Animosa-mente

di

Giulia Reale


Giulia Reale - Animosa-mente
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
14x20,5 - pp. 54 - Euro 6,80
ISBN 978-88-6037-7692

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In copertina e all’interno disegni di Giulia Reale e Toni Centonze


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’autrice è 9^ classificata nel concorso letterario Il giro d’Italia delle poesie in cornice 2005


Introduzione

Inquietudine; è la prima parola che mi è balzata alla mente leggendo la raccolta di Giulia Reale. Mi pare un termine che si adatta bene a descrivere il timore che la fiducia negli uomini, nelle altre persone, possa essere attrezzo troppo debole per affrontarne gli umori, le contraddizioni, i pregiudizi, oppure per evitare i possibili fraintendimenti, per rompere le barriere che inevitabilmente si alzano, chissà per quale motivo, nelle relazioni quotidiane.
La scrittura viene, quindi, utilizzata come strumento per fissare questa mobilità, per darle una forma, per fermare i momenti che si succedono e rischiano di confondersi; il dolore, la paura passano sul foglio, e si può girar pagina: forse, però, non è così facile, c’è sempre la vita di mezzo. La scrittura poetica, in particolare, carica le parole di significato, ne altera la più normale funzione comunicativa, determina giochi, suoni, posizioni grafiche, che consentono all’autrice di dire di più, di declinare in modo più acuto la propria sensibilità.
Le poesie seguono l’altalena degli stati d’animo; se l’ansia e la fantasia invocano la solitudine, tuttavia non è lì che si trova la pace, perché «ogni giorno è sempre più una fatica» e impone il movimento, il cambiar posa, gli approcci ripetutamente tentati e subiti. Per questo è importante sapere che esiste qualcuno che sia in grado di mantenere le sue promesse, che accetti l’impegno del reciproco sostegno e che, a sua volta, si fidi. È un patto di tipo sentimentale quello che si propone, non un granché come soluzione, a ben pensarci: ma qualcuno ha già raccontato che le cose del mondo sono governate dalla follia; quindi, perché non accettare anche quest’altra scommessa? «Sei folle / e instabile mio dolce amore, / mi stupisci e poi mi avvilisci», un bel rompicapo.
Può aiutare, forse, a risolvere l’enigma, mettersi in attesa, stare un po’ alla finestra, guardare la pioggia, cercare corrispondenze tra il dentro e il fuori; o può servire solo, intanto, a rinviare i conti, sapendo che non torneranno, probabilmente. C’è forse qualcosa di definitivo nelle esistenze? E di irrimediabile, di imperdonabile? Qualche anno fa, alcuni importanti pensatori francesi si dedicarono a dibattere questo tema, intervenendo in una polemica scoppiata sulla prescrizione dei crimini nazisti. Vladimir Jankélévitch segnalava e sottolineava la differenza tra imprescrittibile e imperdonabile: si tratta di mondi separati, di universi semantici diversi, perché il perdono, impensabile nei campi di concentramento, non ha niente a che fare con lo spazio giuridico e con la logica penale nei quali si colloca lo statuto della prescrizione. Partendo da questo dato, Jacques Derrida ha cercato nel perdono una strada per arrivare all’imperdonabile, e conoscerne l’infinito atroce abisso, senza calcoli espiatori, senza contare e attribuire giorni, mesi, anni di condanna, immaginando il perdono come atto assoluto, senza ritorno. Ma, attenzione, il perdono non rompe le relazioni, le crea; come ogni cosa che si fa per-dono, richiede lo scambio, uno sguardo reciproco, la prospettiva di una vita non solitaria, ma solidale e complicata, in cui quel che sembrava risolversi torna ad essere intricato, i tepori si irrigidiscono, momenti sereni hanno il valore di intervalli.
Sul piano stilistico e retorico, le fondamentali contraddizioni tracciate nel testo trovano riscontro nella ricorrente figura dell’ossimoro, grazie alla quale l’autrice cerca di tenere insieme molte cose, il quotidiano e l’infinito, la sofferenza e la gioia, il desiderio e la rinuncia, il calore e la distanza, l’amore dichiarato, gridato e la noia, la pioggia e l’arcobaleno.
Così Giulia compone e ricompone i suoi affetti, combina i momenti e le ore, le angosce pacate e le esplosioni di collera. Comunque sia, ogni giorno «inizia una danza», non sempre lieta, giungono gli echi del mondo anche «in questa parte di cielo»; echi di vita e di morte: cosa di imperdonabile?

Eugenio Imbriani
(Docente di Antropologia culturale
c/o l’Università del Salento)


Animosa-mente

A TONI

Come ti sento mio amore:
ormai conto le ore
prima di rivedere il tuo viso
dopo una giornata di lavoro intriso.
Tu sei il mio uomo,
il mio amico,
il mio stesso sorriso
e ogni giorno che passiamo insieme
provo sempre di più un nuovo tepore.
Non sento più l’estremo dolore
di una vita fatta solo di strade incolore
ma sento l’arrivo del caldo splendore:
Con un tripudio di colori si accendono i prati e noi ci

affaccendiamo a vivere la

vita come laboriosi ed onesti vespai dal sole illuminati
e, anche quando il brutto
tempo ci troverà impreparati, sicuramente il punto fermo

[del nostro nido ci terrà

legati senza catene ma solo da ideali,
con lacrime, ma solo di speranze perdute,
cose normali!Noi due saremo un unico
battito di ali. Insieme il primo
Raggio di sole,
la pace prima del calar
della notte, non più
due persone
ma un’unica
antica e nuova canzone
come ti sento mio amore…

N.B. La disposizione dei versi è stata creata dall’autrice in modo da vedere orizzontalmente, spostando verso destra il foglio, la lettera “T”.


FILASTROCCA DEL BIMBO

Cosa vuol dire oggi amare quando padre e figlio
non sanno ascoltare,
quando marito e moglie
non sanno più parlare
e il primo ostacolo non è da superare ma
fa allontanare,
quando per soldi il figlio la madre
può ammazzare.
Cosa vuol dire oggi amare quando la
corsa al successo è l’unico obiettivo
da afferrare,
se il solo tornaconto personale è quello
che l’amico sa cercare.
Cosa vuol dire oggi amare se il
sorriso sulla bocca non sa spuntare,
perché il terrore è alle porte e sa
di devastare,
dove io bambino non posso giocare
perché da un momento all’altro qualcuno
i miei castelli farà crollare,
dove chi è onesto non sa che fare
perché passa avanti chi sa truffare.
Gente, fermatevi a pensare per amare
Bisogna capire cosa significa rispettare!


LA NOSTRA FOTO

Ora che ti guardo amore
Così sorridente e reale in quella foto
Lo so che continuo a farmi del male.

È stato il destino o un angelo infernale
A farti volare via lontano da me?

Nessuno se lo sa spiegare e nessuno finché
Vita avrò la cicatrice che mi hai fatto
Potrà rimarginare.

Ora lo puoi confessare
L’hai fatto per dispetto
Quello di lasciarmi qui a penare?

Sai che finché continuerò a respirare
A te continuerò a pensare.
A te che per un attimo che mi son distratto e
Ti ho persa tutto ad un tratto,
a te che per quello che prima non ho fatto
ti dedico ora il mio pianto,
a te che ti dico che son dannato
per averti lasciato sola
ora mi sento un rinnegato,
a te che, eri la mia piccola,
che per sempre ora lo rimarrai
ti porto la nostra foto se ancora sola ti sentirai
finchè il cuore avrà battito
continuerò nel vasto cielo a cercare un tuo anelito.


FATALITÀ

FATALITÀ,
LEI VERRÀ QUANDO VORRÀ.
E IL TUO MONDO DISTRUGGERÀ
E ALLO STESSO TEMPO FORGERÀ
PERCHÈ IL MESTIERE DEL VIVERE È PROPRIO
QUESTO QUA.
LA VITA TI DÀ POCHE POSSIBILITÀ
E IL BELLO È VIVERLE CON SERENITÀ
CON CHI TE NE DÀ LA POSSIBILITÀ
MA ANCHE CON CHI TI MALEDIRÀ.
TANTO ELLA SA GIÀ
QUANTO IL SUO AGGUATO TENDERÀ
VELOCE
LENTO
ATROCE
PENOSO
CRUENTO
LEI NON TI DICE MAI STAI ATTENTO E
ALL’IMPROVVISO ARRIVERÀ
IL DOLORE A CHI RIMANE MESTO RESTERÀ
MA ALTRA VITA E ANCORA ALTRA VITA NASCERÀ
IL TUO ESTRO NON MORIRÀ IN UN SORRISO VOLERÀ
E LA PAURA DELLA MORTE OCCULTERÀ.


Non ti accorgi

Le tue parole.
il tuo grigiore.
quando parli è solo rumore,
non ti accorgi che stai martoriando il cuore.
Alza la mano e mettila lì, sulla tua coscienza,
inquinala ancora con la tua fatiscenza.
fallo,
non temere mai. qui muore un angelo.
Continua a sfrecciare parole.
Distruggimi l’anima! non voglio negartelo!
Perché hai ragione tu:
Il tuo grigiore è il tuo dolore
ma non dovrà diventare il mio mattone.
Il tuo dolore dovrà schermire come una spada
le prove della vita
per capire che non è finita e
senza sconfinare in vane parole,
se sarà necessario,
affonderò io la spada nel tuo dolore:
farò rinascere un nuovo cuore
che infonda parole piene d’amore.


ETERNO, ETEREO

Il buio ha un alveo più grande nel tuo cuore uomo.
Neanche le lacrime di quel bambino che piange laggiù
ti fermano più.
Egli è un piccolo annuncio di morte
che senza madre, come un fiore senza acqua,
risplende di una luce accattivante
e senza speranze alle porte…
Oh uomo! Posseduto! Godi del tuo stesso pregio!

[La libertà!

Nel tuo cuore invaso ed accecato dal benessere ora ti stai rivelando per quello che sei:
Perfido! Egoista! Profetico? Sapiens?
Fermati, uomo! Ascolta… Guarda!
Colui che è accanto a te, non sempre è una volpe

[pronta all’agguato.

Pensa! Forse questa persona è solo un disperato.
Nelle sue mani non è detto che ci sia richiesta di denaro,
può essere il desiderio di un abbraccio mai donato.
Denaro! Dio! Amaro non averlo, distruttivo far di tutto per ottenerlo!
nelle mani di colui che hai accanto, c’è sempre una

[speranza.

Ti rammenta e ti sprona a non rifiutare la condivisione che porta alla tolleranza
e all’amicizia e ti porta a pensare.
Uomo! Una mano tesa
non è un segno di vile arresa!
Ma un gesto puro e significativo di una persa voglia di fratellanza.


PAESE ANTICO

CASE BASSE,
PROSPETTI ROVINATI DAL TEMPO…

STRADE MILLENARIE,
COSTRUZIONI RECENTI:
QUESTO È IL MIO PAESE.

OGNI STRADA, OGNI ANTICA CHIESA
UN RICORDO MI RIEVOCA
E ANCHE SE A VEDERLO METTE TRISTEZZA
IL MIO PAESE HA UN DONO
CHE IN CHI LO LASCIA RIECHEGGIA.

NEL DEPRIMENTE ABBANDONO
DI CHI CERCA FORTUNA PIù IN LÀ,
L’ATMOSFERA E LA CONSAPEVOLEZZA
DI AVER LASCIATO PARTE DI SÈ
IN UN PAESE CHE A UN DECENNIO FA
SEMBRA SI SIA FERMATO
PORTA L’ANIMO DI CHI LO HA LASCIATO
A SOGNARE UN RITORNO IMMINENTE ED AGONIATO.


LASCIAMI COSÍ

GODI, STUPIDO!
PER TE ERA SOLO UN PASSATEMPO!

IO RESTO QUI.

GIOISCI, CARO!
FACCIO FINTA CHE NON È SUCCESSO NIENTE!

STO A GUARDARTI. NON NE VALE PIU’ LA PENA.

PARLA! PAZZO!
ME NE STO IN SILENZIO E NON FARÓ COME UN
PAPARAZZO.

È FINITA!

IMBROGLIONE! TRADITORE!

NON VALE LA PENA STARE QUI A SOFFRIRE PER
CHI L’AMORE È GIOCATTOLO DA PRENDERE E
MANOVRARE A SUO PIACIMENTO!


FIDARSI

Cosa sento adesso
che non conosco più quel significato.

Vuote parole, cieche illusioni, veli di lacrime
che diventano onde che s’infrangono nelle rocce.

Un amore si sta facendo fottere
dal mare che inevitalmente continua a infrangersi lì:

nel cuore.

Senza parole esso va avanti e nessuna barriera lo riesce
a placare.

Il mio cuore ama e ha ancora voglia di amare. Si sazia e
si diffonde come i raggi di sole tra le fronde.
Aria, sole, gente, vento, sale, luce, fuoco…

Quante emozioni in questo momento!
La fiducia sta nel vento e in quello che io sento.
Nel mio stesso mare di lacrime amare
mi lascio tormentare e mi chiedo perché questo valore
si è spento…


PRIMA

PRIMA CHE IL SOLE SIA COPERTO DALLE NUVOLE TRASPORTATE DAL VENTO
TI PROMETTO DI AMARTI E RISPETTARTI…

ANCHE SE L’ARIA DELL’URAGANO MI PRENDE UN PO’
DIMMI CHE POSSO CONTARE SU DI TE E CHE TU LE MANI MI TENDERAI
E NON MI LASCERAI MORIRE TRA I VORTICI ASCENDENTI E DISCENDENTI
DEL VENTO… QUEL MALLEDETTO VENTO AL QUALE NON SO OPPORMI.

CERCA DI CAPIRE!
NON È FACILE! TU VUOI CHE SCELGA LA STRADA DEL SERENO E
ANCH’IO LO VORREI!

PRIMA CHE IL CIELO SI OSCURI
TI PROMETTO DI PERDONARE E CHIEDERE SCUSA.

PRIMA CHE LA NOTTE CALI E FACCIA BUIO

QUEL BUIO CHE FA PAURA
TI PROMETTO ONESTÀ E RISPETTO, MA TU PRIMA CHE
LA FOSCHIA DEI MIEI VORTICI MI ASSALGA
PROMETTIMI CHE MI DARAI LA MANO E CHE
INSIEME ASPETTEREMO L’ANELITO “GRANDE” DEL MONDO
CI DIA UN’ALTRA POSSIBILITÀ DI TORNARE AD
ESSERE QUELLO
CHE DOVREMO ESSERE.

PRIMA CHE TUTTO FINISCA È MEGLIO CHE
FACCIA RIECHEGGIARE NELL’UNIVERSO IL MIO

AMORE
PERCHÈ QUANDO TI SENTIRAI SOLO NEI MIEI
VORTICI
TU POSSA RITROVARE LA MIA MANO TESA.


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