Racconti di vita

di

Rita Bonifazi


Rita Bonifazi - Racconti di vita
Collana "Le Schegge d'Oro" - I libri dei Premi - Narrativa
14x20,5 - pp. 46 - Euro 8,00
ISBN 978-88-6587-1904

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In copertina: Fresh bamboo leaves over water © Nejron Photo – Fotolia.com


Pubblicazione realizzata con il contributo de Il Club degli autori per il conseguimento del 6° posto nel concorso letterario Il Club degli autori 2009-2010 – Trofeo Umberto Montefameglio


La speranza, la forza dell’amore, il riscatto dal male sono temi difficili da trattare; è facile cadere in speculazioni cerebrali o fideistiche, è facile cadere in esempi di specchiata virtù o in moralismi spiccioli.
Unica e specifica qualità che riesce a parlare di queste categorie è la semplicità.
Il semplice racconto di tre vicende così diverse scorre fra le cattiverie degli uomini e ne esce non contaminata, avendo lasciato decantare le impurità delle imperfezioni di ogni singolo personaggio.
C’è il superamento del male e la serenità comunque raggiunta, c’è la forza di un amore adolescenziale che supera debolezze e si fa adulto e vincente, c’è l’intransigenza che genera solo vuoto, c’è la superficialità di scelte improprie fino al delitto, ma che lasciano spazio al ravvedimento liberamente perseguito.
C’è la semplicità, la bontà e la fiducia di una donna, di una mamma, di una nonna che ha imparato molto dalla vita.

Paolo Selleri


Racconti di vita


UN PADRE TROPPO SEVERO

Vivere la tranquillità di una casetta tra gli ulivi e gli aranceti, è quanto di più bello si possa desiderare per chi si confronta con la vita frenetica delle grandi città.
Torre Melissa è un paesino a pochi chilometri da Crotone, ed è circondato da estese piantagioni d’ulivi aranceti e limoni.
L’immensità degli oleandri in fiore rende ulteriormente accogliente quel luogo di benessere, tra le piantagioni vi sono molte casette dai tetti rossi con tanti fiori alle finestre, arricchite da tendine di pizzo tutte realizzate a mano.
Nella serenità di quei piccoli paesini, vivono famiglie che si tramandano le loro tradizioni di padre in figlio, mantenendo quella che è la loro cultura.
Le famiglie Congiu e Catalano, nel rispetto del buon vicinato, coltivano i loro alberi da frutto che sono le loro risorse. La signora Catalano rimase vedova quando ancora era in attesa dei suoi due gemelli, che chiamò con il nome di Nicola e Michele.
La famiglia Congiu è formata da Cosimo e sua moglie Santa, che lui chiama affettuosamente Santuzza, che per assecondare il suo uomo lo segue ovunque e ne condivide ogni attività. Essendo Cosimo di poche parole, la loro unione fu fortemente favorita da una comare, che si adoperò per favorire il matrimonio che, per la consolidata inclinazione alla solitudine di Cosimo, non sarebbe mai avvenuto.
Inaspettatamente, dopo diversi anni, la coppia è allietata dalla notizia di un bimbo in arrivo; stordito, Cosimo pensa subito di costruire una bella culla e la dipinge di rosa, sperando che la buona sorte porti loro una bambina.
Santuzza avrebbe invece preferito un maschietto, avendo essi una libertà diversa rispetto a quella delle figlie femmine. Essendo però conscia della sua non più giovane età, prova un certo disagio a farsi vedere in giro fisicamente trasformata, per questo passa le sue giornate in casa a ricamare il corredino.
Il tredici dicembre, festa di Santa Lucia, con il tradizionale parto in casa nacque una bella bambina, dagli occhi color nocciola e una massa di capelli neri.
In onore della santa festeggiata in quel giorno, la piccola fu chiamata Lucia. L’arrivo della bambina portò in casa Congiu una gran felicità e ruppe quella monotonia che si era creata nella quotidianità della coppia.
Passano gli anni, raggiunta l’età del gioco la piccola Lucia trascorre molte ore del giorno con i fratelli Catalano, nella corte antistante le abitazioni delle due famiglie, dove tra ampi spazi ombreggiati i bambini si divertono molto.
Come tutte le adolescenti del sud, Lucia sviluppò precocemente, apparendo fisicamente più grande della sua età e suscitando nei maschietti un certo interesse.
Papà Cosimo, gelosissimo della sua bambina, al fine di tutelarla, appena terminata la scuola le proibisce d’intrattenersi sia con Nicola che con Michele, come pure con altri ragazzini. Terminati forzatamente gli studi, per Lucia è già tempo di prepararsi a diventare una perfetta donna di casa, pulire, stirare, cucinare, ecc… Tutto questo nell’attesa di divenire un giorno una buona moglie.
Tra le mansioni affidatele non era contemplato il bucato, perché avrebbe dovuto recarsi nel piazzale davanti casa, dove era posto il lavatoio, e sarebbe stata oggetto di sguardi indiscreti. Il poco tempo libero che le rimaneva, tra una faccenda e l’altra, Lucia lo trascorreva ricamando il proprio corredo davanti alla finestra della cucina, con le tendine abbassate. Papà Cosimo amava molto sua figlia, ma la sua gelosia era opprimente.
Lucia era una giovane molto bella e non passava inosservata, era intelligente e dotata di un animo buono, ma era caratterialmente determinata. Per non perdere la sua fiducia, cercava sempre di assecondare suo padre, ma in cuor suo serbava gelosamente il sentimento che la legava a Nicola. Nonostante il divieto imposto dal padre, accresceva nei ragazzi il desiderio di stare insieme, ma si accontentavano di quei pochi baci rubati durante l’attesa del compimento della maggiore età di lei.
Lucia, giovane quindicenne, vorrebbe impegnare il tempo in modo costruttivo frequentando un corso per diventare segretaria.
Nicola apprezza e incoraggia la sua iniziativa, mentre papà Cosimo s’infuria e in casa succede di tutto. In un primo momento la ragazza tace, china il capo di fronte alla prevaricazione del padre, ma ferma nella sua determinazione con paziente tenacia cerca di ottenere il permesso. Egli è analfabeta, non è in grado di comprendere l’importanza dello studio; inoltre per le loro tradizioni la donna non ha bisogno di cultura, ma di un buon marito che la mantenga. Intenerito però dalla tenacia della figlia, le concede il permesso di frequentare l’agognato corso, a condizione che la mamma accompagni la ragazza senza mai lasciarla sola. Questa condizione mette in difficoltà Santuzza che, per amore della figlia, deve affrontare quattro viaggi al giorno per e da Crotone. La complicità tra le due donne, che normalmente non può emergere a causa del carattere del padre, fa affrontare loro la situazione nel migliore dei modi. Trascorrono gli anni, termina il triennio scolastico e, giunta la maggiore età, Cosimo accetta il fidanzamento ufficiale di sua figlia Lucia con Nicola.
Il ragazzo si appresta a chiedere la mano della giovane e, con il suo consenso, le mette al dito un anello di fidanzamento. Ora i ragazzi possono finalmente frequentarsi alla luce del sole e, per suggellare quest’impegno, in casa Congiu si festeggia. Dal fidanzamento alle nozze il passo è breve. Dopo un anno di frequentazione papà Cosimo parla di matrimonio, ma Nicola non si sente ancora pronto, il giovane vuole una casa tutta per loro dove veder crescere la sua famiglia.
Il lavoro che svolge nella sua piantagione non gli consentirà mai di realizzare il suo sogno, lentamente si fa strada l’idea di emigrare in Australia e ne parla con Lucia, ma la ragazza non ne vuol sapere poiché non vuole che il suo uomo vada a lavorare così lontano. Nicola le spiega che emigrare gli consentirà di accantonare più velocemente il danaro necessario per realizzare il loro sogno, inoltre in quella terra lontana non sarà solo, i suoi compagni partiti prima di lui lo attendono, e Lucia ancora una volta china la testa. È il venticinque gennaio del millenovecentotrentaquattro, Nicola s’appresta a partire promettendo il suo ritorno per Natale, ma i due giovani non sanno che l’Australia è oltreoceano, che per raggiungerla necessitano ben trenta giorni di navigazione.
Triste come non mai, la bell’innamorata torna ai suoi ricami, mettendo in fila giorni e mesi che sembrano non passare mai. Anche il viaggio di Nicola è tedioso e lungo, trascorre il tempo scrivendo lunghe lettere alla sua amata, che si affretta poi a spedire ogni volta che la nave attracca in un porto.
Quando finalmente giunge a Sidney, gli amici lo accolgono festosamente e dopo alcuni giorni di riposo Nicola è accompagnato all’ufficio del lavoro, dove incontra Evelin, una signora di origine italiana che si prende a cuore la sorte del giovane calabrese. Con il suo aiuto ottiene un buon lavoro e una graziosa casetta vicino ai suoi amici.
Evelin è una bella signora non ancora sessantenne, emigrata con i genitori e rimasta orfana precocemente; appena ventenne si sposò con un italoamericano ma il matrimonio naufragò, dovette quindi provvedere da sola alla crescita della piccola che stava per nascere.

Da buona italiana, si rimboccò le maniche ed aprì un ufficio, al fine di aiutare tanti giovani emigranti ad inserirsi nel mondo del lavoro.
Essendosi ben sistemato, con le sue lettere, Nicola rassicura sempre la sua Lucia. Trascorsi undici mesi, è tempo di mantenere la promessa fatta alla sua amata prima dell’imbarco, ma Nicola comprende che è sconveniente dopo soli pochi mesi affrontare un viaggio così lungo e costoso, e con una lunga lettera spiega la sua decisione a Lucia, che va su tutte le furie. Nicola le chiede di pazientare ancora un anno, affinché il suo rientro in Italia possa divenire definitivo.
È il millenovecentotrentacinque, uno dei momenti più critici per l’Italia che è governata dal regime fascista, ma tre anni d’amore clandestino sono stati lunghi, un anno di lontananza è trascorso, ma un altro da trascorrere è davvero lungo. Con la sua amarezza, Lucia si rifugia nelle rassicuranti lettere che puntualmente Nicola le fa pervenire.
La ragazza è triste come non mai, comincia a pensare che un lavoro anche per lei consentirebbe un rientro definitivo e certo del suo fidanzato.
Il problema è come dirlo a suo padre che, come al solito, si oppone a qualunque sua richiesta d’indipendenza, ma stanca delle sue vessazioni Lucia decide di avvisare i suoi genitori creado tra loro un acces diverbio.
La signora Catalano origlia deitro la parete, non riesce a capire cosa accade e scrive al figlio che Lucia è recalcitrante e vuole la libertà come alcune sue coetanee troppo libertine.
Suo figlio conosce troppo bene la sua ragazza e non crede che sia cambiata, semmai la lunga attesa può averla resa impaziente e ciò lo addolora, sapendo che da così lontano non può far nulla per lei. Cosimo è convinto che sua figlia non debba mai lavorare e che il futuro marito debba provvedere alle sue necessità. Tra tutte quelle divergenze Lucia è confusa, non sa spiegarsi per quale motivo la corrispondenza di Nicola comincia a farsi desiderare, ma non intende perdere l’uomo che ama e cambia strategia.
Abbandona l’idea del lavoro e decide di andare a cercarlo in Australia, anche per non rischiare di finire ulteriormente segregata in casa.
La ragazza chiede aiuto a Michele, suo futuro cognato, che all’insaputa di tutti le procura i documenti per il viaggio. Con le valige già pronte attende nervosamente il rientro a casa dei suoi genitori, al momento opportuno li affronta coraggiosamente dicendo loro a chiare lettere che non intende essere più sottomessa, vuole decidere da sola della sua vita e del suo futuro. Udendo quelle parole suo padre perde l’uso della ragione, mette sua figlia alla porta e le grida di non farsi mai più vedere.
Lucia non si lascia intimorire, raccoglie i suoi bagagli e si dirige a Catanzaro dove prende il primo treno per Milano, dove la sua madrina preavvisata l’accoglie a braccia aperte.
Intanto, a Torre Melissa, la mamma di Nicola non si preoccupa se il figlio non dà più notizie di sé, ma si premura di avvertirlo che la sua ragazza è partita, e nessuno sa dove sia andata.
Nicola pensa di aver perso l’amore della sua Lucia e le lettere di sua madre sembrano confermarlo, al punto che è colto dalla depressione.
Il suo stato di salute preoccupa Evelin, che lo fa ricoverare in ospedale.
Nel frattempo Lucia trova lavoro come operaia presso un grande stabilimento conserviero, lavorando duramente tredici ore al giorno; è felice di poter accantonare in breve tempo il denaro necessario per affrontare il viaggio, non bada ai colleghi che le ronzano attorno, essendo lei di una bellezza mediterranea che non passa inosservata.
Nicola è ricoverato in ospedale dove lavora Katrin, la figlia di Evelin, una giovane infermiera che parla un perfetto italiano.
Assiste Nicola in modo particolare, mentre il giovane, sottoposto a massicce dosi di sedativi, mormora ripetutamente il nome di Lucia. Katrin non se ne preoccupa, lo cura con dedizione e se ne innamora perdutamente. Quando Nicola viene dimesso, lei lo segue tutto il tempo della sua convalescenza chiedendo una lunga aspettativa, ma egli non dimentica il suo amore lasciato in Italia.
Superato il tempo della convalescenza, la bell’infermiera gli annuncia di essere incinta di due gemelle, la notizia lo sconvolge e ciò che prova gli è incomprensibile, a quel punto cerca di accantonare il pensiero di Lucia concentrandosi sulla nuova realtà che sta vivendo, e da buon meridionale chiede a Katrin di sposarlo. Lei, consapevole del fatto che nel suo cuore non potrà mai sostituire Lucia, molto carinamente prende la scusa di riparlarne dopo il parto.
Trascorsi serenamente i nove mesi nell’ospedale dove presta servizio tutto è pronto per il lieto evento, tutto procede per il meglio e vengono date alla luce Letizia e Serena, due meravigliose gemelle dai tratti marcati come il papà. Ma quando tutto sembra andar bene, un’imprevista, fatale emorragia, non consente a Katrin nemmeno di vedere per la prima volta le sue due creature. Nicola è disperato e chiede aiuto a nonna Evelin, che cerca di sostituire come può la sfortunata mamma. Avendo portato a casa le piccole e lasciate in buone mani, Nicola approfitta del doppio congedo di paternità e coglie l’occasione per tornare in Italia, anche se nonostante il lungo viaggio la permanenza sarà breve. Egli non sa che nello stesso giorno Lucia s’imbarca epr l’Australia.
Pur essendo diretti su due rotte diverse, incrociando la navigazione i loro cuori sembrerebbero rincontrarsi, anche se nessuno dei due ne è consapevole.
Giunti al termine di quell’interminabile traversata, Lucia raggiunge la casa di Nicola. Quando legge sul portone il suo nome e cognome una certa agitazione la pervade, ma si fa coraggio e bussa. Una signora dall’aria un po’ attempata ma ancora molto bella l’accoglie. Evelin comprende che quella giovane che ha di fronte è Lucia e la fa accomodare, la ragazza è così stravolta dal viaggio che non si guarda nemmeno attorno, si accascia nella poltrona senza proferire parola. Appena le piccole prendono sonno, Evelin prepara una buona tazza di tè per entrambe e racconta alla ragazza quanto male hanno fatto le lettere inviate a Nicola da sua madre. Poi la porta in camera delle piccole e Lucia, stanca e confusa, per un momento si chiede se aver raggiunto Nicola non sia stata un’idea avventata.
Anche Nicola è giunto in Italia, suo fratello Michele gli racconta tutta la verità e le sofferenze che Lucia ha subito, gli consiglia inoltre di ripartire quanto prima per ritrovare la sua amata laggiù in Australia.
Nel frattempo, Evelin confida alla ragazza che data la non più giovane età non ha più le forse necessarie per accudire e crescere al meglio le due bambine, pur essendo una nonna tenera e premurosa. In attesa dell’arrivo di Nicola, giorno per giorno, Lucia si prende cura delle piccole e dedica loro tutto il suo tempo.
Quando Nicola fa ritorno a casa, lacrime di gioia e di commozione pervadono i due innamorati, ogni loro dubbio è chiarito con le debite spiegazioni. Lucia è pronta a fare da mamma alle piccole mentre nonna Evelin riprende possesso della sua casa e del suo lavoro. Nicola vorrebbe finalmente sposare la sua amata Lucia, ma lei vuole rispettare la tradizione e rimanda le nozze a quando Serena e Letizia saranno in grado di fare loro da damigelle quando saranno in grado di comprendere, tutti insieme, porteranno delle rose rosse alla loro mamma che dal cielo le protegge.
Lucia si è calata nelle vesti di una tenera mamma, e un’insostituibile compagna, nella loro bella casetta contornata da un giardino ben curato regna la serenità, l’amore che sembrava così irraggiungibile.
Nella sua felicità Lucia nutre un desiderio, senza perdersi d’animo prende carta e penna e scrive ai suoi genitori.

[continua]


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