Antonietta Agostini
Il fiore 5 gennaio 2013
Nel campo fiorito di Nostro Signore,
un fiore è stato strappato.
La Signora morte,
nel suo giardino disadorno
l’ha piantato,
lì,
il sole non splende mai
e i fiori non sbocciano.
Angelo di Dio
dov’eri quella sera
e chi ti ha chiamato Signora Morte?
Mi hai portato via
il dono più bello,
la gioia più cara,
la mia vita.
Una lacrima dal cielo è apparsa.
Mi culla un abbraccio celeste
che consola il mio dolore,
mi sostiene, mi aiuta
e vive con me.
Il silenzio del perdono,
ora è giunto.
Mi inchino davanti a tutto ciò,
con il cuore straziato,
e senza più lacrime.
Viola Baggiani
Fretta
Proponiti come un gesto
leggero,
inscindibile indizio
familiare,
al tatto.
Uno sgabello fortuito
mi hai plasmata,
forte
e incapace
di sorreggere le tue gambe.
Perché ancora indugi
sull’uscio di quella porta…
scusami se prima di uscire
non mi appello all’urgenza
del richiamo dei tuoi occhi.
Non stare più
Io
qua
non posso stare.
Spiata… da passi
inopportuni.
Indistinto
è il luogo (se esiste!)
non contaminato.
Per queste vie,
solo
nel giorno
un sorriso,
eternamente ricorre…
mezza verità,
tra un cruccio
sbrogliato ai margini
e una smorfia in superficie.
Enrico Bonfiglio
Sirena
Sei tu, davanti a questo mare placido.
Sei in piedi su scogli bassi, accanto a te solo silenzio,
la salsedine ti ricopre il viso e con un gesto istintivo ne assapori il gusto
mordendoti le labbra,
perché il mare è dentro di te.
L’orizzonte si sta inghiottendo per l’ennesima volta il sole.
Con gli occhi socchiusi ammiri questo spettacolo che ti toglie il fiato,
ti consola, ti completa.
La brezza marina ti accarezza e fa volare il foulard, bianco cangiante,
che hai stretto al collo verso la terraferma, dove non vuoi più tornare.
Il mare è il tuo destino sei parte di lui, e lui ti aspetta …
sperando che un giorno ritornerai ad essere una sirena.
Alpino
Cigola questa vecchia sedia a dondolo dove riposa mia nonna
gli occhi chiusi e sogna.
Sogna il ritorno dalla guerra del suo amato marito
disperso nel gelo della steppa russa.
Tra le mani inermi aghi da maglia e un gomitolo di lana sulle ginocchia.
Intrecci di vita spezzata dal destino,
i migliori anni consumati tra povertà, lontananza e un maglione mai finito.
La penombra si spegne con l’ultimo alito di fiamma di un piccolo camino.
La cenere ricopre tutto e tutto diventa freddo.
Dentro di lei resiste un tizzone rosso vita che tiene accesa la speranza
di essere svegliata dal suo alpino.
Paola Carmignani
Non ho più sete
Non ho più sete,
cammino a testa bassa su questa spiaggia lunga
un piede via l’altro senza voltarmi mai
non abbia ad incrociare il tuo viso.
Non ho più sete
di baci, abbracci e affini
amore disperso in chilometri al vento
in paesaggi mozzafiato e elicotteri antincendio.
Non ho più sete né fame di ristoranti e tornanti
sculture, fotografie e bicchieri
di un’estate al passato
non abbia a ricordarmi di te.
Non ho più sete
Mario Corbetta
Tu
Tu
E non è un’accusa
Tu
E non è una sorpresa
Tu
E non è un lamento d’amore
Tu
Tu soltanto
Soffri e senti
Come sai
Soffrire
E sentire
Soltanto tu.
Se fossi una gomma
Se fossi una gomma
Una gomma fatata vorrei cancellare
Dal cuore dell’uomo la parola odio
Se fossi una penna
Una penna fatata vorrei scrivere soltanto
Amore
Se fossi una forza
Una forza fatata uccider
La guerra vorrei.
Giampiero Mastrigli
Opera 1^ classificata
Il seme nell’orizzonte
Frammento di sole
orizzonte di speranza
nuova terra
dove piantare
il seme dei sogni
ritrovato
in fondo
all’oceano della vita
Giovanni Sardi
Ricordi
Tutto fermo,
quello che volava in alto
non vola più,
l’anima si disperde
e mi trascina giù
in una folle corsa
di voci e immagini della vita mia.
Non c’è tempo
i sogni già dormono,
domani tornerai..
Ho tante domande da farti
e i miei milioni di perché
si perdono nei giorni
rapidi e strani
lasciati da qualcuno che non c’è più.
Tu non lo sai come si sta
dietro questa porta che resta chiusa,
ci si può smarrire fra le cose
che si era scoperto in due..
vorrei avere un segreto,per sussurrarti
pezzi di vita che vanno via,
e,grazie per le tue impronte..
il capo ormai è in declino,
raccolgo disadorni pezzi d’aria
per farne una poesia,
poesia di te.
Trascino in silenzio i miei passi disuguali
e vorrei scrivere sulla lavagna del tuo cuore
i miei sogni,
come fosse,
per sempre
il primo giorno d’estate.