Navigando Silenzi

di

Mario De Rosa


Mario De Rosa - Navigando Silenzi
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Poesia
12x17 - pp. 94 - Euro 8,50
ISBN 978-88-6587-1560

eBook: pp. 26 - Euro 4.49 -  ISBN 9788865872635

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In copertina: «Fiume silenzioso» di Mario De Rosa


Pubblicazione realizzata con il contributo de IL CLUB degli autori in quanto l’autore è 6° classificato nel concorso letterario Il Club degli autori 2008-2009


Navigando Silenzi, il viaggio di un poeta

Navigando Silenzi raccoglie le peregrinazioni interiori di un poeta, Mario De Rosa, e gli approdi letterari di quest’intimo viaggio sono i suoi componimenti eccelsi, come conchiglie di madreperla tra le orme della sabbia. Dopo la prima raccolta poetica “Canti del Pollino”, egli ha percorso, attraverso un’ ampia iperbole lirica, un immaginario letterario in continuo rinnovamento, itinerario faticoso, cammino coraggioso, senza mai perdere la fermezza e la solida integrità della sua indole, senza mai smarrirsi nei labirinti dell’io e, se pur temperamento tormentato e malinconico, sempre proiettato verso una dimensione animistica religiosa, tendente alla contemplazione della natura, di un ideale che trascende lo spazio e il tempo, delle certezze che risiedono nella semplicità delle cose, ripercorrendo le tappe spensierate del passato, fino a ritrovare la speranza più dolce nella fede, quella che accomuna, forse, tutti gli uomini. Poeta esemplare, poeta puro, in Navigando Silenzi, Mario De Rosa, che ricerca sempre nuove forme stilistiche e d’ispirazione, si rivela, ai lettori, intellettualmente più maturo e raffinato. La sua è una poesia umile e altera al tempo stesso, è parola che vive di sensi e di emozioni, è verso che intuisce e traduce l’essenza mistica del mondo. I disagi dell’essere uomo non lo spingono a fuggire dal quotidiano, il poeta non si astrae dal mondo che gli sta attorno, anzi sa ascoltare le voci plurime di quel mondo, e, prima ancora, sa ascoltare la voce della sua anima. Mario De Rosa è il poeta dell’individualità che s’apre alla vita, poeta che, senza pregiudizi e senza languori, si immerge totalmente, con il cuore, nelle esperienze del vivere e del sentire, e, affidandoli all’eternità indelebile delle rime, da senso e significato a quei sentimenti invisibili di inquietudine, di tormento, ma anche di amore profondo e sincero, di nostalgia e di ricordo, resi, con rara maestria poetica, da memorie fanciullesche, da visioni di paesaggi aspri e selvaggi, da istanti unici e irripetibili di quotidianità vissuta. Lo stile è ricercato, il lessico prezioso, ma sarebbe inadeguato avvicinare le sue liriche al simbolismo e, ancor meno, definirlo poeta ermetico. Egli è poeta esistenziale di derivazione, mi piace dire, luziana, voce contemporanea che si prodiga in sfumature ritmiche, in chiaroscuri linguistici, nell’armonica retorica, per abbracciare e dare forma a immagini metaforiche bellissime. Poeta ardente, poeta del vero filtrato dal sogno, testimone dei nostri tempi, sono per lui gli affetti più cari, la dura, drammatica realtà, l’apparente insensatezza dell’esistenza e le emozioni della natura la fonte più profonda di un’ispirazione tutta intimistica. Navigando Silenzi è una raccolta vasta, ricca e molteplice e si coniuga pienamente con la sensibilità e l’estro creativo di un poeta che naviga tra le rapide della sua anima, sublime interlocutrice nella sua semplice e genuina elevazione spirituale.

Ines Ferrante


Navigando Silenzi


Con affetto alla mia famiglia,
Gisella, Giusi e Marco.


I sentimenti invisibili


A NORD DELL’AMORE

In questa vita, figlio,
fatta di colpi bassi
di scale di sale
barriere architettoniche
e mentali
hai le ali confuse
e un ago di bussola
impazzito
che solo segna
direzione: Amore!
quasi sempre al Nord
quasi sempre solo.


PUNTO D’INTESA

Uscire di notte
per ubriacarci d’ombre
che incerte giocano
con la luce dei lampioni.
Unico punto di calore
il tuo braccio nel mio
per un cemento rapido
d’improvvisato rifugio.

Tendere il laccio
agli amati tuoi pensieri,
per me a volte
oracolo di sfinge.
Come animali,
poi pascerci d’odori,
sull’asfalto di pioggia
d’auto luci riflesse.

Al bar, un caffè macchiato,
da unica tazza beviamo,
per creare un appiglio
che noi non s’anneghi
nelle tempeste di sabbia
dei deserti del tempo.


LUNGOMARE

Il lungomare deserto
dopo la pioggia,
presta orecchio
ai litigi degli uccelli.
Si passeggia noi del nido
sul pontile deserto,
confortati da iodio e da risacca.
È stretto a volte sul legno,
spuma nervoso il mare.
Ci s’incontra tra gabbiani
poco adatti al volo
con l’autismo dei figli
che seguono,
un cirro profondo
in mezzo al cielo.


FACILE

Sarebbe facile andarsene
e lasciarti da solo
nel tuo eterno minuto
con la spina staccata
e penzoloni.

Sarebbe stupido andarsene
come un cavallo a brucare
con una corda invisibile
dal tuo sguardo appena trattenuto.


VENA D’ACQUA

Volto di figlio
mio regno di luce,
sorgente che dà forza
e mi ricarica,
con te mai abbandono
le braccia lungo il corpo.

Simbiosi a quel tuo mare
d’abissali silenzi,
io che tanto lo temo
e che non so nuotare.

Ma scivola la zattera
e dolcemente rincuora,
con il suo scricchiolio,
dai tanti mostri e dai flutti.

Amo il tuo amore scarno
vena d’acqua interrata,
sguardo senza parole,
che la mia notte scruta
e non attende segnali.


CON TE

Io che son quieto
mi muterò in Ulisse
e con te, figlio,
ora sfiderò i marosi
per naufragare
sulle spiagge insidiose,
dove malvagi dei,
del tuo riscatto,
mi chiederanno il prezzo.

Ed io lo pagherò
sale sulle ferite
m’informerà Tiresia
nell’Ade delle ombre,
poi, dolce come Orfeo,
là spanderò il mio nettare,
e allora sarai libero
sopra un’ara di luce.


GENITORI

Vecchie hanno dentro
degli anni
desolate le rovine
come le case
sopraffatte dai rovi
i genitori
dei disabili.
Ed un cartello
con su scritto
FRAGILE
per paura
di rompere
l’involucro
unico ostacolo
ai fiotti del dolore.


SPERANZE

Intuizioni lontane
d’oltre oceano,
volontari e professori,
puntellano speranze
a Stella Maris.
Troppi bimbi oscurati
di un normale sorriso,
come trenini, presso
studi medici.
Tra sfollati ci s’incolla
e nascono miracoli,
scoprono giochi e baci
tra loro piccole lucciole.
Senza trucco, la spiaggia,
ha un senso d’abbandono,
come perduti bimbi
che mai chiedono
e s’abbracciano convulsi
al genitore buono.


D’ESTATE

I tuoi amici d’Estate
come usciti dal nido
le ali hanno spiegato
e in ogni luogo portano
l’allegria di giovani risate.
Tu l’incontri nell’intimo,
volando in parallelo
e resti indietro lontano
mano tesa, non un grido
dalla linea d’orizzonte.


JESSICA, PICCOLA AMICA

Proiettile tracciante
nella notte del cuore,
l’incanto dischiudi
in luminosa scia.
Cerulei i tuoi occhi,
canterini ruscelli
a Primavera,
nevi disciolte accolgono.
E io li ascolto
in questo quieto porto,
sala d’attesa di Logopedia.

Calano qui i venti
dei rimpianti e tutto cheta;
tu mi bevi, non parli,
poi rapido un barbaglio
dai tuoi occhi si stacca
e mi rapisce via.


[continua]

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