Manuale generazionale

di

Eugenio Cuore


Eugenio Cuore - Manuale generazionale
Collana "I Salici" - I libri di Narrativa
12x17 - pp. 62 - Euro 8,00
ISBN 978-88-6587-0709

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In copertina: «La natura e l’uomo sono realtà che vanno amate, non stravolte» fotografia dell’autore


Prefazione

Manuale generazionale di Eugenio Cuore rappresenta una sorta di cronaca che riporta alcuni eventi accaduti nell’ultimo decennio, passati al vaglio del personale sguardo critico, sempre accompagnato dalla volontà di comprendere pienamente ciò che ha contrassegnato la società in questi ultimi anni.
Il libro è rivolto alla generazione nata nel 1990, lo stesso anno in cui è nato l’Autore, e rappresenta uno pseudo manuale che non pretende di offrire analisi sociologiche o filosofiche ma, onestamente e genuinamente, desidera mettere in luce alcuni avvenimenti che hanno contrassegnato la società e sono stati lo specchio fedele di alcune contraddizioni che hanno interessato le ultime generazioni.
Il suddetto resoconto inizia con alcuni riferimenti che partono dall’anno 2000 con il Giubileo a Roma ed il commosso ricordo di Papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla.
Nello stesso anno viene introdotta la moneta unica europea, il famoso euro che ha creato numerosi disagi con le conseguenti difficoltà iniziali e vengono menzionati anche la nascita del primo reality show in Italia ed il presunto bug del millennio, il famoso virus che avrebbe bloccato e mandato in tilt il sistema informatico mondiale e poi… nulla successe.
In un susseguirsi di riflessioni ed osservazioni riguardo i cambiamenti avvenuti nella società, si passa poi al famoso scandalo della “mucca pazza”, avvenuto nel 2001, che comportò tragici decessi causati dall’alimentazione a base di mangimi prodotti con carne animale per ottenere una crescita più rapida senza tener conto che “far diventare carnivori degli erbivori” avrebbe comportato conseguenze pericolose… come poi avvenne.
Sempre nel 2001, viene ricordato anche il doloroso caso di doping del ciclista Marco Pantani avvenuto durante il Giro d’Italia, che comportò una sofferta autocritica nel mondo dello sport e condusse il “campione” ad una rapida caduta nell’abisso e, infine, ad una tragica ed inaspettata fine.
Poi si ricordano le direttive riguardanti le limitazioni alla circolazione delle auto per contenere le emissioni inquinanti a causa del traffico divenuto sempre più intenso e il costante problema dello smog; il problema dell’esaurimento delle risorse naturali ed il futuro dramma della scarsità d’acqua in molte zone del pianeta; la necessità inderogabile della difesa dell’ambiente; la tecnologia esasperata ed il frenetico consumismo nonché la disaffezione, da parte dei giovani, per lo sport, a favore della play station e del computer che ormai “riempiono” la maggior parte delle loro giornate.
Eugenio Cuore, nonostante la giovane età, fissa in modo critico i mutamenti intervenuti negli ultimi anni nella società in cui vive: guarda quasi con “occhio nostalgico” alla generazione precedente e si rende inevitabilmente conto quanto siano cambiate le cose nel giro di pochi anni.
Manuale generazionale è infatti un libro che nasce in modo spontaneo, come sottolinea lo stesso Autore, quasi a fissare il proprio vissuto e le diverse esperienze rapportate al mutamento generazionale e, ancor più, sociale.
Con acute riflessioni, Eugenio Cuore mette in luce il costante impoverimento culturale e spirituale della società odierna, la mancanza di valori, il falso bisogno di una “fuga dalla realtà” che comporta “assenza” dalla scena sociale e culturale con conseguente incapacità a far sentire la propria voce.
Se tutto ciò viene vissuto così drammaticamente da un ragazzo di vent’anni, c’è da chiedersi cosa possa pensare un cinquantenne riguardo al mutamento radicale avvenuto nella società: persone che camminano come in trance, collegate ad apparecchi tecnologici di vario genere; persone che inviano e mail per avvisare di buttare la pasta; programmi televisivi idioti che fanno rimpiangere le pubblicità artistiche del Carosello; l’inarrestabile decadimento sociale, politico ed economico; l’incapacità di gustare le cose semplici della vita e via dicendo.
E pensare che una volta, si giocava con i soldatini e con le biglie… bastava un pallone per divertirsi ed il sorriso di una ragazza per essere felici: i tempi cambiano ma, a volte, è difficile adeguarsi.
Non a caso, Eugenio Cuore, alla fine del suo “manuale”, offre la visione-auspicio sul futuro della nostra società, augurando un positivo cambiamento, una rinascita culturale e, ancor più, una “riscoperta” dei valori etici, essenziali per un luminoso avvenire dell’umanità.

Massimiliano Del Duca


Introduzione

Questo libro ha la “presunzione”, o comunque se vogliamo metterla sotto un profilo “didattico”, il compito di guidare quelle persone, o più precisamente, tutti quei ragazzi che per vari motivi, hanno perso come direbbe il sommo poeta e maestro Dante, “la diritta via”.
La “diritta via” non inteso come uno smarrimento causato da quelle orripilanti sostanze comunemente chiamate “droga” o da una proverbiale “sbevazzata” di buon vino, ma bensì, inteso come uno stato di “ipercriticismo” generalizzato verso il mondo, o più giustamente, la società che ci circonda. Se questo stato di “ipercriticismo” come lo vogliamo chiamare è ortodosso o no, sarà discusso successivamente nel racconto, abbiate un po’ di pazienza siamo solo all’introduzione! Credo che questo “libro” o questo lungo racconto, serva a tanti ragazzi e a tante persone, come guida, come bussola per orizzontarsi in questa generazione, in questo tempo.
Mi rivolgo per ovvi motivi anagrafici, (l’autore è del 1990), soprattutto alla mia generazione, quella nata nel 1990, senza nulla togliere alle altre generazioni, non vi offendete! Come citato prima, questo manuale è rivolto a tutti e a tutte le generazioni soprattutto per tutte quelle persone che si identificano in questa frase “ma quando ero piccolo io, queste cose non succedevano”, oppure “venti, trent’anni fa, era impensabile una cosa del genere”. Inoltre è premura dell’autore ricordare ai futuri lettori di questo “manuale”, che attraverso questo libro potranno in qualche modo rivivere attraverso la visione dell’autore e soprattutto della memoria dello stesso, tutti gli eventi più o meni significativi degli ultimi venti-trent’anni, e non solo…
Se vi piace la storia, rivivere eventi passati e vi riconoscete in quanto detto in precedenza, permettetemi di dire: avete scelto il libro giusto!

L’autore


Manuale generazionale


PARTENZA: anno 2000

Il 2000! Che traguardo, e soprattutto che anno fantastico è stato il 2000! Credo un po’ tutti ricorderanno con gioia e emozione il fatto di essere entrati nel nuovo millennio, nell’aver salutato il caro e buon vecchio 1999, ed essere entrati nel tanto decantato 2000! A sentir dire predicatori, fattucchieri e quant’altro, nel 2000 sarebbe dovuta succedere l’apocalisse, si sarebbe scagliata contro la razza umana, la peggior punizione, ma fortunatamente non è stato così. Ricorderete sicuramente inoltre l’annuncio che ci sarebbe stato il cosiddetto “Millennium Bug” che avrebbe portato la perdita di tutti i dati salvati sul computer, ma cosa era esattamente questo “Millennium Bug”?
Tanto per essere chiari, l’autore è nauseato di sentire ogni cosa e ogni termine detto in inglese in Italia, per un semplice fatto appunto: siamo in Italia! Ora non pensate che l’autore non sappia l’inglese ma secondo lui, la nostra lingua e la nostra bella Italia vanno rispettate. Dopo questa piccola parentesi (che ha voluto aprire l’autore e che avrà modo di ampliare in seguito), torniamo al nostro “Millennium Bug” anzi, in italiano “virus”, derivava sostanzialmente da un problema di programmazione della data sui computer: un semplice problema che infatti, come ben sappiamo, non provocò nulla di grave.
Molti quest’annuncio l’hanno vissuto con molta ansia e paura, ci ricorda il nostro autore che anche lui sebbene appena affacciato alle soglie della pubertà, aveva vissuto con grande ansia l’evento! Egli ricorda nitidamente, che si trovava dai suoi zii con la sua famiglia a festeggiare quel giorno magico di capodanno, quel 31 dicembre 1999 che avrebbe lasciato posto al nuovo secolo. Era lì, ci racconta il nostro autore, come di consueto a mangiare con i suoi cugini nella loro camera, invece i parenti e i genitori dall’altra parte, nella sala da pranzo. Ricorda che insieme ai cugini guardava ogni secondo il computer, per vedere cosa sarebbe successo!
Chi non ricorda la celebrazione per il Giubileo? I preparativi, il pellegrinaggio a Roma, l’aria di festa e di novità che c’era per questo evento chiamato “Giubileo.” Per i ragazzi, per i bambini di quel periodo, ma anche per le persone più grandi, sia stato un momento speciale. Va ricordato che l’ultimo Giubileo prima di quello del 2000 c’era stato nel 1975. Per cui se vogliamo prendere una data a caso come ad esempio quella del 1990, per quei bambini era una novità, era per loro la prima volta che assistevano ad un evento così importante dal punto di vista storico. Quanti si saranno commossi nel vedere il Santo Padre muovere le mani sotto quel dolce motivetto che faceva “Jesus christ you are my life”, (lo ricorda anche il nostro autore con qualche lacrima per non dire un torrente di lacrime) e la canzone dei giovani a Tor Vergata che cantavano “Emanuel Emanuel”!
Che straordinaria persona Papa Giovanni Paolo II! È stato il Papa dei giovani, il Papa del rock, è stato tutto Karol Wojtyla!
Se dovreste giudicare il 2000 come lo definireste? Voi giustamente prontissimi rispondereste in mille modi. Sicuramente è stato un anno di transizione di grandi cambiamenti, sotto tutti i punti di vista. Un grande cambiamento che ha interessato l’Italia, ma anche molti altri Paesi, è stato il passaggio all’Euro la moneta “unificatrice”. Ebbene sì; la lira stava lasciando spazio alla nuova moneta e stava andando in pensione dopo ben 55 anni di onorato servizio. Le ultime banconote da 5000 mila lire furono stampate nel giugno di quell’anno, ma ci saremmo abituati alla novità?
Già da qualche tempo da circa un anno ci avevano abituati alla notizia tartassandoci la testa di raccomandazioni e di spiegazioni su come conoscere e capire la nuova moneta mano a mano che si avvicinava il distacco definitivo, la nostalgia cresceva e crescevano anche le incertezze. Anche la scuola fece la sua parte spiegando ai ragazzi e ai bambini il valore di 1 per raffrontarlo a quella della lira. Molte scuole furono così organizzate nel mostrare dei “fac-simile” di banconote proprio ber abituare i giovani a riconoscere l’euro. Come detto in precedenza, nonostante la campagna di informazione promossa da tutti gli enti preposti a questo, l’incertezza inverosimilmente cresceva di più e quindi per agevolare soprattutto le persone più grandi, che con la lira avevano per anni convissuto, si cercò di alleviare il distacco affiancando per due anni le due monete, permettendo così a chi voleva acquistare ancora in lire di poterlo fare tranquillamente, e per i più “coraggiosi” di spendere subito in Euro.
Fino a che, nel marzo del 2002, ci fu il distacco definitivo e l’entrata ufficiale dell’Euro. Proprio questo affiancamento provocò nelle persone un maggiore senso critico, il confronto tra lira e Euro era diventato automatico. Tante persone ricorderanno che quando si andava al mercato per comprare qualcosa, nel 2000 il prodotto che prima costava 1000 lire ora invece costava 1 Euro ma come ben sappiamo, 1 Euro vale 2.000 mila lire! Ben presto nel bene e nel male ci abituammo tutti, sempre però con un occhio di nostalgia al passato. Come avrete capito, il nostro autore è un tipo che viaggia sul “nostalgico andante” e gli piace ricordare che ad esempio, da piccolo, quando prendeva le caramelle all’oratorio bastavano 200, 400 lire per riempirsi le tasche di sfiziosi dolcetti! Chissà quanti da piccoli hanno fatto così… Quando c’era la vecchia cara lira, ci sentivamo dei signori, i padroni del mondo; bastava avere in mano 50 mila lire ve le ricordate? Rosse, grandi e sostanziose care vecchie 50 mila lire!
Per onore di cronaca (l’autore non ci tiene tanto a ricordarlo), sempre nel 2000 esattamente a settembre, nasceva il primo “reality show” (traduzione in italiano: programma televisivo in cui si seguono le vicende di persone reali in situazioni vere e inconsuete o pericolose); nasceva il Grande Fratello!
Per molti un vero “capolavoro” della televisione italiana, per altri invece (l’autore concorda) una vera scemenza di programma! Penso molti condivideranno che un vero reality per definizione non può essere di certo il Grande Fratello ma ben altro, la vera vita è un’altra.
La vita di un operaio che non riesce ad arrivare alla fine del mese, che deve mantenere la famiglia e pagare le gravose spese famigliari come mutuo, bollette e quant’altro, quelli sì che è un reality! Quanti avranno visto dentro quella “stanza rossa” o quell’isola sperduta nell’Oceano Indiano gente piangere e disperarsi per che cosa? Per il nulla più assoluto. Ma nessuno si è mai posto la domanda: dove sono finiti quei bei programmi di una volta? Dove sono finiti quei programmi pensati e ragionati con la testa, che avevano una trama ben costruita che ci facevano fare anche due risate? In tanti se lo saranno chiesto, ma evidentemente i casi sono due: o la tv è sorda, o il gruppo di persone che si pone le domanda è esiguo, stanco di continuare a urlare a squarciagola alla tv il proprio dissenso! La televisione non ha solo il compito di informare e “proiettare” qualche film, ma ha anche il compito di trasmettere in qualche modo valori morali e civili, anche se il compito primario per questo è rivolto ad altre figure: i genitori.
Con questo l’autore non vuole dire che la televisione si deve sostituire alle figure genitoriali, come si sente spesso dire “Mamma Tv”, ma bensì stimolare ad apprendere e ad essere curiosi, sempre con un occhio di riguardo, a cosa si sta guardando. Invece molto spesso, i bambini vengono “abbandonati” nelle grinfie di “Mamma Tv” solo perché magari i genitori non hanno tempo o voglia di dedicare loro attenzioni fondamentali, perché magari la madre lavora ricoprendo a volte, figure importanti che le impongono a seguire una vita regolata su “fusi orari” completamente sballati, e magari anche il padre segue le stesse “orme” della moglie, condannando così l’educazione del proprio figlio.
Uno a questo punto prontissimo direbbe subito: “Ma ci sono i nonni, i fratelli, le sorelle gli zii, e chi sa chi altro”… Ma siamo arrivati a tanto? Come fa un bambino a crescere con delle figure che non gli appartengono, ma sono solo imposte dalla gerarchia parentale? I veri formatori, i veri “Tutor” di vita e di educazione, sono i genitori e nessun altro surrogato può prendere il posto di mamma e papà. I nonni, gli zii, i parenti sono necessari anch’essi naturalmente, ci mancherebbe altro, ma non devono assolutamente andare a rimpiazzare un “vuoto” non servono per “rappezzare”, ma per arricchire semmai la famiglia.
Ritornando al discorso di come si è evoluta la televisione italiana (in peggio o in meglio questo è a vostra discrezione prima di tutto, e in secondo luogo dell’autore) nel corso del tempo è opportuno anticiparvi che ci sarà un capitolo appositamente dedicato a questo, ma dove eravamo rimasti? Ah sì naturalmente, stavamo percorrendo insieme alcuni, e sottolineo (voce narrante) alcuni, momenti dell’anno 2000, che per alcuni possono essere stati piacevoli o per altri spiacevoli, ma una cosa è sicura, ognuno di noi si porta un bagaglio di ricordi differenti, premesso questo, vi ricordate il caso della mucca pazza? Proprio da qui prosegue il secondo capitolo.

[continua]

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