Amico che non sei venuto

Amico
che non sei venuto,
ti aspettavamo
mentre sedevamo,
ubriachi d’amore,
sotto i rami fioriti
di cedri odorosi,
sentivamo la tua voce,
fra le fronde
sussurranti e molli,
dolcemente
inclinate al suolo,
immaginavamo
il tuo volto,
mentre chini
sui nostri telai,
intrecciavamo
fili colorati,
sentivamo
il tuo respiro
smarrirsi
tra le mille voci
del bosco,
avvertivamo
il tuo dolore
nell’impalpabile
fruscio delle foglie
spinte dal vento,
udivamo i tuoi passi
risuonare cupi
fra gli alti fusti
degli alberi.
Amico
che non sei venuto
forse un giorno
verrai
a conversare con noi,
sotto i rami fioriti
di cedri odorosi.

I melograni acerbi

Le gonne
volavano al vento,
mentre
fiumi d’incenso
salivano
sui gradini
delle case d’inverno.
Adagiati sui
rossi cuscini ricamati
intrecciavamo
le nostre voci,
tra nubi dense di fumo.
L’odore salmastro
del mare
penetrava
nelle pieghe
dei nostri vestiti
mentre,
mano nella mano,
passeggiavamo
per le strade del
nostro paese,
il canto dei gabbiani
si sollevava
nell’aria salina
mentre ci stringevamo
nelle arene arroventate,
e lenti
maturavano,
nelle ceste di vimini,
i melograni acerbi.

Effluvi di rosmarino vaganti

E vado,
tra strade
espanse
di essenze odorose.
Effluvi di rosmarino
vaganti,
accompagnano
i miei passi,
lungo strade
sconosciute,
s’inerpicano
su ripidi viottoli,
m’inseguono
in vicoli oscuri,
bussano alle porte
di case solitarie,
giacciono
accanto a me,
giocano
con i miei pensieri,
entrano
nei miei sogni.
Effluvi
di rosmarino vaganti,
tra bianche
lenzuola di lino.