Paolo Azzurrini
Bar di stazione
Il profumo di una miscela di caffé mi ha portato verso di te.
Il tempo di “gustare” il tuo solare sorriso sul tuo dolce viso,
quando un suono metallico mi ha ricordato che il biglietto è già
stato obliterato; e con la tristezza nel cuore, con la mente ti ho
stampato sulle tue labbra un bacio veramente desiderato.
Emozioni… forti
Scarabocchi elettrici in un cielo plumbeo
Notte ammaliante, notte sadica.
Un fulmine denuda nuvole nere opprimenti,
di pioggia gonfia.
La fitta grandine battente fa male.
Il freddo pungente il microbo uccide.
Maria Cristina Casa
Tramare
Tuoni frastuoni
fulmini flutti fiumi
fusti frusti
frasche sfrante
spazzate travolte
vite straziate strozzate
spezzate stravolte
da un triste treno senza meta,
trenodìa di natura “Moneta”.
Gorghi del cielo di mare
tramano equorea congiura,
ma dietro le sbarre è il reo
renitente non confesso,
reticente, recalcitrante:
superbo uomo impotente.
Amare
Amare immagini
di icastica evidenza:
il quadro di Max Ernst,
Castor and Pollution.
Urge fare presto,
urge soluzione:
di Magritte usiamo i trilli,
risvegliamo la coscienza!
Assassinano il mare.
L’acqua è vita,
come si può non amare?
Pessimo
ossimoro
impossibile…
Sebastiana D’Avola
Come volare
Senza le ali
non si può volare,
il crollo è subito sovrano.
Con la fantasia
si può andar molto lontano,
ma tornando sul suolo vivo
l’impatto non è indolore,
né educativo.
Volare, trasportati dal vento
si va in tutte le direzioni,
confortati dai fumi della droga,
delle rapine, dei soprusi,
della violenza… con non senza
complicazioni e sofferenza.
Volare, quindi, è bello sì,
ma colle ali vere;
con l’onestà degli intenti,
con la saggezza del vivere,
portarsi verso il giusto,
il bene ed il sano, si va molto lontano.
Solo così si potrà volare
in alto, sempre più in alto,
vicino a Dio per raggiungere
il fine ultimo della vita umana
in serenità. Ciascuno è artefice
di se stesso e questo lo si sa.
Lilia Derenzini
Quella era la mia terra
Fiume non è più mia
…sì la mia terra natale
Non mi appartiene.
Madre, padre e fratelli
Non hanno avuto là
Il riposo eterno
Nelle tombe dei padri.
Tra zolle di terra rossa
E cardi azzurri del Carso.
Fiume di strade bianche
E salite tra filari di pini
È di altri… è solo
Dentro di me – un sogno-
Eppure nella città vecchia
La bellezza di mia madre
Si specchia e col padre
Mio in via Ciotta ci sono anch’io.
Porto di confine di
Antichi velieri alla volta
Di rotte straniere
Città di mille scale
Da cui vedere il mare
Ecco perché là ho
Sepolto il mio cuore.
Jolanda Fassina Smaniotto
Il Giro d’Italia delle Poesie……
Sera di Settembre
tiepida e serena
le note del flauto dolce
fanno eco ai versi
delle POESIE.
Noi muti come pesci
trasportati
dalla corrente e ci trascina
dolcemente nel sublime
incanto della POESIA.
Affascinati inseguiamo
il silente volo
dei gabbiani e
fantastichiamo nel mondo
dei cormorani mentre
come fumi delle fontane
soavi melodie salgono
sempre nuove
sublimate dai suoni
che ne colorano i toni.
Ed il Sole
dietro i verdi Colli
dardeggia tra lo smeraldo
del parco dell’Hotel OLYMPIA
… declinando.
Incontri felici
sulle sette note
in ARMONIA
inizia il giro della POESIA!
Francesca Gatti
Per Lori
La lettura
ti tuffa in realtà
nuove e diverse.
Ti conduce
prendendoti per mano
nello spirito, nell’animo
di vite altrui.
La conoscenza
di molteplici realtà
matura, cresce, fortifica e acquieta
il nostro animo.
L’animo ha fame, di sana conoscenza,
per affinare la sua sensibilità ed
elevarsi maggiormente.
A te che hai scoperto Amica Lettura
l’augurio più sincero di una madre:
che tu possa esserle fedele a vita.
Lei lo sarà sempre e
saprà attenderti,
come nessuno
per regalarti un sorriso o
farti scendere una lacrima
per consigliarti o
farti sentire semplicemente meno sola.
Sì!
Ho contribuito
a presentarla a te,
che sei la mia continuità.
Ti lascio dunque
la più preziosa eredità
che io possegga.
Michele Ginevra
Amarsi ancora
C’è un filo di speranza
in fondo al pozzo
dove tu hai nascosto
le mie ultime carezze.
Erano i giorni delle lunghe attese,
sguardi vani
dal colore greve delle foglie morte;
cocci di parole rotte in gola
e sospiri appesi all’ultimo fardello
addosso a un corpo muto.
Ora, che il passo incerto dell’amore
accorcia il fiato
e frena la paura di un sorriso,
dal fondo di quel pozzo
affiorerà la luce e la carezza
e la passione tutta,
nulla di più che non si possa dire
… amarsi ancora
Rita Imperatori
In fine
Non tutti lo stesso filo lega:
quello di cui tu hai lasciato un capo
aveva due spessori.
Sottile dal tuo lato, robusto verso me,
di noi faceva più che madre e figlia.
Io ti tenevo ma tu più non volevi:
«Senza moto né riso, che vita mi comandi.»
Pure bastava.
Ora cresce il silenzio.
Non quello che ristora dal rumore:
quello tremendo che ingoia il nome detto,
quello che sradica il timbro della voce,
quello che srotola l’oblio sulle carezze.
Rivederti?
È pensiero che non sale alla speranza.
Dimentica è la gatta, che ora si stende su di me.
Ti attende invece l’ago, in sosta sull’orlo di una gonna.
Dice di mani che seppero ogni arte:
incisero la terra come sfogliassero le pagine di un libro.
Sono a casa.
Non ti aspetto, ma ti cerco in ogni stanza.
Incontro le tue foto e tanto basta:
mi viene da parlarti e so che ascolti,
accolta in un dove che mi esclude.
Bela la capra:
è una voce, ma chiede solo cibo.
26 luglio 2009
Rada Koleva Genova
Che cosi sia
Che così sia… rimarrò lontana.
Un’onda impossibile come
ogni mia poesia…
Fuori piove,
è quasi inverno e, il mare
torna alla sua calma silenziosa…
Che così sia: sarò
la tua lontananza… Solo che
il mare in me non tace.
Picchia.
Piange fino alla disperazione…
Spazza via le spiagge.
Lacera le onde e a nove nodi
si innalza, e salta
negli abissi di quelle mie impenetrate
profondità…
Che cosi sia, mia vicina
lontananza…
Che quella partenza
mi consoli, cosicché
almeno un faro mi aspetti,
mi sogni…
da non riuscire a dormire.
È quasi inverno… Che così sia!
Il cielo tace…
Maria Martignetti
La bambina dai capelli bianchi
Passano gli anni e io figlia
mi trovo a far da mamma.
Nell’inversione dei ruoli
palpo le tue fragilità di creatura indifesa
eppur tenace nel suo credo.
Curarti per averti ancora è mio intento,
il tuo è restare di tempra dominante.
Di continuo scopri il tuo corpo
che io pronta ricopro.
Ultima lotta dell’ultima notte
dove sei ancora, come sempre, la più forte.
E ora, a me manca la mia bambina
dai capelli bianchi.
Una foglia da lontano
Mattina di ricorrenza, distratta attratta
da una brunita foglia di quercia
aggrappata alla rete della zanzariera.
Strano.
Non ci sono querce in giardino
né in quelli limitrofi
né in quelli oltre per un po’.
Sola vieni
da luogo lontano a me caro.
Tue congiunte ai piedi della pianta
tra mille forme e colori,
tasselli di mosaico umido di rugiada,
custode di antiche tracce in intersecati sentieri.
In quelli mi inoltro…
cerco, trovo e l’anima si acquieta.
Amore
Anelito di due menti
fusione di due corpi
pervasi dal sublime – Amore –
Mirjam Paci
Sfumature di grigio
Osservai le dita di un’artista
acquerellare di grigio,
scorsi il disegno d’un bambino delineato a matita.
Le ciglia nere sul viso accarezzavano continuamente
le più piccole,
gli occhi sorridevano guardando pian piano l’alto..
Danzai sul grigio asfalto trascinata da soave armonia.
Pensai,
“Con quali occhi osservare questo Disegno di vita
che a volte si scolora?”
Intanto il vento rifiniva i miei capelli
e si poneva dietro la mia schiena come ali,
con quel dolce spirito che ribatteva in fantasia
continuavo a danzare.
Su un foglio scrissi le lunghe parole
che abbracciavano la mente,
con l’intenso desiderio di farle Poesia.
Poi lo strinsi al petto.
Io, così, leggera ricercavo nel grigio i colori.
Come una luce di fronte a me
vidi il bambino prendere i pastelli,
gli acquarelli l’artista
per rifinire il loro capolavoro d’essenza..
e insieme agli occhi sorrise la bocca.
Capii che soltanto dentro me
potevo trovare tutti i colori che desideravo possedere
per tinteggiare il Disegno quando si scolora..
Sfumature di grigio
e poi colori scivolarono ancora dinanzi a me..
Vidi il fascino dell’anima abbracciar le pitture..
Mirko Pierpaolo Papirii
Angelo Custode
Non ti lascerò
su questa terra
anche se non potrò
più ascoltare il tuo pianto.
Non ti abbandonerò
quando dormi,
quando la tua pargoletta mano
non troverà più
il conforto del mio abbraccio.
Io ci sarò,
con te, sempre,
nascosta tra le pagine di un libro
o dietro il fuoco amico
del camino.
Io ci sarò,
nella gioia e nel dolore
perché chiamata a servire il Signore
per tutta la vita
ti sarò Angelo Custode.
Massimiliano Rendina
Jerusalem
Mettendomi
Un istante
Radente alla pietra
Ossequioso,
Dove altri uomini,
Esattamente silenti,
Lasciano messaggi,
Pregano ondeggiando,
Invocano perdono
All’indirizzo di chi
Non può restarvi sordo.
Trovo angolo di pace in
Occidente pieno di dolore.
Paola Salvatori
Debacle dei secoli
Peste, una visione raccapricciante nel tempo
di paesetti funestati senza tregua dal contagioso morbo
e dalle urla strazianti a piena voce di madri indifese,
di padri impietriti con occhi supplici all’ombra del silenzio
sui resti mortali degli amati figli.
Peste, il flagello di un demone furente
che spalanca vorticosamente la porta del presente.
Un turbine d’eccidio quotidiano che annienta senza pietà.
Un eco disturbato da voci di bimbi molesti.
Un’aria ammorbata che echeggia
tra giovanaglie nell’ozio e nella droga
con la frenetica cupidezza di sterminare la natura.
Nel mondo l’immagine di un avvenire contaminato.
Noi, impavidi figli del presente
con l’epilogo di una realistica catastrofe,
ricostruiamo il puzzle universale
con l’onere di spirito e imperiture posse
per gli anni avvenire!
Barbara Santoni
…Vorrei …
Vorrei stringerti a me
e ballare con te al suono
di una dolce melodia
la danza della vita,
gettandoti coriandoli di felicità.
Vorrei percorrere con te
il sentiero della vita,
per esserti vicino sia nei
momenti belli ma soprattutto
in quelli brutti.
Vorrei ascoltare il tuo respiro
durante un caldo abbraccio
e sentire il calore del tuo corpo
durante un tenero e intenso
atto d’amore.
Vorrei prenderti per mano e
portarti nel mio mondo per
dirti di non avere più paura
di soffrire per amore.
Vorrei portarti nei luoghi più
incantevoli per dirti che
da oggi ci sarò io a renderti felice
Vorrei … vorrei … vorrei ..
… vorrei solo poterti amare …
Luciana Scaglia Grenna
…Solo un bicchiere d’ acqua…
La pelle arida
e screpolata,
le mani ormai
fogli di quaderno
svolazzanti
il corpo straziato
anelava solo
un pò d’ acqua.
Il bicchiere era lì
ma non riuscivi
ad allungare la mano
malferma.
L’acqua,
elemento umile
ma indispensabile,
era a pochi centimetri
dalla tua bocca arsa
ma per te anni luce.
Nessuno capiva,
né vedeva,
ma solamente un bicchiere d’ acqua
ti sarebbe servito
per migliorare la qualità
della tua vita
arrivata, ormai, al capolinea.