Antologia del Premio letterario Poeti dell'Adda 2015

di

Autori Vari


Autori Vari - Antologia del Premio letterario Poeti dell'Adda 2015
Collana "Le Schegge d'Oro" - Le Antologie dei Premi Letterari
15,5x21 - pp. 60 - Euro 18,00
ISBN 978-88-6587-6947

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In copertina: Immagine di © Karolin Hartenstein – Fotolia.com


Antologia delle più belle poesie del Premio I Poeti dell’Adda 2015



Antologia del Premio letterario Poeti dell'Adda 2015




Milena Boldi

Fiori appassiti

Il filo della memoria
mi riporta a ricordi sbiaditi
che ripercorrono la mia storia
cosparsa di fiori appassiti.

Storie finite in rancori,
storie finite senza un motivo,
per lasciare il posto a nuovi amori
e farti sentire ancora un po’ vivo.

Ora un silenzio ondulato
riempie le mie giornate
e mentre tramonta un sole malato
vedo nel cielo due stelle argentate.

Ascolto assorta il canto dei grilli
nell’aria tiepida di fine maggio
e mi appresto ai sonni tranquilli
di chi pensa d’esser stato saggio.

Sembra così sopito il dolore
per troppe perdite e delusioni
e torna il ricordo incolore
di tante dolci, vissute emozioni.




Floriana Menozzi

Una casa

Una casa…
…inondata di sole
traboccante di fiori
ai balconi
sotto un cielo
di un tenue zaffiro
tra gli effluvi di
un dolce mattino
e i profumi di un
tempo lontano.
…una casa
inondata di sole
che mi cerca
mi guarda
mi chiama
…che mi attende
ove ancora
non so




Amedeo Millefiorini

Il Menestrello dell’Anima

Nei caldi pomeriggi d’estate
Damiano, “Il Menestrello dell’Anima”,
nel piazzale Anco Marzio quasi deserto
canta le sue melodie meravigliose
accompagnandosi con la chitarra e con l’armonica
a bocca, con ispirazione e con profondo sentimento.
E’ piuttosto magro, ha i capelli bianchi
e indossa una camicia dai colori vivaci.
Sta seduto all’ombra di una palma;
la sua figura mi ispira una grande ammirazione.
Un giorno di agosto nel vicino Bar Quirino
lo ho conosciuto e siamo divenuti amici.
Damiano mi ha parlato della sua vita e della sua arte.
Dall’età di 15 anni ha sempre avuto
una autentica passione per il canto e per la chitarra.
Nella sua famiglia si cantava per tradizione
ed i suoi lo hanno incoraggiato nella carriera
che si è svolta in vari luoghi di Italia e in Australia.
E’ orgoglioso di essere da due anni artista di strada
per una sua esigenza espressiva interiore.
Egli afferma che la musica è preghiera,
ma che anche in silenzio possiamo metterci
in sintonia con l’infinito e con il mistero.
Canta brani di celebri musicisti “spirituali”,
che hanno varcato le frontiere del pianeta,
con un repertorio multilingue e senza amplificazione.
Sovente mi fermo ad ascoltare le sue canzoni
che possiedono tanta semplicità ed armonia;
esse mi trasportano per alcuni istanti
in un mondo sereno, pieno di gioia.
A volte ci lasciamo sulle note di “Imagine”,
che mi infondono una dolce malinconia,
per il ricordo di un amore lontano e mai dimenticato.




Luca Olivieri

Opera 2^ classificata

Ziggurat

Scindi la scheggia d’arcobaleno in lacrime di zaffiro,
e immagina,
un confine impossibile da valicare,
fluido e verde radioattivo,
spandersi, come visioni ipnagogiche,
all’orizzonte sotto le mie sopracciglia.

I battiti del cuore a pile,
delle mie dita psicotrope,
si riflettono sulla mia retina,
come fucilate geyser.

I miei istinti santi vibrano,
la mia energia prende fuoco nei colori e nel segno,
e m’impregno di fiamme e freddo.

M’impregno, informale
e costruisco ziggurat,
sulle ali di un gufo meccanico,
di legno e ferro,
che solca i cieli dell’impossibile.

Crepito in un nido di scintille cosmiche,
tra la pagliuzza e il rosso carminio.

Verticale,
come un triangolo equilatero.

Come uno scheletro,
in un feretro.

Come falene in gabbia.

Arrugginita.




Alfonso Petronzi

Poesia: la forza di un bambino

Adoro quell’ affetto,
apprezzo qualunque vostro difetto,
l’ anima mi consiglia.
Solo il tempo
ha potuto
aprire i miei occhi vivaci,
che come allo sbocciare di una nuova vita,
hanno gioito.
La felicità è un dono,
eccezionale,
GRANDE come una montagna,
FRAGILE come il cristallo.
La mia gioia siete voi.
Adesso devo andare,
il vento mi porterà
dove opportuno, crescerò,
l’ albero che sarò,
sarà grazie a voi.
Un frutto colorato diverrà
col vostro nome: NONNI.




Lucio Postacchini

Il tempo nell’anima

Non avere paura del tempo,
Poiché esso
Benevolmente
Ti accolse
Quando nascesti,
E ora è come un padre
Per te.
Lo senti che il tempo,
Nell’anima,
è lì
Sempre immobile,
E non fugge da te?
Lo senti che il tempo
Passato,
Puoi pensarlo,
Chiamarlo,
E tenerlo
Ancora
Con te?
è il tuo corpo
Che passa,
E svanisce,
Nel tempo;
Ma il tempo
Nell’anima,
Come un padre
Amorevole,
Resta fermo,
In eterno,
Con te.




Cecilia Sacchetto

Ricordi d’infanzia

La strada,
polverosa compagna di pomeriggi assolati,
dava libero sfogo a giochi chiassosi fatti di niente:
piccoli sassi, un pezzo di gesso,
un coccio rotto che scriveva arancione.

Immagino esistano ancora
periferie suburbane odorose d’asfalto,
che si lasciano usare da bimbi sudati,
pantaloni al ginocchio, canotte macchiate,
orecchie protese a sentire un fruscio
dietro un muretto, da un’auto in sosta,
fra i cassonetti nascondigli perfetti.

Parte uno scatto, s’insegue la preda,
ma la tana è vicina e libera tutti.
Toccherà ricontare fino a cento a gran voce,
anche stavolta e poi un’altra volta.

Fin quando le mamme, grembiuli sui fianchi,
chiameranno a rapporto i figli dispersi.

Al calar della sera si accendevano luci,
si spegnevano grida, si lavavan le mani:
era pronta la cena.




Alessandra Scarano

Le cernie

Si ripassa e si ritorna sulla curva, sempre quella
Guido e guardo gli eucalipti e penso al sole
che tramonta, tu davvero vedi oltre, io non so neppure andare
oltre il finestrino aperto, quel concerto
che tu ascolti mi si cela dietro ai monti
Poi cambiare il tono e il passo, quasi fosse un contrabbasso
nella sera, tu mi chiedi se mi va di trangugiare quella pera che è rimasta
dentro al frigo, cosa credi, che io sia arrivata all’ultimo respiro
Sai, ti odio e poi di adoro, sei il mio oro
e la mia pena, sei la iena che divora la carcassa che ti lascio
Sai gridare come un uomo e poi ululare, non ti afferro
ma qui affermo il mio dominio, quel casino che è la mia futura vita
Dovevamo andare in gita e sei rimasto sopra al letto
ad accarezzarmi il petto
Che ti ho fatto, che ti ho detto
Perché ancora vuoi lo scettro e tutto il sangue delle vene
che ho nel corpo, tu sei morto, sì lo affermo
e ti comprendo, anche io passai le bolge dell’inferno, era inverno
e avevo freddo, mi nutrii dei pini muti e del Vangelo, ti vedevo
eppure non ti conoscevo
Eri nel muschio irrigidito, dentro al ghiaccio e nel mio cuore
Cosa credi sia l’amore, è solo due parole nuove, ti dimentico al mattino
per salvarmi ma ti innalzo sopra ai dardi che mi inondano la testa
Sono Vesta e non ho onore
perché sempre io confondo il mio dolore con l’ardore, voglio il sesso
e un compromesso che mi porti in capo al mondo
Tu mi porti giù nel fondo ed io un po’ annaspo, un po’ risorgo
Le canzoni mie non sono mai moderne, mi puoi mordere la pelle
poi ammazzare, non mi importa
La mia porta ora si affaccia sotto il mare, sulle cernie 
che mangiavo nella forma di uno squalo, tu perdonami
se adesso sono niente




Paolo Scrobogna

Un sogno vuoto

Ho afferrato un sogno vuoto,
l’ho riempito tutto
con ritagli d’attimi
e sequenze illogiche,
un variopinto arlecchino
dal viso antico
e il corpo di bambino.
Gli ho messo tra le mani
un pentagramma dalle caduche note
e, una alla volta,
le ho posate sui capelli suoi
agitandole come avessero un morbino infantile
fino a farne una nuova musica dell’anima.
Infine
l’ho lasciato andare,
come mongolfiera al vento
nell’immenso azzurro della mente.




Irene Tiziana Tosoni

Firmamento

Qui in riva al mare,
a piedi nudi mi fermo a guardare
miliardi di stelle
così vicine così lontane.
Invadono il cielo notturno
brillando, cadendo e schizzando
per far esaudire i desideri più segreti.
Sono a metà tra il candore della sabbia sotto i miei piedi
e la magia dei corpi celesti ai miei occhi,
mi distendo guardando questo bellissimo firmamento.
Nemmeno lo scroscio del mare,
mi può destare da tanto stupore
e la salsedine risvegliare dal sogno più grande,
che è la scoperta del mondo.
Galassie e pianeti,
nebulose e meteoriti
vanno a compimento nel bellissimo firmamento,
laddove va scandendo il tempo
che scorre inesorabile più veloce del vento.




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