Opere di

Eralda Xibraku


1.

Da quant’è che non trovi tempo per te?
prenditi un attimo di respiro,
assapora questo momento……sentilo,
è eterno, ha un gusto mai provato,
non ritornerà mai più.
Perché fuggi? Da chi fuggi?
Da te stesso!
Là dentro è tutto un ripetersi,
preoccuparsi, non darsi tregua
né nei sogni né nella realtà.
Quante volte hai sperato che cambiasse,
ancora un po’ di sofferenza
la trattieni ancora un po’
e pensi che sia il prezzo
di un futuro migliore,
così hai lasciato momenti in vissuti
appesi nel tempo che la memoria
raccoglierà e ne farà una cornice tutta sua,
una coscienza ubbriacata di convinzioni
che potevi viverle pienamente
senza pretese,
senza aspettative,
in modo semplice viverle,
ma invece
hai preferito accumulare dentro
un bagaglio emotivo pesante
che è difficile portarlo in giro.
Custodisci fedelmente
un turbamento interiore,
che altro non è che una sinfonia
di pensieri stonati
fuori sottotono ma dentro la testa suonano
come una grande orchestra,
un rumore che non smette mai
e non sai come scappare.
Quanto pesa l’esistenza?
Non è meglio alleggerirsi?
Respira…….
lascia accadere tutto
quello che deve accadere.
Quante cose ti sono rimaste addosso?
Spogliati!
Quante cose trattieni ancora chiuse?
Liberale!
Lascia che prendano il volo.
Liberati!
Sentiti più leggera.
È quello il peso dell’esistere
leggero come una piuma.


2.

Si inizia sempre da un passo,
quel passo solleva il morale,
lo innalza e diventa fiducia
il secondo ne segue di conseguenza,
e così che si comincia a camminare.
cammino col ritmo dei bisogni nascosti
lì chiamo scelte ma inciampo in quelle sbagliate,
quante volte, allora mi chiedo perché,
mi vorrei dannare per sapere il perché
e scopro solo che il tempo non lo recupero più,
e inizio a sentirmi inadeguata,
un po’ delusa, un po’ spaventata
se il prossimo passo
è ancora quello sbagliato,
mi tormento, chiedo sicurezza, raccolgo istruzioni,
ma so che non c’è una regola,
dono tutto e quello che torna indietro è omaggio,
Ho dato alle scelte il peso della felicità,
un compito arduo per un solo tiro,
allora cerco altrove la felicità
dentro un ricordo, un’emozione, un volto
ma è così breve che sfugge
Ogni passo è un primo passo in sé,
ha la sua brezza,
altri seguono
camminando imparo a seguire la mia natura
e non più i bisogni
la strada allora si fa più chiara, più limpida
e quella strada diviene presto il mio destino.


3.

Quanti schiaffi hai preso in questa vita
Quanti di quelli li senti ancora addosso
Quanti compromessi hai fatto,
per ricrederti ogni volta,
ricominciare, rivivere un po’ rinata,
ma ancora addolorata, aggrappata
ad una mente che ti ricorda i doveri,
le ferite, le cicatrici meglio delle vittorie,
delle gioie e delle conquiste.
Quanti libri letti come ottenere quello che desideri
ma arrivava quando
te ne eri già scordata
nel frattempo, hai imparato a fare con quel che avevi
e non sai più cosa fartene dei desideri.
Allora ti giri e cerchi qualcosa di più profondo,
un po’ te ne vergogni, non vuoi essere l’unica scema
che rincorre la felicità,
ti guardi intorno e scoprì che tutti la stanno cercando
perfino quelli che non l’ammettono
perfino quelli che fingono d’essere felici.
E allora ti convinci che è il momento
inizi a cercare cosa ti piace,
ti avvicini con passi lenti con mosse delicate,
quasi avessi paura di scoprirlo
e lo trovi ……. nelle cose nelle persone.
Crei dipendenza, ne vuoi sempre di più
non ne hai mai abbastanza,
ci stai attenta a posarla di notte
si potrebbe rompere
sei in perenne ansia e se domani
tutto cambia come spesso accade,
come farai, la perdi,
non puoi permetterti di perderla
lo hai costruito con tanta fatica
Così vivi preoccupandoti
della tua cupola
speri che sia sempre il mondo fiorito
quello che hai cucito con fantasia e fanatismo
ti aggrappi a quell’immagine con tutte le tue forze
e nel frattempo, la vita scorre
come un fiume, un flusso, una corrente
più avanza e più quella stretta diventa insopportabile,
ti stringe i polsi, fa male
potevi immergiti in quel fiume
ma sei rimasto sulla riva nella paura che fosse
un po’ troppo freddo per i tuoi gusti,
che magari fosse un po’ veloce,
un po’ caotico
o magari se ti tufavi
distruggeva tutti i tuoi bei piani,
allora con mezza voce,
un po’ orgogliosa e un po’ testarda
continui a cercare più in profondità
ma sai che è pericoloso,
sai che la rimandi da una vita,
ti immergi,
lavi gli strati della paura,
dell’autocommiserazione e ti specchi,
guardi il tuo volto con onestà
allora l’acqua diviene più trasparente
ti specchi ancora e vedi che la fonte sei tu
il mero essere, sottile, leggero, nudo,
E quel fiume ti fa vedere altri volti,
spogli come il tuo e
d’un tratto il mondo si espande
diventa bello, infinito.


4.

Non ho fiducia nella vita
è la più grande bugia mai inventata
un breve periodo in cui pensi
di essere eterno ma non lo sei
da qui ogni frustrazione è lecita
Siamo tutti imbevuti di questa verità
che cerchiamo di digerirla a brevi sorsi
chiamati momenti, istanti e
ma più ne beviamo più abbiamo sete,
il recipiente è oro che presto finirà
la coscienza trema non regge quel peso
lo sposta all’incoscienza, essa solo può sopportarla,
ma è un recipiente che svuota la memoria
E se raggiungesse mille volte questa vita
Saremo in grado di riconoscerla
di assaporarla
saremo in grado di vedere
la luce breve e intensa che è destinata
a spegnersi
per poi riaccendersi più illuminata
chissà in quanti orizzonti
chissà in quanti mondi?


5.

Seduta qui sul lembo di un precipizio
che tende a sovraccaricarsi di pensieri
scendo negli abissi della caverna
mi riconosco nell’eco delle parole altrui
troppo alto il volume per udire le mie
È un tormento desiderare qualcos’altro
guardare la vita degli altri maestosa
la mia non sembra mai quanto….
È buio non vedo,
cerco una voce gentile,
porto un po’ di luce dentro
e trovo l’uscita
il cielo è il cielo
il mare è il mare
ma io gli do sensazioni contrastanti
filtro il mondo in base alla mia mente
devo pulire la mente non il mondo



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