Opere di

Luisa Foddai


Notturno d’Amore

Bramo amore nel sogno
come cane randagio che fruga
nel buio dignitoso della notte
tra rifiuti,
a placare la sua fame.
Cerco respiri vitali
tra ombre e fantasmi,
in innocenti amori senza età,
senza tempo né spazio,
senza oggi né domani.
In amori negati, mai vissuti e cantati
e per questo più grandi del cielo
che in tramonti
che tolgono il fiato
si fondono col mare.
Dolce notte….
ti fai tiepida culla
ventre amoroso che dona rifugio
ad anime nude
e tormentate
che trovan ristoro
nella luce del tuo buio dove nulla stride,
dove per incanto distorte e sublimi
sinfonie del desiderio
trovano vita.
Dove baci e carezze agognate
donano battiti nuovi a dei cuori
che come ali di farfalla
riprendono a
volare
per continuare a
sopravvivere all’aurora
che sorge e tutto
dissolve …
tra gioie e sospiri
che giacciono morenti
nell’attesa di un’altra
magica notte.

Poesia premiata con pergamena di eccellenza premio lett. Inter. Wilde 2009 patroc. O.P.E. Osservatorio Parlamentare Europeo


Sussurri

Ove posi ora i tuoi stanchi piedi
immortale viaggiatore?
Ove risuona l’eco incantatore
della tua instancabile favella?
Ove trova vita il tuo ultimo
sogno fatto Poesia?
Su quale bruna zolla di umida terra
han messo a dimora il tuo seme d’amor senza omega?
Stanchi i pensieri…
coltre di nebbie
ingoiano esiti.
Ti cerco tra luccichi di stelle,
tra un fiero raggio di sole che prepotente e incauto
buca lassù una nuvola nera.
Disegno i tuoi tratti,
carezzo l’evanescenza,
ascolto il dolce lamento del vento
che pare all’anima noto respiro.
Anche la solenne sorgente vede.
e clemente si adegua.
Rallenta il suo scorrere, muta colore
e trasuda gocce vermiglie di fraterni battiti.
E’ questo il trovarti?
E’ questo il riviverti?
M’ abbandono all’incontro!
Non cerco più!
E all’ombra materna di una possente quercia,
mute testa
del divino trasfigurare
affido le mie vinte membra.
Si china e m’accoglie benigna
nel suo verde secolare abbraccio…
e dalle feritoie ormai asciutte degli occhi
due perle salate piombano a terra!

Opera finalista selezionata per antologia premio “il club degli autori 20092010 trofeo Umberto Montefameglio e per il premio letterario “ Ottavio Nipoti Ferrera Erbognone 2009” Montedit Milano


Fiaba

Vidi sospiri giacere morenti
in un letto di chimere perdute.
Vidi baci colare sangue da vergini labbra ferite
naufragare inermi in isole di ghiaccio.
Vidi anime e corpi vissuti di assenza spogliarsi
di seni e belletti a mostrarne il nudo sol cuor,
che volto e nome non ha.
Vidi piedi fedeli camminare instancabili
su strade di spine e cocci taglienti…
e vidi solo sorrisi che su tutto spuntavano!
Ma ne lessi il pianto, ne intuì le dure fatiche,
le doglie e i travagli accanto al loro sbocciare.
Chiamai allora il vecchio coppiere,
raccolsi baci, sospiri e sorrisi.
Rivestì di profumo di donna l’anima intonsa,
curai le ferite e ali d’avorio posi ai suoi piedi.
Di ciò ne riempì cento coppe,
cento angeli le presero in volo
e cento stelle ne bevvero il nettare.
Fu così che per cento e ancora cent’anni
il cielo tutto brillò su un unico lembo
di vita incantato.
Solo luce di baci, sospiri e sorrisi di fiaba vestiti
su una ridente e divina creatura.
Solo amore e passione di bianco marmoreo scolpita
nell’aria olezzante di Venere amica…
e solo eterna Vittoria iridata su un antico mistero
di un fato terreno!


Una notte ancora…

Colano baci di ardore vestiti
su sfatti corpi arresi al vibrante piacere.
Danze ritmate di ventri,
intrecci di arti trasfigurati
in beltade di greche sculture!
Deliziano l’aria di omofoni adagi, presti e prestissimi
tra pieghe di seta sgualcita
che carezzano lembi di corpi
che compongono odi sommesse di sospiri e sussurri.
Affranta veglia la notte che quiete non trova
nel blu nutrito di armoniche note.
Destano cieli e le pigre stelle
che affievolir vorrebbero
il loro splendor per andare a morir
di passione sul vergine letto
del firmamento.
Geme la livida luna corrosa di invidia
che fuori è rimasta
dall’azzurra finestra,
dove per una notte ancora
il Paradiso decide li,
tra gemiti e sussurri
il suo divino
albergare!


Sogno

E di te parlai alla luna
in una notte senza stelle.
L’ acre odor di malinconia
se lo rapì furtivo il vento.
A lei cantai i logori miei versi,
esangui perle che ancor trasudano
da angoli secchi di ferite antiche.
Appiccicata in languida accoglienza
alla finestra della mia notte
di noi le narrai il beffardo fato.
Di me le raccontai del brivido caldo
che ancor brucia sotto le algide coltri di neve
che in mortal tomba addosso gli buttai,
ma che gelar non sa.
Piange la notte il destin rimembrando,
provando ad inseguir l’ultima luce di una stella
migrata a trapuntar cieli più leggeri.
Ma ecco d’improvviso l’incanto!!
M’ accoglie leggiadro di Morfeo l’abbraccio,
dolce e paterno carezza il mio capo, stringe le carni,
lenisce il dolore che quiete non trova.
Due baci a socchiudere gli occhi su un cuscino di bianchi mughetti.
È il Sogno!!
Nulla Ferisce!!
Nulla Divide !!
Solo l’eco nell’aria notturna di un canto vibrato all’unisono
su un buio squarciato da un arcobaleno che unisce due lembi
di cieli diversi.
E nel vicolo cieco di un tortuoso sentiero una strada si apre…
due mani si incontrano!
Preludio di Rosso!!
Trionfo d’Amore!!!

Poesia selezionata per pubblicazione su antologia del premio “Marguerite Yourcenar 2010”


Silenziosa Ode

Non ti amerò nella misera
tragedia della mortale carne,
arsa viva dalle lusinghe fedifraghe
delle lingue di fuoco che battono il tempo
come lance roventi.
Scarnificanti Erinni.
Furie infernali travestite
di voluttuoso languore !
Implacabile Nemesi sconosciuta
a oblio e perdono.
Ti amerò come il gratuito ed eterno
luccichio delle stelle
a vegliare instancabile
il sonno del mondo cullato dall’innocente
incanto dei sogni.
Sanguinanti prede tra gli artigli famelici
del tempo reale che a brandelli
vorrebbe ridurre.
Come l’onda del mare che furtiva rapisce
l’istante di un bacio alla polvere d’oro rendendola solerte
al calpestio dell’umano piede.
Ti amerò come il testardo raggio di un sole
che buca la sosta cenerea di una nuvola gonfia
sul tuo chino capo a rendergli l’atavica luce.
Con la casta passione carminea dei papaveri folli d’amore
dati in sposi ai biondi campi di ispide trecce.
Come le lacrime mattutine del cielo che silenti si posano
sul bocciolo di rosa nella speme vana di fermare
la falce del tempo… contrappasso di tanto fulgore!
E ti amerò come il crepuscolo della sera e l’insensato buio
della notte, muti spettatori di gaiezze terrene a loro negate,
accettano di esistere solo per spegnere i fari sul giorno,
calando i sipari di vermigli velluti sui teatri della vita
per fare all’universo il perpetuo atto d’amore:
partorire dalla costola incrinata del Tempo i vergini vagiti
dell’ Aurora ad ogni dì.
Sussulti rosati di Lazzari respiri!
Così ti amerò!
Così non mi amerai!


La sposa del vento

Se ne andava rapita nell’aria,
nastri e mughetti ad ornare carminie sue chiome.
Nulla sapea dell’umana letizia,
il Vento suo Sposo cingeva i suoi fianchi,
granelli di sabbia dorata planati
su gote rosate …le sue carezze!
Rugiada di mare ai suoi piedi
a mettere ali a passi pesanti.
Raggi roventi posati su schiusi
boccioli di labbra…i suoi baci !
Brividi lunghi sull’orfana schiena…i suoi abbracci!
Nell’incanto del Sole ormai pago
che corre a morir nel letto quieto del mare…
il perpetuo suo atto d’amore!
Nell’eco siffatto silenzio il vibrar di parole…
dolci promesse, eterni i sogni, di sabbia i castelli… loro dimora!
Nel memore azzurro degli ambrati suoi specchi,
riverberi trattano di regal principessa,
ferma il suo istante di sovrana bellezza un gabbiano.
China il suo volo, accoglie sull’ali la Sposa del Vento,
veleggia su mari, cime e vallate.
Danze e banchetti nei cieli, miriadi di luci di stelle
come piccole dame incorniciano il sogno.
Viaggio iridato, né tempi né spazi,
né giorni né notti, né risa né pianti!
Dono sublime a candide nozze!
Solo battiti d’ali su freddi tepori, luci di stelle
a stringere abbracci
e malizia di Luna a fondere cuori.
Se ne andava nell’Aria la Sposa del Vento,
lunghi i capelli, bianca la veste
felpati i suoi passi incontro al suo Sogno.
Se ne andava sicura, fiera e leggiadra
in Sposa a una Luce…
sazia e felice dei baci mai dati.


Stille di cielo

a Francesco e Mattia

Gocce d’azzurro cadute sul mio libro di vita.
Fulgido inchiostro soave al quale l’anima vinta
da gioia divina ad esso si inchina, levando lo
sguardo lassù in un’ode infinita.

Di mirar i loro occhi mi appago, tornandomi incontro
l’immacolato incanto delle fresche brezze visioni dei miei
......e scrivo nuovi sogni!

Seguo i loro passi con il verde impaziente scalpitio degli anni.
Ricalco orme a ritroso di un silvestre sentiero di speme
......e disegno nuovi mondi!

Respiro i loro aliti nuovi cancellando il dolo vecchio dei miei.
L’aria si rifà di dolce primavera
......e le liete ali di una farfalla si posano sulla penna!

Mi riposo nelle loro palpebre chiuse al buio della notte.
Assorbo quella mite quiete che torna ad essere mia.
Gioco ad intuire il giro felice della giostra iridata dei loro sogni
......e un’arco di arcobaleno incornicia l’intonsa pagina!

Ascolto il vermiglio battito del loro vergine cuore aprirsi
agli albori dell’Amore. Leggiadre ali riacciuffano il mio
e gli rinsegnano a volare.
Una goccia di rosso scarlatto dall’alto piomba quaggiù
sul candido foglio a porne l’eterno sigillo
.....e un vago pensiero rimembra alla stilo dell’anima
la vacuità della parola fine su questo Sacro Libro!

Poesia selezionata per pubblicazione su antologia del premio “I poeti dell’Adda 2009” Montedit Milano


Volo spezzato

Chi ha mai detto che gli Angeli
aleggino solo in celesti dimore?
Qui sulla Terra io ho incontrato il mio

Non aveva ali, ma volava alto. Troppo alto!!
Là dove nemmeno alcun nibbio potrà mai arrivare

Non aveva veste aurea e impalpabile
ma si copriva di utopici sogni, trasparenti ideali,
limpide speranze, temute rinnegate
offese!

Occhi ciechi
orecchie sorde
menti e cuori affetti dall’antico male
non hanno visto
non hanno udito!

Deboli braccia ferite
non l’hanno saputo tener stretto
e piangenti han sciolto l’abbraccio
lasciandolo volar via…

Un cielo orfano stillerà
infinite lacrime di rugiada
Un sole offeso negherà il suo calore

Una Terra sterile e avara
partorirà fiori neri, inodorosi
frutti eternamenti acerbi

L’amaro profumo
dalla sconfitta
ci inonderà
e Tu…
mia eterna compagna
sarai …
struggente
nostalgia !

Opera pubblicata su antologia “Premio letterario internazionale Naviglio Martesana 2008” e su antologia premio letterario “Francesco Moro Sartirana Lomellina 2009” Montedit Milano


Domani

Col labbro ebbro d’amore
canterò le tue grazie.
Con dita consunte e tremanti
sfoglierò i tuoi giorni senza
chiedermi nulla.

Nella notte ammanetterò desideri
e scioglierò sogni.
Appesa a un raggio di sole arriverà
la tua voce lontana
e ad udirti starò.

Seduta sui ritagli
del tempo
della vita che ti fa
riscorrerò fotogrammi
sciorinando ricordi.

Di ataviche immagini gonfierò
le stordite pupille
che ebbre d’amore
allungheranno baci
su noti sentieri esplorati.

Domani sarai mio!
Ebbro d’amore, tra ansimanti respiri
in altrui sete… sarai mio!
In quel desueto domani già stato…
caduto nell’oblio!


Inno all’Incompiuto Amor

Incanterai le Stelle
delizierai la Luna
danzerai per il Sole!
La tua Gioia pulsante
sarà l’abito dell’Universo!
Il tuo sordo lamento
sarà raccolto dal vento
e consolato dal Cielo.
Per ogni tua lacrima
la Luna si oscurerà,
ma il Sole carezzerà il suo volto
asciugandone l’umida speme svanita,
rendendole limpido chiaror.
Nulla si perderà!!!
Ogni petalo sfiorito caduto
dalla corolla della tua vita
vagherà nel vento
profumandolo e inebriandolo
Ogni frutto calpestato
del giardino dei tuoi sogni
nutrirà le anime saziate del nulla.
Il tuo seme d’amore incompiuto
germoglierà fin su in alto,
fino a toccare le vergini nuvole
e gli intonsi cuori
di chi non l’ ha mai avuto
….e ogni bacio mai dato
farà vibrare le carni e gli spiriti
di chi ha scaldato le fredde e oscure
notti del suo solo umido tepore raccolto lì...
in un letto di ambra preziosa e sublimi narcisi,
compagni fedeli, ombre sicure, profumi soavi
venuti come impalpabili Angeli ad adornare
i giardini dei castelli di ogni anima sola.

Poesia selezionata per pubblicazione su antologia del premio letterario “Città di Monza 2009” Montedit Milano


Preghiera

Grida bramose di aneliti di speranza
echeggiano li…
dove il mio pensiero muore.
Tu cupa notte ti fai scrigno dorato
di antichi miei sogni
note stonate in musiche e danze
che graffiano l’anima.
Tu cielo che tutto vedi urla al vento
che il nulla non si nutra di noi
divorando come lingue di fuoco
le nostre essenze.
Tu mare con moto perpetuo
delle tue dolci onde veleggia
e trasporta l’eco dei miei pensieri
là…
dove l’oblio non è più
e fatti memoria di ciò...
e tu terra
ricorda all’uomo il nulla
che un giorno sarà
e che bende orlate di vani e
utopici sogni gli fanno scordare
l’umana follia di
onnipotenza.

Poesia pubblicata su antologia premio letterario “Il Federiciano 2009” Aletti Editore Roma


Canto d’Amore

L’ Amore solcherà la valle
della tua Anima
come l’aratro travestito
da tenero amante scava la sua Terra.
Il suo seme
feconderà la tua Luce
rendendola immortale.
Per ogni tuo alito un astro si accenderà;

per ogni tuo battito
Sole e Luna danzeranno nel vento.
I suoi respiri saran
brezza leggera
che librano ali nell’azzurro più intenso.
Le carezze, luce di fuoco
che scaldano la notte del cuore
che smarrisce la rotta.
Ogni parola, nota estasiante
di cetra divina nell’aria soave
di viole di marzo.
Il suo sorriso, caldo giaciglio
ove adagiare
le stanche membra della sera.
Porto sicuro…
faro di luce
per navi in tempesta…
…E ti sia
il suo dolce pianto
calice d’acqua in brucianti deserti.
Perle di rugiada
dell’eterna
tua primavera,
affinché nessun inverno
cada mai a gelare
il giardino delle tue labbra.

Poesia pubblicata su antologia premio letterario “Ferrera Erbognone 2008” Montedit Milano


Ode alla vita

…A Pier Paolo

Non conoscerà buio la tua parola
nel grembo delle menti
di chi non teme e osa ascoltare

Ritroverà fiato,quello ultimo e doloroso
che aprì solchi profondi
in quelle valli parenti ove si spense il Sole

Ritroveranno vita quegli aliti
rubati dall’ombra nera,
che in illusoria realtà sfidò la vita
credendo di vincerla,
innalzando nell’aria mortale la vittoriosa Signora

Risuonerà alta dal fondo della terra
uccidendo il silenzio della superbia
che domina nei neri volti nascosti alla luce

Rifiorirà la tua parola
dono Celeste e supremo
scavalcando confini, argini,
prosciugando oceani, abbattendo barriere

Instillando germi di limpido chiaror in anime in cui
il tempo terreno,
i minuti e le ore smettono di essere e di contare
partorendo
preziosi sogni e ideali per cui vivere, morire…
e riuscire
a rinascere!


Gatti in amore

Sul calare della sera quando tutto sembra acquietarsi
due dolci e agili figure sgattaiolano furtive
catturando il mio sguardo.
Reclamano amore…!
Tra inediti e suggestivi miagolii
eseguono concerti di istinto e passione
senza maestri
né regole, né remore.
Accovacciati
all’ombra squallida
di un mostro di cemento
paghi e grati del loro
tepore e fiato caldo, senza null’altro chiedere
rinnovano l’eterna magia, trasformando
la nuda terra in morbida seta frusciante.
Dal basso di una cattedra umida e maleodorante
impartiscono al mondo un’ultima lezione,
sotto una complice
luna argentea che presta la sua
luce per mostrare all’uomo,
che ancora indugia nel capire,
sotto quale sembianze
si cela il vero volto
della bestia…


Taumaturgiche Luci

Spiragli di albe rosate
filtrano generose e clementi
abbattendo pesanti portali di bronzo
a difesa di anime in dolo.
Schiaffi di luce,
frustate sananti
arrivate a dissolvere
fumi di ceneri mortali
che dominano la notte.
Fuoco sacro
che rende per umana pietà
scroscii di limpide acque
a terre bruciate
seminate di insopportabili croci.
Terre arse da croste di sale
nate da inarrestabili
fiumi di pianto



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