Atelier - Profili su riflessi marini

di

Sergio Benedetto Sabetta


Sergio Benedetto Sabetta - Atelier - Profili su riflessi marini
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 58 - 9,50
ISBN 9791259512734

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In copertina: «Cavalleria Napoleonica» fotografia dell’autore


Prefazione

Sergio Benedetto Sabetta, nella presente silloge dal titolo “Atelier – Profili su riflessi marini”, offre una visione poetica intensamente percepita e fortemente sentita, al contempo, la sua Parola nasce dal profondo dell’animo e si espande nella tessitura delle liriche.
Durante il processo lirico assistiamo ad un vorticare del pensiero tra molteplici sensazioni che creano un mosaico poetico e la visione s’impregna d’una atmosfera ammantata del valore memoriale che dissolve le sofferenze ed il senso di malinconia: riemergono infine “lontani visi” e affetti dimenticati che si sono depositati sul giacimento del tempo.
Nel susseguirsi della silloge si assiste ad una simbolica immersione nelle multiformi sembianze liriche che sospingono verso il senso autentico della vita: nel silenzio risuonano i pensieri ed i ricordi intensi, mentre le parole vibrano nell’animo, avvolgendo il cuore del poeta ed incidendo fortemente nella sua vita.
Sergio Benedetto Sabetta propone una lirica intensa pervasa d’energia luminosa che scandisce armoniosamente le istanze interiori ed offre il suo lirismo delicato come fosse un dono, una offerta rituale.
La sua poesia, appassionata e penetrante, sovente velata da un senso di malinconia, soprattutto quando vi sono riferimenti memoriali, diventa infine espansione dell’anima: ecco allora che si “scioglie la memoria” che cancella dolori, malinconie e tutto ciò che si deposita nel tempo, quasi il poeta si abbandonasse ad una lenta immersione atemporale che dissolve, diluisce e disperde i sedimenti ancora presenti tra le pieghe della vita.
La sua Parola vibra nell’anima, avvolge la visione lirica: ed il poeta, nel “silenzio che risuona”, avverte le difficoltà del vivere, ma custodisce nel cuore la poesia come linfa vitale che infonde forza alla visione e al canto lirico.
Nelle molteplici manifestazioni dell’esistere s’infrangono le presunte certezze, svaniscono i sogni e le speranze, e si dissolve anche il “malinconico dolore”: le tristezze “sciolgono l’anima” eppure lo sguardo del poeta è sempre attento a cogliere le evidenze della vita, captare i gesti quotidiani e le più labili percezioni dell’umano esistere.
I rimandi e le reiterazioni d’una poesia ammantata di atmosfere marine, tra rifrazioni e riflessi, dominano in molte liriche: ecco allora la “luna d’agosto sul mare” che si accompagna con l’oceano di pensieri; il lento sciogliersi nelle onde, fino alle simboliche profondità del mare che diventano “rifugio ed approdo”; la mareggiata che “ricopre i cuori” con le molteplici forme del mare infinito; e, infine, il desiderio di sprofondare “nell’azzurro del cielo” lasciando volteggiare sentimenti ed emozioni.
Da sottolineare, nella parte finale della silloge, il riferimento memoriale al “vecchio borgo”, davanti al quale il poeta sosta in “silenzioso ascolto” come a scandagliare il personale microcosmo.
Il processo lirico creato da Sergio Benedetto Sabetta alimenta il valore prezioso della Parola che riconduce al senso autentico del nostro esistere e giunge fino nelle profondità dell’animo, attraverso la costante immersione in una concezione poetica purificatrice ed in una dimensione lirica rivelatrice.

Massimo Barile


Nota introduttiva

Lo scorrere della vita è come l’atelier di un pittore, un susseguirsi di immagini, macchie di colori sparsi su tele appese in mostra sulle pareti, posate su cavalletti nella ricerca di una creazione o semplicemente accatastate negli angoli.
A queste si frammischiano bottiglie, vassoi, sedie e poltrone, tazze, bicchieri, fasci di pennelli, barattoli e tubetti di colore, il tutto in un caos creativo, retto dalla logica di un razionale istinto.
Entrando nell’atelier, magica scatola, vi è il disvelarsi l’anima profonda dell’artista nel superare l’apparenza del segno, osservando il gesto, fonte viva, evidente, del suo pensiero.
I versi non sono quindi altro che pennellate su fogli, tele dell’anima, su cui si compone l’immagine della poesia, espressione del pensiero più profondo dell’umanità, emozione legata alla logica in un inscindibile abbraccio.

Sergio Benedetto Sabetta


Atelier - Profili su riflessi marini


BIANCA TELA

Si scioglie la memoria su una bianca tela
cancella dolori e malinconie,
nell’ombra riemergono affetti e lontani visi
intreccio di dita sui ponti dell’anima,
mani congiunte in eterni attimi.
Lentamente le acque del fiume si avviano
nelle profondità dell’eterno, immenso mare,
custode di preziosi rossi coralli,
rose fiorite nei nostri pensieri,
guizzanti cavallucci nascosti in verdi praterie
di posidonie, stelle marine sul nostro petto…,
nell’accumulo dei pensieri creo biblioteche e alcove
dove rifugiarmi, nell’attesa di un ritorno.


LEGATORIA

Fogli accumulati in ordinate pile
su antichi consunti banconi,
storie di segrete alchimie,
di pensierosi naviganti in terre misteriose.
Tutto è raccolto, ordinato, cucito
in un volteggiare paziente di mani
nel lungo interminabile filo bianco della vita.
Corre lo sguardo sui ferri bruniti dal tempo,
misteriose possenti macchine,
mostri taglienti il superfluo,
regolanti l’esistere, mosse da sapienti mani
di una operosa divinità, memoria,
raccolta e depositata nel tempo.


LUNA D’AGOSTO

Fredda luna d’agosto sorridente su un mare di vapore,
nell’immobile natura, spiriti volteggiano nell’aria
sospinti da lancinanti grida di cavalieri,
barbari lanciati tra le dorate messi.

Mi sorridi beffarda, ironica mi baci
trascinandomi in dolci vaporosi sogni,
interamente dissolti al sorgere
degli scalpitanti cavalli di Febo.


CESTO DEL SILENZIO

Nel cesto del silenzio
risuonano lontani rumori,
complessità del convivere,
relazioni spezzate e ricomposte
in un eterno ciclo.
Vola il pensiero oltre,
si perde in un infinito
dalle molteplici forme,
isole in un oceano di pensieri
onde nate nel seno di una divinità:
proiezioni del nostro animo
o riflessi di un Dio Pantocratore?


NEI PARCHI DI NERVI

Lanciato dall’onda dell’acque
nel grigio del cielo è il profilo di Efesto,
promontorio fieramente adagiato sul mare,
bastione di una cortina di costa contro
le furiose, rumoreggianti cariche di Poseidone.

Scuotitore, trema la terra nel distribuire
Alfa ed Omega nello scorrere della sabbia,
clessidra del tempo governata
da nostra madre Persefone,
un sole rosato illumina la schiuma delle acque
nel riflesso verde di un parco,
sotto il lieve vibrare di una palma
un bruno barboncino gioca tra noi.


QUALi NEONATI

Il cielo ci lava quali neonati
partoriti dalla Madre Terra,
unione tra le tempeste di Poseidone
e la fermezza di Era.
I nostri vagiti si perdono nei cieli,
nel dono della superbia di Prometeo,
negazione dei nostri errori,
in un sogno impossibile di perfezione,
terrazze di un ziggurat
sulle sponde dell’Eufrate.
Si succedono onde salmastre,
fruscio di rami,
frasche abbandonate al vento,
immagini impresse nello sguardo
della tua memoria,
riflesso nei tuoi occhi.


ROSSE PIETRE

Rosse pietre di porfido sono le tue parole,
infuocate come lapilli vulcanici
percuotono la mente,
vibrano nell’animo
nello scioglierne il lento pianto.

Ti avvolgono…
quale incandescente magma
evaporando sui miei declivi,
mentre sprofondo nell’immensità del tuo mare,
ricerca di un approdo.


LE TUE PAROLE

Ho creato, proiettato immagini
dove ti sei riflessa, sublimata,
meravigliata e arrabbiata,
provocando in te nuove emozioni,
regalandoti nuove vite.

Le tue parole hanno inciso l’animo,
fasci, frange di interrogativi
mi hanno frustato, serrato,
imposto limiti, argini in cui serrarmi.

Abbiamo navigato tra atolli,
sogni, infiniti caldi mari,
in misteriosi approdi.


INFRANGERSI

Nell’infrangersi di certezze e sogni,
il malinconico dolore, rabbia e tristezza
si sciolgono nell’armonia
della bellezza di un sorriso,
nella gioia di un abbraccio,
nel segno di un pennello,
sfumare di morbidi colori
sulla tela della vita.

Baci. Buona notte!

[continua]


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