Opicopà

di

Stefania Clerici


Stefania Clerici - Opicopà
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 238 - Euro 13,50
ISBN 978-88-6587-6268

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In copertina e all’interno fotografie di Fernando Mattaboni al quale rivolgo un grande ringraziamento: nelle sue opere la fantasia e l’arte volano ad ali spiegate


Prefazione

È dolce e semplice, per il lettore, farsi guidare, quasi cullare, fra città e paesaggi, prima della geografia, poi dell’anima e viceversa.
Non avete idea però di cosa significhi sapere che, da un certo punto in poi, ciascuna delle sezioni di questa raccolta è riempita anche da qualcosa che ci riguardi direttamente, semplicemente per il fatto di avere avuto l’enorme fortuna di essersi innamorato, ricambiato, di questa straordinaria poetessa che, fra echi montaliani, citazioni di Bertolucci e suggestioni ermetiche, non smette di essere se stessa: onesta, diretta, tagliente come una lama, nello scrivere così come nel pensare.
In tutto si legge un “prima” e un “dopo”: a volte in continuità (come nelle dediche affettuose a genitori, nipote, parenti e amici), altre volte per contrasto, come nell’amore limpido e cristallino per Como e in quello più contrastato per Milano. Un vero e proprio ottovolante emotivo che, se dal punto di vista personale mi onoro di “occupare”, da lettore affascina come un racconto del quale si cerca il finale, pur sapendo che è bello un finale non ci sia.
Meglio un lieto prosieguo di questa armonia, trovata più o meno pienamente nel quotidiano, ma certamente in questi versi, liberi (in ogni senso) e musicali più di qualunque rima baciata o “incatenata” (che, non a caso, si chiama così in metrica).
Auguro un futuro radioso a questo straordinario talento; da parte mia, spero di contribuire a lasciarlo fiorire spontaneo.

il fortunato marito Fabio Meda

P.S. Di prefazioni ne ho lette tante, ma scritte mai: mi si perdonino inesperienza e mancanza di professionalità!


Premessa

Opicopà è una parola inventata da mio marito Fabio, quand’era bambino: secondo i racconti di mia suocera gli “piaceva” lanciare in aria oggetti, al grido di «Opicopà!». Anche a me piace “lanciare in aria” le parole, nella speranza che qualcuno le raccolga.


Opicopà


Ai miei familiari
che mi hanno insegnato a guardare il mondo a colori,
a mio marito Fabio
che ha colorato il mio mondo


UN’ITACA
(Viaggi e geografie dell’anima)


VENEZIA

Il diluvio universale
ha lasciato qui
la sua veste più sincera
e meno spaventosa,
per non punire gli uomini
e circondarli di bellezza.
L’acqua è realtà
che rincorre i pesci,
le fondamenta sono
in pace col mare,
come una flotta addormentata
su un oceano
di vetro e silenzio.
E noi andiamo così,
coi piedi stanchi
verso oriente
e la febbre della bellezza.

Giugno 2008


ISTANBUL

La voce del vento
sfiorisce nel canto del muezzin,
la musica del crepuscolo
s’illumina delle molte anime
di Istanbul:
una scorre lungo il Bosforo
e parla coi palazzi addormentati,
l’altra s’insinua nelle finestre
rimaste aperte di notte,
un’altra si nutre d’azzurro
e scende a poco a poco
e nasconde le rughe di ieri:
oggi respiriamo
solo bellezza.

28 luglio 2008


SUL BOSFORO

Il Bosforo ha il sapore
__di un nuovo azzurro_
senza notte
e senza pioggia,
quel colore impossibile
che si respira d’estate
con la luce dentro ogni finestra
e la vita su ogni foglia.
L’acqua sospira
a questo ripetersi del non ripetersi
e ogni palazzo
e ogni pagliuzza
sorride all’Europa
con la nostalgia dell’Asia.

29 luglio 2008


MITI E REALTÀ
(Tra luoghi e persone)


FUNERALE
Ad Angelo, Fernando, Giovanna e Maria Luisa

Vi siete liberati la fronte dai ghiaccioli
degli spazi siderali
e avete accarezzato
la terra martoriata
proprio vicino a me.
Avete oltrepassato i confini
delle parole di dolore
per mostrarmi
quella rondine
che cuce un desiderio
con la spina della morte
e le inquiete luci
del futuro:
lacera pellegrina,
con le scarpe piene di sassi,
ho bevuto alla vostra fonte.

25 ottobre 2008


LA FUCINA DI VULCANO
(per le fotografie di Fernando)

È amica la notte
di questa fucina
di rauche luci
che s’infiammano
con la potenza di un addio.
Negli sguardi vivi
brucia un fuoco stretto di labbra
e bruciano i segreti sulla pelle
nuda e tesa
come ambra preziosa:
la bellezza si dona,
largo è il favore.

25 ottobre 2008


UN NUOVO FIORE
A una mia amica in dolce attesa

Neve e ghiaccio fuso
sorridono tra le tue parole
e se le figure lontane
e le anime distratte
ti passano accanto
coi pensieri assenti
tu hai un nuovo grido
di luce nella gola
e regioni celesti
da attraversare col tuo bambino
ed è come se tutto cadesse dagli occhi
lacrime bagliori
soli e diamanti,
come i semi cadono
sulla terra calda
per rinascere fiori.

29 novembre 2008


STUDIO PER UN MIO APPARTAMENTO
(NON COMPRATO)
E LA NOSTRA CASA DEI SOGNI
(RISTRUTTURATA)


APPARTAMENTO 1

Siamo in coda
allo sportello dei giorni in sospeso,
mentre voglio pensare al futuro,
ma la mattina
è ancora più nebbiosa
e vuota
in questo guscio d’appartamento
con vista cimitero e discarica.
Immagino mobili
e attimi vissuti
tra le ombre
e le persiane chiuse,
ma il respiro
non si trasforma in pensiero
e queste mura mi restano
estranee e straniere.

12 dicembre 2009


APPARTAMENTO 2

È terra di nessuno
questo spiazzo vuoto
abitato solo dalla pioggia
e sono senza canzoni
le scale scivolose.
Appollaiato sul pianerottolo
c’è un appartamento
con un’anima stantia
e il soffitto basso,
il buio tra le pareti
e le parole morte
che ammuffiscono nell’umidità:
questo non è il posto
per i miei pensieri.

13 dicembre 2009


[continua]


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