Dentro al lampo di un flash

di

Claudia Agrestino


Claudia Agrestino - Dentro al lampo di un flash
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Narrativa
12x17 - pp. 40 - Euro 7,00
ISBN 978-88-6587-3809

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In copertina: fotografia di Claudia Agrestino


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto la silloge è finalista nel concorso letterario Jacques Prévert 2013


Introduzione

Scrivere è sempre stato più di un passatempo per me; spesso mi capita di trovarmi da qualche parte e improvvisamente si materializzano nella mia mente immagini e scene che non posso far finta di non vedere: così cerco un piccolo pezzetto di carta e scrivo una parola, una frase che poi magari mi aiuterà a creare una storia vera. È proprio così che questo libro è nato: qualche spunto, pochi personaggi e tanta passione hanno dato vita al mio primo vero “lavoro da scrittrice”.
Effettivamente all’inizio non avrei mai pensato di poter ottenere una proposta di pubblicazione vera e propria presentando un’opera che aveva tutti i prerequisiti per essere rifiutata: autrice giovane e senza esperienza, storia semplice e non esageratamente lunga… insomma le vicende dei miei “fidati compagni di avventura” Virgie e Minnie, sarebbero sicuramente state dimenticate, forse neppure lette…
Nonostante un considerevole pessimismo iniziale e una scarsa fiducia nelle mie possibilità (forse ancora una volta segno della quasi inesistente esperienza) alla fine ho partecipato alla XIX edizione del Premio Letterario Nazionale Jacques Prévert ottenendo un parere favorevole da parte della giuria… il mio sogno si è realizzato!
Grazie a tale opportunità, ho rivalutato molti aspetti di questa esperienza e alla luce di numerose riflessioni, sento di poter affermare che sono riuscita a raggiungere lo scopo che mi ero prefissata: raccontare con sincerità e verosimiglianza la realtà a me più vicina, ossia quella degli adolescenti, spesso trascurata o pregiudicata, per poi metterne in risalto alcuni aspetti positivi o negativi che fossero e portarli a conoscenza del lettore.
La scelta dei personaggi così come dei luoghi e delle situazioni è stata inizialmente “ispirata”, ma in seguito volutamente mantenuta sulla stessa scia del progetto originario; è per questo che credo, o almeno spero, che una narrazione semplice possa raggiungere più facilmente anche ragazzi della mia età e magari (CHI LO SA!) dar loro qualche spunto su come affrontare le situazioni davanti alle quali si troveranno in futuro. “Un Virgie” della compagnia esisterà sempre e aiutarlo a capire come sia sbagliato il rapporto con la droga potrebbe essere il primo passo verso la salvezza di un’intera generazione di futuri delinquenti! Stargli vicino quando una persona a lui cara non ci sarà più sarà una maniera per impedirgli di chiudersi in se stesso e convincerlo a dire la sua SEMPRE e COMUNQUE.
Grazie a questo libro, forse, “la Minnie” del gruppo sentirà di poter avere più fiducia nelle proprie capacità e si renderà conto che seguire una passione non è sbagliato, ma è l’unico modo che ci permette di rimanere noi stessi, SEMPRE e COMUNQUE evitandoci un totale annullamento e la caduta nel tunnel della depressione.
Magari, o forse no, CHI LO SA…
Per scoprirlo basta leggere e non lasciarsi frenare dalle prime difficoltà, il resto verrà da sé!

Claudia Agrestino


Dentro al lampo di un flash


Dedico questo libro a tutti coloro che hanno avuto il coraggio di seguire i propri sogni e le proprie passioni.


“Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni.”

(Paulo Coelho)


Capitolo 1

Lunedì… di nuovo!!!

Il week-end, purtroppo, è già terminato e gli alunni, ancora addormentati, rientrano nelle aule rattristati, ma allo stesso tempo sollevati per non dover più prestare aiuto come colf alle madri indaffarate nelle faccende domestiche. Eh, sì, il termine week-end è ormai diventato sinonimo di lavoro e non più di riposo e divertimento. È comunque un modo per distrarsi dalla stanchezza della settimana, ma l’effetto che fa è ormai questo: da quando rientrare in classe il lunedì mattina alle 8.00 è diventato piacevole?? La settimana inizia e finisce così nel Liceo scientifico “Vittorio Emanuele” di Roma. L’approccio alunno-insegnante e viceversa non è mai molto gratificante per un professore che prova, subito alle 8.10 del lunedì mattina, a rifilare agli studenti svogliati, trenta frasi di analisi logica da svolgere…
Naturalmente le banali scuse del “monday blues” riescono stranamente ad “addolcire” l’animo dei professori che straziati dai mille impegni lavorativi, non possono fare altro che comprendere i ragazzi e, rimandare la prova.

Ore 9.30
Lezione di biologia del prof. Mallini

Normalmente, durante le lezioni del prof. Mallini, il banco non è mai troppo scomodo per farsi un sonnellino fino alle 10.25, ma oggi è diverso: probabilmente dopo l’infinità di insuccessi ottenuti sul lavoro, il “mancato biologo forense” (come ama definirsi), ha cercato di inventarsi qualcosa per risvegliare i suoi alunni pantofolai che non riescono a muovere alcuna parte del corpo eccetto le dita utilizzate per scrivere SMS sul cellulare, indispensabile e di estrema utilità durante l’ora del povero professore.
L’insegnante ha deciso di proporre un lavoro a coppie per permettere agli alunni di approfondire le loro conoscenze nel mondo della scienza in modo piacevole e costruttivo.
È il momento di decidere i gruppi: anche questo compito viene svolto dal professore che utilizza due scatole contenenti dei bigliettini con scritti i nomi dei vari alunni MASCHI e FEMMINE. “Allora iniziamo con la prima coppia fortunata… Borghi e… Marchise! Bene a voi verrà assegnata una ricerca sugli esseri viventi acquatici… La seconda coppia sarà formata da…” E così via fino a che non tocca agli ultimi due sopravvissuti. Ormai le sorti sono state decise, rimasti solo due bigliettini.
“E l’ultima coppia, ma non per importanza, è composta da… Barnitti e Salvini!”
Segni di approvazione provengono dai banchi situati in fondo all’aula, ma le opinioni dei simpatici compagni non sembrano essere condivise dagli interessati che accettano tutt’altro che felicemente la scelta del docente.

Sono trascorsi ormai sei mesi, ma le ferite non sembrano volersi richiudere, anzi fanno molto più male di prima.
Sei mesi, centosettantacinque giorni, quattromilatrecentosessantotto ore trascorsi a cercare di dimenticare o perlomeno fingere che nulla sia accaduto, ma solo un ipocrita sarebbe in grado di cancellare un’infinità di notti insonni, trascorse a fissare il soffitto per poi piangere e assaporare con avidità quelle lacrime salate che irrigano il volto senza però essere in grado di far nascere un sorriso.
Minnie, come la chiamano scherzosamente le amiche, fa di tutto ma non riesce a dissimulare.


Capitolo 2

Cronache di una vita “quasi” perfetta

Tutti, quando era piccola, le ricordavano quanto fosse fortunata lei che era praticamente nata principessa senza corona in un castello senza ponte levatoio…
Suo padre lavora come pilota di aereo e trascorre praticamente il 95% del tempo fuori casa su una di quelle scatolette con le ali che Minnie si rifiuta di chiamare col proprio nome e sulle quali ha giurato di non salire mai considerandole la causa della quasi perenne assenza del padre da casa.
Nonostante papà Giulio frutti alla famiglia Salvini un bel po’ di quattrini, mamma Dalia ripete continuamente che preferirebbe avere il marito a cena e la cassaforte vuota ogni tanto, ma si sa quanto il profumo dei soldi sia in grado di stregare anche il più integerrimo dei santi.
Dal canto suo, anche la signora Salvini potrebbe, con il lavoro che fa, permettersi ogni tanto un bel “bagno nel latte d’asina”, ma per non sbandierare ai quattro venti i propri agi e le proprie facoltà, preferisce definirsi “un’appartenente alla media borghesia in grado di sostenere i costi della vita di una famiglia in maniera soddisfacente.”
All’interno di questo sistema apparentemente contorto che molti definiscono famiglia, Melania, è il suo vero nome, compare ben poco.
Nella maggior parte dei casi il suo ruolo è quello della figlia perfetta, elogiata per qualsiasi cosa: un merito scolastico, una partita a carte vinta, un nuovo fidanzatino…
Peccato che nessuno si preoccupi di ciò che pensa o di ciò che prova, e l’unico modo che le permette di sfogarsi e aprire all’universo il suo mondo interiore è la fotografia.
Anche se può sembrare insolito o troppo astratto, tutto attraverso l’obbiettivo le appare diverso, quasi magico. La mente sprigiona la sua fantasia alla vista di un qualsiasi soggetto, anche il più effimero, il più inutile, il più insignificante che diventa un interlocutore in grado di narrare una storia.
Il posto preferito di Minnie per esercitare la sua passione è senza dubbio Ponte Sant’Angelo che collega le due sponde del Tevere in uno dei punti più suggestivi della città.
Nel momento in cui tutti ritornano a casa dopo una dura giornata di lavoro o dopo un giro per la via, ecco che Minnie si avvia verso la parte centrale della passerella e appoggiato lo zaino si siede per terra.
Si guarda intorno alla ricerca dell’ispirazione e inizia a scattare.
Un passante che raccoglie una monetina caduta a qualche turista sbadato, una foglia che sfila danzando sul ciottolato, dei bambini che indicano sorpresi le anatre nel fiume sottostante.
Esattamente sei mesi prima si sarebbe accontentata di tutto questo se non avesse trovato inaspettatamente qualcosa di meglio a cui interessarsi.


Capitolo 3

Un cuore in mille… scatti

Il ponte ormai era diventato come la sua seconda casa e anche se non era esattamente comodo e funzionale, almeno lì si sentiva protetta, confortata. Il solo fatto di poter vedere tutti i giorni gli stessi volti, di poter provare le stesse sensazioni la rassicurava, era come una promessa, un accordo infrangibile tra lei e il “regno del fiume”.
Quel giorno però, quello in cui una piccola parte della sua esistenza si era decisa a cambiare, non era rimasta turbata quando al suo arrivo aveva scoperto che qualcun altro aveva preso il suo posto, era solo… molto sorpresa.
“Scusa, non vorrei disturbarti sai, ma ti sei seduto nel posto sbagliato, qui di solito ci sto io.”
Il ragazzo che indossava uno strano cappello e teneva in mano carta e penna, non si era neppure girato ed aveva continuato a fare ciò che aveva iniziato già da prima.
“Ehi, dico a te! Potresti gentilmente spostarti anche solo di un metro? Basta solo che mi lasci il mio posto.” Melania aveva accompagnato la sua esclamazione con un colpetto secco della nocca del dito indice in corrispondenza della scapola dell’“usurpatore”.
Finalmente l’individuo si era voltato e sollevando leggermente lo sguardo verso l’alto con fare tutt’altro che infastidito o turbato, si era tolto il cappello e aveva abbassato le grosse cuffie da mp3 che portava alle orecchie.
“Oh, scusa, non pensavo portassi le cuffie, ecco perché non mi sentivi… comunque volevo informarti che hai occupato la mia postazione, – a questo punto Minnie aveva mostrato la sua Reflex – e volevo chiederti gentilmente di cedermela.”
Lui si era spostato di poco e aveva ripreso la sua attività come se niente fosse.
Melania non aveva aggiunto altro e si era posizionata accanto al nuovo arrivato decisa a concentrarsi come al solito senza distrarsi ripensando all’accaduto.
Le era risultato impossibile. Ogni qualvolta impugnava la Nikon e si apprestava a “sbirciare” attraverso l’obbiettivo timidamente, come avesse il timore di disturbare chi si trovava dall’altro lato, la mente migrava altrove e le mani non erano più in grado di sostenere l’apparecchiatura. Lo sguardo si spostava inesorabilmente ruotando verso sinistra e si smarriva osservando ogni gesto di quello sconosciuto.
Minnie aveva ipotizzato dapprima che stesse ritraendo il paesaggio, ma alla fine prendendo coraggio si era voltata completamente e aveva guardato. Ciò che era riuscita a vedere era un foglio su cui non c’era neanche uno spazio vuoto; vi erano numeri scritti dappertutto e non sembravano, almeno apparentemente, essere disposti in ordine logico. Nonostante in altre situazioni, probabilmente, avrebbe pensato di avere a che fare con uno “sfigato”, in quel momento si era sentita come al centro di un turbine di sensazioni; sballottata tra curiosità, liberazione, sicurezza, confusione, felicità, si era resa conto di quanto esistesse al di là di un obbiettivo, al di là di un ponte, di una strada, di un marciapiede, si era sentita completa.

[continua]


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