Opere di

Luciano Monti


LETTERA XLVI

Nel silenzioso ritorno
a questa spiaggia deserta
c’è il rassicurante battito
del mio cuore.
Vorrei morire qui:
ma non ora.
Molto ho ancora da narrare
e un poco ancora da amare.
Così in Me cerco le parole
e in Te le note.

Luciano Monti, «Lettere Ioniche», Alter Ego, Viterbo 2014.


GLI AMANTI IMPURI

AMANTE: Dall’inferno giunte sino a te; attraverso il nero fumo,
come due colombe, si posano
stanche, sulla tua mano, le mie parole.
Ci hanno ingannato, sai?
All’inferno non ci sono fiamme,
né fiumi di lava, né demoni.
La nebbia dell’oblio, tutto avvolge, tutto prende,
freddo abbraccio, spoglia i nomi,
le parole, e ogni nostro passo.
Ci hanno ingannato, sì:
qui non c’è nessuno, stanza vuota,
senza pareti, senza soffitto, una porta, che non si apre.
Ci hanno ingannato perché l’Inferno non è prigione.
non ci sono sbarre da tagliare,
mura da travalicare, evasioni da ordire.
Silenzio perfetto,
buio perfetto:
non senti neppure il battito del cuore.
Qui non conosci chi conosci, non c’è maschera,
non ci sono parole per descrivere quello che vedo,
dentro di me, dentro di te.
Brace sopita che brucia e stride,
– al fuoco! E distese di sangue –.

RIMBAUD: che sono mai, cuor mio, le distese di sangue
e brace, e mille assassini, e lunghe strida
di rabbia, singhiozzi d’ogni inferno a rovesciare
ogni Ordine

AMANTE: Se solo lei potesse scendere,
sì, se solo lei potessi vedere,
forse non mi amerebbe più,
ma potrebbe dire di aver amato
colui che è, che è stato
e sempre sarà l’amante impuro.
Amore imperfetto, perché
facile è chiudere gli occhi
e perdersi nella nebbia all’alba.
Difficile lasciarsi cadere nel vortice della notte
e forte battere il cuore chiamando la sua fine.

RIMBAUD: A morte! Potenza, giustizia, storia, abbasso!
Ci è dovuto. Sangue! Sangue! Fiamma d’oro!

AMANTE: Porta, ti prego, questa fiamma d’oro
al Giudice Supremo e implora che almeno ci lasci
la forza di amare e amando, di sbagliare.

Poesia inedita Primo Premio Concorso Internazionale «Arthur Rimbaud» edizione 2015, sezione a tema.


DA IL LIBROENUMA ELIS, L’ULTIMO ULISSE”

AMORE: Questa notte dove avverto, addormentato,
l’inattesa e imprecisata brezza
del tuo fremito di rosa, che nello sfinimento,
come prato, tutto copre, tutto prende.

CORO: La brezza della Sipra, carezzando i loro corpi,
si porta via lo sfinimento delle donne dopo l’amore,
come fosse l’amante che sussurra
parole tenere di desiderio
(Kālidāsa).

CORO: Vento di stelle e fremito di pianta
densità d’anemoni solleva
in un gemito cupo, un anno intero
(F. García Lorca).

PSICHE: (sussurra) sì, e sono finalmente tua.
Donna prima, per mille e una notte a donarti
un punto del punto.
nell’eterno tuo rimprovero e infinita dolcezza persa
nello sguardo, che mi cerca, e tutta mi trova.

CORO: E oltre noi, nell’Adesso
in cui non siamo veli
vivremo l’Ora
voltati verso Dio
e nel silenzio
comprenderemo tutto
(F. Pessoa).

CORO: Tutto è già scritto, ma nulla è stato letto
finché non sarà scritto ancora, dalla mia vita sulla tua e dalla tua sulla mia
(H. Nordbrandt).

NARRATORE: Ora tutto è stato scritto,
salite in groppa ai cavalli, con un cuore né leggero né grave:
un cuore vano. Essi vi condurranno al vostro amore
(I. Pinkas).

NARRATORE, AMORE, PSICHE: E ancora sarà narrato,
affinché tutto possa essere nell’Ora,
senza nome, compreso.

CORO: Quando Lassù
il cielo non aveva ancora nome
(Enuma Elis, epopea della creazione).

NARRATORE, AMORE, PSICHE: E ancora sarà narrato,
affinché tutto possa essere nell’Ora,
senza nome, compreso

In Luciano Monti, «Faremo bene il male», Alter Ego, Viterbo 2015.



Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Avvenimenti
Novità & Dintorni
i Concorsi
Letterari
Le Antologie
dei Concorsi
Tutti i nostri
Autori
La tua
Homepage
su Club.it