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Antologia delle più belle poesie del Premio I Poeti dell’Adda 2022


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Indice

Prefazione – Albo d’oro della XXVII edizione del Premio – Luca Arienti – Edoardo Avanzi – Sergio Baldeschi – Alessio Baroffio – Chiara Bergoglio – Monica Bettarelli – Mariateresa Biasion Martinelli – Rosanna Candia – Rosario Cascone – Maria Colombo LGE – Nadia Dalla Vedova – Riccardo Del Sole – Stefano Della Torre – Marco Favaloro – Mariana Filipova – Marco Frison – Marianna Gagliano – Maria Vittoria Grieco – Lucia Ingegneri – Lucia Lo Bianco – Chris Mao – Maria Anna Martino – Pietro Agostino Masotti – Floriana Menozzi – Amedeo Millefiorini – Attilio Muscolino – Claudio NegratoMattia Angelo Pandini – Maria Teresa Piccardo – Alberto Pinotti – Veronica Polegato – Lucio Postacchini – Francesca Rivolta – Anna Chiara Ronchi – Saverio RossoSergio Benedetto Sabetta – Maria Scerrato – Emanuele Stochino – Maurizio Tantillo – Roberto Tonelli


Prefazione

La presente antologia comprende le liriche degli Autori che hanno partecipato al concorso letterario “I Poeti dell’Adda 2022”, indetto da il “Club degli autori”.
Desidero rivolgere il mio convinto apprezzamento a tutti gli Autori che hanno proposto le loro liriche con la volontà di alimentare la “percezione” stessa della poesia, profondamente sentita e vissuta nelle molteplici manifestazioni dell’esistere.
La galleria delle composizioni poetiche che sono state offerte evidenzia la grande passione degli Autori per la poesia ponendo sempre, a caposaldo delle loro composizioni, la concezione pura della visione poetica e la sincera intenzione lirica.
I processi che alimentano tale volontà di esprimere la sostanza autentica del pensiero lirico sono illuminati da visioni fortemente sentite e sempre protese a voler fissare, fedelmente, l’universo emozionale che le ha generate.
Le percezioni liriche fluttuano tra percorsi di ricerca poetica ed interessanti suggestioni, tra sofferto cammino dell’esistenza e travaglio interiore, cercando di mantenere lo sguardo attento anche sulla realtà e sul mondo che li circonda, passando al vaglio critico le numerose sollecitazioni e contraddizioni.
Le evidenze liriche si miscelano quindi con la trama esistenziale e diventano testimonianza, tra recupero memoriale e profonda consapevolezza, tra metamorfosi dei personali microcosmi e decretazione di una necessaria presa d’atto: l’universo emozionale viene proiettato nelle visioni liriche e dona forza vitale alla volontà di esprimere il personale mondo poetico.
La Parola, sincera ed autentica, si espande nelle liriche come ad avvolgerle ed è sempre protesa ad illuminare
le più labili percezioni dell’umano esistere, scandagliando l’imo dell’animo e penetrando le zone più celate.

Massimo Barile
Presidente della Giuria del premio letterario I Poeti dell’Adda


Albo d’oro della XXVII edizione del Premio I Poeti dell’Adda 2022

Giuria della ventisettesima edizione del Premio di Poesia I Poeti dell’Adda, presieduta da Massimo Barile, dopo attenta valutazione delle opere pervenute, rende nota la graduatoria finale:

Opera 1^ classificata: «Polvere di clessidra» di Sergio Baldeschi, Montecerboli (Pisa). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Sergio Baldeschi innalza ad una dimensione lirica superiore ed il poeta fluttua nel personale magico alambicco, tra incanto e vertigine immane, distillando, attraverso la sua Parola, il senso dell’umano esistere.
Il poeta, come simbolico “prigioniero di un presagio inafferrabile”, custodisce “polverosi ricordi” ed “addestra l’anima a restare viva” grazie ad una visione poetica che proietta la mente del poeta oltre l’enigmatico “muro dell’anima”, fino a voler entrare nella clessidra stessa per cercare un “grumo di polvere” che possa redimere i suoi giorni.
Durante il processo lirico, tra “miseria di essere isolato” e timore che si frantumi la clessidra, il poeta si trova avvolto nel complesso vorticare del pensiero e nella sua raffinata concezione lirica: da tali evidenze emergono la decretazione di un’inevitabile presa d’atto e la consapevolezza ultima, che tutto sia solo “polvere che gira”». Massimo Barile

Opera 2^ classificata: «Al calar della sera» di Maria Colombo LGE, Bovisio Masciago (Monza e Brianza). Questa la motivazione della Giuria: «La visione poetica di Maria Colombo è pervasa di straordinaria dolcezza e, nel percorso lirico, come a seguire “il filo odoroso del tempo”, emergono le “ombre della giovinezza” ed un mondo d’immagini e volti “cari al suo cuore”.
La percezione poetica è alimentata da una poesia delicata e soave, quasi fosse un amorevole abbraccio lirico.
Nella chiusa della poesia, come ad illuminare l’intera visione, la “luce sorprendente della vita” che si avverte nello sguardo della poetessa ed il sorriso sul suo volto diventano decretazione della capacità di cogliere, nel modo più profondo, l’autentica sostanza della vita ed il suo senso più profondo». Massimo Barile

Opera 3^ classificata: «Quel che resta» di Lucia Lo Bianco, Palermo. Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Lucia Lo Bianco è ammantata di “energia impalpabile”, pervasa d’un ritmo lirico che si nutre di evanescenze, tra “barlumi e scintille” che compongono gran parte della visione poetica, fino a generare un lento fluire lirico che penetra nel profondo dell’animo.
Dal giacimento emozionale emergono frammenti estrapolati dalle simboliche “attese”, “in un tempo vuoto e perduto” che diventa atmosfera poetica e anche tempo lirico che scandisce la percezione.
La visione è intensa ed emozionante. La sua Parola coglie e fissa in modo perfetto le intenzioni liriche». Massimo Barile

Opera 4^ classificata: «I fiori dell’alba» di Chris Mao, Ormea (Cuneo). Questa la motivazione della Giuria: «Chris Mao propone una lirica che si pone sulla linea di confine tra memoria e realtà, in una dimensione dove le “attese” occupano il silenzio e le molteplici manifestazioni dell’esistere non sono altro che un vano tentativo perché dominerà il fato.
La visione di Chris Mao riconduce ad una poetica enigmatica che miscela il lento franare nelle insidie dell’esistere e il dissolvimento tra la polvere del tempo che si deposita sul palcoscenico della vita: non rimane che un labile soffio di speranza nelle parole del poeta». Massimo Barile

Opera 5^ classificata: «Quanti giorni» di Mariana Filipova, Miradolo Terme (Pavia). Questa la motivazione della Giuria: «Mariana Filipova offre una lirica fortemente sentita nel profondo dell’anima e che si alimenta della sua Parola limpida e sincera.
Nella visione poetica i simbolici “giorni” a cui fa riferimento il titolo della poesia, formano la trama d’un tessuto che comprende le contraddizioni dell’esistere, le complesse dinamiche sentimentali ed i riflessi emozionali: tali simboliche direzioni e dimensioni conducono alla caduta delle certezze e la poetessa confessa di sentirsi “nuda”, lontana e distaccata dal possesso materiale, ma ben consapevole di sentire pulsare il suo cuore». Massimo Barile

Opera 6^ classificata: «Dolce sentire» di Lucia Ingegneri, Monza. Questa la motivazione della Giuria: «Nella percezione lirica di Lucia Ingegneri le evidenze della vita diventano espressione poetica ed il flusso delle sensazioni accende la “scintilla” nel cuore.
La visione di Lucia Ingegneri risplende sempre di un soave lirismo e la sua Parola accarezza l’animo come a voler avvolgere e condurre nel suo intimo universo.
La visione poetica è pervasa di profonda sensibilità e riconduce alla concezione lirica di Lucia Ingegneri che, ancora una volta, offre una poesia che diventa essenza vitale, dolce percezione e amorevole abbraccio». Massimo Barile

Opera 7^ classificata: «Nel cammino» di Alberto Pinotti, Modena. Questa la motivazione della Giuria: «Nella lirica di Alberto Pinotti i ricordi delle “impressioni/scompigliate nell’oblio della vita” si miscelano con i “ricordi sepolti” e le evidenze liriche sono estrapolate dal suo giacimento emozionale.
La poesia di Alberto Pinotti scivola lentamente lungo “l’incanto del tempo” e s’avverte il travaglio interiore.
La complessa trama dell’esistenza, vissuta liricamente tra indifferente realtà e un simbolico “destino oscuro”, diventa substantia vitale dell’intenzione lirica». Massimo Barile

Opera 8^ classificata: «Po-Etica» di Maria Scerrato, Alatri (Frosinone). Questa la motivazione della Giuria: «La poesia di Maria Scerrato diventa una sfida con l’altra parte di sé stessa e la sua Parola penetra nella mente, “scava” pensieri e “sogni frustrati” che riconducono alle “cicatrici” della vita.
Nel dispiegarsi della visione poetica le parole “volano” e si rincorrono, come ad ondeggiare al vento: ecco allora che possono condurre ad invenzioni fantastiche e ad illuminazioni liriche.
La percezione della poesia come “muta autopsia del sentire” diventa sigillo lirico». Massimo Barile

Opera 9^ classificata: «Lune di carta» di Saverio Rosso, Gaiola (Cuneo). Questa la motivazione della Giuria: «L’atmosfera della lirica di Saverio Rosso vive in una dimensione rarefatta, tra silenzio e ombre, come protesa a disvelare gli abissi enigmatici dell’esistere.
I versi iniziali della poesia sono prodromici rispetto ad una sensazione di vuoto incombente che pervade l’intera lirica: ed il poeta, come “inerme prigioniero del fato”, si trova, simbolicamente, sospeso sul baratro d’una dolente percezione lirica». Massimo Barile

Opera 10^ classificata: «Io sono» di Attilio Muscolino, Bolzano. Questa la motivazione della Giuria: «Nella sua lirica il poeta Attilio Muscolino si immedesima in una semplice foglia, tra terra, sole e vento, percependo la sensazione di essere un frammento senziente del Creato.
Nel percorso lirico emerge la constatazione d’una limitante condizione e la concezione che siamo solo polvere cosmica alla ricerca dell’abbraccio di un’entità superiore». Massimo Barile

Opera Segnalata dalla critica con Attestato di merito: «Gelida notte» di Marco Favaloro, Costarainera (Imperia). Questa la motivazione della Giuria: «La lirica di Marco Favaloro diventa forte testimonianza contro l’orrore della guerra e severa condanna dell’immane tragedia umana che provoca.
Le immagini liriche sono crude e tagliano come lame: il sangue che si sparge sulla terra, le esistenze seppellite, l’atmosfera rovente delle bombe, i corpi trafitti, le vite spezzate e le anime in fuga che cercano nella nebbia uno spiraglio di pace.
Tutto questo orrore chiede solo silenzio nella “notte gelida” e la poesia di Marco Favaloro fissa in modo perfetto tale dramma dell’Uomo e la profonda intenzione lirica del poeta». Massimo Barile


Antologia delle più belle poesie del Premio I Poeti dell’Adda 2022


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