIAGABRIELLA RIDOLFI

C’era una volta… prima del mobbing

Bambina mia, amica mia,
non ti racconto favole stasera,
ma di una scatola nera
nascosta nell’angolo recondito di un cuore
che, per tante ore,
ha sofferto e pianto
senza nessuno accanto.
Una filastrocca, oggi, ti narro,
e, forse, solo tu puoi capir ciò di cui parlo.
Sibila il vento,
soffia su un volto spento
bagnato da gocce
che non sono pioggia.
Corre il tempo e porta via, nel contempo,
speranze, illusioni e pure delusioni.
L’età è matura – non quella di una bimba immatura
come vogliono molti che non sanno niente
eppure etichettano come fa la “piccola” gente – Una giovane genio non mi sento io
seppur mi accorgo della mia diversità
dovuta, forse, a eccesso di sensibilità.
Se genio io fossi – come altri dicono – troverei il modo
di fare un nodo
che mai più aprisse quella scatola nera
dove ho nascosto il dolore sgorgato da due anni di carriera fiera,
sebbene poco compresa e molto vilipesa
anche da chi, e tu sai chi,
diceva di voler bene, invece si è comportato come fan le iene.
“C’era una volta, ora nella nebbia avvolta,
quell’umanità, che, con magnanimità,
sapeva apprezzare e anche un po’ amare…”
La pioggia scende giù, la notte avanza sempre più:
una luce lontana appare che una cerniera pare
tra l’età tua e la mia
mentre il tempo vola via…


PATRIZIA RISCICA

Opera Segnalata dalla Giuria

Ab imis

Accarezzo il bordo del nulla
e poi spogliata d’angoscia scendo
lenta (ma determinata) dentro le sue caverne.
Cerco l’anima dell’universo.
A volte mi convinco di (ri)conoscerla
anche se non riesco a toccarla,
ma posso scendere ancora più giù:
so di essere vicina,
so che non arriverò mai.
Cosa potrei trovare?

Il tuo profilo dipinto nel cielo
il tuo profilo disperso nel buio
la tua voce ornata di parole delicate
la tua voce vestita di metallo gelido
il silenzio umido della notte
il mio desiderio che si confessa
le mie paure che trovano finalmente un grido.
Un ruzzolone della mente nel vuoto
un burrone senza rocce, senza schianti
senza sangue e ossa rotte
un passaggio dolce e leggero
di un volo libero da ali.

Poi, proprio quando si stanno frantumando
in piccoli pezzi tutti i pensieri,
un ritorno improvviso, inevitabile.
Così (ri)scopro ancora parole
che consolano, perché da sempre pronunciate.
Parole con i significati di tutti,
accettate, amate, ripetute, comuni
perché (ri)conosciute.
Allora mi cola una lacrima in gola
perché so che in ogni parola c‘è un canto.


LINDA RUBINO

La farfalla

Splendido Guerriero
Dalle armi sconosciute…
Combatti il mondo intero
Per le anime perdute…
Ignori che, in fondo al tuo cuore
C‘è tutta la mia vita!
Né mai saprai il mio ardore
Per questa follia infinita…
Continuerò la mia strada
In un volo di farfalla…
Brucerò le mie ali
Al fuoco del “sempre” e del “mai”
... Tua Butterfly.


NADIA SANTANGELO

Litanie notturne

Litanie notturne
magie delle ombre
profumi che il giorno nasconde.
Danzo con Dioniso una sensuale
e strisciante danza macabra.
Voci antiche diventano canto.
Il sangue diventa vino.
Alchimia maledetta.
Lo specchio non mi rispecchia.
Il mio io è finalmente fuggito
dalla sua cassa funebre.
Gli idioti vedono
ciò che fa loro comodo.
Microbi striscianti
di realtà apparenti.
La dimensione vera
risiede nell’attimo effimero
che ci fa sentire vivi.
Stadio dell’inconoscibile
gnoseologia del nulla
ex nihilo nihil
dall’io l’oblio
dall’oblio il desio
il desiderio conduce all’ignota porta
al confine che divide superficialità e spessore
Un vortice interiore di
Estetica
Vibrazione
Intelligenza
Ardore
Penetrazione
Buco dell’anima
Dispersione dell’io
Narcisismo e Oblio.


ANTONIO SEMPRINI

Solitudine

La solitudine è fatta di silenzio
che ti lascia compagni i tuoi pensieri
e ti fa sentire i rumori dei ricordi.

È una casa vuota ove non s’odon parole
e da cui si vedon altre case lontane e mute
in mezzo alla campagna che dorme sotto il sole
di fronte al gran deserto del mare calmo.

È sentire solo il respiro leggero del vento
o ascoltare la languida risacca
del mare tranquillo di sotto.

È anche fissar con lo sguardo
una luce lontana
nel buio assoluto della notte.


STEFANO TONELLI

A Maria Callas

Divina Incantatrice,
m’hai appreso la malizia di Rosina,
lo schiudersi all’amore di Mimì,
l’intimo tenero ottimismo di Amina
e di Lauretta le leggiadre ansie del cuore.

Mi hai elevato alla Luna cristallina
E alle profonde passioni di Norma,
ho vissuto la febbrile consunzione
di amore e morte della tua Violetta
e l’augusto dolore di Anna Bolena.

Negli ultimi anni una registrazione
ti ha colta provare e riprovare,
accompagnandoti al piano
la famosa aria di Beethoven.
Piangevi, su parole di Metastasio:
“... tu lo sai bell’idol mio
di te priva che farò...
io d’affanno morirò!
Dite voi se in tanto affanno
non son degna di pietà”.

Declamavi il tuo prossimo futuro:
la morte ha spento il tuo canto terreno.
Sei spirata – sola – in un giorno di settembre a Parigi.

Certo, ora stai cantando – come dubitarne? – anche lassù, mai paga di te stessa,
insegnando la tua arte ai cori angelici,
maestra severa nel servire la musica.


ANNA MARIA ZANCHETTA

Autunno

Foglie che cadono,
prati ingialliti,
aliti di vita che se ne vanno!
È arrivato l’autunno!
La terra si prepara al riposo.
Una lunga notte,
in attesa della nuova primavera!
E noi, che passata la nostra estate,
aspettiamo il tramonto,
fiduciosi, alfine
che la nuova primavera
illumini a lungo la nostra sera!

Acqua

Acqua di vita, nettare avaro,
nel tuo ignaro scendere
a volte, tutto travolgi!

Altrove, lesini goccia, goccia!
Uomini assetati che solcano i mari,
uomini arrabbiati che spalano fango,
perché? Perché nel tuo vagare,
o pioggia benedetta
non dividi l’opera tua?
Perché scendi,
ignara del tuo destino?

Il tempo

Il tempo ci prende per mano,
ci guida sull’impervio sentiero.

Un lungo cammino
percorso con alterne fortune.
Dal primo alito di vita,
quando ancora lontano è il tramonto,
il tempo che passa giocondo
tracci d’ognuno il destino!


PAOLO CARNIELLO

Presidente della Giuria del Premio

Vagabondo

Infreddolito e curvo
sulla panca stai
con la dignità del povero
a raccogliere i tatuaggi del tempo,
mentre tepide lacrime bagnano
le tristi pagine della tua superba vita
ed in questo folle peregrinare
vaghi randagio, pazzo e solo
trascinando l’incompiuta esistenza
colma di semplici cose.
La palla di fuoco
oltre la valle muore
ma tu rimarrai ancora qui,
curvo sul trono della libertà.


Se sei interessato a leggere l'intera Opera e desideri acquistarla clicca qui

Torna alla homepage dell'Autore

Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Avvenimenti
Novità & Dintorni
i Concorsi
Letterari
del Club degli autori
Le Antologie
dei Concorsi
del Club degli autori
Contatti