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Vincenzo Cusimano




Vincenzo Cusimano è nato a Palermo il 5 marzo del 1965, dove vive.
È laureato in scienze politiche e in giurisprudenza, è funzionario avvocato della pubblica amministrazione.
Sposato con Alessandra è padre di due splendidi ragazzi (Maria Chiara e Alessandro Pio).
Appassionato fin da bambino di lettura di ogni genere, dal fumetto al saggio storico e filosofico, al romanzo di fantascienza a quello horror a quello ancora di formazione. Ultimamente il suo interesse di lettore volge verso il poliziesco nostrano (Camilleri, Recami, Malvaldi, Costa, Piazzese, Manzini, ecc.) e i saggi di psicologia e psicanalisi (Recalcati).
Bibliofilo e collezionista di albi a fumetti, in particolar modo della scuola franco belga.
Il suo primo amore rimane naturalmente la poesia che legge da sempre e scrive dall’età di nove anni. Ha recentemente recuperato un quadernetto con gli ingenui versi scritti in quarta e quinta elementare, di cui alcune a tema religioso.
Tra gli autori amati, oltre ai classici italiani del dolce stil novo e della scuola siciliana e gli autori barocchi (Marino, Tasso, Metastasio), predilige la poesia moderna (in particolar modo Pascoli e D’Annunzio) e contemporanea, sia italiana (Soffici, Ungaretti Montale, Luzi, Quasimodo, Penna, Valduga, Raboni, Panella), sia straniera (Prévert, Masters, Neruda, Pound), sia dialettale siciliana (Buttitta).
Ama molto la musica rock in pericolare quella “progressive”, la new wave e il brit pop anni ottanta e novanta e i cantautori ovviamente anche sotto l’aspetto lirico dei testi, sia classici (Venditti, De Gregori, Dalla, De André, Conte, Rocchi) più contemporanei (Fabi, Bersani, Garbo) e della cosiddetta indie generation (Brumori sas, Calcutta).
La sua poesia, dopo alcune prove giovanili in parte “ermetiche” in parti classicheggianti venate da un certo lirismo d’antan, si colloca attualmente all’interno di un genere che si avvicina ad un “realismo magico” intriso di poetica malinconica e di ricerca dell’io interiore attraverso sempre, però, l’altro o l’altra. Infatti spesso le sue liriche richiamano idealmente messaggi o lettere o monologhi con un’altra presenza, idealmente femminile, ovvero stati d’animo sensazioni, flash, da cogliere al volo e fissare con le parole.
Ha pubblicato la raccolta “Specchio interno” a 19 anni per Albatros editore con le poesie giovanili. Ha partecipato con menzioni e piazzamenti ai premi Mopoeita 1983 e 1984 sezione giovani. Soltanto recentemente, dopo molti anni ha ripreso a partecipare a selezioni poetiche.
Ultimamente oltre a continuare a scrivere, sta componendo una raccolta di Haiku da lui definiti barbari perché in versione italianizzata e moderna, giunti al n. 180 e si sta occupando della rilettura, revisione e sistemazione delle sue poesie contenute in dieci raccolte inedite.




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