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Antologia delle più belle poesie del Premio I Poeti dell’Adda 2018


Indice

Prefazione a cura di Massimo Barile – Albo d’Oro del Concorso – Sergio Baldeschi – Biagio Barbero – Joan Josep Barceló i Bauçà – Anna Barzaghi – Tobia Cardaci – Paolo Carniello – Angélica de Carvalho Magalhae – Lauramaria Fabiani – Rosy Ferracane – Ingegneri Lucia – Nicola Iori – Andrea Lamoratta – Lorenzo Landini – Silvana Licari – Alberico Lombardi – Chris Mao – Dario Marelli – Giulia Maturani – Ettore Migliorini – Amedeo Millefiorini – Maria Piera Pacione – Antonella Pederiva – Nadia Pedrazzi – Patrizio Pesce – Andrea Polini – Katuscia Fiorenza Pontilunghi – Domenica Sammaritano – Melissa Storchi – Enrico Trivoli – Pierluigi Zorzi


Prefazione

La presente antologia rappresenta una testimonianza offerta dagli Autori che, con le loro poesie, hanno permesso la realizzazione del premio letterario «I Poeti dell’Adda 2018», promosso dal Club degli autori.
Desidero rivolgere il mio apprezzamento agli Autori che, con grande passione e slancio vitale, hanno proposto le loro liriche, avendo sempre come punto di riferimento la volontà di alimentare il contenuto autenticamente poetico degli spiragli di luce che segnano e, al contempo, illuminano l’umano cammino.
Quando la poesia viene vissuta intensamente, sentita nel profondo dell’animo, si penetra in una dimensione superiore, con il corpo e con l’anima, e si cerca di raccontare la vita attraverso la personale testimonianza dell’universo emozionale.
Il flusso continuo di tali segnali risulta ben presente nei componimenti di questa antologia e dimostra la fondamentale importanza di tale processo creativo che assurge al ruolo di nutrimentum spiritus.
In queste liriche possiamo ritrovare i ricordi inebrianti e le intense emozioni, gli smarrimenti e le inquietudini, le speranze e le sofferenze, le immancabili illusioni e i sogni, le passioni ardenti e l’amore sublime: in estrema sintesi la nostra vita.
Dai versi di questi poeti emergono le soggettive pulsioni; la necessità di indagare ciò che è celato nell’animo; l’urgenza di interpretare la realtà circostante, oltre il velo che ricopre la superficie del vivere; il desiderio di raccontarsi, oscillando tra complessi stati d’animo e illuminazioni, senso d’abbandono e visioni malinconiche, in equilibrio tra un canto d’amore e visione poetica che nasce dal cuore, onesta e sincera.
Tutto viene proiettato verso nuovi orizzonti grazie ad un fluire continuo d’emozioni e le liriche rappresentano la meravigliosa offerta di se stessi al mondo della poesia, che sempre alimenta la fiamma ardente nel cuore d’ognuno.
Un mondo poetico che diventa comunione dei sensi ed invocazione salvifica, voce del dolore e dell’amore, innegabile atto liberatorio che si tramuta in fascinazione senza limiti.
Un ringraziamento a tutti gli Autori che hanno contribuito alla realizzazione di questa antologia e un augurio con tutto il cuore a coloro che hanno cercato di preservare uno spazio da dedicare alla Poesia.

Massimo Barile
Presidente della Giuria del premio letterario I Poeti dell’Adda


Albo d’Oro della XXIII Edizione del Premio di Poesia Poeti dell’Adda 2018

La Giuria della ventitreesima edizione del Premio di Poesia I Poeta dell’Adda, presieduta da Massimo Barile, rende noti i risultati del concorso.


Opera 1^ classificata «Vorrei essere poeta» di Paolo Carniello, Montegrotto Terme (Padova). Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Paolo Carniello incarna il profondo sentire del poeta che cerca, con la sua poesia, di unire le pulsioni vissute sulla terra alle percezioni d’un animo sognante che desidera innalzare al cielo la sua voce per difendere l’amore e la libertà di essere se stesso.
La visione lirica oltrepassa la realtà per raggiungere le misteriose armonie dell’esistere e si espande in una dimensione superiore, superando la percezione del tempo, ergendosi nelle zone dell’impenetrabile, dove non esiste confine. Nel processo lirico domina l’impulso ad affrontare il divenire dell’esistenza, che conosce la solitudine e la vulnerabilità, penetrando le fenditure della vita, fluttuando nei suoi vortici, come a decretare la difficoltà di ricercare uno spiraglio di luce che possa illuminare il sofferto cammino.
La sua parola, onesta e sincera, perennemente pulsante come un cuore impregnato d’energia, penetra nel sangue e segue la personale direzione emozionale senza dispersioni, costantemente protesa all’accertamento dell’intenzione lirica che permetta l’ascesa ad una rivelazione.
La chiusa della poesia diventa simbolo della consapevolezza del poeta, presa di coscienza e atto liberatorio: “Mi nutrirò con briciole di pane,/cheterò la sete d’amore con tepide lacrime/serrando alle spalle le porte all’universo”». Massimo Barile

Opera 2^ classificata «Favola di polvere» di Giulia Maturani, Sezze (Latina). Questa la motivazione della Giuria: «Nella poesia “Favola di polvere”, lo sguardo della poetessa penetra una condizione di sospensione nel tempo e la sua figura è come proiettata su un “cosmo disperso”, dove alimenta i “versi del dolore” e un “sogno che rimbomba”, ben consapevole che invisibili “funi” tengono legato il suo cuore.
Come asserragliata in un hortus conclusus dell’anima, Giulia Maturani osserva “nuvole corrose” e “fiori appassiti/che perdono petali di cenere”; sente un “giardino di vetro nel suo cuore” e le sue “gesta” combattono il senso di vuoto davanti a spettrali figure e a “specchi opachi” che non riflettono immagini. Tra le mani non rimane che sabbia e la “spina” del dolore segna il sentiero perché pare non esistere liberazione dal tormento dell’anima. Il sigillo lirico, con i versi “Devo smetterla di credere nelle favole di polvere”, diventa decretazione d’una condizione esistenziale, per non essere una voce che urla nel deserto.
La sua Parola è penetrante ed incisiva, fedele immagine d’una visione lirica che s’incide sulla pelle, entra dirompente nel sangue e pervade l’animo». Massimo Barile

Opera 3^ classificata «Nell’inaudibile astenia dell’essere» di Sergio Baldeschi, Montecerboli (Pistoia). Questa la motivazione della Giuria: «Nelle continue metamorfosi dell’esistere, sorseggiando istanti di vita, il poeta ricerca un senso alla condizione “d’inaudibile astenia dell’essere”, mentre le “dolci memorie” si dileguano nel tempo e diventa difficile afferrare la “meraviglia” nelle semplici cose dell’umano vivere.
Nel “circo quotidiano” cerca di illudersi con questa esistenza, ubriacandosi di “stelle” e distillando sogni, quasi a stringere un “patto d’amore con l’eterno”: tutto potrà condurre ad una possibile redenzione o ad un cosmico disinganno.
Sergio Baldeschi dimostra di possedere una profonda propensione a scandagliare l’animo umano fin nelle più labili percezioni e la sua fiamma lirica illumina ogni visione». Massimo Barile

Opera 4^ classificata «Quando te ne andrai» di Dario Marelli, Seregno (Monza e Brianza). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia “Quando te ne andrai”, dedicata a Dolores O’Riordan, cantante dei Cranberries, s’innalza al cielo come un canto d’amore universale e, proprio tra le nuvole, il poeta cercherà una traccia del suo passaggio interrotto.
Le parole del poeta deflagrano in un ricordo meraviglioso, diventano afflato primigenio e, come in un sogno lirico, raggiungono l’estasi “ad ascoltare /il precipitare eterno della voce,/lassù, divina, in mezzo agli angeli”». Massimo Barile

Opera 5^ classificata «Il sentiero del destino» di Anna Barzaghi, Seveso (Monza e Brianza). Questa la motivazione della Giuria: «Poesia d’anima che fa sentire nel profondo del cuore quel “vivermi dentro” che Anna Barzaghi pone al primo verso della sua lirica, specchio fedele d’una condizione dell’essere. La “neve dei sensi/ricopre il sentiero del destino” e la poetessa conduce la sua “ombra” oltre le domande disperse, oltre il cielo dove si confondono le “parole svuotate”, in attesa d’uno spiraglio luminoso che sia respiro universale». Massimo Barile

Opera 6^ classificata «Ora d’aria» di Chris Mao, Ormea (Cuneo). Questa la motivazione della Giuria: «Nella poesia “Ora d’aria” il poeta, come costretto in una simbolica clausura, arroccato dentro le mura, pare completamente “consacrato” a tale condizione.
Alle prese con tale supplizio dell’anima, tra specchi e serrature virtuali che separano dal lamento della “terra dei vivi”, scardina l’inganno e “resiste” nell’unico intervallo che gli è concesso, nel momento dell’ultimo abbandono alla luce, quando può innalzare la “dignità” nel suo spiraglio di libertà: “nell’unico intervallo,/alfabeto di pelle e pensieri,/sul colle di luce e dignità,/della mia ora d’aria”». Massimo Barile

Opera 7^ classificata «Fotoricordo» di Andrea Lamoratta, Bagno a Ripoli (Firenze). Questa la motivazione della Giuria: «In una dimensione lirica sospesa tra velata inquietudine e stratificata realtà, la visione del poeta pare trafiggere l’atmosfera d’una sera che s’incarna in un semplice ricordo ed il pensiero lentamente svanisce insieme a “voci impercettibili”. Le evidenze dell’esistere non appartengono più alla memoria che declina nell’oblio d’un “bagnasciuga triste senza conchiglie” e, come un relitto naufragato sulla spiaggia, non rimane che lo scrigno delle “voglie”». Massimo Barile

Opera 8^ classificata «Ponte di versi» di Rosy Ferracane, Quistello (Mantova). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia “Ponte di versi” rappresenta uno stato d’animo della poetessa che alimenta tale visione lirica con forza espressiva e sottolinea con vigore la propria concezione della poesia. Rosy Ferracane miscela la sensazione di malinconia con il desiderio d’una salvifica ispirazione che possa creare un “ponte di versi” grazie al quale attraversare tale condizione dell’animo, pervasa di solitudine e impregnata del respiro di fantasmi.
Lei è “umile” poetessa, “messa all’angolo dal tempo”, che sente la poesia come medicamentum spiritus, capace di curare le ferite ed illuminare il cuore come a vivere un atto di salvazione.
Nel sigillo lirico la poetessa decreta: scrivere è “dare un corpo ai miei fantasmi/e lasciare che si liberino/dal mio abbraccio alla carta,/nell’attesa dolcezza di un addio”». Massimo Barile

Opera 9^ classificata «Scompiglio» di Domenica Sammaritano, Piacenza. Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Domenica Sammaritano riconduce ad un simbolico “scompiglio” del cuore, in balia di “verità di disamore” e “ambigue verità”, in preda al crollo d’un sentimento “graffiato dal rancore”, come a sottolineare la distanza ed il senso di vuoto davanti ad un impossibile “perdono”.
Risulta inutile saccheggiare ciò che non ha più valore e diventa difficile persino salvarsi dal tracollo del proprio cuore.
La brevità del verso rende ancor più incisiva la visione poetica di Domenica Sammaritano che, in pochi versi, fissa fedelmente la sua intenzione lirica». Massimo Barile

Opera 10^ classificata «Preghiera» di Nicola Iori, Piacenza. Questa la motivazione della Giuria: «Nicola Iori offre una preghiera lirica che vede il poeta come dominus, portatore di un atto salvifico, salvazione e liberazione al contempo, capace di far ritrovare lo spiraglio liberatorio, di illuminare il cammino e far rivivere la speranza.
Solo il suo “umile verso”, sincero e vibrante, può consolare dalle molteplici vicissitudini della vita, accompagnare con le sue fedeli parole nella notte che nasconde il mistero: solo il poeta può suscitare l’animo». Massimo Barile

Opere Segnalate dalla Giuria con Attestato di merito:

«Nuvole degli occhi nell’aria» di Joan Josep Barcelò i Bauça, Palma di Maiorca – Isole Baleari – Spagna. Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Joan Josep Barcelò i Barça rappresenta un viaggio lirico, tra le nuvole in lontananza e la luce dell’eternità, immerso in un mondo di “un tempo non creato”.
Emerge la volontà di crogiolarsi “tra le parole sacre che germogliano dall’anima”, tra cielo e terra, tra assenza che scuote l’animo e presenza che si rivela davanti alle stelle: come un “prigioniero in un enigma vitale” che insegue i dettami del cuore». Massimo Barile

«Madri» di Giovanni Codutti, Feletto Umberto (Udine). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia si apre con il ricordo che riconduce alle figure di madri d’un tempo, con i “volti istoriati”, che ricamavano “merletti da sposa”, portavano sulle spalle fatiche e sofferenze, donne con “destini senza nome e senza volto”.
La visione poetica di Giovanni Codini è intensa e scruta nel profondo le loro sofferte esistenze, nella “solitudine di una preghiera” quando la chiesa le aveva viste, ancor bambine, “destinate ad esser madri”». Massimo Barile

«Offrimi dei tuoi occhi la poesia» di Lucia Ingegneri, Monza. Questa la motivazione della Giuria: «Nella poesia di Lucia Ingegneri emerge il profumo della vita che viene offerto, simbolicamente, con gli “occhi della poesia” come a respirarne l’essenza, tuffarsi nelle sue meraviglie, assaporarne l’amore capace di generare un nuovo miracolo.
Il flusso lirico spinge oltre, a scrutare la luce dell’anima, le stelle del cielo, il seme d’amore che cresce nel cuore, superando ogni limite di spazio e di tempo, in una comunione che diventa “armonia eterna”». Massimo Barile

«Tormenti» di Alberico Lombardi, Sesto San Giovanni (Milano). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Alberico Lombardi incarna un recupero memoriale e una sommessa riflessione sulle molteplici manifestazioni dell’esistenza.
Ecco allora che il poeta, ben consapevole che il “destino infrange i sogni”, rivisita il passare della vita e le nostalgiche visioni; insinua nella mente i ricordi, i pensieri alla deriva, l’amor che stringe il cuore: mentre la salsedine assale ed il vento soffia forte, spazio e tempo rimangono assediati dai “tormenti della vitrea clessidra della vita”». Massimo Barile

«Autoritratto con il fiume dietro» di Ettore Migliorini, Boffalora d’Adda (Lodi). Questa la motivazione della Giuria: «I versi che aprono la lirica “Lascio che l’acqua passi/e levighi il mio volto” sono il simbolo di una fusione con il suo scorrere, come la vita che passa veloce, mentre la mente spazia tra mille pensieri.
Ettore Migliorini offre la sua poesia con il cuore e la sua Parola è sincera e vibrante: si sente “animale felice”, “animale d’aria/e di cortile”, uomo in libertà con i piedi ben saldati per terra, e la “sua coda” è il fiume». Massimo Barile

«L’altro cielo» di Francesco Pasqual, Ostia (Roma). Questa la motivazione della Giuria: «Francesco Pasqual si muove in un simbolico “altrove del tempo”, immerso in rimandi esistenziali, tra pensieri ormai in dissolvimento e lacrime versate, cercando di disvelare il mistero dagli occhi della donna amata.
Nel profumo del respiro e nello “spazio senza fine” emerge il “grido” del poeta, tra ragione e sogno». Massimo Barile

«La stanza segreta» di Patrizio Pesce, Livorno. Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Patrizio Pesce è dedicata alla scrittrice Virginia Woolf.
La dimensione evocativa pervade l’intera lirica.
Nella “stanza segreta” nascono le “invenzioni”, l’immaginario deflagra in una dimensione superiore, come a vagare tra i sentieri del tempo.
La Parola entra nell’animo, nella visione di “giardini di more e siepi di rose gialle”, tutto si espande e l’atto di salvazione è imprigionare nel cuore “crepuscoli infiniti ed immobili nel tempo”». Massimo Barile


La cerimonia di premiazione è avvenuta in occasione dell’Open Day del Club degli autori Sabato 23 febbraio 2019 a Melegnano (Milano).

Antologia del Premio letterario Poeti dell'Adda 2018


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