Opere di

Maria Pia Renzi


DEDICA: alle nipoti MIA E CHLOE

Ballate sempre, cantate,
anche senza musica.
Scoprite, sognate , imparate, con perseveranza, senza arroganza,
non vi curate del giudizio degl’altri,
non vi preoccupate di ciò che vola via,
dei paesaggi che cambiano,
dei dolori, delle delusioni che verranno.
Sperate sempre nei sogni,
abbiate la costanza e la pazienza di inseguirli,
ma cercate anche la capacità di accettare le cose anche quando non sono come le vorreste.
Evitate ciò che è comodo,
nulla esiste senza fatica,
le scorciatoie non hanno traguardo,
accedete alle strade difficili senza temere grovigli.
Non contate le lacrime innaffiano l’anima,
guardate in profondità,
imparate a vedere le cose dove gl’altri non guardano,
oltre il progresso, la tecnologia,
ricordatevi di annusare un fiore,
portate la purezza del suo profumo nel vostro cuore.
Non camminate accanto alla vita,
buttatevi dentro con tutta l’anima,
aggrapparvi a ogni sorriso, anche se è quello di un clown.
La felicità è solo dentro di voi,
la troverete quando scoprirete grandi le piccole cose,
granelli di polvere oggi, diamanti domani.


È RIMASTO

È rimasto il profumo di ginestra a presidiare sulle colline,
tutto quello che sapeva di sudore
ha lasciato posto all’assedio dei rovi.

È rimasto il profumo di fresco all’ombra delle querce,
le storie di albe e tramonti,
mi accarezzano gli occhi.

È rimasto il sorriso dei papaveri,
emarginati in piccoli spazi in fondo la collina.

È rimasto il mio respiro,
scortica il silenzio,
sveglia altri tempi.


FOTOGRAMMI PREZIOSI

Tutto s’apriva al cielo della mia infanzia.

Vi era intesa con il sole
quando bussava alle corolle dei papaveri.

Un abbraccio nudo di terra e di tempo,
Indossavo vestiti di ginestra,
culla leggera l’onda delle spighe.

Porto dentro tutto,
anche ortiche e spine.

Quel tutto ora s’apre in fotogrammi preziosi, sigilli in cui si specchia la vita.

La strada verso l’ignoto è in salita,
l’età non concede tregua,
una folata di vento, si increspa l’onda e in un attimo tutto può cambiare.

L’ombra allunga quando si fa sera,
ma da sola non basta a sbiadire i colori,
pulsa ancora forte il cuore, quando preziosi fotogrammi parlano ancora d’amore.


L’AMORE DELLE MAMME

Prima di nascere già ti sussurrano parole d’amore,
dal primo vagito ti tendono le loro braccia,
donandoti sicurezza,
incoraggiano i tuoi passi,
accompagnano il tuo cammino.

Mamme sempre uniche, straordinarie.

Sanno dire le cose e le raccontano come fossero favole.

Conoscono le risposte a tutte le domande.

Con il tempo assorbi la loro forza
E impari a guardarle anche con tenerezza,
le scopri fragili,
ma emanano profumo d’amore anche a cent’anni.

Quando se ne vanno
Non si può non piangere,
in un intreccio misterioso ti lasciano una parte di loro,
che sempre ti resterà accanto.


L’URLO DEL NULLA

Non è raro in questa vita
Sentirsi soli incapaci.

Spenti, imprigionati a schermi accesi che raccontano storie terribili,
storie parallele alla realtà,
fatte di eroi immortali,
leggende di grandezza e prepotenza,
giochi violenti senza ferite,
giri contrari al sole.

Con quattro tasti ben stretti tra le mani,
non fermiamo lo scempio,
ne lo scorrere, che si nutre di noi.

Chiusi in ampolle ben curate,
perfettamente incorniciati,
agganciati a sostegni di speranza,,
attendiamo mesti,
quel filo tremulo di amore che ci liberi dall’urlo mortale del nulla.


Lasciatemi i miei sbagli,
la fragilità,
la nostalgia,
lasciatemi il dolore.

Io sono spugna intrisa di emozioni.

So che nessun punto fermerà il tempo,
lasciatemi almeno una virgola,
giusto lo spazio di lanciare il dado e sperare nella sorte.

Lasciatemi libera,
l’amore a volte a lacci invisibili agli occhi,
mani vellutate di egoismo.

Lasciatemi questo silenzio,
mi parla, mi spaventa, ma sempre mi accompagna.

Lasciate di me una piccola impronta nel vostro cuore,
quel tanto che basti a ricordarmi che non sono stata sola.

Poi lasciatemi libera.
Sarò linfa e ombra di queste colline,
sarò brezza che sale la sera quando il sole s’inclina.


MOSAICO PERFETTO

Il tempo si dipinge sulle pieghe del viso,
sono baci o graffi della vita.

Ti guardo, mi guardo,
Intanto un’altra giornata è trascorsa.

Mi nutro de nostro camminare.

Vorrei trattenere quel pezzetto di mondo che ci sa amare.

Mai stanca di albe ti vedo andare, mi vedo andare,
con il cuore sempre elastico alle emozioni,
vorrei ripararmi dalle intemperie.

Non costudire le ombre dove io non posso arrivare,
sarò appiglio per le tue angosce,
il dolore rinchiuso rimbomba lascalo andare ….ciò che va si dissolve.

Resta al mio fianco,
vedrai il mio sorriso, anche il mio pianto,
se perdo il passo ,torna in dietro, lo farò anche io per te.

Impolverati di storia cammineremo insieme,
in questo tempo prodigo di paure componiamo il nostro mosaico,
vedrai sarà perfetto.


PRIMAVERA 2020
IN GABBIA ALL’OMBRA DEI BALCONI

Lo sguardo viaggia,
noi sostiamo all’ombra dei balconi.

Sui giardini vuoti
son sbocciati prepotenti i fiori.

La primavera racconta armonie nel suo rinverdire,
così ostinata da non sentire il dolore del mondo.

Mi offro a tanto orizzonte,
trattengo il respiro e mi pento per ogni uomo sazio di niente.

Posa, primavera i tuoi colori:
sul ciglio di ogni anima,
sul respiro acre della tristezza,
sulla lotta di ogni respiro.

Il mondo ci sta aspettando,
spazza il silenzio che piange sulle piazze,
sulle strade,
sui morenti in ospedale.

Noi in gabbia all’ombra dei balconi,
attendiamo che germoglino luci di sciolti orizzonti.


QUALCOSA QUALCUNO

Qualcosa, qualcuno a voluto rallentare il nostro vivere,.

La sento pesante ora, la legge dell’universo.

Forse ce lo siamo meritati un castigo tra pareti di pietra,
senza contatti, senza abbracci ne strette di mani.

Per ogni ora lasciata andare nella fretta di farla fruttare,
per ogni veleno gettato nel mondo,
questo silenzio indigesto innalza le sue colonne.

Qualcosa, qualcuno ha voluto fermare i nostri sensi distratti,
richiama ogni gesto al tempo che attende,
nell’ora ritrovata,
l’ascolto di chi veglia percepisce il respiro di chi in un reparto si arrende.

C è un richiamo che ora conosciamo,
siamo troppi per vivere distanti,
a un metro ma uniti, con l orgoglio ritrovato,
non si mettono piombi ai sorrisi.

Qualcosa, qualcuno ha voluto insegnarci il valore di un abbraccio.


RINASCERO, RINASCEREMO

Il respiro dentro questo tempo
È più duro del catrame.

Sono le pupille aperte di notte a portarci dentro un abisso silenzioso,
un dolore che si impiglia dentro i cuori.

Attendiamo per dare un riverbero di vita alla chiusura.

Silenzi spalancati e pensieri;
quante cose vorremmo fare
quante cose temiamo di non poter più fare,
vorremmo strappare al tempo
le catene di questa storia terribile,
per risorgere freschi e nuovi.

Letti di chiodi nell’anima saturati a stento.

Rinascerò, rinasceremo quando tornerà il sole a vestirci di luce,
allora saranno mille scintille ogni stretta di mani a farci tornare a volare,
come farfalle bagnate che nel fango riescono a riaprire le ali.


SCRIVO, CANCELLO

Scrivo cancello
scrivo cancello e poi da capo.

Ci deve essere un punto
un punto dove tutto finisce e poi
ricomincia una nuova frase
“come in un racconto”
magari una virgola
tra una riga e l’altra
per fare una pausa.

Tracce ingarbugliate d’inchiostro avanzano,
cornice perfetta il bianco del foglio
in fondo il quaderno si fa porto
tutta una vita.


SERA DI GIUGNO

In questo Giugno gentile di sole,
scende compatta l’ ombra della sera,
sul verde intorno e sul grande noce che attende.

Già ubriaco,
il pensiero distratto dall’oro delle ginestre,
vola in alto,
freme nell’umido alito che precede la sera.

Vorrei vestirmi di questa pace,
allargare le braccia e Imparare a vivere di questa armonia.


SORPRENDENTE E’ LA VITA

Sorprendente è la vita
quanto mi incontra,
tale di dolore, di scommesse perdute…
m’accorgo d’aver paura del passato
che avanza.

Distinguo il suo respiro
prima caldo…poi freddo.

M’inghiotte il senso di vuoto
ma in ogni gioia in ogni dolore trovo forza.

Mi specchio, m’accosto
sorprendente è la vita
“quando sorrido”


SERA DI GIUGNO

In questo Giugno gentile di sole,
scende compatta l’ ombra della sera,
sul verde intorno e sul grande noce che attende.

Già ubriaco,
il pensiero distratto dall’oro delle ginestre,
vola in alto,
freme nell’umido alito che precede la sera.

Vorrei vestirmi di questa pace,
allargare le braccia e Imparare a vivere di questa armonia.


SORPRENDENTE E’ LA VITA

Sorprendente è la vita
quanto mi incontra,
tale di dolore, di scommesse perdute…
m’accorgo d’aver paura del passato
che avanza.

Distinguo il suo respiro
prima caldo…poi freddo.

M’inghiotte il senso di vuoto
ma in ogni gioia in ogni dolore trovo forza.

Mi specchio, m’accosto
sorprendente è la vita
“quando sorrido”
mi incontra.


STAGIONI IN BRACCIO ALLA SERA

Affacciata alla finestra della vita,
mi intingo di silenzi.

Tra spifferi d’aria ascolto un leggero sussurro,
è la voce del tempo che passa e racconta:
di quando la primavera profumava il vento,
dello scintillio dell’oro nel grano,
di foglie morte e alberi spogli,
di quando fiocchi bianchi tingevano il mondo.

Stagioni che sento vibrare
Mentre resto a guardare dalla finestra
La vita in braccio alla sera.


TUTTO E’ RIMASTO LA’ AD ASPETTARE

Tutto è rimasto là ad aspettare:
gli oggetti, le cose a me care,
i profumi ancor caldi mi vengono a cercare,
i sentieri nascosti tra i rovi
e quei pascoli ricoperti di sassi,
su tutti i miei piccoli passi…

Quel vento con mano leggera,
sale tra echi di valli,
adagia sui giorni d’orati…emozioni…

Tutto è rimasto là ad aspettare,
gli occhi di mio padre
scrutano negli spazi profondi, gridano pace,
le sue labbra asciugano lacrime…
baciandole.

S’odano antichi sussurri
petali d’acqua sorgiva che innaffia la terra…
terra che ci nutre e si nutre di noi.

Sanguina ogni aurora,
l’anima si ribella…
assaggio il mio vivere
in un piccolo istante, in un sorriso,
sullo sfondo
tutto è là ad aspettare.


UN BATTITO DI CIGLIA

Erano gli anni del primo rossetto
del rimmel spennellato appena,
negli occhi che brillavano di incanti.

Erano tempi di battaglie
per le uscite serali
respiri ribelli e sorrisi
ogni nuova conquista.

La prima sigaretta accesa davanti il camino,
di fronte mio padre,
mi inghiottiva le tasse di quel fumo
ma mi rendeva grande il gesto spavaldo.

Erano anni buoni per piantare il seme delle favole
in giardini che si ingemmavano a nuovo sole.

Giocavo strappando gioia al duro vivere,
piantando profonde radici
nell’arida terra.

Di tanti colori ho dipinto l’anima,
la memoria mi rimanda pensieri sottili e delicati
accarezzandoli con il cuore
quante volte son tornati.

La vita, in silenzio ci osserva
ci lega attimi di luce…
preziosa luce… l’occhio che vede dentro il passato.
L’occhio che intuisce quando è tempo di guardare avanti
“tutto il resto in un battito di ciglia”.


UN PAPAVERO ROSSO

Crepitano nell’ombra di un foglio
le parole scritte tanto tempo fa
per un papavero rosso.

Con lo sguardo segno ogni curva dell’inchiostro,
le parole trasudano lente dal cuore.

Son parole delicate che abbracciano
i sogni di bambina
come fili sottili mi legano a cose preziose
son richiami dove corrono i pensieri
dove attingo ancora quel colore rosso fuoco,
un colore che scalda,
parole riarse di vita e ricordi
rinchiusi in una piccola poesia
per un papavero rosso.


UNA DONNA

Donna che stringe nel petto un singhiozzo
e spalma sul viso la vertigine di mille sorrisi.

Donna che sguscia fuori dall’impeto della corrente,
effimero fiore con il gambo invischiato nella melma.

Donna che balla con i tacchi a spillo sul letto…fa pazzie.

Donna che apre le sue braccia di moglie,
di madre,
che porge le carezze di tante parole.

Donna che germoglia di tante certezze,
poi si fa polvere tra mille debolezze.

Donna spina appuntita
che porta sul cuore un’onda morbida
come la seta.

La sua voce grida passo a passo una storia,
voce che racconta di una donna.



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