Opere di

Paolo Villa


La befana

Evviva evviva ancora
evviva evviva sempre
evviva evviva la befana
che arriverà stasera.
Cavalcando la scopa
per il cielo stellato
e per tutti i bambini
scenderà dal camino.
Per i buoni un dono
e ai cattivi
il nero carbone
e per lei.
S’intonano in coro
le antiche canzoni
che a lei dedicate
in questa festa.
Mondiale sapete
che bisogna pregare
di portare la pace
te puoi farlo
sei la befana.


Tutto

Tutto o niente
che importa ormai
il nostro sogno
si è infranto lo sai
solo i cocci rimangono
d’un amore perduto.
E i pensieri più neri
tempestano la mente
tu io lei, tu ma
qual colpa abbiamo
se tutto è finito.
Togli l’anello
dal tuo dito
libera ora sei
lasciamo i rimpianti
sì lei, ma tu, ma io
meglio così.
Lo devi capire
tutto è passato
si è chiusa una storia.


Vita

Vita straca vita grama
vita fiacca è la mia
meglio andare all’osteria
dove c’è più compagnia
di persone come me.
Un bicchiere di buon vino
sempre pronto
lì sul tavolo
con a fianco un bottiglione
ed un oste buontempone
che allegro sempre è
e l’ostessa pure lei.
Sembra fatta su misura
per servire tanta gente
e allietare il cliente
se è stanco e depresso
e se poi disoccupato.
Vita, grama vita straca
io son stufo di lottare
mi arrendo l’ho giurato
io sto qui all’osteria
dove non c’è malinconia.


A Maria

Lode a te Maria
mamma fra tutte le mamme
ave o celeste padrona
del mondo intero
io credo in te santa Maria
sempre acceso è un lume
a te o Madonna
sebbene è quasi un mistero
affermare che tu esisti
io ci credo e lo giuro
affermarlo non ho vergogna
io ci credo e ne ho fede.
Regina degli spazi infiniti
sovrana dell’universo intero
benedici me e la mia famiglia
e proteggi chi in te crede.


Quando

Quando quando ritornerà
il figlio mio amato
il tempo non mi fa paura
son vecchia e stanca
e non mi rassegno
nella speranza o fede.
L’attenderò è pegno
io non pago e non perdo nulla
in quel figlio avevo tutto
tutti i progetti miei
crollati in un momento.
Perché tutti tornano
dalla sanguinosa guerra
che ti tiene lontano da casa
del mio non so niente.
Quando partì di paura piangeva
ma si sentì un eroe il fante
povero giovane mio
la tua mamma t’aspetta ancora.


Il giorno

Or sorge il giorno
sulla tonda terra
l’alba rischiara il bosco
il cielo è porpora
sale un fil di nebbia
dal vispo ruscello
canta l’usignolo
là sul roseto.
Sbocciano i nuovi fiori
nell’aria pura
che profumo di pulito.
Sorge il nuovo giorno
sulla pianura padana.


Ti amo mia città

Ti amo città mia
mia grande Milano
nel pieno miracolo economico
del buon color dell’oro
seminavi a pieni mani
a tutti benessere e denari
e ai tanti davi lavoro.
America America in quegli anni
ti chiamavano Milano
città mia bella
senza frontiere
accoglievi nelle tue capaci braccia
mezza Italia
siam tutti fratelli
predicò il Signore.
Ti amo ancora Milano
mia città natale
son passati ormai gli anni
del bengodi e facili.
Siam caduti nel pozzo profondo
della congiuntura
ora è duro trova lavoro
e più c’è poco denaro
è ritornato il dolore
l’ansia del domani
fai tirar la cinghia
si prosegue a ritroso
ma ti amo ancora più di prima
Milano Milano mia.


Addio

Addio cielo azzurro
addio o mare blu
addio monti, laghi
parto e vo lontano.
In una terra sconosciuta.
Addio lucente sole
addio o aria pura
io vado via.
Da te mio casolare
dal mio dolce amore
dalla mia mamma cara
da tutta la mia gente
dal mio bel paese.
Vado lontano
tanto lontano
addio a tutto, parto
ma so di ritornare.


Suona chitarra

Suona mia chitarra
la tua dolce serenata
a una bimba innamorata
che al mio amor
non crede più.
Nella notte inargentata
la tua voce appassionata
cosa importa se stonata
suona, suona
e nulla più.
Dille che l’ho tanto amata
e sta notte l’ho sognata
e nel sogno l’ho baciata
dì a quella bella ingrata.
Che io l’amo
ancor di più.


Le lucciole

Lucciola, lucciola
fata lucente
vai per i prati
di stelo in stelo
colla tua lanterna
di magica luce.
Vai cercando forze
la tua compagna
o i tuoi figli.
Piccola lucciola
nella buia notte
vai padrona dei campi
come una regina
vagando irrequieta
fin mattina.


La

La tra le nuvole andare
senza saper volare
a cavallo dell’aria
che prende strane forme
e diventate color del fumo
creando immensi ammassi
Tra cielo e terra
fino agli infiniti spazi
dell’universo, siete sparse
ovunque nel cielo
nuvole leggere
che andata
in lungo e in largo
portate da vento.
Or diventate
minacciose, voluminose
pesanti, cariche di pioggia
scavalcate monti alti
e percorrete le pianure.
Portate la pioggia
quando calme
coprite il cielo
nonarrabbiatevi però
quando miste al vento
vi gonfiate e correte
a devastare tutto.


Incuntrà

Gaurdas in di oeùgg
capis a l’istànt
lé un àttim.
Le oùuna fraziòn da témp
eoùuna attrziòn
duu cà sin mài vistà fin in coeu.
Il càs li ha fa tto incontrà
E écco li adess
qé st duu persònn
la còlpa le dal destin
o la sèmper la girà
e mai la sa ferma
Le la leg dell’amòr
al momént pùssee bél
incuntra duu estràni
e trovaa sùbit
còme duu geméi.


Patan

Sentì vegnì chi vesin a mi
ascoltài mé paròla
mi savé quéll che dis
ghò tant esperienza
i cavei bianc
Leeuoeuna vita ormai
che vif in quest mond
nò passà de tùtt i color
Ta se al mé nevod
al fioeu dala mé tosa la
la Rafaela quela bélla
Al mé pata
tò tegnì in brasc
fin di primm di
tò tirà grand mi
con tant sacrifizzi
mè e la tò mama.
Tem dà tùtt quéll
che ta voré
tò inségna a fa ben
tò spiegà cunsiglià
fin che ò podé
sempér cont mé
tò tegni visin.


Mai da sol

ma ta se fa grand
tè fa i amis
la compagnia
ché lé quella che decid
la svòlta d’oeùna vita
La tat pirtà via da mé
pian pian slontanà da mé
sempér in gir la sera in tard.
Lé vera ta se un giovinòtt
Ormài padron da te
Scoltà ancora oeùna volta.
Stà a la làrg patan
la dròga le’na brùtt béstia
basta un sbaglià
e ta se dént
sémper.



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