In copertina: «Luna sans papiers» fotografia digitale rielaborata di Patrizia Ceccarelli

Pubblicazione realizzata con il contributo del Club degli autori quale premio, in quanto opera segnalata al Concorso Jacques Prévert 2016

“La ginestra mi sbaraglia il cuore” è un verso bellissimo, un’intuizione poetica di luminosa bellezza. Come molte altre sono le “illuminazioni” che appaiono come stelle comete in queste poesie brevi, curate, elegantemente avvolte in rime appoggiate qua e là come piccole costellazioni musicali. Patrizia Berlicchi sa come accarezzare i cuori, stupire i sensi, far sorridere di complicità il lettore che sente i suoi versi vicini, amici, semplici e rivelatori al tempo stesso: e così ci si troverà a cantare sottovoce, insieme a lei, “con ciò che avanza / di una preghiera di una voce / tremolante / io canto nonostante”.

Olivia Trioschi Presidente del premio letterario Prévert» sezione poesia

a W.S.

chiarocielo

Non fu facile lasciarti
sorridendoti negli occhi
solamente.
Come se non fosse l’ultima
quella luce chiarocielo
a illuminarmi…
…come se non fosse niente.

La poetica in giardino

A me pare
che la gatta rannicchiata
dentro l’ultimo rettangolo di sole
dica più delle parole
la bellezza
l’innocenza che non muore.

Amen

Cercami, Padre
ché ho perduto i passi per tornare;
ora giace in un cretto di sale
la vita
assetata stordita.
Trovami, tra le macerie
dell’inutile orgoglio caduto;
ora sputa sul cuore indurito
impastami il fiato.
Guardami
come nel primo giorno
il primo figlio
che hai amato.

Nottata

Respiri corti sfregano il cuscino:
si soffoca
alle quattro del mattino.
Spalanco la finestra;
il vento mi sparpaglia i sogni
sopra il davanzale
e la ginestra mi sbaraglia il cuore.

Bene in vista

Non basta
la querela a mezz’asta
la sommossa sussurrata
la ventriloqua protesta.
È tempo
di una chiara ribellione
bene in vista
sbandierata.

senza

Ho tardato
ho mancato per un niente
una luce di speranza nei tuoi occhi.
Nel silenzio della stanza
il rimpianto ha suonato i suoi rintocchi.
Ha scandito
lentamente
la sentenza:
condannata a stare senza.

La luna da qui

Questa notte cerco rime.
Per guarire.
Voglio uscire a respirare
a parlare con la luna
solamente;
appuntarmela sul petto
o nasconderla nel tuo fazzoletto
risplendente
come un portafortuna.

Chimera

Era
solamente una chimera
la tua bocca in controcanto
con il mio respiro breve
il mio contrappunto
lieve
di carezze
alla musica dolente dei tuoi fianchi…
…Ora
sono ai piedi dell’aurora e già mi manchi.

[continua]