Opere di

Paolo Azzurrini


Safari

Da qualche tempo in un grande prato profumato di erbe,
menta, rughetta, santoreggia e fiorellini e altri aromi pieno

una capretta libera e solitaria lontana dall’ovile,
pascolava in quel terreno

e venne “l’apertura“ …e la campagna per giorni di botti
rimbombava fino a sera.

E una mattina in quel prato pieno di erbe, profumi e fiorellini, trovarono la povera capretta morta
con il vello insanguinato da una rosa di pallini…..


Magia nel roseto

Nei gironi vellutati di una rosa,
un piccolo scarabeo sta’ di casa.
Cibandosi di quel nettare;
circondato dai profumi di quei petali.
Poltrisce; al tramonto si assopisce.
Al mattino spiegando le sue ali, spicca il volo,
la “sua” rosa gli ha fatto un dono,
aurei riflessi,
al piccolo moscon d’oro.


Furto rurale

Gli intricati rami del roseto,
al sole splendenti, difendono
le rose leggiadre con gli aculei
pungenti.

Furtivamente l’innamorato fra i rami
la mano ha portato;
la “rossa” è stata recisa,
non senza ferita.
È stata rubata da una mano innamorata,
ma sarà vendicata,
estrarre l’aculeo dal palmo di mano,
sarà doloroso
per l’imprudente ladro amoroso


Ermetica

Il gesso sarà servito financo a migliaia di persone in
un verde prato.

E il cuoio per questione di centimetri costerà la vita
all’infatuato e all’infartuato.

È un nocciolo di ciliegia arrotondato, e imprigionato in una
sottile lamiera di ferro lavorato e areato.

Per un suo sibilo alternato; trillerà e sarà caos in città

e il tutto sara’ moccolato o esaltato da
un occhio meccanico rallentato.


Chi abbandona gli animali è pericoloso anche con gli umani

Un cane, da un galantuomo abbandonato
in un sito di campagna a mais lavorato,
lungo una stradetta molto, molto lontana
dalla sua affezionata cuccetta,
viene buttato giu’ dalla macchina rallentata.

Il fedele animale ripresosi dall’iniziale
shock per qualche chilometro rincorreva
la macchina dell’infedele animale ma
per quanto spossato non desisteva.

Però da quel momento la sua vita, dura si faceva
solo una civetta su di un albero a quella scena assisteva.

L’infedele animale guardando il suo misfatto nello specchietto
retrovisore, perse per un attimo del mezzo l’attenzione,
e per sua… ”cattiva sorte” quella strada era costeggiata
da un canale d’acqua per il mais, l’irrigazione.

Peggior fine non poteva fare, morire annegato, dentro la macchina, dopo aver abbandonato il suo fedele animale.


Bosco d’autunno

Raggi di sole forano le ragnate nubi
giocando a nascondino
nell’incantato bosco fresco del mattino.
Aracne, ha tessuto con arte i suoi sottili fili,
sul prunoso roveto,
che perle di rugiada hanno imprigionato.
Evaporano al tepore della meridiana
consentendo all’artista forse,
la cattura di una preda quotidiana.


Atena e la sovversiva Aracne

Un bel giorno di primavera un ragno con arte tesseva
la sua tela, all’angolo di una camera di campagna dove un
po’ di salnitro, e muffa vi ristagna.

Era d’aprile, il quarto mese dell’anno, ma i ragni di
religion non sanno.

Perché in aprile abbiamo la resurrezione del nostro signore,
e nelle case, dal prete si aspetta la benedizione, e tutte le massaie le pulizie rituali fanno.

Una di queste ligia al suo dovere, su una sedia saliva,
e con la scopa tutta la parete e gli angoli puliva, e una
strusciata tremenda di scopa vi passava, e con un sol
colpo la ragnatela spariva.

Il povero ragno lungo la parete cercava di scappare ma
inseguito dall’aracnofobica donna in terra cadeva; e la
sua pur breve vita venne infranta da una suola di quaranta
e del povero ragnetto non rimase che un minuscolo mucchietto.

Ma da morto gli capitò sorte migliore, salire in cielo insieme a nostro signore nel giorno dell’ascensione.


abcdefghi
enprozoten

Da lì nasce, e solo lì, non puo essere altrimenti;
dovuta è, ad altri cinque componenti,
in qualsiasi parte dei continenti.
del cinabro color è l’afflusso, che i piccoli
fiumi fa ingrossar e non ha sbocco.
e solo l’eburneo colore, fa rientrar
nell’alveo, dopo gioiosa nenia l’elastico.
e da questo irrefrenabile innalzamento
la religion coprir sarà gran tormento.


Battuta di caccia in Toscana

Due amici cacciatori decisero un giorno di fare una battuta, del Serristori era la Tenuta.

E una mattina di buon’ora partirono di tutto punto vestiti alla cacciatora.

Ma dopo mezza giornata, neppur una cartuccia aveano sparata.

Il nervosismo era latente, e fù in quel momento che avenne l’incidente.

Quando nel cielo videro avvicinarsi una Poiana, un rapace diurno dal regal volo nel vento freddo di meridiana.

La Poiana di specie era protetta, ma da alcuni cacciatori, impagliata nel salotto era prediletta.

Uno dei due, per prendere la mira, un passo avanti fece, ma in un tralcio di vite fresca di potatura inciampò e un colpo gli partì.

L’amico che era un po’ più avanti, al basso ventre fù colpito, e mentre stramazzava, il suo schioppo di mano gli cadeva che urtando nel terreno un altro colpo esplodeva.

Peggior cosa doveva accader…

Infatti volle il fato che direzione verticale il colpo andasse, e in modo casuale colpire nel cielo, il volo regale del maestoso animale.

Mentre nella tenuta le urla dell’amico che si disperava.

Dal basso ventre del colpito, il vermiglio fluido fuori usciva, e col terreno si impastava, e l’ultimo respiro già esalava.


Polluzioni notturne

Un campo passeggiando ho costeggiato,
e il profumo di un pescheto colmo di frutti vellutati i tuoi baci mi ha ricordato;
baci che le tue labbra voluttuose
un ricordo struggente mi hanno lasciato, del nostro breve amore sfortunato.
Quella stessa notte solo nel mio letto
intensamente il tuo sinuoso corpo ho evocato,
mimando nel sogno nudi un abbraccio appassionato a lungo desiderato
svegliandomi fra le lenzuola di lino, dall’evidente amor saziato.


Terra feconda

L’avevo conosciuta dieci giorni prima, mi accorsi che per me
aveva stima.
La invitai a pranzo in un ristorantino con giardino, vicino ad
un vetusto castello museale arroccato su una collina;
tutto intorno una stupenda campagna;
ci accorgemmo che la macchina dal cofano fumava;
in quel radiatore l’acqua mancava.
Io e Rossana lasciammo l’auto e in quel meriggio di luglio
nell’assolata bianca e polverosa strada ci incamminammo,
fra campi di girasoli, mais non ancora maturo dalle foglie
irte di verde intenso, dove un fossato divideva il campo, e
iniziava nel suo splendore a pieno sole una vasta distesa di
spighe dai chicchi pieni di prezioso grano.
Fu lì che lei improvvisamente, serena, ma con fermezza mi
prese la mano.
Facemmo un piccolo balzo e ci inoltrammo in quel granaio.
Mi fermai e stringendola a me, la baciai,
La mia regina la misi supina in quel letto di spighe dorate.
La mia schiena, protesse dai potenti raggi di Helios, il suo
delicato e candido corpo, durò il tempo di una elioterapia
alla mia nudità posteriore.
Ma non eravamo soli, dall’altro lato più alto della strada,
ci guardavano migliaia di girasoli.
Lasciammo il letto disfatto su quel grano.
Prendendola per mano, accaldati ma soddisfatti,
riprendemmo quella assolata e polverosa strada, e lungo il
cammino facemmo un rinfrescante bagno nudi in un torrente
lì vicino.
Fu per puro caso che di lì passammo, e ci ricordammo
…avevamo un’auto nuova, sul lunotto posteriore una
scritta; scusate non suonate sta dormendo un fiore, si
chiama Annamariasole.



Il Club degli Autori - Concorsi Letterari - Montedit - Consigli Editoriali - Il Club dei Poeti
Chi siamo
La Rivista
La voce degli Autori
Tutti i nostri Autori
Per iscriversi
ClubNews
Il notiziario gratuito
Ultimi inserimenti
Homepage
Avvenimenti
Novità & Dintorni
i Concorsi
Letterari
Le Antologie
dei Concorsi
Tutti i nostri
Autori
La tua
Homepage
su Club.it