Zaira e la collana del tempo

di

Claudia Grohovaz


Claudia Grohovaz  - Zaira e la collana del tempo
Collana "Le Gemme" I libri per l'infanzia
14x20,5 - pp. 62 - Euro 8,50
ISBN 78-88-6587-2345

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In copertina e all’interno illustrazioni dell’autrice


Il giorno di Natale è un giorno magico per tutti, soprattutto per i bambini.
Marco conoscerà una zingarella che lo coinvolgerà in una storia magica. Ai limiti del tempo e della fantasia, il ragazzino salverà la vita di tre persone e diventerà un eroe, almeno per se stesso.


Prefazione

Ho sempre sentito dire erroneamente che le favole sono “cose da bambini”, che non meritano l’attenzione degli adulti, a meno che questi ultimi non siano in uno stato di malinconia per la loro infanzia o non siano, come me, dei veri neotenici…
Come? Non sapete cosa vuol dire neotenia? È la capacità di portar con sé in età adulta elementi tipici dell’età infantile, come la creatività, l’attitudine al sogno, la leggerezza ad esempio. Buffo vero? Un termine così difficile per una cosa così bella.
Io amo le storie e attraverso il Teatro, specie quello di narrazione, amo scrivere, leggere e raccontare fiabe e favole a tutti, bambini e non. Ed è così bello e sorprendente osservare poi le reazioni immediate di chi ti ascolta che non credo finirà mai questa mia dolce passione.
Quando mi è stato chiesto di scrivere una prefazione a questo libro di storie per bambini, non ho esitato un istante ad accettare. Sembra facile scrivere racconti per i bambini, in realtà questi ultimi sono molto esigenti, curiosi e attenti alle sfumature di ciò che leggono o gli viene letto. E ammiro quindi tantissimo chi si cimenta in questa importante e delicata impresa.
E poi, al di là dell’importanza storica, sociologica, psicologia (chi più ne ha, più ne metta) del racconto, cosa c’è di più bello che fermarsi un momento in compagnia di chi amiamo e leggere o ascoltare una storia, tenendo aperta la porta del cuore e la finestra della fantasia per ritrovarci poco dopo, mano nella mano, a volare insieme in un mondo colorato e magico tutto nostro?!…

Pietro Pignatelli
(Attore)


Zaira e la collana del tempo


FINALMENTE NATALE

È la mattina di Natale. Un piccolo raggio di luce si intravede dalla persiana della camera da letto andando a infastidire il viso di Marco.
Il piccolo lentamente apre gli occhi, ma proprio piano piano perché la voglia di dormire è ancora tanta. All’improvviso balza sul letto seduto, si strofina gli occhi come se gli facessero prurito e fissa la finestra che sembra ancora più illuminata di prima, ma è una luce bianca e molto accecante.
Senza indugiare ancora, scende dal letto, si infila le sue ciabatte a forma di topolino e va ad aprire la persiana.
“Perdincibacco!” esultò ad alta voce. Non poteva credere a ciò che vedevano i suoi occhi. Davanti a lui c’era una distesa di neve fresca e ancora nessuno aveva camminato lungo la via. Le automobili parcheggiate sembravano solo delle sagome ormai e la neve continuava a scendere!
“Mamma, papà, mamma, papà, forza alzatevi è Natale e fuori sta nevicando” gridò Marco entrando nella stanza dei suoi genitori.
“Ma tesoro sono solo le 8 del mattino” bisbigliò ancora addormentato il padre.
“Amore ma è Natale!” disse dolcemente la madre che subito aveva colto l’esultazione del figlio.
“Buon Natale Marco!” mamma Silvia abbracciò teneramente il figlio.
“Buon Natale anche a te mamma” ricambiò il gesto amorevole.
“Mamma, ma devi svegliare papà, c’è la neve e io voglio uscire, dai ti prego dai…” Marco era incontenibile e cominciò a saltare sul letto finché papà Fabio dovette arrendersi.
“E va bene mi alzo… ufff… Buon Natale tesoro” diede un bacio alla moglie.
“E tu vieni qui subito… come hai osato svegliarmi! Ora ti prendo!” padre e figlio cominciarono a rincorrersi per la casa. Lo facevano sempre e il primo che riusciva a prendere l’altro iniziava la “battaglia di solletico”.
Mamma Silvia intanto si vestì e andò in cucina a preparare la colazione.
“Se non ti vesti entro 5 minuti…” non finì la frase che Marco era già lì.
“Bene, bene, bene… quando devi andare a scuola non sei così veloce vero?”
“Ma mamma, la scuola rimane sempre dov’è, la neve invece poi si sporca e comincia a sciogliersi!” ribadì il bambino con un sorrisino beffardo.
Marco aveva 10 anni. Era un ragazzino alto per la sua età. I suoi capelli castano scuro erano sempre tutti arruffati con la frangetta che ricopriva in gran parte i suoi occhioni verdi. Frequentava la quinta elementare e diciamo che la sua materia preferita era… l’intervallo! Spesso prendeva delle note a scuola perché dimenticava a casa un libro o un quaderno oppure perché si alzava dal banco senza chiedere il permesso mentre c’era lezione.
La sua vivacità a volte lo metteva in brutte situazioni, ma lui riusciva sempre a cavarsela; a volte era così furbo che sgridarlo… diventava impossibile! Amava giocare con gli amici, giocare a calcio, correre in bicicletta e ovviamente giocare con la sua PSP. Aveva appena ricevuto un computer per il suo compleanno ma ancora non lo attirava l’idea di usarlo, neanche per giocare.
Quando Marco veniva messo in castigo per qualche marachella, ovviamente non poteva fare niente di tutto questo; per ingannare il tempo iniziava a leggere un libro ma non è che lo iniziava e basta… era capace di leggere un libro in un giorno intero. Certo non è da tutti, ma doveva essere un libro di azione e d’avventura.
Finita la colazione padre e figlio uscirono nel giardino.
“Mi raccomando – gridò Silvia dalla porta di casa – ci vediamo in chiesa tra un’ora!”
“Va bene cara ci saremo!” la rassicurò Fabio.
E lì cominciò una vera battaglia a palle di neve tra padre e figlio e, probabilmente si stava divertendo forse più il papà.
Fabio era un giornalista e lavorava per un quotidiano locale. Si occupava di cronaca e spesso stava fuori fino a tarda notte; ma era il suo lavoro e a lui piaceva raccontare le persone, i luoghi, i fatti e lo faceva davvero bene! Aveva vinto anche un premio importante qualche mese prima. Questo premio lo aspettava da una vita e per lui era stata una soddisfazione enorme. Fisicamente diciamo che lui e Marco si somigliavano molto, nessuno poteva dire che non erano parenti!
Giocando, giocando, esattamente un’ora più tardi, si trovarono davanti alla chiesa dove li aveva raggiunti Silvia, puntuale come un orologio svizzero.
Silvia era una donna bellissima, aveva dei lunghi capelli neri che le accarezzavano le spalle e due bellissimi occhi color del cielo, come diceva Marco. Lei era una scrittrice di romanzi gialli. Aveva scritto diversi libri e ormai era diventata famosa nell’ambiente, ma non aveva mai trascurato la sua famiglia. Dopo la nascita di Marco aveva iniziato a lavorare da casa e si spostava solo quando doveva consegnare i manoscritti al suo editore, assentandosi al massimo un paio di giorni.
La Messa di Natale iniziò con una musica solenne. La chiesa era gremita di gente come non mai.
Marco si mise in prima fila al solo scopo di ammirare il meraviglioso presepe allestito sotto l’altare. Era pieno di luci che illuminavano il bambino Gesù. Le statue di Maria e Giuseppe sembravano quasi reali. A Marco piaceva guardare tutto ciò che era arte, anche gli affreschi della chiesa, nonostante li avesse visti migliaia di volte. L’arte lo affascinava e questa, oltre alla lettura, era la sua seconda dote nascosta e rara per un bambino della sua età. A volte, quando non riusciva a prendere sonno la sera, accendeva la televisione nella sua cameretta e si metteva a guardare le televendite di quadri o faceva zapping fino a quando trovava un documentario sull’arte antica di qualsiasi civiltà.


LA ZINGARELLA

Torredei era una cittadina molto tranquilla; non c’erano tantissimi abitanti e diciamo che la gente si conosceva anche solo per sentito nominare. Il paese si chiamava così perché si diceva che nell’antichità ci fosse una grande torre al centro del bosco, dove le persone andavano a pregare gli dei per avere un buon raccolto. Finita la funzione, la gente iniziò ad uscire in massa dalla chiesa. Alcuni si salutavano, si scambiavano gli auguri e parlavano di cosa avrebbero fatto quel giorno.
Fabio e Silvia incontrarono dei loro amici e colleghi e si misero a chiacchierare. Marco, si stava visibilmente annoiando.
“Mamma guarda, laggiù c’è Matteo, posso andare da lui?” chiese il bambino.
“Certo tesoro ma non ti allontanare, dobbiamo andare a pranzo dai nonni” ribadì Silvia con tono autoritario conoscendo il figlio.
“Ok grazie!”
Marco fece per andare dall’amico quando ad un tratto il suo sguardo venne attirato da una presenza. Sulla sinistra della chiesa c’era qualcuno seduto su una specie di coperta. La curiosità del bambino era sempre più in ascesa man mano che si avvicinava. Non sapeva cosa provare, non era solo curioso… era come attirato da un suono… era una melodia molto dolce… che lo richiamava come una magia.
Sembrava una piccola donna avvolta da una serie di stoffe di lana e sul capo un cappello più grande della sua misura tutto colorato come un arcobaleno che lasciava intravedere un filo di capelli neri. Stava suonando un flauto ed era pure molto brava, pensò Marco.
“Buo… buon… buongiorno” disse con voce tremolante Marco. La piccola donna alzò lo sguardo facendo scivolare dal viso la sciarpa che l’avvolgeva.
“Buongiorno a te” replicò con un mezzo sorriso. Non era una donna era solo una bambina. Marco rimase sbalordito.
“Ti stavo aspettando” disse pacatamente la bimba.
“Co… come scusa… aspettavi me… co… com’è possibile?” Marco non sapeva se avere paura o meno. Quella bambina parlava con tanta sicurezza! Non sapeva proprio come comportarsi ma non voleva andarsene, questo era certo.
“Io mi chiamo Zaira e sono una zingara e quando non ho più soldi per mangiare mi metto nelle vie della città e vendo ai passanti le cose che faccio io” proseguì con grande dignità la bambina. Marco si stava rasserenando ma ancora non capiva una cosa.
“Scusa ma perché hai detto che mi stavi aspettando?” chiese incuriosito il ragazzo.
“Appena ti ho visto uscire dalla chiesa ho sentito che saresti venuto da me… diciamo che sono una piccola strega” spiegò Zaira strizzandogli l’occhio. Marco ricominciò ad avere quella sensazione e a non capire se aver paura o meno. Indietreggiò di un passo senza dire nulla.
“Mica ti mangio, dai vieni qui, ti faccio vedere quello che vendo!” la bambina, capendo il suo imbarazzo, lo incoraggiò a rimanere ancora un po’ con lei.
Zaira fece per alzarsi e Marco notò subito che la piccola si doveva aiutare con un bastone: aveva una gamba sola. La zingarella aveva ai piedi degli zoccoletti di legno con dei calzini degli stessi colori del suo cappello.
“Dai vieni cosa fai lì impalato!?” lo esortò Zaira.
“Sì… arrivò”.
Marco fece fatica a contenere il suo stupore e a far finta di non aver visto nulla.
“Vedi, questa è una bambolina di legno, carina vero? Mi mancavano i vestitini però… questo è un braccialetto fatto con dei piccoli sassolini che ho lavorato io stessa e questo è il flauto che stavo suonando prima”.
Marco guardava incredulo quei piccoli oggetti fatti così con cura che sembravano comprati, ma doveva fare a Zaira quella domanda, proprio non poteva aspettare.
“Scusa… ma… se posso chiedere… come mai hai una gamba sola?”
“Beh ecco diciamo che ho avuto un piccolo incidente, io prima facevo la ballerina per strada con la mia mamma” rispose Zaira con la voce commossa.
“Ma la tua mamma è a casa?” Marco capì all’istante che non avrebbe dovuto farle questa domanda.
“No, la mia mamma è in cielo”.
“Oh scusa io non…”
Marco fu interrotto da Zaira: “Allora me ne compri uno?” ribadì la zingarella.
“Mi dispiace non ho soldi con me” si rammaricò Marco. Nel frattempo in lontananza si udì la voce di Silvia che chiamava il suo bambino.
“Scusa devo andare” disse il ragazzo.
“Aspetta un attimo! Prendi questa collana porterà fortuna sia a te che a me” Zaira si tolse una collana e la porse nelle mani di Marco per poi richiuderle a pugno stringendo il suo regalo.
Egli si allontanò per raggiungere la madre, non sapeva proprio cosa dire alla ragazzina.
“A presto Marco!” gridò Zaira.
“Ma io non ti ho detto come mi chiamo” rispose incredulo girandosi di scatto ma, inspiegabilmente, la ragazzina era sparita. Marco rimase immobile, non ci poteva credere…
Silvia lo raggiunse. “Finalmente, dai, ci aspettano i nonni! Ma che stavi facendo?” domandò incuriosita. Se avesse detto la verità alla madre, di certo non gli avrebbe creduto e allora preferì tenere il segreto per sé.
“Niente mamma andiamo!”
Marco salì in auto con i suoi genitori e si avviò dai nonni per il pranzo di Natale, ma non poteva fare a meno di pensare a Zaira; in cuor suo sentiva che quello strano incontro avrebbe cambiato la sua vita.


[continua]


Postfazione

Caro piccolo lettore,
quanta consapevolezza e quanta ritrovata serenità nelle ultime parole di questo avvincente racconto! Una stretta di mano chiude un cerchio di esperienze che allontanano il nostro piccolo eroe dalla sua tranquilla vita di fanciullo per ricondurlo ad una dimensione più matura e responsabile. Un viaggio necessario per “crescere”! In un attimo, il magico suono di un richiamo, diventa per Marco un invito a considerare diversi orizzonti, minori fortune ed infiniti legami nel destino di esistenze lontane. Un misterioso incontro… o forse un sogno?… è la “passaporta” per una nuova dimensione, non sfavillante di invenzioni utopistiche, come nella tradizione della narrativa fantastica, ma angosciante come un incubo, tormentata dalla sventura, dal pregiudizio e dalla malasorte. Poi un oggetto, un magico amuleto, espediente risolutore di un “Deus ex machina” di classica memoria, irrompe nella storia per dipanare gli intrecci orditi dal destino. Una fuga nel tempo diventa rimedio per fugare la morte! Il ritorno al presente è meraviglioso, dolce e rassicurante… tutto si risolve, tutto si appiana… intorno c’è allegria e poi un nuovo “vecchio” incontro… ma questa volta è per davvero!… ed ha il sapore di reciproca riconoscenza.

Renata Fusco
Attrice e doppiatrice Disney


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