Diari dell’Omega

di

Davide Pierantoni


Davide Pierantoni - Diari dell’Omega
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14X20,5 - pp. 62 - Euro 7,50
ISBN 978-88-6037-8743

Libro esaurito

Vai alla pagina degli eventi relativi a questo Autore


In copertina: «Notte dell’anima» di Davide Pierantoni


Pubblicazione realizzata con il contributo de Il Club degli autori in quanto l’autore è 2° classificato nel concorso letterario Il Club degli autori 2006-2007


Prefazione

Nella silloge di poesie “Diari dell’Omega”, Davide Pierantoni cerca, coraggiosamente, di raccontare l’esistenza “oltre il cappio della ragione”.
Davide Pierantoni è un cercatore di idee nelle trasparenze del reale, un ardito indagatore alla ricerca di verità, sovente, distanti e nascoste: incessante è il suo scandaglio oltre l’apparenza e le complicate trame dell’esistenza, acuto il suo sguardo rivolto a ciò che sta dietro il velo delle pulsioni più profonde.
Sulla tela della vita che è sempre “sporca di segni”, v’è la figura di un uomo, solo e perduto in se stesso, un uomo capace di “viaggiare per conoscere/verità perdute/negli echi dell’anima”: l’essere umano che deve fare i conti con la follia, eppure “nella follia conosce se stesso”, è libero dai “guinzagli d’inutilità”, si pone al di fuori dei recinti precostituiti ed è per questo che riesce a vedere più lontano della ragione, “sugli specchi fragili della vita”.
Una poesia graffiata via dall’anima, riportata in superficie con un vocabolario originale e sempre rivolto alla ricerca d’un personale stile lirico.
Le scintille emozionali, le visioni sempre efficaci, le ombre esistenziali e i “passi sulle orme dell’anima”, diventano la sostanza poetica intrisa di materia e, al contempo, un arabesco di sensazioni che pervadono ogni fibra, un mosaico di emozioni e di fantasie voluttuose che devono confrontarsi con lo smarrimento in un simbolico labirinto interiore, con il continuo perdersi “tra le pieghe dell’anima”, quella stessa anima messa a nudo, “scivolando in se stessi”, in un lento sprofondamento nei “ricordi sbiaditi”, quasi macerati nella mente, dispersi nelle zone dove il tempo è perduto, dove il tempo è racchiuso nel disegno stesso del labirinto.
Ne emergono le fragilità del pensiero, il desiderio d’un “silenzio d’amore” e i frammenti illuminati che si sprigionano sono “visioni”, sono le “ombre” dell’anima.
È come raccontare un viaggio che possiede il fascino del mistero, che conduce al senso di smarrimento, che può far perdere la direzione del cammino fino a sprofondare nella vertigine immane, nel doloroso senso di vuoto.
Si può “smarrire la luce nel groviglio nebbioso dei giorni”, si può assistere all’ultimo crepuscolo della sera ed ogni “sussurro notturno”, eco del silenzio, fantasia lontana, devono fare i conti con il respiro della luce, quando il pensiero si culla sui ricordi, sulle “carezze che si avvolgono nel tempo” e “resta il passato a vigilare/sui rimpianti del presente”.
Tra soffuse immagini che sfiorano il passare del tempo, in atmosfere sospese che profumano di ginepro ed orchidea selvatica, c’è la vita che si compie nei “ricami di silenzio”, quello stesso silenzio in cui “decadono i pensieri scomposti” e l’atavico desiderio di “risolvere se stesso”, eppure v’è la constatazione che non è poi così importante trovare le risposte perché, nella lenta discesa dentro se stessi, negli anfratti più nascosti, nell’“alito muto” del proprio baratro, la conoscenza può essere estranea alla realtà, il mistero profondo può implodere in se stesso come un canto perduto nella notte.
Nulla si compie se non raggiunge l’omega, come risolvere se stessi nel turbinio di passioni, nelle parole che soffocano nella gola, nei giorni che si addensano, nella tessitura della vita mentre il cuore “invecchia”.
Il viaggio umano, dall’alfa all’omega, si compie tra i “cieli stellati” ed il proprio faticoso e sofferto cammino… dal principio alla fine.

Massimo Barile


Diari dell’Omega


Diari dell’omega

Il mio amico
era un uomo:
parlava dal coma
in un letto d’ospedale

Era stretto di
parole
ma ognuna
schiacciava la gola

Cadevano come
meteore di notti
sulla mia scintilla
d’ingenuità

Raccontava di un viaggio
che lui non fece
sulle sue gambe vecchie

Si era perso
su una corolla
di stelle

Dal fianco del letto,
ho scritto i suoi diari.


Cap I

Il vuoto e la stella

“…le mie notti si addensano
in vuoti ed ombre,
ho perso i passi
sulle orme dell’anima…”


In grembo alla notte

Parlami
di fresche acque,
tiepide valli a cavallo
di respiri nella luce,
sono abbagliate
timide primule
sulla via verso oriente

Si riflette
tra i cristallini
pianti di vento,
il rosso scarlatto
che dipinge la sera

È dolce
l’incresparsi del sole,
quando china il capo
al miele della notte

Si affaccerà presto
la stella più vispa
dalla nube lontana,
a scrutare poveri occhi
che sognano al tramonto

Ti saluto
primo diamante
sul mare cobalto,
prima lacrima notturna,
ultimo sussurro
di vita morente

Continua la tua
danza tra i venti,
noi siamo pallide note
di un canto perduto,
in grembo alla notte.


Sussurro notturno

Ascoltateci,
arrivano i pastori di luci
dispersi sui deserti
di cieli stellati.


Sull’eco del silenzio

Un velo d’ambra
sull’eco del silenzio

Aliti
profumati di notte,
sui lumi
di una fantasia lontana

E sulla pelle
il fruscio delle foglie,
stride ancora
con la voce delle stelle.


La finestra

E ti distendi
come una coltre di silenzio
otre i profili del cielo

Al di là dei riflessi d’azzurro
che lambiscono il vento,
ti ricordo nelle onde
percosse di solitudine

E il campo scosceso
oltre la strada
resta muto e immobile,
s’inerpica sui pendii nudi
voluttuosi e smunti

Fino ai cipressi e gli olmi
che intrecciano le trame
dei cirri all’orizzonte

Resta così forte
in quelle valli
il sapore della solitudine

Si sente nei voli
vispi e incoscienti
delle rondinelle pomeridiane,
si vede in controluce
nelle cortecce ruvide
increspate di sole

Poi tutto si fa vermiglio
e un palpito
di sera più intenso

Ancora tutto si compie
sulle spalle del tempo,
resta in bocca solo
il dolce di un pensiero
e l’amaro nella voce
rotta del domani.


Pomeriggio

E la quercia assorta
rincorre se stessa
sulle nebbie di giugno

Gocciola
sulle nubi plumbee
e sui guizzi di luce
scivolati nel vento

Schizzano
i ricordi sbiaditi,
macerati e grinziti

Agonizzano nelle pozze
come macchie
di tempo perduto,
sui cigli irsuti delle strade

E l’aria s’addensa
negli odori
di muschi e di terre

Come un sole
che al tramonto
può solo ricordare,
le gioie perdute
sui passi dell’aurora.


Sussurro alla sera

Permettimi di ascoltare
quel sussurro che inebria
le ombre di luce ricadendo
sui colli muti

Mentre osservi
le tue nubi lontane
sfumate di miele,
coronare di rimpianti
il volgersi della sera

I nostri respiri
hanno un incedere
rotto dall’immenso

E alle luci
della prima alba,
volgono l’uno
al passo dell’eterno,
l’altro
al passo della vita.


Come il blu dell’ora più tarda

Sussurravi,
di un’eco soffusa
nello sciabordio del vento,
un sussulto di luce
che cadeva lontano

Nascosta all’ombra
di una carezza perduta,
fuggita tremula
dal gelo della sera

Un tenue
brivido nella notte,
quando i silenzi
si offuscano pensosi,
ad attendere le aurore…

Eri smarrita
come il blu
dell’ora più tarda,
nel velo cremisi
del mattino

Foglia esule
dal suo ramo brunito,
sei il fragile tremore
che scuotendo il pensiero,
si spegne nell’anima.


Riflesso di campagna

Vagare
di stelle sui selciati
bruniti a notte

E nubi a singhiozzare
sui lembi di luna

I profumi di ginepro
invadono
la via di campagna

e il campo
sconfina nel torbido
del suo buio

Scorre una vita
sugli asfalti
dei miei perché.


Amore o forse, Psiche

L’abbraccerai
ancora per molto
con la tua
pelle d’avorio

Si riflette in te
l’eco limpida
dei suoi occhi

Come
la vita che si compie
nell’abbaglio sereno
di una carezza senza fine…

Consumate
pure il pensiero
nel vostro
silenzio d’amore

Perché in voi si schiude
il desiderio di un attimo
e le ore si spengono
a volo radente nella luce.


Confessioni al crepuscolo dell’omega

Ancora il vento profuma di aromi silvestri il mio viso vinto dal tempo, eppure le gambe non si arrendono al loro destino di quiete silente. Chissà, che sia proprio questo l’ultimo crepuscolo della sera, a curarsi di un vecchio esiliato da se stesso… al contempo pavido, per un fluire che seppure ormai al suo anatema, appare incessante nella sua immobile marcia. Quanto ancora potrà sobbarcarsi, un’anima che si compie nella sua fine… nemmeno io stesso, pur congenito di quelle stelle lontane che intravedo tremolanti, in questo venire di azzurro profondo, riesco a discernere. Un boia crudele mi appare questa eternità prigioniera nel soffio della vita, quando l’allontanarsi della fine, attanaglia il principio. Ecco che nulla si compie se non raggiunge l’omega. Non c’è più fuoco che scuote la mia anima, in me che orgoglioso, seppi esplicare l’incedere dei miei ardori. Così che una stella snaturata non appare più eterea e celeste nell’anima, egualmente uno spirito appassionato, si spegne nell’esternazione delle sue grida. Disse un tempo uno spirito errabondo: “Sai, tu che agogni l’eternità del tuo cammino, cosa brucia le mie carni ormai avvizzite, schiaccia il mio cuore ed acceca la mia mente? nel paradosso, io eterno rincorrerò per sempre l’esistenza, perché rifiutato dalla morte, non potrò mai compiere me stesso. Ha senso a tuo dire l’opera a cui gli uni si adopereranno per sempre? non ha senso iniziare qualcosa che non si può compiere. Saranno vani d’altronde i miei avvertimenti: non arresterai la tua strada, e cieco troverai ciò che brami…”.
La sua figura ora, appare così vicina alla mia…a me che come costui, trovai l’incedere che mai può trovare riposo. Così esiliato, ascolto consumare le mie carni dal gelo che dimora ormai, laddove un tempo v’era l’impeto del fuoco. Reo di aver annunciato al mondo le volontà del mio sentire, le grida, le urla, esaminandone le radici più profonde, al caro prezzo di sradicarle per concepirle.
Ecco come cerca la fine agognando la morte, colui che eterno, seppe concepire il turbinio di passioni e snaturare la sua anima, al lume della sera.


Se sei interessato a leggere l'intera Opera e desideri acquistarla clicca qui

Torna alla homepage dell'Autore

Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Per pubblicare
il tuo 
Libro
nel cassetto
Per Acquistare
questo libro
Il Catalogo
Montedit
Pubblicizzare
il tuo Libro
su queste pagine