ANTONINO CAUSI
Echi del silenzio
Lungo il torrente Liro
la mia mente si espande
in armoniche melodie silenziose.
Scorre via via la vita e i suoi pigmenti
così come si allontana… la ricordanza
visione di gioventù
di teneri albori estivi.
La montagna incantata
Uno stambecco assapora la fresca acqua
di un lago al tramonto
dolce armonia incantevole silenzio
ed è musicalità ai piedi di questa montagna
come un evanescente sorriso perso
nei concentrici anelli della vita.
Dolce effluvio
Tra maestose cime della montagna Valle Spluga
il mio ciglio insegue il volteggiare
di uccelli migratori.
L’aere in un dolce effluvio
mi accompagna verso sentieri misteriosi… silenziosi e gaudenti
fra respiri di acri pini che urlano felici al vento
il trionfar di una natura virente.
IVANA DELL’ALI
Montagne verdi
Stanca di questo mondo matto,
dove esiste il rumore,
senza nessun colore,
dove l’odore acre delle piccole città,
si mescola alle metropoli,
mi chiudo nella mia grigia stanza,
mi chiudo senza una speranza.
Voglio ritrovare il gioco e
gli arcobaleni che esistono in me.
Ho bisogno di calma e di pace,
mi rilasso e chiudo gli occhi,
e come in una vetrina rivedo la collina,
che librandosi in alta quota,
diventa una ruota e poi si alza e alza,
ecco ci sono e sento una voce di uomo.
Sono in cima ad una montagna,
l’acqua qui non ristagna,
è azzurra e cristallina,
sembra di carta velina.
E mi arrampico e arrampico,
sono stanca, ma non cedo alla panca,
il silenzio rimbomba dentro di me,
e sento l’eco del mio sé.
Il sole è alto e tra i verdi rami,
ne scorgo i raggi,
proprio lì tra pioppi e faggi e querce antiche,
ritrovo la me stessa che era persa.
Il cinguettio degli uccelli, si sente un poco,
ma come fuoco purifica l’anima mia.
Ad un tratto è il silenzio assoluto,
lì la selva è fitta e scura e non esiste insenatura.
Ho sempre pensato che fosse la morte,
il silenzio assoluto.
Invece no e nell’armonia del silenzio,
di questa verde campagna,
rivedo me stessa diventata montagna.
ELENA FATTARELLI
Chiesetta di Teggiate
Disegno di chiesa
sfumato
tra nuvole,
posate su declivi
di monti silenti.
Intorno ruderi
grigi
di deserte dimore
e alti steli
di ortiche afflosciate.
Il cinque agosto,
nella musica
del tuo silenzio
apri la porta
alla gente dell’alpe.
Viene da baite
sparse
con piede insicuro
sul sentiero
sbilenco.
Le donne
il viso rugoso
la mano alzata
col rosario pendente
additano
alle nipotine ricciute
la chiesa
sul balzo roccioso,
segno di antica preghiera.
MARIA ANGELA GOBBI
Opera 3^ classificata
Alla fine dell’inverno, Montespluga
Ascoltavo venir la primavera
quando la neve adagio dileguava
in silenziosi rivoli neri…
-Adesso-pensavo-adesso
so che un canto scorre sotterraneo,
antiche voci all’apparenza mute
risuoneranno ancóra,
canterà il cúculo, scrosceranno cascate,
s’apriranno le nuvole, e il cielo
rimbomberà del consueto frastuono…
…ma adesso, ancóra un momento,
prima che riemerga
nella sua gloria di porpora e verde
il tumultuoso canto della vita,
adesso, per un attimo ancóra
ascolterò il silenzio della terra.
Prima che il vento s’alzi, all’improvviso.
EMMA GRILLO
Quelle montagne vicine ma lontane
Sono a casa,
vedo montagne imponenti nel cielo
sembran vicine ma sono lontane
sono speciali ma sono oscurate.
C’è la nebbia di bassa pianura.
Ora le vedo vicine: come sono belle e
affascinanti, imponenti su quel piccolo mondo
che è la mia cascina.
Le vedo, le vedo, sono proprio lì.
La sveglia suona.
Fuori dalla finestra spalancata i monti
Sembrano vicini ma sono lontani.
Non è stato un sogno, è tutta realtà.
Io sono qua!
ANNA MARIA MARSEGAGLIA
Opera 1^ classificata
Ora c’è pace
Ora, tace dell’aquila lo strido
sulla cengia ai margini del cielo
e la pernice s’appisola nel nido
tra ciuffi di mirtilli e rododendri.
Ora dita di sera sfioran l’Angeloga
e canti di luce accennano sull’acqua,
nel cuore m’accendono ricordi
di giorni felici e di amati volti.
All’orizzonte, di là del Pizzo Stella,
c’è scia di nubi del color di sabbia…
forse son orme di perduti passi
che lenti vanno verso l’Infinito.
Ora vento di larici e di mughi
carezza piano steli di genziane
e in assonnato crepitio di foglie
ritrovo echi di voci e di risate.
Ora, sola batte l’ala del silenzio,
in Valle Spluga s’addormenta il tempo…
è il suo respiro attesa d’eterna sinfonia,
che scioglie del cuore la malinconia…
ora c’è pace.
SAVINA MARTINUCCI
Da quaggiù guardavo lassù.
Da tempo mi cercavo e non mi trovavo.
Forse vale la pena salirti.
Lentamente, con l’anima lacera e stonata.
Sono arrivata.
La vicinanza ad un cielo odoroso d’incenso
dove la mente e l’anima s’innalzano.
L’immensità dentro e fuori di me…
L’eco che risuona nelle sottostanti vallate.
Respiro… profondamente.
Un silenzio che fa star male
perché il cuore sa esplorare.
Bevo un sorso di questa tua musica
senza il chiasso delle nostre voci…
L’anima si ricompone.
Melanconici vapori si diradano
svelando della vita i colori
e ritrovo la ricca tavolozza
per ridipingere una vita sbiadita
Ti sento pulsare.
Sembra destarsi il retaggio sopito…
Ed il grido dell’aquila,
come assolo su pentagramma,
non può disturbare.
Ora, posso tornare a volare.
MARIO PELLEGRINETTI
Alpi Apuane
Ove, ove mai discioglierò il mio canto
di uomo, se non qui dove la vita
assurge a dignità di rito sacro,
quassù dove le stelle nella notte
tremano come lampade votive?
Splendon le rupi sotto il sole il giorno
candide come veli di novizia
e se l’occhio s’attarda sulle dune
di neve bianca, lievemente ondanti
sembrano terra ove non è peccato.
Vago solingo alle solenni alture
con cuore puro, finalmente nuovo.
Se vedo un’ombra so che il cuore è buono,
se scopro un’orma, finalmente bianca
ha sapore di vita ritrovata.
CARMELA RITA ROMEO
La Montagna
I
Avvolta da un velo di nuvole
la Montagna in riposo tocca il
Cielo in silenzioso abbandono.
Là, dove, i Raggi del Sole hanno
fissa dimora, il suo Canto spezza
la Luce accarezzando il silenzio.
La Vetta innevata nel suo abito
Nuziale, festeggia l’anima che
ha ritrovato se stessa.
II
La Cima innevata accoglie il Sole
nel suo originario splendore e chiede
all’ombra di lasciare la sua Montagna –
Scendendo giù a valle un alito di vento
Sorseggia il suo Silenzio risvegliando
il Mondo dal suo torpore notturno.
Nell’aria fresca del mattino, tranquilla
si riposa. Aspettando il primo saluto
respira il successo senza alcun vanto.
III
Vestita di Silenzio, senza timore,
la Montagna domina vittoriosa.
Ai suoi piedi il Mondo è in sosta.
La Cima imperante comunica al
Cielo i suoi timori di Madre.
Il dolore ha scavato il suo ventre.
All’alba del nuovo giorno, quando
l’anima si rigenera, la Luce solare
spezza l’uniformità del suo manto.
FRANCO SALERNO
Il silenzio dello Sciliar
Il silenzio è amico
ci fa sentire la solitudine,
ma anche la gioia di esistere.
È il silenzio del cielo,
dei boschi,
dell’acqua sorgiva.
È il silenzio dello Sciliar,
che chiede di essere ascoltato,
sono note di musica.
La Camosciara
Sono salito sui pascoli d’altura
ad incontrare tra l’odore del fieno e suoni
di campanacci
le tue mandrie, pastore.
Ho vestito per un giorno i tuoi panni
e sono salito ancora più su, sui monti
dove saltano i camosci,
ed ho ascoltato il silenzio e la sua musica.
Mi sono fermato tra l’aria e il cielo,
ad osservare il verde dei prati,
ho ammirato l’acero rosso e il tiglio e il tasso,
ho ascoltato i colpi del picchio,
ho seguito il volo etereo dell’aquila.
Ho ascoltato la voce del mondo
tra i monti incoronati dai faggi.
Desiderio fanciullesco in Valfondillo
Vorrei andare su per i sentieri,
alla sorgente che picchia continua
sui teneri sassi,
per vederli frangersi
sotto i colpi dell’acqua.
ANTONIO ZANNINO
Dove osano le aquile
Resto attonito e ascolto il respiro
che dà la vita, e intanto sospiro!
Guardo intorno e rimango incantato,
e ringrazio chi tutto ha creato.
Dove l’aquila intreccia il suo nido,
e fa eco ogni tanto il suo grido,
senza fiato, per breve, una sosta,
ed intanto già cerco risposta.
Qui nessuno potrà cancellare
quel che Dio ha voluto donare.
Quelle nubi, le cime maestose
ben difendono, un po’ minacciose,
calando così, all’improvviso,
costringendo ad un passo deciso
per sfuggire alla morsa del gelo.
E volteggia la regina del cielo,
quasi a dir a chi è un po’ presuntuoso,
d’affrettar nel suo passo a ritroso,
e cercar di capire se stesso,
poiché all’uomo non tutto è permesso!