Antologia del Premio letterario Poeti dell'Adda 2008

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del Premio letterario Poeti dell'Adda 2008
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 132 - Euro 18,00
ISBN 978-88-6037-7296

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Antologia delle più belle poesie del Premio Poeti dell’Adda 2008


Antologia del Premio letterario Poeti dell'Adda 2008


Patrizia Albanese

Apollo e Dafne

Scolpita nel mito
che ti ha generata
hai offerto
le tue mani bianche
agli altari sacri,
nell’affannosa corsa
le dita delicate
hai visto mutare
in rami e germogli
di lauro.

Preda del fato crudele
hai voluto seguire
quel triste volere
e hai guardato
le lunghe chiome
ormai aggrovigliate
alle rigogliose fronde.

Non hai forse indugiato,
ninfa divina,
mentre inseguita dall’immortale
sceso dall’alto del monte Parnaso,
regalavi il tuo ultimo sguardo
inorridito e pietoso
dell’umana sventura.


Omar Boreggio

Nella vita c’è la crudeltà
di ogni giorno che distrugge
l’animo di chi non può difendersi.
Ma in cielo c’è un dio
che un giorno cercherà giustizia.
Sulla terra
ci sono uomini che fanno giustizia
ma l’uomo non è niente
e non può far niente senza la luce di un dio
che segue il suo percorso
e che lo guida nel giusto.

Soffrire morire nel nome di un dio
è il destino di ogni uomo
solo quando risorgerà dalle ceneri
troverà l’amore più significativo
e la pace nel cuore
attraverso i lampi del cielo.


Michele Cappetta

Pazzia

Sognavo la morte solo di giorno.
Nell’ombra di un bianco accecante
ridevo d’angoscia alle squallide mura.
Gridavo il terrore,
scalciavo nel vuoto,
piangevo, legato, nel buco più nero.
Il bianco aggrediva,
la luce pestava,
ed erano anni di assidue battaglie.
Stremato e felice di un’altra vittoria
cadevo nel sonno di un buio sicuro.
Sfioravo la vita tutte le notti.


Enzo Carlotti

Pendolo del nostro amore

Sbuffo
fischiettante
d’un
treno
in
corsa,
calmo
sereno
pendolo
del
nostro
amore.


Fiori dell’esistenza

L’impetuoso vento cessa di solleticare i fiori,
sui quali, piomba nel sonno.

L’insistente calura solare
fa morire le piantine,
dal sole, prima cresciute.

Come fiori ridenti – sono le nostre gioie
Come fiori appassiti – sono le nostre sofferenze.

Insegniamo alle nuove generazioni
a coltivare campi di pazienza
dove rimangono sempre vivi
i fiori dell’esistenza.


Luca Domenico Cattafi

Al primo sguardo

Mi soffermo ancora adesso
ad osservare la tua bocca.
Tu, non mi vedi
Perché gioco con l’immaginazione.
Le tue labbra rosse
a cui continuamente chiedo un sorriso.
Posso carpirne il sapore
e affondare nella loro morbidezza.
Riempirmi sulla bocca della porpora del tuo rossetto;
io, come un bambino che fa incetta di cioccolata
e la sparge ovunque sul suo viso.
Quanto ho desiderato baciarti!
E perdermi nei tuoi occhi così cristallini
Da poterci vedere la tua anima;
assaporare gocce di dolcezza
che vengono fuori ad ogni tuo sbatter di ciglia.

Psamathos.


Giulia Cinti

Ricordi

Fugaci incontri onirici
dai contorni confusi
lasciano un gusto amaro…
un breve brivido
pervade mente e corpo
tremanti.
Un tiepido tepore
sussurra suoni soavi
che sfiorano la pelle e
ispirano sinergici slanci dell’anima
smarrita in arditi percorsi.
Immagini evanescenti
si dissolvono in un
Effimero Riverbero.


Granelli di un antico regno

Turbini di sabbia
sordi echi eterei di anime desuete…
voci virtuose e vili viltà di spiriti
che aleggiano leggiadri
e avvolgono corpi inconsapevoli
in cerca di vita.
Si sollevano e fluttuano
misteriosi spettri
memori di grandi imprese immortali.
Si odono fantasmi indefiniti
dagli invisibili volti delineati
finché all’improvviso
tutto scompare:

il vento ha smesso di soffiare.


Karina Isabela Comanescu

Non sottoscrivere le tue menzogne
Sul volume del cielo denso su di noi!
Aghi impiantati nelle pupille, colano…
Prenderti, portarti via sulle labbra
Dovunque andrò… vagabonda instancabile:
Sono un frammento di luna e splendo per
accendere la delicata polvere sulle ali di pizzo.
Nel buio seguo le farfalle di fuoco.
– Il senso di amare o vivere di paura –

Oloferne – creatività decapitata –
Giuditta è così viva da toccarti la pelle intimamente
è il jolly del joker
la parte più ruvida e tagliente.
Il cuore liscio sanguina la sua seta;
rosa blu febbricitante la rivelazione!
In attesa dell’incessante fuga.
Un varco sottile, forse nessuno si muove,
ma lei proietta i suoi passi e non ha orme
non restano neppure le ombre.

Il cielo divampa da una vertebra feconda
mentre cigni divorano il sole dei miei dipinti.
Si schiudono le uova degli occhi splendenti
Ed ombre maestose si spengono in essi
Come le vetrate al tramonto.


Domenico D’Addabbo

Smerigliate essenze
colorano musiche meravigliose
tra risvolti luminosi di cielo,
all’ombra d’un mattino.

Un battito d’ali
tra resti di bosco,
ritagli di vita scoscesa
tra spigoli di cornici invecchiate.

Non so
se quel lume pe’l cielo
è voglia di vita
in un batter di ciglia,
inseguendo libertà.

Non so
se questa musica colorata
di parole sia pioggia
nel vento o vento,
vento.


Ricordo d’un prato
tra antichi oleastri
e ginestre fiorite,
ragnatele di rampicanti
d’un verde bambino,
l’ombra tiepida
color primavera,
la vita che esplode,
lì dove l’uomo
non cammina.


Olimpia Danci

Lettera d’amore

III

Sono stanca
di essere
sempre
inebriata.

Lo so,
questa brezza
si sparge nelle ore
in cui, tu vai a fare
l’amore
quando io mi sono
appena alzata
dal tuo verticale.

Nelle malinconiche ore
progetto la mia stanchezza
Sempre volando…
scivolando…
in eterna sconsolata,
grammaticale amarezza.


Chiamami in quell’ora del giorno
che ostinatamente
ti resister
vicina e supplichevole
ma pronta sempre a
volgerti le spalle.

Chiamami in quell’ora del giorno
quando me ne vado nuda
per la strada dei versi
che celebrano le cose e il mondo.

Il giorno chiude la palpebra
resta immobile per assaporare l’effimero…
E poi vattene…
prima di svegliarmi.


Fenice Rita Francalanci Tognetti

Sento le mie insicurezze
percorse dal vento
e scalfite spero
in ogni momento


E dall’ovatta uscì
fuori incontrò il fiore nascente
stanco di gioia.
E poi portato dal tempo
si soffermò
salutò un papavero ebbro
e la sua luce donò.
Infine nello spazio del tempo
giunse
immemore, immemore.


Immobile viaggiando,
Immobile camminando,
seduta sul cuore
ho guardato scrutando
il passaggio del pensare


Silvia Goi

Vergine splendente che la notte
Attraversi luminosa i boschi efesii
Nessun mortale è degno
Di alzare lo sguardo su di te

Con le tue parole non si scrivono i poemi
Più i balbettii dei giochi dei fanciulli

Alle tue cabale, le porte restano serrate
Come bocche

Tu non sei la madonna dei cristiani
Né conosci meglio di quanto possa io

se pioverà oppure no o
quale tempo farà in tre giorni.

Domattina, quando svanirà l’incanto

Come sembrerà senza spigoli ogni cosa vera
L’asfodelo sulla sponda del ruscello
Freddo di rugiada, intatto,
al mattino.


Patrizia Gori

Mi accompagna ogni giorno

Mi accompagna ogni giorno
dal tenue chiarore dell’alba,
i pensieri ancora nella culla della mente.
Mi accompagna fino al calar del sole
quando la luce si fa intensa
e cambia i colori della sera.

Non serve correre
urlare piangere morire di fatica
parlare al telefono camminare nel bosco
sprofondare le mani nella terra
e sporcarsi la faccia, non serve.
Cullare il gatto che vuole la sua cena
sorridere al bambino che passa in bicicletta
fare finta che le giornate siano tutte uguali
o tutte diverse.

Solo il sonno racchiude nell’oblio
quel dolore sordo
che mi accompagna ogni giorno
fino al calar del sole.
Il dolore profondo e viscerale della tua assenza
un poco
si attenua.


Damiano Gregnanin

Partire per un lungo viaggio

Sarà un fulmine a cielo sereno
solo l’ignoto capirà,
dovrò andare.
Là nessuno mi aspetta,
spezzerò molto tramonti,
sogni.
Come le onde del mare
portate dal vento
sprizzano purezza di sentimento.
Partirò con mille pensieri,
rancori…
Come un bacio sognato
mai ricevuto
o un’amicizia avuta,
mai saputa.
Finisce la storia di un punto
interrotto
e giunto.
Ci sono linee corte
e lunghe.
Chi parte presto
o tardi,
prima o poi andiamo tutti.


Biagia La Foresta

Il vecchio

Tutto bianco curvo e il passo stanco,
gli anni ora non li conti più.
Tiri avanti con difficoltà, carico [di acciacchi sì,
ma è solo l’indifferenza che ti pesa.
Nessuno più ti ascolta
e ne avresti di cose da dire.
Seduto su di una vecchia panca,
amica della tua giornata
dividi con gli uccelli il magro pasto.
Parli con loro che in silenzio stanno,
s sembrano felici di ascoltarti.
Lo sguardo assorto verso l’alto volto,
guardi un antico monumento,
ma il tuo pensiero corre come il vento,
al tuo passato alla giovinezza,
ai giorni lieti alla spensieratezza.
Ti vedi scolaro e con i tuoi compagni,
ascolti il racconto della ciotola
che il bimbo conservava per il padre.
Quella favola è una triste realtà
che tu stai vivendo già.
Dirlo ai giovani non serve
Le tue parole volano nel vento,
non li ascoltano neanche un sol momento.
Continueranno con la loro vita
d’insofferenza e indifferenza,
la terra gira e questa umanità
come un ripetitor continua a far
i soliti gesti i soliti errori
per non fermarsi per l’eternità


Paola Lenci

Gocce di colore

Come gocce di colore
Di rossa veste il fiore
Del grano sfida l’oro.

Timidi e violetti
di altri fiori i getti
si uniscono nel coro.

Tra mille e mille luci,
il vento porta le voci:
si miete nel pianoro.


Lina Lolli

Percezione

Il corpo spogliato nel tempo sospeso,
il fruscio delle foglie
accompagna il viaggio.

L’ansia assale la mente vigliacca,
come un fiume
avanza imbrigliato da massi.

Qualcosa esplode nel buio.

E la luce
disegna
l’idea


Elio Lunghi

Fiore nero

Fiore nero con il sorriso bianco,
io ti guardo.
Sei il più nobile dei colori,
sei il colore più vivo della natura:
quando tu appari tutto scompare.

Con le tue mani di maiolica
In una candida coppa di cristallo,
mi servi freschi e delicati
succhi di simpatia.

Tu sei la nave che mi conduce in porto
e io mi annego nei tuoi capelli
colmi di ulivi e di magnolie.


Il destino

Nei tempi lunghi l’anima segue
il suo immutabile destino; ossa
morsicate, ricoperte da muffe
colorate, si ammucchiano sfatte
ai bordi dei fossati. Della scelta
la sorte avvisa prima, ma dopo
il tonfo la via è sempre aperta
anche se erta.


Maria Martignetti

Le stelline di San Giuliano

Ottobre 2002
la terra trema e ventisette bambini
restano sotto le macerie.
Ventisette boccioli di un giardino,
auspicato luogo di cure amorose.
Ventisette boccioli di teneri colori,
profumi delicati, con in atto
tutta l’energia che la natura gli elargì
ahimè si son sciupati,
sporchi di terriccio polveroso,
han perso già la linfa della vita!

C’è chi non si rassegna alla sciagura
e crede, e vede
ventisette stelline che brillano
nel cielo di San Giuliano,
si rincorrono giocose e rassicurano
così le madri qua che là c’è chi le cura.


La primavera

Si dice che
il clima va cambiando
e la primavera
non è più com’era.
Metti che,
un bimbo possa fruire
di spazi verdi
con pratoline far capolino
e rondini in riga su un filo,
da grande
dirà ai suoi bambini:
– che bella era
quella primavera! –


Maurizio Alberto Molinari

Nostalgia

E dunque mi manca…
mi manca quel tempo
in cui tutto era
innocenza e serenità,
quel tempo così leggero
in cui tutto poteva scivolar via,
senza rimanerti addosso,
attaccato come una seconda pelle,
quel tempo
fatto di attimi lunghi una vita
perché non ancora infranti,
quel tempo di lacrime serene,
lacrime di un pianto segreto,
il pianto di un’emozione
segretamente vissuta,
quel tempo in cui i sogni erano ancora tali,
così belli, così intensi,
capaci di incorniciare quell’attimo
del futuro vicino,
senza timori del futuro lontano.
È così che la vita
gode sadicamente
nel disegnare il tuo tempo:
con matite nostalgiche
e gomme di quotidianità.


Mauro Montacchiesi

Adriana

Sei bella, oh dolce Adriana,
del ciel d’oriente sei la diana!
Sei la stella che il sol precede,
sulla natura, di Dio mercede!
Sei la prima luce del mattino,
d’un lucore puro, adamantino!
Sei tu la sveglia, squillo di tromba,
quando voli, con ali di colomba!
Sei edelweiss tu, Adriana,
candida, bianca stella alpigiana!
Porti amor tra le alte montagne,
il tuo sorriso tra le campagne!
Del mar tu asteria, Adriana,
dal riflesso azzurro di genziana!
Di corindone sei l’asteria,
e del ciel fulgente esperia!


Naufrago

Mi destai una notte
naufrago in un mondo pieno d’azzurro
cullato dai suoi leziosi flutti.
Ma presto giunse il giorno
e forte mi picchiava in testa il sole.
Le stelle della notte
più non mi protessero.
Ed ecco itinerante il cuore mio
tra infuocati strali e tempestosi fortunali.
Più acre è la salsedine
che labbra e cuore aridi rende.
Ma quando persa è ogni speranza
dal nulla al mio cospetto un’isola.
Verdi le sue valli e fresche le sue fonti
dove acchetare questa mia sete di felicità.


Papa Amadou Ndao

Fuoco nella brousse

Brucia tutta l’erba
Prende tutti i campi
Tutto va nel vento
Niente, niente esiste più.

Voi giovani in erba
Affamati di sapere e di saggezza
Voi bramosi di vedere
Al di là di questo orizzonte

Una folla davanti
Al tempio del sapere

Al balcone, un pappagallo canta
«Ognuno è solo nella sua tomba»

Ne vale la pena io mi chiedevo?

Uomini, glorie
Medaglie, ostacoli…
Tutto questo amalgama
Come balle di fieno in mezzo ai prati

Se ne va da un momento all’altro
Opere di parecchi giorni
Si possono cancella
In un solo momento.


Tommaso Claudio Palmieri

Prenderò il primo vento che parte

Prenderò il primo vento che parte
e tu sarai regina delle sarte,
da te verrò a portare quest’aurora
‘sì cucirai le mie emozioni in una sola.

Questo silenzio austero che in me alloggia
è un’orchestra che accompagna questa pioggia.

Oh lietissima mia malinconia
che accarezzi questa lieve sinfonia
cullami ti prego e non andare
affinché l’amata mia possa cantare.

Provar l’amore mio nessuno puote
quando i riccioli ti cadon sulle gote
e gli occhi scuri tuoi son ‘sì fulgenti
ch’io posso annoverar fra gl’astri ingenti.

Ora che, d’aurora piove e non ci sei,
a piovere saranno gli occhi miei.


Eleonora Paoletti

Opera segnalata

Preghiera

T’amo nel buio, silenziosa
esile spettro di ciò che eravamo
Cado nel buio, silenziosa.
Scintille d’avorio
Occhi dannati
Labbra di baci freschi
T’amo nel buio, silenziosa.
Fulgido fuggire
tra rincorse di gabbiani.
Aspro insorgere di vili paure.
Cado nel buio, silenziosa
Ambigua profezia di ossessioni mancate.
Tu, integro e intelligibile
disgregato e confuso
Cado nel buio, silenziosa.
Tu, mercenario di false verità
chimera evanescente
T’amai nel buio, silenziosa.


Paolo Pietrini

Hanno ucciso la memoria

Ai 60 anni della nostra Costituzione

Sugli Appennini di gelo e di guerra
ho tastato innocente
brandelli di pace e democrazia,
filati dall’amore di madri
nei borghi di castagni e miseria
che hanno accolto e sfamato
figli senza nome venuti da lontano
a dare alla vita dignità.
Sugli Appennini di sangue e fatica
ho provato commosso
brandelli di pace e democrazia,
tessuti dal dolore di padri
che hanno onorato e sepolto
nei vecchi cimiteri abbandonati
figli senza nome venuti da lontano
a dire alla morte dignità.
Nel paese di fervore e speranza
ho vestito orgoglioso
brandelli di pace e democrazia,
imbastiti dalla solidarietà
di madri coraggio e padri generosi,
cuciti dalla dignità di quei figli
nella memoria viva e resistente
degli eroi d’ogni giorno.
E mi ritrovo smarrito
nel paese di stragi e tangenti:
ho perduto incosciente
brandelli di pace e democrazia,
disfatti dall’insofferenza
feroce degli affari al potere,
dispersi da silenzi e menzogne
d’ipocrisia e opportunismo.
Hanno ucciso la memoria.


Gennaro Piscitelli

Un pensiero

La mente,
creativa di immagini,
porta il pensiero verso l’universo,
con il tamtam del tempo che scorre,
con la materia che incamera acciacchi,
che determinano la vita.

I rumori delle auto che passano
sulla vicina strada,
appesantiscono il respiro,
non deviano lo sguardo
verso il dono del creato
che inorgoglisce.

Fa gustare l’aria profumata delle rose
che circondano la casa,
che alimentano lo sguardo
verso l’infinito.

Controlla l’istinto
con animo sereno,
scaccia controversie interne,
prende vigore il sentimento,
fiorisce la comprensione,
l’amore.

Che bello vedere tanta gente sorridere,
anche sognarla così
si è felici.


Vincenza Prada

La mia poesia

Il vecchio pendolo scandisce
minuti e ore inafferrabili,
opachi istanti nel mio cuore disabitato,
spesso incompreso.
Latenti sentimenti attendono di esplodere,
di offrirsi fruttuosi a sciogliere
l’alone di un vuoto stagnante.
Nelle stanze ovattate dal silenzio,
non più interrotto dalla tua voce,
compagna nei lunghi anni trascorsi,
si susseguono i ricordi.
A te poesia, affido gioie e dolori,
a te affido la mia più intima parte.
A poco a poco lì sai animare,
ecco prendono corpo fluttuando
nelle ispirate parole.
Grande potere tu hai!
Se alcuno ti cerca
scopre calore, amore,
recondite sensazioni capaci
di sublimare l’uomo più umile e semplice.
Parole scritte di getto,
non ricercate o cerebrali,
da sinceri sentimenti dettate,
capaci di colpire chi più non è avvezzo
all’ascolto e al palpitare del cuore,
sol teso a percorrere futili strade.
Ti ho incontrata, forza sconosciuta,
per contemplare energie e interessi nuovi,
per fugare ansie e cupi pensieri.


Paola Quilici

Dolce poesia

Come magico arcobaleno
riesci sempre
a fermare un pensiero che corre,
a sussurrare le emozioni del cuore,
a regalare parole sincere,
dolce poesia.


La pace

Quella pace che viene da Dio
inondi le spiagge dell’anima,
come l’onda del mare
si adagia dolcemente sulla sabbia,
liberandola dall’aridità.


Monica Ravasini

Vita

Se mi volgo un istante indietro
rivedo la spuma della giovinezza
scorrere fluida nel mare della vita.
Per l’accavallarsi delle onde di ogni stagione
sono approdata alla spiaggia del presente
e tutte queste conchiglie rotte
fanno male ad ogni passo,
pungono e feriscono
le speranze nei giorni che verranno.
Allora, solo la paura mi tiene la mano.


Enrico Rigamonti

Piccione…

Immobile e quasi colto dal gelo,
di morte
ormai prossima e cruda,
sul tetto di villa in disuso,
nel sole spietato d’estate.

Intorno gli antichi compagni,
forse smarriti di fronte a tua fine,
più in là invece altri due,
di giovani piume coperti.

Li vedi, tu vecchio,
con occhi ormai spenti,
tubanti ed ansiosi di vita,
sparire nell’azzurro del cielo.


Carmela Russo

Oltre la vita

Fammi almeno sognare
ora che so che non ti posso amare
e ancor di più che mai ti potrò amare,
tu lascia che il mio sogno
non sia per me uno sbaglio
perché se mi allontani caro amore
dovrò staccarmi dal mio caro cuore
e senza cuore sai non si può stare
e neanche si può stare senza amare,
perciò ti stringo forte nella mente
e la mia anima ti appartiene veramente
anche se non dividi il mio presente
e mai camminerai con me al tuo fianco.
Ti lascio questa pagina di pianto
e tu per me sarai solo un rimpianto
ricorda amore mio ti amo tanto
e quando questo tempo sarà finito
io ti rincontrerò in un’altra vita
conoscerò i tuoi occhi da lontano:
e allora capirai che non ti ho amato invano.


Gabriella Salerno Aletta Torod

Tu, musica e volo

In fondo al viale luminoso antico
di platani immobili e sussurri di foglie lucenti
– dolcezza di primavera non ancora consumata –
appari ancora tu
giovane e fiero
– berretto azzurro e valigetta –
musica e volo.

Aria di miele e caffè
armonia del tuo canto stillante
la grazia dell’incontro
e l’emozione così vicina da poterla toccare
– in un pomeriggio qualunque ormai lontano –

Tu
tra cielo e mare – bagliori a scatto e
sobbalzi del cuore –
tra la luna e luci scintillanti – complici? – della città
adagiata laggiù sotto i tuoi occhi
cercavi ansioso qualcosa che mi rassomigliasse.

Così
ritagliavi nello spazio celeste
un ritratto tenero sfumato di me – del mio sorriso –
fra capelli lucenti
e il cappello di paglia gettato sull’erba
– profumo di
fieno e di estate
fra buganvillea in festa –
libri senza dedica e fiori già recisi
speranze e sogni legati ancora insieme ai miei nastrini.

Per questo provo – ancora oggi –
una quantità indefinibile di felicità
nel ricordo appassionato struggente di te
– berretto azzurro e valigetta –
musica e volo.


Sebastiano Seneca

Nuda

Nuda, distesa accanto a me
su di un letto stropicciato d’amore,
intento a darti l’ennesima carezza
tocco il tuo corpo, ma è come se stringessi il cuore.

Mi sento naufrago fra le onde del tuo fisico,
ti stringo al petto per sentire il tuo calore
assaporo la passione nella pelle,
mi inebrio del tuo odore come un folle.

Nuda, dentro e fuori
condividiamo ormai pensieri e azioni
i “se” più non ci appartengono
siamo i desideri che si avverano.


Francesco Sepe

A te

… e te ne vai
lasciandomi nella grande
confusione.

Tu che sei stata la guida
del mio piccolo
mondo.

In questo volo di rondine
vedo tutto quello
che ho vissuto con te.

Guidami ancora dal tuo
nuovo mondo
per quello che puoi

ed accompagnami
per la strada
del non ritorno.


Germano Tengattini

Lei

Il sole può tramontare se il tempo scorre,
il tempo scorre se la terra gira,
la terra gira se Dio l’ha creata,
ma senza di lei
la terra è vuota.
Siete voi lontani dal sole.
Siete voi lontani dalla luna.
Siete voi lontani da Dio.
Lei,
solo lei,
il mio sole, la mia luna, il mio Dio.
L’averla incontrata, presupponeva l’amore per lei…


Instabilità amorosa

Tutto aveva lo stesso sapore
tutto rifletteva le stesse forme
tutto procedeva uguale e informe.
Un granello di sabbia in un deserto afoso
fra dune sabbiose
pellegrinava stanco.
Zampilli d’acqua fresca
da oasi ombrose
donavano refrigerio
al corpo, all’anima, alla mente.
Il destino amaro
prosciugava inesorabilmente
l’essenza
la rugiada del mattino.
Tutto aveva lo stesso sapore
tutto rifletteva le stesse forme
tutto procedeva uguale e informe.


Paola Testi

Un sospiro di vento

Nel frusciare
delle foglie
un sospiro di vento
il mio pensiero per te
Una pietra rovente
sotto i piedi
mentre adagio cammino
mi ricorda il dolore
dello stare insieme
E mi accorgo
di aver dimenticato
l’amore.

Guardo l’infinito
orizzonte
innanzi a me

Un
bianco stallone
galoppa leggiadro
la criniera al vento
nella verde prateria
senza confini
E il pensiero di
noi si effonde
in uno spazio
infinito
si affievolisce e
si disperde nell’azzurro del cielo.
Cosa resta di noi?

Un sospiro di vento
nel frusciare
delle foglie.


Petra Trivilino

Ritratto

Canto di un’ombra
ed uno specchio
ad ascoltare.
Su una barca
come sul palmo di una mano.
Sto guardando insieme
a milioni di occhi
un cielo crespo
e terrificante
come nei pensieri dei martiri.
Quell’ombra che ti accompagnerà
per tutta la vita,
ti costringerà
a vedere sempre oltre le cose,
il superficiale,
con un occhio cinico
e delirante,
con l’espressione del tuo viso
corrucciata
e sdegnata.
Ti chiederai come fanno
a vivere nel trapassare delle ore,
non vive e rarefatte.
Ti chiederai se guardare
il tuo viso nello specchio
sarà bruciare i tuoi lineamenti,
e chissà…
se ti farai schifo per come sei diventato.
Ma l’ombra è sempre là:
a guardarti negli occhi.


Francesco Vellati

La Sabbia

Mi metto a sedere sulla riva del mare,
sulla sabbia morbida e calda,
mi sento bene
perché la sabbia
è come un cuscino soffice.
La prendo tra le mani,
mi scorre tra le dita,
la guardo da vicino e penso:
“cos’è la sabbia?”
È una cosa grande
che avvolge tutti i mari del mondo
ma che è formata
da tanti piccolissimi granellini.
Senza i granellini
la sabbia non esisterebbe
e noi senza gli altri
che cosa possiamo fare?
Ognuno di noi
è un granellino di sabbia,
ognuno di noi è diverso
ma tutti noi formiamo una grande sabbia.
La sabbia ha bisogno di tutti noi
anche del granellino più piccolo.
Tutti siamo importanti,
come farebbero gli altri senza di noi
e noi senza gli altri?


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