Antologia del Premio Il Giro d'Italia delle Poesie in Cornice 2010

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del Premio Il Giro d'Italia delle Poesie in Cornice 2010
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 76 - Euro 18,00
ISBN 978-88-6037-0099

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Antologia delle più belle poesie del Premio Il Giro d’Italia delle Poesie in Cornice 2010


Antologia del Premio Il Giro d'Italia delle Poesie in Cornice 2010


Antonio Balia

Nel silenzio del dolore

Non Ti conosceva
le gambe un dì ha piegato
lentamente
quel viso s’é bagnato.
La vita nella lacrima
tanti pensieri nella mente
col dolor si misurava
nella Croce si perdeva.
In quel silenzio senza tempo
il rumor lo frastornava
nel silenzio del dolore
ogni suo essere sfumava.
La Croce lo scrutava
la commozione lo scioglieva
nella carne navigava
affioravano i rimorsi.
Nei ricordi il cuor soffriva
di ciò l’anima gioiva.
Dall’intervento straordinario
la salvezza nel Calvario.
Silenzio doloroso
dolore per la vita
in quel suo piegarsi
ha vinto la sconfitta.


Andrea Bernabei

Adesso che sei angelo

Soave malinconia
di un mattino di novembre..
perso nell’effimera estasi
di un bacio a lungo sospirato
conobbi, riflessa in gemme di smeraldo,
la ragione d’ogni rintocco vitale.

Era l’anno della Tigre,
la stagione delle foglie fragili,
il giorno in cui una parziale eclissi solare
rese nitido l’equilibrio della Terra.
Eri l’Astro timidamente celato
dietro il respiro della Luna
che liberato dall’ineluttabile moto
è riapparso in tutta la sua perfezione.

Sei divenuta sorgente nel deserto,
intimo focolare nell’inverno,
immensa luce a far da guida
all’Uomo e al Figlio che hai nutrito.
Sei vissuta Figlia e Madre
pellegrina nei dedali della vita,
fin quando il tempo ti ha reso
originaria forma con un palpito di ciglia.

Adesso che sei Angelo
scruti, adagiata sulla cima del faro,
il percorso tortuoso di una piccola nave.
Pronta a placare ogni sussulto
che minacci la rotta disegnata
accompagni il sogno oltre l’orizzonte.


Emanuela Bucchieri

Genova

Genova è Vanesia,
al collo una collana di mare
slanciata come il vento
che sale,
veste stretta e a strati
è aspra e lagnosa
si tiene tutto dentro
una colite di vicoli…
ma ghigna e si burla
di te che la perdi
sotto gli occhi,
scappa fin sull’altura
prende poi lo scivolo e si butta
giù nel fondale, blu mare
e poi risale
ma lei sa tentare…
a giugno e a settembre
rimane stesa al sole
ti beffa e ti prega
di stare con lei ad oziare.


Antonio Cannistrà

Cupola d’oro

Si rende agli occhi invisibile il piccolo
seme sommerso da gocce d’acqua.
Imbacuccato nell’ubertosa madre
il germoglio cresce.
Lentamente si ode un percepibile tocco,
è un leggero battito che si fa spazio
dentro la cupoletta d’oro.
Alla fine del tempo come una minuscola
spiga spunta dal fertile campo.
Come d’incanto si ode nell’aria un
pianto, è un pianto di gioia di una
mamma che ha dato alla luce il suo
dolce bambino.
Con gli occhi arrossati da pendenti
lacrime preso dall’emozione il papà,
al suo fianco, frena lo sguardo amorevole
sul suo piccolo infante;
accarezza la madre e insieme fissano
il viso del di loro frutto d’amore.
È un dolce, amabile,
dono di Dio.


Maria Cristina Casa

Città turchese

C’è un grande regno, nel sacco del mare,
pieno di mille bislacchi abitanti.
Vedo che nella città capitale
vivono quelli che sono importanti:
il sommo sovrano, “Napoleone”,
che ha lo sguardo da imperatore.
Suo paladino fedele, lo “Spada”,
è al suo fianco in ogni contrada.
“Sega” e “Martello”, collaboratori,
sono indefessi lavoratori.
Damigella reale è l’ “Ombrina”,
teme il sole, è delicatina,
lei si protegge con l’alga marina.
Un buffone di corte è il “Pagliaccio”,
maestro di lazzi, risa e fracasso.
Il “Rombo”, addetto ai rumori di scena,
l’ assiste con infinita pazienza.
“Pilota” e “Rondine”, in libertà,
svolazzano in crisi d’identità.
Poi viene il “Palla”, una rarità,
ma con un merito riconosciuto:
per il diletto di Sua Maestà,
lui ha inventato…la pallanuoto!
Per ogni vizio di fondo c’è il “Prete”,
sonda i peccati coi piedi di piombo,
li scandaglia ed invita alla fede.
Ma col “Torpedine” porta al “San Pietro”
quelli che sono cattivi davvero.
Per i disagi dovuti all’ oscuro,
il “Lucerna” è un rimedio sicuro.
Ma se per sempre l’abisso s’imbruna,
niente paura: c’è il vigile… “Luna”!


Silvia Cipollina

La fine del mondo

Inutili, irreparabili attimi
di sopravvivenza
all’uso, all’abuso
del potere “intelligente”
degli uomini.

Paura!
Vana ribellione della natura,
cellule alla disperata
ricerca di ossigeno.

Paura!
Progresso, inquinamento,
surriscaldamento del pianeta,
catastrofi.

Paura!
Neopropagazione di virus
ibridi di diverse malattie.
Parola d’ordine: Sopravvivere.

Paura!
Sopravvivere non è vivere!
L’umanità troppo tardi,
amaramente se ne accorgerà.


Giorgio De Luca

Il tuo sorriso disegna nuvole di seta

Ascolto la tua voce
nell’autunno di pensieri spogli.

Vestirò di rosa i tuoi desideri,
da vecchio le mie stagioni.

Il tuo sorriso disegna nuvole di seta
su tavole di cielo.

Le tue parole cullano giorni stanchi
del mio deserto inverno…

Ora che l’eco del silenzio m’assale,
cercherò il mistero di una lacrima che scivola,
solitaria,
nell’aria che consuma.

Sorriderò agli ubriachi che parlano di ombre,
che bevono d’un fiato le illusioni
del momento…

Lì nel vecchio borgo,
nella casa abitata dai ricordi,
vedrò allontanarsi il giorno
nel fiorire d’un sogno.


Jolanda Fassina Smaniotto

Paesaggi di sabbia

Presepio

Entri in una padiglione
ed hai subito una visione
d’incanto una sizza
personaggi oggetti vasi
anfore case
castelli animali
adagiati in accervi
di sabbia.

Incantevole creazione
che solo il pensiero
può accostare
a due creazioni!

Una fatta dall’arte umana
fragile castello di sabbia
fra breve sfasciato
una plasmata da Dio
per Verginale Virtù
ricreata
spaccando in due
dell’umanità
lo storico cammino
AC… e DC…!
Perdonandola quest’Umanità
caduta
ridonandole la libertà
perduta
con la venuta del
Redentore
GESÙ.

NB: «d’incanto una sizza», sta per freddo incanto (toscano).


Fabrizio Finetti

Il compleanno (di Stefano S.)

Per festeggiarlo, questa sera siamo in tre.

È il fratello degli Stefani, il più anziano,
eh sì perché da adesso avrà più un anno.

Si vedon già le rughe sulla fronte,
e il grigio sulle tempie si diffonde.

Se poi, tu lo farai girar di schiena,
la nuca di capelli non è piena.

Se si sofferma un poco di profilo,
con quella pancia, non sembra proprio un divo.

I denti, per adesso ce li ha tutti….e non è poco,
perché stasera ha fatto onore al cuoco.

Un brindisi sereno e tanti auguri,
ancor cento di questi anni duri..


Francesca Maria Nolfo

La ninna-nanna

(un antidoto contro lo stalking: la regressione)

Cantami ancora la tua ninna – nanna
che tra il fragore di mitraglie e bombe
m’addormentava
serena, da bambina.
Qui, ora, mitraglie più insidiose,
seppur meno fragorose,
mi frantumano la mente,
le mie certezze, la mia identità;
cantami ancora la tua ninna – nanna,
carezzami i capelli e mi addormento;
non voglio udire ancora
quel sibilo infernale,
devo restar me stessa, sino in fondo.


La nuvola rosa

Sulla scogliera,
cullati dal canto del mare,
si sfioran le mani…
la nuvola rosa,
orlata d’argento,
veleggia nel cielo sereno,
la guardan rapiti…
s’appresta…
la brezza odorosa
li porta su, in alto
in volteggi leggeri,
alla nuvola rosa.
vi approdan felici…
lontani da tutto
l’accordo è perfetto.
Poi, la lenta discesa
divien più veloce:
è la terra!
L’impatto li scuote,
s’allentano i lacci,
ritornano due.


Vaghi Storieri

… E il poeta

Che deve, che vuol fare? – / – S’affida all’istinto (al demonio
dalle risorse rapide, / trasversarli, all’opera adatte? –
– Potrebb’essere un canta / storie, che sa, e incanta, con canti
e suoni, i rimbambiti / ed i bamboccioni ancestrali? –
– Perché? Gli altri che sono, / di meglio, nel loro sussiego? –
Ha bisogno del bello / che avverte e che insegue? O del vero
partigiano diventa? – / – Lo muove la voglia del cigno,
che intende cavalcare? – / – La maledizione lo afferra,
lo strazia e lo consuma? – / – È libera l’arte o dipende
da qualcosa o qualcuno? – / – Si possono dare ai poeti
delle regole fini? – /
– C’è dell’altro? Avanti, Signori!…
Se fo, non rispondo: / “La pecora bela che perde
il boccone”, ed è lunga / l’arte, ma la vita, no. Basta! –

(Dal Canto quinto del mio “Sogno d’inverno a Terontola Alta” Rielaborazione del 20 marzo 2010)


Luciana Scaglia Grenna

… Mani nervose…

Le tue mani nervose
tra i capelli quasi rasati
come a dire
perché te ne vai?
Perché ci lasci
quasi in sordina?
A passi lunghi,
avanti e indietro,
ti fermi
lo guardi…
no… non è possibile
non è vero
… eppure è così!
Lo baci,
sai che è l’ultima volta,
poi ti guardi attorno
e vedi lei singhiozzante.
L’avvolgi con le tue
poderose braccia
consapevole che non puoi
venire meno
alle parole vere
che papà
ti ha sempre regalato!


Francesco Sepe

Il creato è amore

L’azzurro del cielo
è il colore dei tuoi occhi!
Il sole
bacia il tuo volto!
Il mare
è sempre sulla tua pelle!
Il tuono e la pioggia
sono tuoi compagni
nelle giornate tristi!
Il vento
ti raffredda il viso
e soffiando nei tuoi capelli
ti fa innamorare!
Il tramonto
ti acquieta e tormenta!
Lo sguardo di un bimbo
abbandonato ed affamato
ti chiama alla solidarietà!
Questo è il nostro mondo
che l’amore di Dio
vivifica ogni giorno!


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