"I Notturni di Ranco" Romanzo di Carlo Antonio Bertolo


Carlo Antonio Bertolo ha pubblicato il romanzo “I notturni di Ralco” Editrice Nuovi Autori



Presentazione del romanzo

Il mestiere di vivere non è semplice, spesso è un oneroso peso da sopportare, comunque la vita va intensamente vissuta, questo sembra essere, nella profondità e nell’amarezza dei pensieri di Ralco, l’essenza dei suoi scritti. A Varese Ralco insegna, si sposa, ha una figlia, è un attivista cattolico con idee troppo progressiste e da Varese, solo, con una bimba di soli venti mesi, si trasferisce in Svizzera e affronta una nuova esistenza: si specializza infermiere psichiatrico, si risposa e con la nuova compagna, prima che il morbo di Richardson la paralizzi progressivamente, condivide la passione per i viaggi. Il tema del viaggio reale e nella psiche e il ruolo della psichiatria sono fonte di ardue e profonde riflessioni per Ralco.
Esiste un Dio creatore, ma come si configura, chi è? E l’uomo è davvero potenzialmente libero? Chi sono i veri malati di mente? Cosa s’intende per “normalità”? Le odierne linee terapeutiche sono davvero utili per curare le malattie mentali? I numerosi rientri in casa di cura che motivazioni hanno?
Queste e altre domande esistenziali sono alla base della riflessione nel pensiero dell’Autore, che espone le proprie tesi in uno stile lucido ed elegante e di forte impatto emotivo.


Incipit

I tempi stringevano e l’editore lo subissava di telefonate, a Ralco mancava solo di terminare l’articolo di fondo e il numero di gennaio poteva dirsi completo, l’approssimarsi delle festività natalizie lo costringeva a presentare il menabò con mezzo mese d’anticipo.
Immediatamente dopo si sarebbe scatenata la campagna elettorale e il numero di febbraio sarebbe uscito fuori tempo. Non poteva eludere l’avvenimento senza un accenno o almeno un pizzico d’ironia. Accese il computer, recuperò il documento e continuò: […]


Guida alla lettura de I notturni di Ralco di Carlo Antonio Bertolo

Non è un romanzo d’evasione, ma la narrazione in forma prevalentemente biografica d’un quotidiano, che fu passato recente, che è attualità e che sarà inesorabilmente futuro, sicuramente
diverso per i progressi della scienza medica, ma ineludibile né cancellabile, fino a che l’ultimo degli
homo sapiens sapiens calpesterà questo nostro pianeta. La mutazione di questa realtà umana è connaturata alla specie e se il futuro dovesse confrontarsi con una realtà psico-somatica diversa da quella che conosciamo, sarà perché la natura ha modificato talmente il nostro genoma, fino a dar vita a una nuova specie che non sarà più quella dell’Homo Sapiens-sapiens cui noi apparteniamo.

La narrazione, apparentemente scoordinata, segue invece un tracciato ben definito e delimitato, costituito dalle riflessioni di un infermiere durante i momenti di pausa, o di vuoto d’attività, nella fase del servizio notturno, in cui il silenzio, la solitudine e il rallentamento dell’attività consentono una più serena e attenta riflessione sul significato di quel che si fa.
Riflessioni abbandonate di proposito al gioco delle libere associazioni, gioco che si dipana in un contesto altrettanto ben focalizzato, che è la vita nell’ospedale psichiatrico, osservata da diversi punti di vista: dalla vecchia concezione ghettizzante e di tipo carcerario, alla nuova concezione di Franco Basaglia: “il matto da slegare”. Questo passaggio dal vecchio al nuovo, vuole evidenziare il diritto ed il rovescio delle due medaglie, visti dall’interno con l’occhio dell’operatore, che vede e vive la realtà nella sua genesi spontanea non nella deformazione mediatica che viene presentata al pubblico solo per l’effetto emotivo che il regista intende provocare e l’utile che il produttore intende realizzare. Fenomeni che inducono a credere che il cambiare significhi implicitamente cambiare le cose sempre in meglio, demolendo il vecchio idolo per costruirne uno nuovo più bello e accattivante. Si vuole di proposito far ignorare che ogni medaglia o moneta hanno un diritto ed un rovescio connaturati a tal punto che l’abolizione dell’uno o dell’altro toglie di mezzo l’esistenza stessa della medaglia o della moneta. Nell’Universo non esiste un positivo senza il suo negativo perché solo nella loro dinamica si dipana il divenire.
La narrazione, che presentata così può sembrare pesante, non lo è affatto, proprio grazie a quel secondo filo conduttore cui l’ho affidata che è il gioco delle libere associazioni, che mi ha permesso, approfittando degli innumerevoli agganci offerti dal raccontare immagini, fatti e pensieri, di allacciarmi a ricordi di alcuni episodi della mia vita e di esporre idee mie, strampalate finché si vuole, ma che sono le mie idee, come ognuno di voi ha le proprie e che, giuste o sbagliate, sane o insane che siano, sono l’essenza di ciascuno di noi: esseri tutti uguali e tutti diversi e non omologabili entro la rigidità di un clone.



Torna alla homepage dell'autore

Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Avvenimenti
Novità & Dintorni
i Concorsi
Letterari
Le Antologie
dei Concorsi
Tutti i nostri
Autori
La tua
Homepage
su Club.it