Tra le cose del giorno

di

Stefano Piubeni


Stefano Piubeni - Tra le cose del giorno
Collana "I Gigli" - I libri di Poesia
14x20,5 - pp. 104 - Euro 11,00
ISBN 978-8831336864

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In copertina: illustrazione dell’autore


Vivere la poesia come parola dell’anima aiuta a comprendere ciò che siamo e a cogliere nelle piccole cose, con sentimenti di stupore e meraviglia, la bellezza del mondo che ci circonda.

Stefano Piubeni


Poesia dal verso breve, che riconduce al concetto di poesia “scarnificata”, ridotta all’essenziale, alla pura parola necessaria ad esprimere le emozioni del poeta.
Nel processo lirico emergono alcune poesie che mettono in primo piano la concezione dell’amore, altre liriche che presentano reiterati riferimenti alla “solitudine”, alla “memoria”, alle “illusioni”, alla “speranza”. Forte è la percezione del tempo, la sensazione del lento svanire delle “cose della vita”, che si accompagna alla continua tensione per “cogliere nello sguardo” uno spiraglio di luce, che si fa impulso per ritrovare desideri nel cuore, per “varcare fiduciosi / anche l’ultimo / confine”.
La poesia dell’Autore, tra silenzi e parole d’amore, sogni e speranze, sussurri e magie, proietta nella “infinita armonia dell’esistenza”, con la consapevolezza che la vita è anche miscela di “bellezza, dolore e mistero”: e la voce del poeta alimenta tale evidenza lirica con la sua parola luminosa.

Massimo Barile


Tra le cose del giorno


L’emozione che una parola può dare è ciò che “Tra le cose del giorno” ci svela il mistero che in noi si racchiude e diviene l’anima e il respiro di ogni nostro giorno.

Stefano Piubeni


SGUARDI

Sguardi!
Ti penetrano
e trapassano
i visceri,
senza amore.
Quanti sguardi
dai sorrisi
vuoti di tempo,
indifferenti al cielo,
beffardi,
senza vita.
Sguardi
che confondono,
parlano,
rubano l’anima
e solo
costringono
il cuore.


MURO CONTRO MURO

Muro contro muro
la nostra vita
e il nostro cuore
imbrigliati dal passato.
Muro contro muro
l’amore
teso e indeciso
tra corpo e spirito.
Muro contro muro
la libertà
che non vuol essere
solitudine.
Muro contro muro
le parole
che rimbalzano
con lor sogni
infranti.

Muro contro muro…
e continuare a vivere
per non perder l’anima
nell’orizzonte
del giorno.


IL TUO SORRISO

Respiro d’amore
è il tuo
che il cuor rapisce
con dolcissimo sorriso
e come profumata rugiada
nei mattini di primavera
così rimangono in me
le tue parole.
Or, mentre ancora il sole
negli occhi tuoi riflette
caldi tramonti,
delicate essenze,
da leggere brezze portate,
nelle mie stanze
si spandono
e rassicurano la notte.
T’abbandoni, allora,
a me vicino
e nel tocco del tempo
di tenera gioia
si riempie il futuro.


DIRCI POTREMO…

Aprire non devi
la scatola dei ricordi
di una vita perché
subito, nella mente,
strade intricate
e polverose
prendono i sogni.
Vedi… il dolore
già riapre le ferite
e l’illusione, ancora,
le rende sanguinanti.
Non aprire dunque
la stanza del passato,
ma portala con te
come segno del tempo
che tentò d’incatenare
il tuo cuore.
Nuovi sentieri, se vuoi,
percorreremo insieme
e solo davanti al mare
tratterremo un poco
il respiro.
E forse lì, sulla spiaggia
dalla sabbia fine,
dove la fresca brezza
notizie porta
e speranze alimenta
di mondi sconosciuti,
si scioglieranno i nodi
e dirci potremo,
finalmente… Amore.


QUEL BACIO…

Un bacio;
non vorrei
fosse quello
dell’addio
e le parole
quelle dell’ultimo
saluto.
Fermare il tempo
invece vorrei
e cogliere
nel tuo sguardo
il raggio di sole
che di luce avvolge
i miei giorni.
Breve stagione
e invito alla speranza
dicon esser questa
che l’inverno precede
con tenui colori.
E come il seme
fiducioso aspetta
nel tepor della terra
la forza del risveglio
anch’io, del domani,
riempirò l’attesa.
Non unico sarò,
ma io, come tanti,
che avanti guardano,
nuovi orizzonti
aprir nei miei sogni
lascerò alla vita.


L’ONDA

Come onda
la folla ci prende,
ci porta lontano.
Con lusinghe
nelle sue spire
ci avvolge
ed i volti,
un tempo familiari,
ora sono stranieri.
Come onda
sbattuta senza posa
su scogli
che odorano di sale
sono i nostri pensieri:
s’infrangono
e si ricompongono
al fluire di giorni
che perdono di luce
nel buio degli abissi.
Da lontano
sembra esser l’onda
riflesso della vita,
ma d’essa, forse,
è solo il rumore
che sentiamo
in gusci vuoti
di conchiglia.


COME ULISSE

Oltre l’orizzonte
ci riporta il tempo
ogni giorno
mentre lo sguardo
ancor si nutre
dei delicati colori
dell’arcobaleno.
Anche il cuore,
volto all’infinito,
ritrova desideri
mai sopiti
fra ricordi
che giochi di luce,
tra vetri colorati,
amor e dolor
confondono.
Lontana appare
la speranza
e irraggiungibile!
sospinta al di là
di quel filo sottile
che l’ignoto nasconde.
Se amor, però,
sostiene
i nostri passi
come Ulisse
esser vogliamo:
d’affetti e conoscenza
di desio colmi
sì da varcar fiduciosi
anche l’ultimo
confine.


NON ALTRO AVRAI…

Di me
non altro avrai
che parole
piene di sole e di luce;
non altro
che sogni
ricchi di speranze
da vivere nel tempo;
non altro
che amore
che di sé, in un bacio,
rivela la vita.
In te, invece,
il silenzio
col suo colore nero
avvolge il respiro
e solo gli occhi
tradiscono l’attesa
di nuova primavera.
Allora altre parole,
e sogni, e sguardi
cercar dovrò
per dar forza
ai desideri
del mio cuore.


31 LUGLIO 2004

Riflessi di luce
sulle onde chete
del lago
accompagnano discreti
le parole d’amore,
e magica
vive la sera
mentre la luna,
silenziosa,
in ciel avanza.


IN UNO SGUARDO

Quante vite
in una vita!
Quanti amori
nell’amore!
Quanti sogni
nel sogno di vivere!

I colori al tramonto
sanno d’oblio
quando le domande
non trovano risposta.

E se d’un uomo
la storia passa
in uno sguardo
ed il dolore sosta
tra le pieghe del viso,
le mani, ancora,
protese sono
a desideri
di speranza.


GIORNI DI FESTA

Colori, suoni
e luci
nei giorni di festa,
ma per molti
il nulla!
Si va, si viene,
ci si sente grandi
e nel cuore
il vuoto!
Spesso chiusi
come in gabbia
e solo nei sogni
vivere
di illusioni o
di speranze vane.

Non ho le ali,
ma vorrei volare
lontano,
nel cuore che
sempre mistero
rimane;
nei pensieri
per cercare risposte
alle nostre attese.

E attraversare il mare
vorrei
per amare…
ed essere amato.


ISTANBUL 21/2/2003

Dervisci danzanti,
tra cielo e terra
sospesi
in ieratiche danze,
quietano
l’acqua increspata
del Bosforo.
Melodia diviene
il tempo,
suadente e frenetico,
di colori vivo,
e di parole,
e di popoli in fermento.
Mentre fra cupole,
torri e minareti
s’ammanta di neve
la Porta d’Oriente,
dell’Infinito
si svela la via
ed al cuor s’apre
nuovo orizzonte
di felicità.

[continua]


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