Le sourire persuasif de la modernitè

di

Francesco Sinibaldi


Francesco Sinibaldi - Le sourire persuasif de la modernitè
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 150 - Euro 10,30
ISBN 978-88-6037-9832

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In copertina: square parisien © sraveraud – Fotolia.com


Con questa nuova silloge di poesie continua proficuamente, il percorso lirico sinibaldiano sempre teso alla esaltazione delle illuminazioni esistenziali che germinano dalla raffinatezza dell’animo e dalla purezza del cuore d’un poeta.
L’elegante tessitura poetica, tra costanti rimandi alle tematiche d’un “poeta d’impressioni” e rimembranze dense di atmosfere soffuse che riconducono ad una “natura silente” e ad un desiderio memoriale, diventa simbolico canto liberatorio, emozionale/sentimentale, che incessantemente espande la sua visione.
Francesco Sinibaldi contempla ciò che nasce nelle profondità dell’animo umano, ne assapora gli incanti, i sentimenti autentici e i “silenzi seducenti”: ancora non appagato, si inoltra in abissi di infinite immagini, nel soffio costante della memoria e nel deflagrare degli stati d’animo in rapimenti estatici al cospetto del “suono dell’eterno”, della melodia infinita.
La magica voce del poeta, evocativo e purificante nella sua Parola, diventa respiro universale, umanamente dolente e liricamente vibrante.

Massimo Barile


Prefazione

Con l’approssimarsi dei primi venti anni di attività letteraria, ed avendo avuto la possibilità di verificare il comportamento e le modalità con cui i singoli Paesi si sono rapportati alla “costruzione sul suono” favorendone la diffusione e dando prova di aver compreso gli aspetti innovativi in essa presenti, ho ritenuto di dedicare un Intervento a tale materia allo scopo di individuare gli ambienti culturali che, a livello Internazionale, hanno meglio recepito tale tecnica e le sue caratteristiche.
I criteri adottati per giungere ad una tale valutazione riguardano una serie di aspetti che ho potuto costantemente considerare nel corso della diffusione delle poesie, con particolare riferimento a quanto accaduto durante il secondo decennio di attività letteraria.
La modalità d’inserimento delle composizioni, le decisioni delle redazioni dei giornali in merito al mantenimento o alla rimozione della poesia, le scelte operate relativamente all’individuazione degli argomenti in cui proporre la composizione sono solo alcuni dei criteri che mi hanno permesso di verificare l’atteggiamento degli ambienti culturali Nazionali e della reazione dei destinatari delle poesie, potendo pertanto giungere ad una visione generale ed Internazionale sul modo con cui la “costruzione sul suono” ha potuto svilupparsi e diffondersi nei vari luoghi.
A seguito di tale mia costante presenza, attuata in momenti diversi e in relazione ad una varietà di circostanze e di cambiamenti che hanno interessato le decisioni dei relativi ambienti culturali, sono giunto all’indicazione degli 11 Stati che, per i primi 19 anni di attività letteraria, hanno risposto meglio alla nuova tecnica.
Accanto ai quattro Stati già indicati in occasione di precedenti Interventi (Inghilterra, Francia, Svezia e Stati Uniti) ne ho indicati altri sette che, pur in presenza di caratteristiche differenti, hanno favorito in modo costante la diffusione delle poesia con un atteggiamento d’apertura.
Questi Paesi sono Israele, Cina, Belgio, Germania, Colombia, Libia e Giordania.
Pur avendo avuto, come tratto comune, un atteggiamento favorevole ed attivo essi si differenziano per le modalità con cui questo comportamento si è concretizzato (una forte capacità d’ iniziativa per Germania ed Israele, una notevole visibilità delle poesie negli Stati Uniti, un atteggiamento completo e costante da parte della Francia, la capacità di individuare gli aspetti innovativi della tecnica per Svezia e Colombia, con aperture costanti da Cina, Libia, Giordania e Belgio).
Tutto questo considerando il ruolo decisivo svolto da una parte del mondo della cultura italiana, con un atteggiamento d’apertura che sta alla base della successiva diffusione delle poesie a livello Internazionale.
Con riferimento, in particolare, all’aiuto ricevuto dagli Editori Libroitaliano e Montedit, e dalla redazione della rivista di poesia Pagine.
Gli aspetti riguardanti questi tre riferimenti culturali, per quanto attiene all’esperienza letteraria in Italia, sono stati trattati nel corso di precedenti Interventi.
Le materie trattate nel corso di questa prefazione al nuovo libro, “Le sourire persuasif de la modernitè”, sono infine state oggetto dell’ultimo Intervento proposto sul sito di riferimento Continentale per l’Africa (Tanserve) in data 28/09/2009.

L’Autore


Le sourire persuasif de la modernitè


L’arbre de la sagesse

Sì duolsi
‘l passerotto ‘n sul
calar del sole,
prope timido
canto ch’ancor
pe li prati
d’immenso gioisce
a’ fiatar de la
vita.


L’arbre de la sagesse

Le moineau
paraît fugitif
quand le son
de la neige
décrit le silence;
un chant disparaît,
une fuite éperdue
me donne le
sourire et alors,
dans le vent,
j’écoute la tempête
qui allume mon
soleil.


L’arbre de la sagesse
(autre version)

Le petit moineau
paraît fugitif
quand l’aspect
de la neige
décrit la présence;
une voix disparaît,
une fuite éperdue
me donne la
tristesse et ainsi,
dans le vent,
j’écoute la tempête
qui allume la
pensée.


Rushing away

In the light
of a new song
I like the
perception of
a sweet sensibility,
the height of
the season and
a burning desire.


Une calme sensibilité

Il y a la rose
des vents
où le panier
rappelle une couleur,
et aussi ma
chanson paraît
la jeunesse qui
décrit la pensée
d’un oiseau fugitif.


El temblor de las mejillas asustadas

Ese sueño exhorta
la blanca visión
como un tímido
rayo en el rubor
del mar; el canto
parece indeciso,
el temor de la
noche me llama
silente.


Il perpetuo suono dell’eterno
(Composizione scritta in data 15/6/1993)

Sul serraglio sito ove mille augellin di pace
s’acquietano decantando ai passati il sapor
della quiete, io noto frotte di amatissimi ritmi
assieparsi ove il canto d’un cincio gioisce, ed
allor, tra sorrisi e perduti ricordi, mi fingo
spossato ed ammiro il chiarore nascente nei
rimbombi del sole.
Fiorellini miti e vapori misti a rigagnoli d’amor
cantante rifulgono rimembrando le fiamme del
focolare, ed il verdiccio del casolare si tinge
coi colori donati dal palpitio d’un pensierino
vociante ricche virtù.
E lodando lontano il morir delle morte stagioni,
odo il canto d’un gallo svanire nel sole e poi
piano, tra rumori e dolori, noto il suon dei
ruscelli rimembrare il passato: ed allora io
piango.


Fragole di pia virtù

Accanto ad un docile mannello di rose in fiore dipinte col mormorio di un ribaldo scampanio nasceva, come di notte sboccia un sogno, l’immagine di cestini ricolmi di dolci e candide fragolette dal sapore eccelso; nei mattini estivi, quando anche i più valenti dei nostalgici paesani si assiepava alle porte di quel luogo denso di misteri, frotte di vecchiarelle ancora in forza si ponevano con ordine lungo le cascine addobbate per fungere da mercato, e ove mille altri piccoli venditori di sensazioni tentavano di carpire gli ultimi attimi di una stagione lussureggiante e colma di attesi presagi.
I capelli uniti da un nastrino cingente i ciuffi, lo sguardo triste e sereno, esse solevano passare il tempo ammirando, da quel posto privilegiato, la somma bellezza del campanile sorgente oltre la cima delle piccole cascine che componevano il paesello, e che pian piano, mentre la luce del sole tramontava, solevano trasformarsi perdendo molta intensità e divenendo quasi dei ruderi privi di alcun valore o interesse artistico; le loro giornate sfuggivano nella malcelata volontà di possedere anche gli attimi più tristi, ma esse, nonostante questo, amavano il paese, culla nativa dei primi idilli nati e sbocciati col cuore palpitante e la mente a girovagare per prati e monti alla disperata ricerca di un punto di appiglio, o di un qualsiasi elemento che fungesse da riparo dalle travagliate scosse presenti nell’animo inquieto.
Ed ora, sedute vicino ad una giostra ricca di colori dallo spessore bruno e funesto, esse si riconciliavano con la tristezza donata dagli ultimi e morenti raggi del tramonto, mentre le vie dorate del paesello si svuotavano di ogni sentimento presentandosi, ai loro occhi ancora sconsolati, come dipinte dalla profondità del cuore.


I frutti profumati del morente sol

Un profumato cespuglio ricolmo di un’infinità di rosette anelanti i mattutini raggi segna il limite sin dove si dirige la siepe tanto amata, accanto alla quale, tra sbiaditi rossori e cumuli di fronde cadenti e sgraziate, si erge, fuggendo nel cielo, la sommità di un cipresso dai rametti nascenti tra i riverberi del sole; una collina gocciante candide melodie si apre tutto intorno a donare al paesaggio intero la sensazione di essere ritornati indietro nel tempo, ad un periodo in cui l’unica cosa necessaria e di valore era il tintinnio di un campanile nascente vicino ad un fastello di tristezze, che ora pare scomparso, tale è il sentimento di rassegnazione e mestizia che penetra ovunque, senza lasciare il tempo di sognare e di ritornare a quei tempi felici.
Frutti magici dal sapore eccelso e dal passeggiante odore fanno bella mostra sulle schiere di candidi meli circondanti l’intera prateria, e nel cielo, tra i primi raggi di spontaneo colore e le dolci musiche dei passerotti canterini, l’insieme di grigiastre nuvolette forma disegni raffinati e quasi perfetti per forma e linearità, raffiguranti profili di animali morti o sgraziati visi dal colore turchino ma con un’aria triste e delusa; la felicità rifulge, come per incanto, addentrandosi nelle risplendenti fessure delle persiane da poco aperte sulla luce immensa del mattino, e le gioie di un gruppetto di bambini stanno a dimostrare la duplice immagine di tale strano e contraddittorio luogo in cui, allo stesso tempo, convivono sensazioni di vivace umanità e virtù appartenenti ad un tempo passato ma sempre presente nella speranza delle anime più degne.
E nel ticchettio inconsueto di un eterno silenzio, tra rossori sbiaditi e rimbombi provenienti da un tempo morente trascorso, si odono girovagare nei prati e nei fienili i respiri dell’amico sole.


Tuoni e fulmini
(Composizione scritta in data 23/6/1993)

Vocian d’augelli li trilli impauriti e sonan de bui
li rimandi del sol. Ecco lo tempesto de’ gioie
vaganti co li suon de l’acquazzon, che ‘l salto
pe sassi de le miti donzelle or par de la morte
lo tintinno de’ chiar.
Rumor d’eccelsa pena fugge ne lo stormir de
l’occhietto gaio de lo mite cagnetto, mirando
mesto a mio lieto passo, e muoion pel sol li
canticchi de’ cinci, che ‘l buio s’oscura e ne
l’ombre gioisce. Fulmini e ‘l fiatar de lo novello
soffio fan grida d’intenso dolor, e ‘l vermo, e ‘l
micio, e ‘l mite augello danzan pel vago co
vuoti ed odor.
Ritrilla ancor pe cime e monti sonar de li inganni,
fioretti e feste.


In a silent night

I live on the
pleasure of a silent
and delicate
night, and when
a swallow arises
like a tender
blackbird I hear
a music, the love
for a care and
a beautiful darkness.


Le rivage du son

Comme un oiseau
qui revient dans
la prairie j’écoute
l’harmonie de la
naturelle neige,
l’amour pour la vie
et une tendre pensée
où le son disparaît.


La estrella de los sueños

Ésta es la estrella
de los mágicos
sueños, y cuando
el sol desaparece
regalando un dolor,
siento el pasado
y la triste armonía.


When a portrait
is a confidence

Nell’oscuro che nasce
quando il soffio
del primo mattino
ricorda quel tenero
canto, rivoli
e fruscelli d’amore
s’ adagian spossati
alla foce del
cuore, come timidi
chiari nel fiorire
di un vanto.


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