Il mio Cammino Inglese

di

Luca Maria Ruggeri


Luca Maria Ruggeri  - Il mio Cammino Inglese
Collana "Le Querce" - I libri di Saggistica e Diaristica
14x20,5 - pp. 188 - Euro 18,00
ISBN 9791259512673

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In copertina: «Sul Camino Inglese»
Nel retro di copertina: «Berghem de nòcc»
Tutte le fotografie sono dell’autore


Presentazione

È giusto incominciare… dall’inizio! Nel senso che alcuni cenni storici servono anche per capire un attimo (a me son serviti per far cadere la scelta su questo Camino) anche il nome in sé stesso. Il Camino Inglese, facilmente deducibile la provenienza del nome, ma aggiungo anche che la storia dei pellegrinaggi arrivati in Galizia per visitare la tomba di San Giacomo, risale al 1147, quando un’armata di crociati inglesi, tedeschi e fiamminghi sbarcarono chi a Ferrol (112,5 Km da Santiago) chi poco più a sud, a Coruna (73 Km da Santiago).
Ma anche dai Paesi Scandinavi come la Svezia, la Norvegia, la Finlandia, dalla piccola Islanda, oltre che scozzesi e irlandesi. Addirittura ci sono dei manoscritti che testimoniano la discesa di un monaco islandese, Nicolas Bergsson, che narrano la sua partenza dall’amata isola con capitale Rejkiavik, per giungere a Roma, passando appunto per Santiago: a piedi! E quanto ci avrà messo vi starete chiedendo così come me lo son subito chiesto io? Si dice attorno ai cinque anni, dal 1154 al 1159. Ma non spaventatevi, io personalmente in una settimana ho fatto tutto, il Cammino Inglese s’intende! A piedi ovviamente.
Tutti hanno contribuito a creare quello che oggi chiamiamo il Cammino Inglese: qualcuno sbarcava a Ferrol ed altri a Coruna, i due tratti sono ancora ai nostri giorni parte dello stesso Cammino e si incontrano a circa 40 km da Santiago, in località Bruma.


Il mio Cammino Inglese


Il mio Camino Inglese


21-28 maggio 2022

Premessa: ho 54 anni suonati, sono sovrappeso (105 kg.), ero un normale atleta in gioventù (fondo e mezzofondo, sia amatoriale che agonistico ma si parla di 35 anni fa).
Mi è venuto il pallino del Cammino (che da ora chiamerò Camino nel pieno rispetto della lingua di Galixia) semplicemente vedendo per caso il film del 2010 “Il Cammino per Santiago” (orig. The Way) di Emilio Estevez. Bellissimo.
L’ho rivisto ancora altre volte con mia figlia Lisa, e con Mara, la mia morosa, a loro è apparso quasi noioso. Questo per dire che comunque ognuno ha la propria… vocazione!
Ricordo che era prima dell’inverno 2021, ragion per cui per regalo di Natale (forse per la prima volta perché non mi piace chiedere regali, fatemeli e basta: mi piacciono sicuramente) ho chiesto un libro sul Camino e un paio di scarpe da trekking. E così è stato. Restava da trovare in primis il tempo; il minimo necessario son 5-6 giorni per fare almeno i fatidici 100 km, ma soprattutto quale Camino perché ho scoperto anche io leggendo che quelli ufficiali sono 8!
L’idea mi affascinava sempre di più… ma come: io, solo con me stesso (e questa non è una novità) in mezzo alla Galizia tra boschi e sentieri a camminare per tutti quei chilometri.
Iniziavo a divorare gli innumerevoli libri dove raccontano, descrivono o spiegano come fare il Camino.
Mettendoli insieme tutti avevano un unico denominatore che poteva essere il motivo (spirituale o meno) piuttosto che lo zaino, la preparazione, le scarpe, ecc. Ma come spesso succede (a dir di tanti se non tutti quelli che mi conoscono…), ho fatto poi tutto di testa mia! Ovvero: ho deciso cinque giorni prima la data della partenza, ma non per altro, semplicemente perché ho cambiato lavoro inaspettatamente, per cui mi son preso quei dieci giorni di riposo tra la fine di uno e l’inizio dell’altro. Non ero fisicamente preparato, avevo scelto delle scarpe semplicissime a basso costo seppur buone.
Ho cambiato Camino alla fine, optando non per gli ultimi 100 km da Sarria, del Camino Francese (il più classico che io chiamo però commerciale: lo farò per ultimo, ma lo farò) ma per qualcosa a me molto caro: il Nord Europa e più precisamente la mia amata Albione (il Regno Unito di Gran Bretagna), per cui ho deciso di fare il Camino Inglese, senza partire da tappe intermedie ma in tutto e per tutto un Camino ufficiale, dall’inizio alla fine.
Inizialmente avevo organizzato, senza l’auspicio delle date ma lasciandole solo da aggiungere al momento della decisione di partire appunto da Sarria, poi ho pensato invece di partire dall’inizio, sempre del Francese, e dove arrivavo arrivavo, lasciando al tempo la conclusione, ma chissà quando sarei riuscito. Scoperto allora quello Inglese, volo da Bergamo, arrivo a Santiago e via subito alla città di partenza, Ferrol, a meno di 100 km di autostrada: preso al volo!

Si parte!
Come detto avevo trovato un buon lavoro ma me ne è capitato uno ancor più buono/bello nel giro di un paio di mesi (tra aprile e maggio ’22); fatto due calcoli avrei avuto dal 10 maggio al 1° giugno liberi.
Vado, non vado, vado, non vado, vado! I momenti belli del Camino son tanti, parecchi, non esagererei a dire tutti; ma prenotare gli Albergues, prendere i biglietti aerei, beh ve lo lascio assaporare a voi senza raccontarvelo. Dico solo che fino ad ora avrò fatto questa operazione sicuramente più di un centinaio di volte nella mia vita, ma questa volta era “diversa”. Certo, un perché c’è eccome: l’11 dicembre 2021 è scomparsa la mia amata Mamma ed ero già in fase di studio del Camino, motivo in più per aver deciso di farlo (e alla fine non so se ve lo racconterò o meno quel che mi è capitato; boh vedremo…).
Per cui era iniziato il count down come si suol dire! Verifica degli zaini in mio possesso, prova questo, prova l’altro alla fine ne ho comprato un altro. Decisione giusta. Ecco, lo zaino: io ho preso un 40 litri, le misure abbondavano di quei 5-6 cm per poterlo portare come bagaglio a mano sul volo e risparmiare così sul bagaglio da stiva. Ma non avendolo riempito del tutto, in un eventuale controllo delle misure sarebbe rientrato negli standard.
Cosa mettere nello zaino? Beh ringrazio tutti gli autori dei libri letti sul Camino ma, almeno per quanto mi riguarda e per il percorso intrapreso, avrei portato la metà! Da dire che io ho tutte le mie “teorie del nulla” ovvero per esempio, dicono di portare una bella mantella in caso di pioggia (e in Galizia, piove); io invece coprivo solo lo zaino con dei pezzi di cellophane ritagliati a casa prima della partenza, per il resto mi son detto che avrei fatto più fatica a far asciugare una mantella (con la conseguenza di doverla trasportare poi inzuppata e raddoppiata di peso) che prendere io la pioggia e farmi una bella doccia e aver da far asciugare solo il vestiario (maglietta e pants). Così è successo. Ecco, i pants: sempre per la mia “teoria” la prossima volta (eh sì, ne fai uno e poi li vuoi fare tutti!!) i pantaloni lunghi stanno a casa. E son già due cose eliminate. Sandali e ciabatte: gli uni o le altre; io ho optato per i sandali (sempre comunque un modello da trekking) e infatti, causa le vesciche che se-non-ti-vengono-non-hai-fatto-il-Camino, ho camminato gli ultimi 28 km (l’ultima tappa) con i sandali appunto. Le ciabatte restano a casa, e tre.
Accappatoio: consigliano, per motivi di spazio e peso, quello in microfibra; consiglio mio: lasciatelo a casa. E quattro son già le cose che lascerò a casa per il mio prossimo Camino. Ho sempre comunque trovato nei vari Albergues, salviette e salviettoni puliti (tranne per l’Al¬bergo Minore a Santiago). Insomma, una salviettina giusto per, che alla fine non l’ho mai usata nemmeno lei.
Mi sto dilungando un po’ su questo argomento, lo zaino, perché è importantissimo, vedrete.
Altre cose che non ho usato sono state le tre magliette: a parte che per mia scelta ho deciso di mettere la stessa maglietta “per i nostri Amici scomparsi”, lavandola quasi tutte le sere perché davvero c’è poca umidità e bastava stenderla all’arrivo in Albergue che il giorno dopo era bella asciutta senza avere odori di sudore. Anzi, ho dimenticato a casa il deodorante ma credetemi, non ne ho mai avuto bisogno!! Bastava una bella doccia. Da non credere… probabilmente il periodo scelto è stato ottimo. Per cui due magliette bastano e avanzano. E cinque cose da lasciare a casa. Felpina o giacca a vento (quelle di piumino leggero): anche per questo vale la regola del “o uno o l’altra”, aggiungerei quasi a rischio (dipende dal periodo in cui si fa il Cammino), di non portare né una né l’altra! E sei.
Tre slip e tre paia di calze, io ne ho usate due e due in quanto sempre lavate la sera quelle che indossavo che riutilizzavo la sera successiva naturalmente, vedete voi comunque. Pile, torce e oggetti vari: niente. Una cosa mai letta ma per me molto importante e soprattutto utile è stata la fascia tergisudore, quella sì!
Per non parlare del sacco a pelo: inutilissimo. Cioè, se fate come ho fatto io, prenotando prima della partenza il posto dove dormire (ormai quasi tutti gli Albergues accettano la prenotazione), sleeping bag a casa; e sette. Idem per saponi/shampoo, troverete sempre tutto dove dormirete. Spaz¬zolino e dentifricio sono vitali come la crema per le gambe al mentolo, quella sì non dimenticatela. Se usate farmaci in modo costante inutile dire di portare il necessario, per il resto direi tutto pronto! Ah, io comprai (sempre seguendo i consigli dai libri letti) una super batteria con ricarica solare da 30.000 mAh: inutile, basta eventualmente una comunissima e ridotta power bank, ma basta il cavetto che, o in Albergue o durante le varie tappe lungo il Camino, o nei bar, trovate da ricaricare. Cappellino mai usato, e otto.
Ricordo che questo è quello che ho fatto io, facendo il Camino Inglese a fine maggio!! Specifico e sottolineo anche che il sottoscritto adora il freddo, per cui con 15-18 gradi io sudo; la mia temperatura ideale è tra i 7 e i 12 gradi per fare questi 20/30 km a piedi giornalieri.
Detto questo, all’alba del 21 maggio ’22 (non è un modo di dire ma è proprio stato cosi!) sveglia alle 4.00 e alle 4.43 mi faccio il selfie di saluto a papà e mamma prima di uscire. Fuori c’è Mara che mi aspetta (grazie per la levataccia e per sopportare tutte queste mie avventure anche improvvise!!) per accompagnarmi a Öre come diciamo noi bergamaschi (a Orio al Serio) all’aeroporto.
Volo in perfetto orario alle 6.20 con arrivo al Rosalia da Castro (aeroporto di Santiago) alle 8.46. Proprio sotto l’aeroporto ci sono i bus per il centro di Santiago (prendete qualsiasi numero 6) che in 25-30 minuti vi porta in centro città dal paese di Lavacolla. Biglietto 1 euro, lo fai direttamente sul bus non on-line, QR code e bale varie!! E già mi son sentito a mio agio eh eh. Sono sceso dove mi ha indicato l’autista, per andare in pochi passi alla stazione dei treni e bus (sono insieme) e alle 11.00 partenza per Ferrol (per questo avevo fatto già la prenotazione prima della partenza) con arrivo alle 12.30. Ho incontrato sul bus una coppia di pensionati cremonesi e un altro Peregrino solitario che ho poi ritrovato un paio di volte, non lungo il Cammino ma nelle tappe di arrivo/partenza (a San Lorenzo de Bruma l’incontro più ridicolo, poi vi dirò!!); loro si sono fermati lo stesso giorno a Ferrol per iniziare il loro Camino il giorno successivo, io invece ho deciso di iniziare subito essendo appunto un orario buono per affrontare i primi 10 km circa. Sì, ho fatto le prime tappe “a modo mio” non seguendo le solite soste comuni e devo dire che è andata bene così.
Per cui anziché fare Ferrol-Pontedeume (20 km), Ponte¬deume-Betanzos (20 km), Betanzos-Bruma (30 km), Brum-Seiguero (25 km) e Seiguero-Santiago (15 km) sono partito con cautela per… scaldare il motore, prefissandomi come primo stop la città di Naron, calcolando appunto una distanza di circa 10 km. Devo dire che comunque mi ritengo un modesto camminatore, anche perché quasi tutti i giorni porto fuori Amy piuttosto che Blue (i pitbull di mia figlia Lisa) a sgambare almeno 2-4 km, per cui farne 10 non mi sembrava poi così pesante, e così è stato. Arrivato a Ferrol mi sono messo a cercare il punto di partenza che avevo letto essere nella zona dell’arsenale militare, che è immenso! Insomma, gira, vai, chiedi, cerca anche di fare il primo Sello (il timbro sulla Credenziale) dalla città di partenza appunto: niente da fare, non trovavo né il punto di partenza ufficiale né chi avesse il sello!! In questi casi, prima di andare in confusione, cosa buona è fermarsi e chiedere; i bar non mancano e per di più quello in cui mi sono fermato io aveva anche il timbro! Per cui primo timbro, indicazioni e via! Poi casualmente e per fortuna, ho trovato l’ufficio turistico dove una gentil signora mi ha accompagnato (a 20 mt. di distanza… c’ero quasi arrivato da solo!!) alla partenza. Ma avevo accumulato già un buon numero di passi e km. Ah, ricordatevi comunque di portare un orologio con misuratore di pressione, battiti, passi, ecc., ce ne sono da 10 euro a oltre i 100 euro, io ne avevo uno semplice da 19 euro più un contapassi da applicare ai pants. Utili. Molto utili.
In questi passi supplementari ho fortunatamente insistito con me stesso nel cercare il mitico bastone dei Pere¬grinos, una delle cose consigliate sui libri e, devo dire, anche questo molto utile. Non perché mi sia servito per difendermi da qualcuno o qualcosa, ma perché mi dava sostegno fisico nelle durissime salite e comunque un piccolo senso di sicurezza. Avevo il timore dei cani, questa è una mia fobia che mi porto dalla giovane età, invece nulla, tutto ok, meglio così. Comunque ho fatto bene a darmi da fare a Ferrol, perché, eccezion fatta per Santiago, non ho più avuto modo di trovare market che potevano averlo; e anche a Ferrol, dietro consiglio di un tabaccaio, ho trovato solamente questo market che li aveva. Peregrino avvisato, mezzo salvato!
Da qui in avanti (ah, vi dico di preciso dove si trova il punto di partenza: Plata de Espana, semplice…) si cammina, si cammina e si pensa solo a camminare nulla più, si cercano le Frecce e le Conchiglie (Conche) per seguire il Camino corretto (non preoccupatevi che tanto vi perdete, se no… non è Camino!). E ci si accorge che tutti i dubbi/preoccupazioni che sicuramente ci si può porre prima della partenza (ce la farò, non ce la farò, sarà dura, perderò la strada incontrerò pericoli, e chi più ne ha più ne metta), svaniscono. Perché sarai tu che li risolvi, senza nemmeno accorgertene, avrai talmente la mente libera da tutto e da tutti che tirerai dritto per la tua strada; punto, fine. Dall’inizio, alla fine.

[continua]


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