PARTE PRIMA
Cari amici, vi confesso che sono sempre più scoglionato e preoccupato per come sta andando il mondo, e, di conseguenza, anche le nostre vite, continuamente alle prese con tutta una serie di problemi, guai, tragedie, disastri e sciagure che sembra non avere mai fine. In realtà, dobbiamo ammettere che non c’è da stupirsene, perché tutta la storia dell’umanità ne è pesantemente costellata, e, per quel che ne sappiamo, anche lo sviluppo del nostro pianeta, sia prima che dopo la nascita della vita, e pure del resto dell’universo, è stato ricco di eventi traumatici, spesso catastrofici, e tuttora la natura ne produce. Nonostante le cose positive, che pure non mancano, si ha la netta impressione che si tratti di un gran casino, o addirittura di una sorta di gigantesco e insensato pasticcio.
Già, e perché le cose sono andate, e continuano ad andare, in questa maniera? Abbiamo il diritto o no di lamentarcene? Dipende dal punto di vista. Se pensiamo che tutto quello che esiste è frutto del caso, come d’altronde afferma anche la teoria dell’evoluzione, che è ufficialmente la più accreditata per spiegare come hanno avuto origine l’universo, il pianeta in cui viviamo e la vita che esso ospita, allora non possiamo dire di avere motivi per protestare. E questo è ancora più evidente se si considera il livello di plausibilità che sta alla base di quest’ipotesi.
Può, infatti, una lunghissima serie di eventi casuali aver prodotto tutto questo popò di roba? Proviamo a fare un po’ di conti, pur senza dilungarci. Ebbene, secondo la già citata teoria evolutiva, elaborata inizialmente da Charles Darwin e compagni e poi sostenuta dalla maggior parte degli scienziati, l’idea stessa di un creatore non è ammissibile né scientificamente né razionalmente. In effetti, dobbiamo ammettere che è difficile immaginare un Dio che non si vede né si sente da nessuna parte che riesce a progettare, controllare e manovrare tutti i processi fisici, chimici ed energetici che hanno caratterizzato, e continuano a farlo, tutta la storia non solo della razza umana, ma pure dell’intero universo, e arriva a generare tutte le cose così belle e complesse che esistono.
E magari, già che ci siamo, perfino pilotare il destino di ciascun essere umano, o anche soltanto di alcuni di essi. Anche sforzandoci di immaginarlo non come un uomo gigantesco, bensì come un’entità astratta, costituita da pura energia, e quindi in grado di estendersi indefinitamente, è sempre difficile credere che l’eventuale Creatore sia stato e sia in grado di generare e guidare tutte queste cose, infinitamente numerose e complesse, incluse le nostre effimere e imprevedibili vite. D’altra parte, però, quanto può essere considerata probabile la tesi della “casualità seriale”? Per esempio: secondo la maggioranza degli studiosi, la teoria più accreditata per spiegare l’origine dell’universo è quella del big bang, cioè della grande esplosione. Ebbene, com’è possibile che, in quel momento, il quale, secondo gli ultimi calcoli, sarebbe durato pochi secondi, abbiano avuto origine per caso tutte le particelle elementari che costituiscono la materia? Davvero da una pallina di energia immensamente condensata esplosa all’improvviso si è potuti passare in così poco tempo, e per pura fatalità, a tutti i novantadue elementi chimici esistenti in natura, cioè dall’idrogeno all’uranio? E magari anche ad altri, presenti in altre parti dell’universo e diversi da quelli presenti nel nostro sistema solare? Ogni elemento, infatti, non è un qualcosa di omogeneo e molto semplice, bensì è rappresentato da una serie di atomi che possiedono ciascuno un certo numero di particelle infinitamente piccole, fatte di energia condensata. Come ben si sa, ogni atomo è formato da un nucleo centrale costituito da due tipi di particelle molto diversi fra loro: i protoni e i neutroni. I primi possiedono una carica elettrica positiva e hanno la funzione di tenere attratti attorno al nucleo, ad una certa distanza, altre particelle chiamate elettroni, normalmente presenti nella stessa quantità, molto più piccole e dotate di carica elettrica negativa, in maniera tale che l’atomo possa mantenere le proprie caratteristiche ma al tempo stesso sia in grado di interagire con gli altri atomi, cioè scambiandosi gli elettroni, dando così luogo ai fenomeni chimici, ossia alla formazione delle molecole, che costituiscono tutte le sostanze che ci sono in circolazione (non è il caso di approfondire ulteriormente l’argomento, sia per non renderne difficile la comprensione, sia perché sennò mi toccherebbe dimostrare la mia scarsa competenza in materia…). I neutroni, invece, sono privi di carica elettrica e hanno il compito di tenere separati i protoni, che altrimenti, entrando in contatto, siccome possiedono la stessa carica, si scontrerebbero fino a disintegrarsi, provocando, fra l’altro, un’ondata di energia immensamente distruttiva. Ed è proprio sfruttando questo principio che è stata sciaguratamente progettata e costruita la bomba atomica.
Infatti, bombardando con una raffica di neutroni i nuclei degli atomi di una certa quantità di uranio, che è un elemento chimico adatto a questo scopo, poiché è costituito da un nucleo piuttosto instabile, dato che è formato da un elevato numero di protoni (92, cioè il massimo, almeno in natura) e neutroni (non so quanti siano, ma non importa…), è possibile far “fuoriuscire” molti dei neutroni dal nucleo e permettere così ai protoni di scontrarsi fra loro, provocando, purtroppo, un evento di carattere apocalittico. Ad ogni modo, come abbiamo appena visto, ogni pedina è stata messa al posto giusto. Per caso?
Ma non basta. Ogni elemento chimico è stato messo nelle condizioni di interagire con gli altri, proprio in virtù del proprio peso e della propria massa, ma soprattutto del numero di particelle da cui è costituito.
Ad esempio, l’idrogeno è fatto su misura per combinarsi chimicamente con l’ossigeno, in modo che possa formare l’acqua, che è la sostanza più importante che ci sia sul nostro pianeta, assieme all’ossigeno libero, cioè sotto forma di molecole da due atomi ciascuna. Oppure, lo stesso ossigeno è fatto su misura per combinarsi con il carbonio, in modo tale da poter formare l’anidride carbonica, che è fondamentale per consentire alle piante di attivare il processo della fotosintesi clorofilliana, che è il più importante che esista sul nostro globo, perché permette alle piante di produrre il glucosio di cui necessitano per ricavare energia vitale, ma anche l’ossigeno libero, che rende possibile la respirazione degli animali, e quindi anche la nostra. Oppure, il carbonio, l’idrogeno e l’ossigeno sembrano essere stati fatti apposta per formare, messi assieme, sia gli zuccheri che i grassi, che rappresentano le principali fonti di energia di ogni cellula vivente. Oppure ancora, il carbonio, l’idrogeno, l’ossigeno e l’azoto sembrano essere stati fatti su misura per andare a formare le proteine, che sono costituenti fondamentali per le cellule di qualsiasi essere vivente. E l’elenco, naturalmente, è lunghissimo.
Ma non basta. Alcune sostanze sono costituite da lunghe o lunghissime catene di molecole, anche migliaia, o perfino milioni. Le già citate proteine, poi, sono formate da molecole un po’ particolari chiamate amminoacidi, che sono diverse fra loro a seconda della quantità e del tipo di elementi chimici (i quattro sopra citati, più, in alcuni casi, lo zolfo) di cui sono composti. Ne esistono circa venti, di amminoacidi, in natura. Ebbene, le combinazioni possibili di questi lungo una catena più o meno estesa sono praticamente infinite. Ad esempio, assegnando un numero da uno a venti a ciascun amminoacido, una catena di, per dire, venti molecole può essere formata da una sequenza di: 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-12-13-14-15-16-17-18-19-20, oppure da: 2-4-5-7-8-10-15-17-20-9-4-1-6-12-3-14-19-16-11-13, oppure ancora 1-1-1-2-2-2-5-5-5-9-9-9-17-20-6-8-7-11-4-12, eccetera, eccetera. Ma solo alcune delle combinazioni possibili possono andar bene, per permettere alle proteine di funzionare correttamente e di interagire proficuamente fra di loro. Una delle catene proteiche più corte, per esempio, conta al suo interno 113 amminoacidi. Dunque, per ottenere la combinazione giusta bisogna azzeccarla su un numero pari a 10 alla 113esima, vale a dire un numero costituito da un 1 seguito da 113 zeri!!!!! Che, detto in lettere, corrisponde a mille miliardi, di miliardi, di miliardi, di miliardi, di miliardi, di miliardi, di miliardi, di miliardi, di miliardi, di miliardi, di miliardi, di miliardi!!!!!
Praticamente impossibile, quindi, indovinarla. Se poi si pensa che la maggior parte delle proteine sono formate da catene molto più lunghe, e che nel nucleo di ogni cellula vivente, anche la più piccola e semplice, ce ne vogliono alcune migliaia, e sempre di quelle giuste, come si fa a pensare che, in mezzo al famoso oceano primordiale in cui tutto pare sia nato, si siano ritrovate tutte insieme, per puro caso, all’interno della prima cellula della storia della vita??? Qui il calcolo delle probabilità si fa del tutto superfluo… Ma non basta. Una cellula non è soltanto un insieme di proteine, bensì una struttura altamente complessa, nella quale sono presenti tantissime diverse molecole, e in cui ogni parte costitutiva svolge un suo compito preciso. Com’è possibile, dunque, che la prima cellula mai esistita, che probabilmente era un batterio, e quindi una cellula di tipo vegetale, si sia originata e costruita da sola?
E poi com’è che una di queste, per caso, si sarebbe trasformata nella prima cellula di tipo animale, appartenente credo all’ordine dei protozoi, che per essere tale bisognava possedesse elementi costitutivi, nonché una struttura, ben diversi? Altro evento casuale incomprensibile è quello del passaggio dagli organismi formati da una sola cellula, tipo, appunto, i batteri, che pare abbiano regnato sulla Terra, da soli, per circa tre miliardi di anni, a tutti gli altri, ossia quelli pluricellulari.
Infatti, come si fa a pensare che, ad un certo momento, un gruppo di milioni di batteri, o cellule simili, si siano unite assieme e si siano dotate, mettendosi d’accordo non si sa come, di una loro struttura interna, per andare a formare un’alga, o qualcosa di simile? Ma soprattutto come avrebbero fatto milioni di cellule animali a mettersi assieme così bene da riuscire a formare il primo animale della storia della vita, ossia, probabilmente, un mollusco, o qualcosa del genere? È un po’ come dire che tante persone, fondendosi insieme, potrebbero formarne una sola, un gigante tipo quelli di certe fiabe… Fantascienza, si potrebbe tranquillamente dire. Eppure, la teoria dell’evoluzione, come anche tutti coloro che non credono ad alcuna forma d’intelligenza superiore che possa aver creato tutto, afferma proprio concetti simili a questi.
Così come sostiene che tutte le specie che esistono e sono esistite, comprese quindi quelle estinte, che sono la maggioranza, si sono originate e sviluppate grazie ad una lunghissima serie di eventi favorevoli del tutto casuali avvenuti all’interno del DNA delle loro cellule, a partire, naturalmente, da quelle delle specie originarie, fenomeni comunemente definiti “mutazioni genetiche”. Facciamo un semplice esempio di questo genere di processi evolutivi. In una certa epoca, all’incirca mezzo miliardo di anni fa, un’alga avrebbe subìto una fortunata mutazione genetica favorevole (questi cambiamenti del codice genetico, fra l’altro, di solito sono dannosi, anziché vantaggiosi), che le avrebbe permesso di risalire sulla terraferma e di sopravviverci, nonostante quell’ambiente non fosse adatto ad essa; poi quella stessa alga avrebbe trasmesso quella mutazione ai propri discendenti, consentendo loro di stabilirsi in quel nuovo ambiente; finché, ad un certo punto, dopo qualche milione di anni, una di quelle alghe avrebbe subìto a sua volta un’altra mutazione genetica che le avrebbe permesso di trasformarsi addirittura in una specie diversa, probabilmente un qualcosa di lontanamente simile ad un ciuffo d’erba; quella mutazione si sarebbe poi trasmessa alle future generazioni, fino a che un fortunato individuo di questa nuova specie avrebbe subìto la mutazione giusta che lo avrebbe tramutato nel primo vero e proprio ciuffo d’erba della storia della vita, cioè in un qualcosa di ben diverso dall’alga di partenza. Volendo riassumere in poche parole la storia evolutiva della vita sulla Terra, possiamo dire che un processo di trasformazione vagamente simile avrebbe riguardato, nell’ordine: i ciuffi d’erba che si sarebbero trasformati in cespugli; i cespugli che si sarebbero trasformati in alberi; i molluschi che si sarebbero trasformati in crostacei; i crostacei che si sarebbero trasformati in pesci; i pesci che si sarebbero evoluti in anfibi; gli anfibi che si sarebbero evoluti in rettili; alcune specie di rettili che si sarebbero trasformate in uccelli; certe altre specie di rettili che si sarebbero tramutate in mammiferi; e i mammiferi che si sarebbero evoluti fino a dare origine prima alle scimmie e, infine, alla specie umana.
Detta così, sembra tutto semplice. Ma in realtà le differenze che ci sono fra le fondamentali tipologie di esseri viventi, dette “ordini”, che appunto abbiamo appena citato, sono talmente numerose e spaventosamente grandi, poiché riguardano sia l’aspetto molecolare sia quello cellulare sia quello anatomico, che è difficilissimo anche solo immaginare che tutte queste trasformazioni che appaiono fantascientifiche, o, se vogliamo, come atti di vera e propria magia, siano avvenute, sia pure nell’arco di periodi di tempo lunghissimi, dell’ordine di molti milioni di anni, grazie a tutta una serie di mutazioni genetiche puramente casuali… Insomma, com’è possibile che tutto sia sempre filato per il verso giusto, dalla pallina incandescente a tutti gli elementi chimici (addirittura nel giro di qualche secondo), dalla nube primordiale di gas al nostro pianeta, con le sue giuste quantità di acqua, terra, rocce e gas; dagli oceani alle prime cellule viventi; dai batteri alle alghe; da queste agli alberi; e dal primo mollusco al primo essere umano, tutto e sempre per caso? Assolutamente impensabile.
Tuttavia, se, nonostante tutto, riteniamo che le cose siano andate così (d’altronde, lo crede perfino la maggioranza degli scienziati), non possiamo proprio lamentarci del fatto che il mondo in cui viviamo sia così ricco di difetti e gravido di guai, tragedie e disastri, perché, se già era molto improbabile che venisse all’esistenza, e perfino quasi impossibile che si sviluppasse in una forma così ricca e sofisticata, com’è invece avvenuto, dobbiamo ammettere che siamo stati anche troppo fortunati ad aver ricevuto in dono tutto questo. E il concetto non è riferito soltanto al mondo che ci ospita e ai nostri “vicini di casa”, cioè le altre specie viventi, ma anche alla nostra condizione personale. Perfino noi stessi, sì, proprio noi, Giovanni Dallàn o chiunque sia, era altamente improbabile che venissimo all’esistenza. Infatti, affinché questo si rendesse possibile, bisognava che dall’uomo giusto fuoriuscisse lo spermatozoo giusto, che poi andasse ad infilarsi nell’ovulo giusto della donna giusta, nell’ambito dell’amplesso avvenuto fra loro nel momento giusto, e che tutto andasse bene anche dopo, fra gravidanza, parto e crescita… Insomma, come vincere il massimo premio al Superenalotto, se non peggio…
Se però, appunto, vogliamo credere a questa tesi, non possiamo minimamente lagnarci di niente, poiché la nostra gran bella dose di fortuna l’abbiamo già avuta, e nel caso di coloro che sono nati e/o cresciuti nei paesi ricchi, questa fortuna ha raggiunto livelli di vergognosa sfacciataggine. Se invece preferiamo credere alla tesi della creazione, allora qualche lamentela, volendo, possiamo anche farla, perché da una forma di intelligenza enormemente superiore alla nostra ci si poteva aspettare anche di meglio, in particolare la possibilità, specie per noi esseri umani, di invecchiare molto meno rapidamente, di ammalarci molto meno facilmente, e di vivere perlomeno qualche decennio in più… Già, ma allora perché non è così? Secondo la religione più diffusa del pianeta, ossia il cristianesimo, tutti i mali del mondo, ma soprattutto quelli che capitano a noi umani, sono colpa degli uomini stessi, perché ai tempi di Adamo ed Eva hanno commesso il famoso Peccato Originale, da cui ogni essere umano è costretto a riscattarsi facendo una vita ricca di sofferenze, oltreché, se uno è credente, di preghiera e buone azioni.
Ma anche le altre religioni non presentano concetti tanto diversi: si pensi per esempio a quelle che credono nella purificazione delle anime attraverso tutta una serie di riti, e soprattutto tramite la reincarnazione. Anche in questo caso la spiegazione sembra non fare una piega.
Ma fermiamoci a riflettere un momento, scusate. Se anche la storiella della disobbedienza a Dio fosse vera, essa non può giustificare la condizione di grande sofferenza dell’umanità. Infatti, Dio non può essere stato né così sciocco, né così cattivo da dare la colpa a tutti gli esseri umani per il peccato commesso dai primi due di loro. A rigor di logica avrebbe dovuto chiedere a ciascuno di noi cosa intendesse fare, cioè se vivere secondo i suoi comandamenti oppure no, e soltanto dopo, e valutando caso per caso, sarebbe stato legittimato a decidere se punirci o meno. Ma siccome questa fondamentale domanda non l’ha mai posta a nessuno di noi, dobbiamo ammettere, francamente parlando, che quest’ipotesi secondo la quale Dio ha voluto castigare l’intera umanità per vendicarsi dei primi due ribelli della storia è inverosimile.
D’altronde, non vale nemmeno la tesi che il peccato iniziale si sia trasmesso per via genetica alle generazioni successive, dato che gli avvenimenti che accadono nella vita degli individui non si fissano nei geni. Infatti, se, per esempio, uno impara a memoria una canzone, o una poesia, o quello che può essere, questo testo non si trasmetterà al suo eventuale figlio, che infatti, una volta nato e cresciuto, non potrà mai conoscere quel testo, se non lo leggerà da qualche parte, o se non glielo reciterà qualcuno. Oppure, se uno, ad un certo punto, impara a pescare, suo figlio non saprà pescare, finché qualcuno non glielo insegnerà. Oppure ancora, se ad uno viene tagliata una parte del corpo, suo figlio, grazie al cielo, non nascerà con la stessa menomazione.
Inoltre, bisogna considerare che gli esseri viventi hanno sempre tribolato tanto anche molto tempo prima della comparsa della specie umana. In particolare, gli animali si sono sempre dovuti sbranare l’un l’altro per riuscire a sopravvivere, obbedendo alla cosiddetta legge della giungla.
Così come i disastri e le catastrofi si sono verificate, e in abbondanza, anche prima della comparsa della vita sulla Terra. Il motivo della nostra sofferenza, così come di tutti gli eventi drammatici della storia, va dunque ricercato altrove. Ebbene, la mia idea è che il Creatore, che non coincide con la definizione di Dio, di questa o quell’altra religione, che comunque, bisogna ammetterlo, ha fatto complessivamente un ottimo lavoro, abbia reso il nostro mondo ricco di difetti e di brutture non perché amante delle imperfezioni e del cattivo gusto, né tanto meno per il piacere di farci soffrire, dato che risulta difficile pensare che un’intelligenza di livello cosmico sia talmente cattiva, ma più che altro sadica, da volersi divertire sulla pelle delle sue povere e piccolissime creature, anche se l’ipotesi, purtroppo, non è nemmeno da scartare del tutto… Molto semplicemente, invece, io dico che le cose sono andate in un certo modo, e purtroppo per noi continuano su questa falsariga, perché l’Ente Universale non è stato in grado di fare di meglio! Ad esempio, per riuscire a giungere alle specie viventi più evolute, è stato costretto a ricorrere a tutta la trafila che abbiamo riassunto molto in breve poco più sopra, e il processo dura tuttora, soprattutto con la specie umana, evidentemente perché non aveva la possibilità, o le capacità, di trasformare le specie precedenti in quelle successive in tempi notevolmente più brevi. Oppure, si potrebbe criticarlo per non essere stato capace di rendere il DNA molto meno soggetto ad errori nel riprodursi, cosa che ha provocato moltissime sofferenze in tantissimi individui, vale a dire coloro i quali si sono ritrovati con malattie di origine ereditaria, o comunque congenita, gli handicappati e i deformi, nonché morti precoci, o vite che sarebbero potute durare di più, sebbene questi casi, in effetti, costituiscano solo una minoranza relativamente piccola. Oppure si potrebbe contestargli il fatto di aver immesso nel patrimonio genetico umano una tendenza un po’ eccessiva alla vanità, all’egoismo e all’aggressività, cosa che, come ben sappiamo, ha causato numerosissimi scontri e conflitti fra noi esseri umani. Oppure ancora, si potrebbe rimproverargli il fatto di non aver provveduto a rendere impossibile agli uomini la realizzazione di imprese potenzialmente pericolosissime come ad esempio un progresso che ha prodotto, e produce ancora, inquinamento e devastazione ambientale a livelli altissimi, e la costruzione di armi molto potenti, fra cui, soprattutto, la già citata bomba atomica, che di morti ne ha già fatti abbastanza, e soprattutto potrebbe portare alla distruzione del mondo. E, volendo, si potrebbe criticare il suo operato sotto molti altri aspetti. Può darsi, però, che abbia sempre avuto ragione lui. Che davvero, se non avesse fatto le cose precedenti in una certa maniera, non ci sarebbero potute essere quelle successive, o almeno non nella forma in cui le vediamo.
[continua]