La grâce et l’éternité

di

Francesco Sinibaldi


Francesco Sinibaldi - La grâce et l’éternité
Collana "I Gelsi" - I libri di Poesia e Narrativa
14x20,5 - pp. 138 - Euro 11,00
ISBN 978-88-6587-4417

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In copertina: «Take the Moon» © alphaspirit – Fotolia.com


“La grâce et l’éternité” rappresenta un soave canto lirico, denso di atmosfere e suggestioni, che si alimenta della “voce melodica” di Francesco Sinibaldi, vero artefice della creazione di un mondo poetico nel quale domina la sensazione di Grazia, che espande la visione nascente dal cuore del poeta.
La sua Parola lirica si impregna della substantia autentica della vita stessa e tutto ciò che si presenta davanti ai suoi occhi, durante il percorso di un continuo travaglio emotivo, diventa componimento capace di suscitare l’anima: il semplice chiarore d’un mattino ed i bagliori morenti d’una sera; le infinite profondità dell’animo ed il “palpitar d’umano patimento”; le intense emozioni vissute e le più labili percezioni d’un candido sentire lirico; il “dolore del mortale cammino” con l’umano travaglio e la nostalgia “celata nei cumuli di ricordi”; la fugacità della vita e, infine, il ricercato sospiro di quiete.
Emerge prepotente la consapevolezza della limitante condizione dell’Uomo con la sua “silente” solitudine e le sue fragilità, fino a cristallizzare la sensazione dell’umano abbandono al fluire della vita con alcuni versi che sono cosciente presa d’atto: “Fugge il vento dei miei ricordi,/e solo rimango con fragili canti” e, continuando a ricercare, sulla “soglia del cuore”, la luce salvifica, porre il sigillo lirico: “Vedo nel poetar/il pianto del mio/cuore”.

Massimo Barile


PREFAZIONE dell’autore

Nel racconto intitolato “Due eventi nel cuor della notte” (scritto nel mese di aprile 1993, nel corso del secondo anno di produzione letteraria ed inserito nell’opera “Conoscerla è amarla”) ho immaginato una vicenda che si struttura in due diversi momenti, con una prima fase nella quale vi è la descrizione del sogno del protagonista ed una seconda relativa a quanto accaduto al momento del risveglio, alle due e venti di notte.
All’inizio del sogno il bambino protagonista passeggia insieme ad un amico nei prati e tra le ridenti atmosfere di un paesello dalle chiare distese ed in questo cammino entrambi provano un inusuale ed improvviso senso di felicità alla vista di tale naturale bellezza. “Con un passo veloce e con le maniche del vestito tirale all’insù” essi percorrono un sentiero a caccia di serpenti (“…siamo a caccia di serpi io e quell’amico…”) accompagnati dal ricordo di passate ed amate esperienze vissute con gioia.
Giunti in un giardino illuminato dal raggio solare proveniente dalla cima di un monte essi vedono, “nel bel mezzo del prato”, una pianta imponente (“…c’è una pianta laggiù…”) dal tronco solido e ben visibile e quindi scorgono, “intrecciata sicura nel bel mezzo del tronco “, una grande serpe con la testa e la coda nascoste ma di mille colori, con un corpo ingrossato ed i vari colori che le tingono il ventre (“è marrone, giallina, nera e rossa…”).
A questo punto il sogno s’interrompe su di un’ umile voce che chiede “chi sta nel giardino…”.
Svanita l’immagine del sogno il protagonista si risveglia con le membra rilassate “in una quiete assoluta” e nota con sorpresa, adagiate accanto al corpo, le braccia scoperte e fredde con le maniche del verde pigiama “tirate all’insù” proprio come avvenuto nel corso del sogno.
Dopo un attimo egli scorge “ai piedi del letto” un biancore (“una bianca visione”) all’interno della stanza ed in movimento, dalla parte finale del letto e a mezza altezza, nella direzione del suo viso impaurito e colmo d’affanno per la paura provata in quegli attimi di smarrimento (“né parole, né pensi, né il coraggio d’accender la luce…e la poca saliva corre giù nel mio cuore: ho paura, ho paura…”), quindi si accorge, acceso il lume e guardato l’orologio, dell’ora in cui tale fatto accade, esattamente le due e venti di notte.
Nella parte finale del racconto il riferimento alla Divinità attesta la particolare situazione di travaglio emotivo provato dal protagonista all’accadere di tali fatti.
In uno dei giorni compresi tra la fine di Agosto ed i primi di Settembre del 1991 scrissi la composizione “Nella grazia dei racconti” facente parte di una serie di racconti scritti in quel periodo ed inserito nell’opera “I Pensieri”.
Il racconto, dopo l’immagine iniziale di un campanile paesano che s’innalza nel cielo ricoperto da tetri nuvoloni, è strutturato in tre parti che riflettono i tre diversi momenti in cui esso si sviluppa.
Nella prima parte la protagonista della storia, una donna anziana e vinta dalla pesantezza dei ricordi del passato, si reca nella quiete di una piccola Chiesa ove regna un’atmosfera piena d’incertezza e di mistero e qui, inginocchiatasi accanto alla pallida luce emanata da “giallognoli ceri”, riesce a trovare nella preghiera la pace interiore in grado di lenire la forza del dolore, nella speranza di raggiungere “un più propizio e ragionevole fato”.
La seconda parte del racconto è dedicata alla visita del consorte nel “ cimitero delle storie defunte “, dopo aver percorso un viale alberato e coperto da sottili polveri per giungere sulla lucentezza di un marmoreo crocifisso. L’immagine del compagno e la presenza dei fiori accanto alla sua tomba fanno riemergere quel senso di tormento che si staglia sull’espressione incupita del rugoso volto.
Nella parte finale viene descritto il ritorno della protagonista tra le “consuete mura della quotidiana previsione” segnato dalla costante cadenza di un pendolo e dal consapevole contrasto tra questa solitudine e “la florida fantasia risvegliata da emozioni rinate, quel giorno, come un puerile e voglioso bocciolo notturno”.


La grâce et l’éternité


Gaudente per te

Gaudente e pensoso al fiorir
d’un castano, poetico è il canto
che freme spossato al passar della
quiete, e dolce e fatato come il
mesto che duole rimpiangendo
quel sole.


Dolcezza in sogno

Odo il tuo pianto al vagar d’un cantileno,
mite e candida dolcezza in sogno; vedo
l’aurora negli occhi spossati che fuggon
l’eterno e poi mesto, nel sole, ridono la
luce a quel suono infinito.


The prominent rose

In the light
of a meaning
there’s often
a path and
the sound of
a prominent
rose…


La nature de l’éternité

En marchant dans la douceur de la
jeunesse je sens le souffle de l’éternité,
un soupir simple comme la neige qui
revient dans l’aube d’une pensée, un
son perpétuel qui trouve dans le rêve
la triste harmonie d’un moment disparu.


El ave pasajero

Vive la
eternidad de
las pasiones,
cuando el llanto
de la noche
toca el esplendor
de una triste
cantilena; el ave
brilla con un
nitido lamento
y ligero y
candoroso
aparece el
firmamento.


In the immensity

With a sad whisper the shade disappears
near a lonesome desire, calling the memory
that often arrives when the sound of your
darkness discovers a pain; a soft care returns,
the principal meaning outshines in the sky
with an immense delight and there, in the
pathway, a fine bird appears…


Il giorno prima del passato

(Composizione scritta in data 5/7/1993)

Assieme all’amico cipresso, che suol dilettarsi
a rimembrare la leggiadria insita nel caldo calore
del sole, si notano mille grappoli di gioventù
nell’atto di fuggire ove il chiarore della primavera
fa festa facendo ancor decantare un’albetta morente
ma ricca di nostalgie infinite e cariche di inverosimil
candore. L’aria brilla al sapore dell’età novella e il
suono dei papaveri in fiore profuma l’eterna atmosfera
con le tinte innate di una mesta e giovanile cantilena,
che sussurra alle voci melodiche ed ai lembi di un
praticello intento a canticchiar false melodie di un
tempo appena fiorito ma di già appassito.


El pastor y la ligereza del tormento

Cuando las
sombras de la
noche cubren
los campos
con una calma
mágica y llena
de pasión siento
el canto del
pastor, la sonrisa
del eterno y una
voz desesperada
que regresa en
el tormento.


The bird that always sings…/
Happy birthday Regina

There’s the
song of a fine
bird when a
whisper outshines
in the breath of
a feeling, there’s
the light of a
fountain while
a pain disappears
with a tender
relief, there’s
a delicate sadness
when a new day
returns in the
strength of your
smile…


The leaf on the ground

When a ray of sun disappears with a
delicate breath you remains on the ground,
gentle and luminous leaf; your tender
appearance remembers the past, your little
desire returns on the grass calling the pain
of an intense image…


Vita natural candore

Vivo nel sogno di un fuscello
di quiete, dono l’eterno a quel
soffio infinito che risale nel pianto
regalando un sorriso.


Così, nel rimpianto…

Torno, coi sensi, a membrar di quel
vanto l’adorabil chiarore, e ancor pei
ricordi s’accende la gioia e la grazia
dell’esile canto, quel sogno, quel fiore,
quel timido accenno donato al rimpianto…


A la luz de una vela…

Un profundo
suspiro y una
oración que
toca el perfil
de una imagen
sagrada, un rayo
de luz en las
sombras benditas,
la culpa, el
eterno, el llanto
sincero de una
cándida voz…


Sensation de grâce

Un paysage
plein de lumière
donne un
sentiment de
grâce, un instant
de poésie dans
l’aube qui retourne,
une douce
émotion qui
chante le matin
quand la nuit
disparaît…


Sometimes your fantasy

When the
shadows of
a somnolent
sunset cover
the country
I return in your
fantasy and
here, with the
sound of a sweet
lullaby, a fine
atmosphere
invites me to
sing an attractive
appearance.


Il sapore inquieto
Della nascente rima

All’avvenir del
primo e nascente
chiaro odo i
passeri vagare
nell’ombroso
riflesso di una
mesta cantilena,
tra rumori
accennati e
riflessi assopiti
nel fiatar di
una canzone.


La nature des sensations

La candeur des sensations apparaît dans
un nuage éternel et plein de poésie, avec
le sourire d’un oiseau fugitif qui chante le
matin dans l’aube d’une pensée solitaire.
Et quand le soleil revient dans l’école pour
donner l’harmonie j’écoute, en silence, la
voix de la mer.


And when everything shines…

The sad whisper of a faded rose shines
in the immensity that calls the present
while a beautiful fountain, giving a smile,
seems a relief in the heart of your pain;
the branch disappears, an enlightened path
discovers my sadness and so, near a gray
fence, a luminous trail appears in the youth:
and that sound in the sunshine, the soft
serenade of a magical calm, the tender design.


In your heart a little poem…

Sweetness calls the feeling, when a
lonely behavior appears on the ground
with a delicate smile; that young bird
flies over the fields, returns in the nest
singing a melody and then, while a white
shade escapes, gives you the sound to
discover a secret.


Il ruscelletto

(Composizione scritta in data 17/6/1993)

Scorre a melodia lo suon de ruscelletto, co
piovi beati a mutar pe lo tempo in canzon
e gingilli.
Van pe sassi l’ameni brilli, fiatar d’etate lor
chiar puossanza, e vengon mesti co lingue
rosee li bei capretti a fonte allegra, che ‘l
cuor balbetta pe tanta speme.
Rinnovasi lo chiarore, e siedon quieti su
cigli cheti li grilli e ‘l vocio di lor gaudenza,
che ‘l sol tintinna pe prati e campi.
Fuggon augelli pe li casti ombreggiar che
s’assiepano ancor, e salgon pe l’usci de lo
ciel timoroso li suon de la vita baciata d’amor,
che ‘l campo ritrilla sua tetra illusione.
E riman canti pe le donzelle, l’augelli e i fior.


Le silence du paysage

Dans la douceur
du paysage la nature
brille en donnant
l’intensité de la joie,
et tout ce silence
décrit un moment
plein d’espoir.
La chèvre atteint
le courant, un groupe
de chevaux revient
dans la prairie,
le souffle du soleil
éclaire les collines
et le son du clocher:
c’est la fête de
la vie, la splendeur
de la nature magique.
Mais quand la lueur
disparaît dans le
soupir de la nuit,
et les ombres couvrant
le paysage, tout
meurt comme l’eau
qui s’arrête sur la
terra.
Et ainsi, également,
avec la fin de la
mortelle joie et
la mort des illusions,
le silence couvre
les sourires et le
chant de la jeunesse
revient tout à
coup dans l’aube
de l’éternité.


Luz de vida / Thanks Argentina

En el candor
de la espiritualidad
brilla una luz,
intensisima y viva;
el dulce sonido
ilumina el canto
que recuerda
el pasar de la
nueva emoción
y esta armonía,
regalando un
instante de mágica
paz, dona la
fuerza y un
suspiro de amor:
es la luz de
la vida, la cándida
voz que llama
el futuro.


La joie, le bonheur du soleil…

L’immensité du ciel chante la joie du
nouveau matin, avec le son du printemps
et la fête du village qui décrit l’atmosphère
d’un instant très heureux; les enfants vont
à l’école, le cœur des jeunes filles touche
la lumière d’un tendre sourire, la voix du
soleil rappelle l’avenir: c’est le temps de la
vie, l’esprit qui descend dans l’aube des
pensées.


Il fiore

In sul nascer del
mattino e al cinguettar
del sole veggoti,
candido fiore,
ridente e spensierato.
Brilla il tuo manto
e ancor del velluto
l’amabile canto onde
il sussurro, del flebile
soffio, lieto s’appresta
a mirar quella gioia.
Par quasi un prodigio
la calma dei campi,
la quiete vivente
ed il suon de la
vita al passar della
luce.
Ma il cielo s’oscura
ed ombroso s’accende
vagando funesto
al fiatar della piova,
ingannevole e cupa;
e allor la tua chioma
sgraziata s’adagia,
e muore nel pianto
curvando l’aspetto
del tenero riso che
muta in torpore.
Sì vien nella mente
del giovin vissuto
la stessa parvenza,
la gioia del cuor
e immensa la speme
che brilla il turchino
a membrar quella voce.
Ma preme il vissuto
alla soglia del cuore,
e fulge del suon
l’ingannevole luce,
e il sapor delle false
illusioni.
E vien nel creato
del canto la morte
e vivo il dolor.


La favola della dolce libellula

Sul far del tramonto, mentre il soffio sincero di un dolce venticello autunnale si confondeva col lieto manto di una tenera passione la libellula dagli occhi candidi e dallo sguardo incantato si dilettava ad immaginarsi la caritatevole sorte di una tenera illusione mentre, poco lontano, nel pianto dimorante tra le antiche cime della ventosa notte, uno gnomo canterino descriveva le tinte accennate di una serena avventura dei sensi e tutto intorno papaveri d’amore e folate di una quiete eterna passeggiavano come a voler rincuorare l’amata fanciullezza di un tempo lontano ed ormai dimenticato. Lieta appariva quella dolce armonia nascente come un fiore in mezzo al prato, e poco oltre quel rimbombo d’umana passione frivola ed inquieta appariva la leggiadria dimorante tra canti ed armonie ridenti, simili al pianto adagiato nel lieve ondeggiare di timidi barlumi d’amore. Giunta nei pressi di una roccia millenaria e ricoperta coi brilli della solitudine la libellula vagava incerta nell’atmosfera per poi trasformarsi nel chiaro della novella stagione dei sensi ritrovati, ed ovunque il canto della gioia si dilettava ad ingigantire la paura nascosta negli albori della quiete notturna, ormai invitata a morire, e a dirimere le proprie infelici inquietudini nel passo veloce della mattiniera età delle gioie dimenticate.
Nella notte degli splendori simili al soffio del sole morente il luccichio degli occhi suoi pietosi abbandonava la lieve calca dei sentimenti più amati ed un silente canto s’innamorava del sole.


[continua]


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