Vieni anche tu nel mondo delle favole

di

Maria Raimondi


Maria Raimondi - Vieni anche tu nel mondo delle favole
Collana "Le Gemme" I libri per l'infanzia
15x21 - pp. 32 - Euro 7,00
ISBN 978-88-6037-7272

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…Non dimenticare di guardare il cielo per trovare la tua stella, guarda bene, a volte ti sembrerà di non vederla ma ti assicuro che c’è, è lì per te e tu sei speciale


Dedicato ai miei figli


Introduzione

Cari bambini prima di leggere queste fiabe vorrei raccontarvi che:
Un re dell’antica Grecia aveva ricevuto in dono un libro d’oro. Egli non aveva nulla da scriverci perciò le sue pagine rimasero bianche, non scritte, per anni e anni.
Alla fine della sua vita il libro fu sepolto insieme ai suoi tesori.
Tanti anni fa, non importa esattamente quanti, un archeologo tra i resti dell’antico palazzo di quel re, trovò il libro d’oro e la sua penna d’oro e li regalò a sua figlia Ermione. La bambina amava sognare e amava le favole così cominciò a scrivere solo poche parole ma la penna magica con quelle parole scriveva intere favole da sola e mentre scriveva le favole, Ermione, pensava, “le voglio far leggere a tutti i bambini del mondo”. Così ne scrisse davvero tante ed espresse il desiderio che le favole vivessero per sempre nei sogni dei bambini.
Per ogni favola che veniva scritta nasceva una stella in più in cielo e allora nacque la via delle stelle dove camminano tutti i personaggi delle favole.
Quando le pagine del libro furono tutte scritte, magicamente ne apparvero delle altre bianche e una notte, mentre Ermione dormiva, il vento aprì la finestrella della sua stanza, soffiò sulle tende e il libro volò tra le stelle che regalarono i sogni ai bambini. Un giorno il libro tornerà sulla terra e qualche bimbo lo troverà e scriverà le favole più belle del mondo.
Non dimenticare di guardare il cielo per trovare la tua stella, guarda bene, a volte ti sembrerà di non vederla ma ti assicuro che c’è, è lì per te e tu sei speciale.


Vieni anche tu nel mondo delle favole


il fiore dell’immortalità

In un reame in un tempo molto lontano viveva un re che aveva due figli un maschio e una femmina. Un giorno giunse nel suo regno un mercante che veniva da molto lontano, però in realtà era un mago. Il re lo ospitò nel suo palazzo per farsi mostrare i tessuti più belli. Mentre mostrava le sue stoffe il mercante tirò fuori da un sacchetto tanti fili d’oro e raccontò al re che esiste una terra lontana al di là dei confini del suo regno dove crescono alberi che danno fili d’oro e se si sente il profumo e si mangia il nettare dei fiori che crescono in quei campi si vive per sempre.
Incuriosito il re chiese al mercante di dirgli dove si trovasse questa terra. Il mercante rispose:
«Se tu mi dai tua figlia in sposa io ti dirò dove si trova questa terra.»
Il re si infuriò e disse:
«Mia figlia non la darò in sposa ad un mercante.»
E lui all’improvviso sparì e il re non ebbe più tempo di chiedergli altro. Allora il re chiamò i suoi figli e tutti gli uomini di corte e raccontò quello che aveva ascoltato dal mercante e chiese:
«Non saprà qualcuno di voi se esiste davvero questa terra?»
Risposero al re gli uomini di corte:
«Maestà, vedere non abbiamo visto né sentito parlare di nessuna terra dove crescono alberi che danno fili d’oro, né sappiamo se esiste davvero un fiore che fa vivere per sempre.»
Allora il figlio rispose:
«Padre posso andare io a cercare questa terra di cui parli e raccogliere per te il fiore dell’immortalità?»
Il padre diede la sua benedizione e il principe Roan prese un esercito di cavalieri e partì alla ricerca di quel posto incantato.
Cammina cammina, attraversarono valli, colline, montagne, con la pioggia e con il sole e a chiunque chiedevano nessuno conosceva quel luogo.
Un giorno giunsero in una terra bellissima che con la luce del sole abbagliava ogni cosa. Loro rimasero incantati da tanta luce e splendore che quegli alberi mandavano.
Ancora di più rimasero senza parole quando in mezzo a tanta luce videro una casetta, intorno c’era un giardino bellissimo con tanti fiori e in mezzo a quei fiori vi era seduta una fanciulla candida e bella come i fiori che la circondavano.
Il principe per un attimo la contemplò come se fosse una creatura caduta dal cielo, vide la gioia radiosa del suo volto, vide i fiori lambire come onde azzurre il suo vestito, in quell’istante il tempo e il luogo svanivano in un fremito divino, sapevano già che si amavano però il tempo conosceva il loro destino. Il principe domandò:
«Dove mi trovo bella fanciulla? Chi sei? Sei forse un sogno che avrà fine?»
Lei rispose:
«Questa è la terra della felicità, chi passa di qui vive per sempre.»
Lui chiese:
«Da quanto tempo vivi qui?»
Lei rispose:
«Il tempo non lo conosco: che cos’è? Dimmi che cos’è?»
Lui rispose:
«Il tempo è ciò che invecchia ogni cosa.»
Poi la fanciulla li invitò a mangiare e riposarsi un po’. I cavalieri stanchi, mangiarono quei frutti senza sapere che erano magici e si trasformarono in aquile e volarono via sulle montagne.
Passò del tempo e il re non vedendolo tornare chiamò sua figlia e disse: «Figlia mia prendi un esercito di cavalieri e va alla ricerca di tuo fratello.»
«Padre parto ma porto con me solo il mio coraggio.»
Il re diede la sua benedizione e la principessa Leonina partì. Cammina cammina giunse in una terra deserta e poi attraversò le paludi e ancora più avanti arrivò nelle pianure, finché trovò un bosco folto, e lì incontrò un vecchio coperto da un mantello, chino per terra.
La principessa si fermò, scese da cavallo e aiutò il vecchio a rialzarsi, gli offrì un po’ d’acqua e da mangiare e gli chiese se voleva essere accompagnato a casa.
Rispose il vecchio:
«Io non ce l’ho una casa vivo in mezzo a queste campagne e dove trovo un rifugio dormo. E tu che cosa cerchi da queste parti bella fanciulla?»
La principessa gli raccontò della scomparsa del fratello, della terra incantata che il fratello stava cercando e che ora lei non sapeva dove cercare.
«Io posso aiutarti conosco quel luogo non è molto lontano da qui. Ti dico che prima di arrivare nella terra dei fiori dovrai passare per la terra dei fili d’oro, quando sarai quasi arrivata vedrai una montagna e sentirai le voci delle aquile nel nero chiarore lunare sulla vetta di un solitario pinnacolo di roccia. Tu non avere paura continua ad andare avanti anche se loro ti seguiranno. In mezzo ai campi ai piedi di questa montagna vive una fanciulla, ti offrirà da mangiare e se tu mangerai ti trasformerai in un’aquila come è successo a tuo fratello e ai suoi cavalieri. Ella ha paura dell’acqua, prendi questa boccetta che ti do, versala sui suoi vestiti e spezzerai l’incantesimo poi prosegui ancora attraverso un bosco e infine giungerai alla terra dei fiori.»
La principessa ringraziò il vecchio e proseguì. Cammina cammina arrivò in una terra, incominciò a vedere le aquile che le giravano intorno e allora capì che era la terra dei fili d’oro come le aveva detto il vecchio.
Così camminò ancora e in mezzo ai campi incontrò la fanciulla. Ella le chiese:
«Dove vai tutta sola?»
La principessa rispose:
«Cerco mio fratello che non è più tornato.»
«Resta con me a mangiare e riposati, domani riprenderai il tuo cammino.»
Leonina accettò e ringraziò.
Quando si sedettero a tavola per mangiare la principessa all’improvviso le gettò l’acqua addosso, come per incanto si spezzò l’incantesimo e le aquile tornarono ad essere uomini e Leonina felice riabbracciò suo fratello.
Roan non voleva lasciare lì quella fanciulla perché decise che l’avrebbe sposata, ma lei disse:
«Io non posso venire con voi se prima non libero mio fratello, anche lui vittima di un sortilegio. Solo una principessa coraggiosa può liberarlo ma dovrà superare tre prove prima di arrivare a lui.»
«Andrò io» disse la principessa.
Intanto il principe ordinò ai cavalieri di ritornare nel suo regno e di dire al padre che i suoi figli stavano per tornare.
«Dimmi quali sono le prove che devo affrontare» disse la principessa alla fanciulla.
«Dovrai entrare in una grotta oscura, appena entri devi stare attenta, troverai una ragazza bellissima che ti dirà di pettinare i suoi biondi capelli, tu invece di pettinarla pungile con il pettine la testa e lei si brucerà urlando. Se non lo farai ti trasformerai in una statua di pietra. Poi vai più avanti, troverai l’entrata di un’altra caverna, là troverai una vecchia che sta lavando i panni con il sapone in una vasca d’acqua. Lei farà finta di farlo cadere e ti chiederà di raccoglierlo, tu non farlo, non toccarlo, altrimenti rimarrai pietrificata. Più avanti troverai la terza entrata di un’altra caverna, lì dovrai affrontare la prova più difficile: vedrai due statue di mio fratello uguali, dovrai toccarle con il fiore dell’immortalità, si sveglieranno entrambe però una di loro diventerà un’aquila e cercherà di accecarti. Dovrai riuscire subito a baciare mio fratello così il maleficio scomparirà.»
La principessa cominciò ad entrare nella grotta e tutto si avverò, come le era stato detto. Quando fu nell’ultima caverna rimase per qualche istante affascinata dalla bellezza del giovane ma riuscì nel suo intento così il giovane fu libero, la guardò negli occhi e si innamorò di lei.
I principi assaggiarono il nettare del fiore dell’immortalità poi ne raccolsero un sacchetto, salirono in groppa ai loro cavalli e lasciarono quella splendida valle per sempre dando un addio ai fiori odorosi e agli alberi pieni di luce.
La principessa accarezzando i fiori disse:
«Non tocco i petali dei fiori perché mi dicono di soffrire. Quanto è grande questa terra e quanto gli uomini poco sanno di essa. Oggi mia cara farfalla mi tocca un impalpabile desiderio di volare come una foglia che nasce, cresce e si perde nel vento.
Il vento che sempre più maestoso rimpianti non si dona adesso quasi si vergogna di disturbare la quiete di quel luogo.»
Lasciarono quel posto con tanto rimpianto, il giovane e la sua promessa sposa, il principe Roan e la sua fanciulla e proseguirono per la strada.
Appena giunsero al reame tutti li accolsero festeggiando. Il figlio regalò al padre il fiore che gli aveva promesso, dopo che il re lo ebbe annusato il fiore svanì e anche lui ebbe il dono dell’immortalità. Ci furono le nozze più belle del regno e vissero per sempre felici e contenti, ed è per questo che i principi e le principesse delle fiabe vivono per sempre.

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